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    Energia: da fine 2021 sbloccati 18 impianti eolici, 10 nel Lazio

    Da fine 2021 il governo ha sbloccato 18 tra parchi e impianti eolici, 10 solo nel Lazio.
    Nell’elenco di Palazzo Chigi compaiono 6 progetti e un’opera connessa approvati in Consiglio dei ministri il 3 dicembre dell’anno scorso, mentre per altri 12 progetti è stata sbloccata la Via dalla presidenza del Consiglio.
    Nel dettaglio a dicembre hanno avuto disco verde il parco eolico Cerignola Veneta Nord (50,4 mw) e Sud (79,8 mw), quello di Ascoli Satriano, in provincia di Foggia (43,2 mw) e ancora il parco eolico “Banzi la Regina”, in provincia di Potenza (33,6 mw) e l’impianto “Lampino” che interessa in provincia di Foggia i Comuni di Orta Nova e Stornara (79,8 mw).
    Sempre a dicembre è stata anche prorogata la Via del parco eolico nel Comune di Montemilone, ancora in provincia di Potenza (per 60 mw), ed sono state sbloccate una nuova stazione elettrica a 380/132 kV e nuove linee a 380 kV ed a 132 kV nell’ambito dello sviluppo della Rete elettrica nazionale nell’area di Lucca. Negli ultimi mesi del 2021 sono stati poi sbloccati i provvedimenti di Via per 10 impianti fotovoltaici nel Lazio, uno in Toscana e uno in Umbria.
    Nel dettaglio si tratta di 5 impianti a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, nelle località Camposcala (53,33 mw), Macchiagrande (47 mw), La Viola (33,1 mw), Galeotti Ponton – Giovanna (36,96 mw) Guinza Grande e Vaccareccia (48,5 mw).
    Altri tre impianti sono sempre in provincia di Viterbo, a Tuscania (Tuscia 15 da 62,5 mw e Tuscia 21 da 39 mw) e Tarquinia (in località Pian d’Arcione per 170,11 mw).
    Un impianto è stato sbloccato anche a Viterbo città, in località Rinaldone (44,783 mw) e uno ad Aprilia, in provincia di Latina, nella località Scalette (40 mw).
    A questi si aggiungono l’impianto di Roccalbegna in provicnia di Grosseto, in Toscana (località Podere di Moggino, per 975 kw) e l’impianto “Castiglione Aldobrando 1” a Gubbio, in Umbria (200 kw).  

       

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    Morte Rossi: Viola, mi rimbombano ancora parole e-mail Help

    (ANSA) – SIENA, 10 MAR – “Mi sento di dire di no”, che non fu
    un omicidio, “è il giudizio che mi sono dato avendo letto le
    carte, considerando abbastanza improbabile che qualcuno riesca
    ad entrare in banca e possa farlo”. Così ha risposto l’ex ad di
    banca Mps Fabrizio Viola audito alla Commissione parlamentare
    d’inchiesta che gli hanno chiesto se secondo lui David Rossi, il
    capo della comunicazione di Mps morto il 6 marzo 2013
    precipitando da una finestra di Rocca Salimbeni, possa esser
    stato ucciso. “Peraltro – ha detto ancora Viola – associo il
    disagio di David a quello che è successo e Rossi era sicuramente
    sotto stress”. Viola ha anche detto che “quando oggi si parla di
    David Rossi mi rimbombano, non solo in testa, le parole scritte
    in quella e-mail”, nota come ‘help’, ” ma anche tutto ciò che
    c’è stato intorno. Siamo al paradosso che per me oggi parlare di
    Santorini e Alexandria è più facile che parlare di David Rossi”.   
    “Questa tragedia, insieme a tanti altri problemi, è quella che
    più mi ha colpito dal punto di vista umano e che ancora oggi mi
    crea turbamento”, ha affermato Viola ricordando che “dopo la
    perquisizione che ebbe, le preoccupazioni principali di David
    Rossi erano la perdita di lavoro e l’arresto”. Ma “sull’arresto
    – ha detto Viola – l’avevamo messa anche sul ridere. Lui mi
    diceva la famosa frase” dei carcerati “‘mi porterai le
    arance…’. E io gli dicevo ‘Non ti voglio sminuire, ma dai le
    giuste dimensioni alle cose che succedono”. “Gli dicevo – ha
    proseguito l’ex ad -‘Tu sei capo della comunicazione per quanto
    tu possa aver saputo, faccio fatica a pensare che tu abbia
    potuto compiere dei reati'”. Per quanto riguarda il posto di
    lavoro, ha sempre ricordato Viola “credo di avergli dato più
    volte rassicurazioni sul fatto che questa era una cosa fuori dai
    radar. Più volte gli ho ricordato l’apprezzamento mio e del
    presidente Profumo”. (ANSA).   

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    Lombardia crea comitato per emergenza Ucraina,lo guida Bertolaso

    (ANSA) – MILANO, 09 MAR – Con un decreto firmato oggi dal
    presidente Attilio Fontana, Regione Lombardia ha costituito il
    ‘Comitato esecutivo per l’emergenza in atto in Ucraina’.   
    Coordinatore della struttura, in qualità di consulente del
    presidente, è stato nominato Guido Bertolaso, che ha coordinato
    anche la campagna vaccinale anticovid.   
    Fanno parte del Comitato Roberto Laffi (direttore generale
    Territorio e Protezione civile). Giovanni Pavesi (direttore
    generale Welfare), Claudia Moneta (direttore generale Famiglia e
    Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità) e Aberto
    Zoli (direttore generale Areu).   
    “Per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione
    ucraina, in conseguenza della grave crisi internazionale in atto
    – spiega il presidente Fontana – abbiamo deciso di costituire
    questo Comitato. Uno strumento che contribuirà ad affrontare,
    sulla base dell’ordinanza del Governo, quanto necessario per le
    azioni e le attività da mettere in campo durante la crisi”.   
    “Ciò – continua il presidente – avverrà in costante raccordo
    con il governo, a partire dalla Protezione civile nazionale. Nel
    ringraziare chi opererà all’interno di questa struttura rinnovo
    il mio appello alla solidarietà e alla vicinanza nei confronti
    di chi fugge dalla guerra”. (ANSA).   

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    IL PUNTO – Verso lo stop Usa all'import di greggio russo

     Il presidente americano Joe Biden annuncerà nuove misure contro la Russia in risposta alla sua “guerra non provocata e non giustificata in Ucraina” in una conferenza stampa alle 10.45, le 16.45 in Italia. Secondo i media locali, annuncerà lo stop alle importazioni di greggio russo già da oggi, senza la partecipazione degli alleati europei. Dall’Estonia, il suo segretario di Stato, Antony Blinken, dice che l’invasione dell’Ucraina costituisce “un’opportunità, non solo significativa ma imperativa, per molti paesi in Europa, di liberarsi dalla dipendenza dall’energia russa”, perché Mosca “usa l’energia come un’arma”. Una prima bozza della dichiarazione che chiuderà il vertice Ue di Versailles, giovedì e venerdì prossimo, fissa come obiettivo “l’eliminazione della dipendenza da petrolio, gas e carbone importati dalla Russia”, e sul tavolo ci sarò anche l’uso di eurobond per le spese energetiche. Il vicepremier russo Aleksandr Novak ha già avvertito che in caso di un embargo petrolifero “abbiamo tutto il diritto di prendere una decisione corrispondente e imporre un embargo sul pompaggio di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1”, tagliando così l’approvvigionamento dell’Europa. Gli risponde il vicecancelliere tedesco, Robert Habeck, secondo il quale “se Putin taglia la consegna di fonti energetiche, la Germania è preparata”. “Le minacce sono qualcosa che possiamo tollerare.    Altro è se noi prendiamo una misura attivamente”, ha aggiunto.    Con l’aspettativa dell’annuncio di Biden, il petrolio vola a New York: il prezzo del Wti aumenta del 4,5%, a 124,66 dollari al barile.    In Ucraina, nel frattempo, il presidente Volodymyr Zelensky si dice “pronto a un dialogo, non alla capitolazione” e per la prima volta apre a una soluzione negoziale con la Russia sulla Crimea e quelle che chiama le “pseudo repubbliche” separatiste del Donbass. “Possiamo discutere e trovare un compromesso su come questi territori continueranno a vivere”, spiega. Ma l’unica intesa ottenuta finora nei colloqui bilaterali – per la creazione di corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili dalle città assediate – è nuovamente fallita oggi, dopo che media ucraini hanno informato che a Sumy l’evacuazione, iniziata in mattinata, è stata interrotta a causa dei “bombardamenti dei carri armati nemici”. Kiev ha inoltre accusato i russi di aver attaccato anche il corridoio umanitario di Mariupol, denunciando che “i crimini di guerra fanno parte di una strategia deliberata”.    L’Unhcr calcola che più di 2 milioni di ucraini sono già fuggiti dalla guerra in meno di due settimane e secondo l’Unicef un milione di questi sono bambini. James Elder, portavoce dell’agenzia Onu, parla di “una buia prima volta nella storia”, perché “non avevamo mai affrontato una crisi di rifugiati di questa velocità e di questa portata”. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sente al telefono il responsabile dell’Unhcr, Filippo Grandi, e sottolinea che “serve l’impegno di tutta la comunità internazionale per far fronte a una crisi umanitaria sempre più dilagante”. Papa Francesco, in un tweet dedicato alla Festa della donna, scrive: “Penso alle giovani madri e ai loro bambini in fuga da guerre e carestie o in attesa nei campi per i rifugiati. Sono tanti!”. E il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha sentito al telefono il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, a cui ha ribadito l’appello “perché cessino gli attacchi armati, si assicurino dei corridoi umanitari per i civili e per i soccorritori, e alla violenza delle armi si sostituisca il negoziato” Nel suo primo colloquio con i leader occidentali dall’inizio della crisi, il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto al presidente francese Emmanuel Macron e al cancelliere tedesco Olaf Scholz di agire con la “massima moderazione” in Ucraina. La Cina, ha spiegato Xi, “deplora profondamente” la guerra e sostiene il rispetto della “sovranità e integrità di tutti i Paesi”, ma anche le “legittime preoccupazioni in materia di sicurezza”. “Tutti gli sforzi per una soluzione pacifica dovrebbero essere supportati”, ha sottolineato il leader cinese, che ha comunque bocciato le sanzioni adottate contro Mosca “che avranno un impatto negativo”, perché risultano “dannose per tutte le parti”. (ANSA).   

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    8 Marzo: Mattarella, 'Il pensiero va al coraggio delle donne ucraine. Mai indifferenza, si fermino le armi'

    “La nostra responsabilità di cittadini, di europei, ci chiama oggi a un più forte impegno per la pace, perché si ritirino le forze di occupazione e si fermino le armi, perché sia ripristinato il diritto internazionale e siano rispettate le sovranità nazionali. L’indifferenza di fronte all’arbitrio e alla sopraffazione è il peggiore dei mali. In gioco non c’è solo la libertà di un popolo ma la pace, la democrazia, il diritto, la civiltà dell’Europa e dell’intero genere umano”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Quirinale in occasione della Festa della donna.

    “Non è tollerabile – e non dovrebbe essere neppure concepibile – che, in questo nuovo millennio, qualcuno voglia comportarsi secondo i criteri di potenza dei secoli passati; pretendendo che gli stati più grandi e forti abbiano il diritto di imporre le proprie scelte ai paesi più vicini, e, in caso contrario, di aggredirli con la violenza delle armi. Provocando angoscia, sofferenze, morti, disumane devastazioni. Va fermato – subito; con decisione – questo ritorno all’indietro della storia e della civiltà. Opporsi – oggi – a questa deriva di scontri e di conflitti comporta dei prezzi; potrebbe provocare dei costi alle economie dei Paesi che vi si oppongono ma questi sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che si pagherebbero se quella deriva non venisse fermata adesso”.

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    M5S, il tribunale di Napoli rigetta l'istanza di revoca dell'ordinanza

    Il Tribunale di Napoli ha rigettato, a quanto si apprende, l’istanza avanzata da M5s per la revoca dell’ordinanza di sospensione dello Statuto e della nomina del presidente 5s. Il giudice Francesco Paolo Feo nel rigettare l’istanza ha fissato per il 5 aprile l’udienza nel merito.
        Per i giudici civili napoletani, “non sussistono i presupposti per la chiesta revoca” anche perché “nell’avviso di convocazione dell’assemblea del 17 Luglio 2021…” , “…erano stati ammessi al voto solo gli iscritti da oltre sei mesi; inoltre, nel verbale di udienza del 2 Febbraio 2022 (innanzi al Collegio, in sede di reclamo), i ricorrenti contestavano ancora che l’avviso di convocazione dell’assemblea faceva riferimento ad un regolamento che doveva esser ritenuto inesistente”. “L’istanza in esame – continuano i giudici – si fonda sulla produzione del documento qualificato ‘regolamento’, datato 8 Novembre 2018, dunque già da tempo esistente al momento dell’adozione delle delibere impugnate e che avrebbe legittimato l’esclusione dal voto degli iscritti da meno di sei mesi (sicché sarebbe superata, secondo l’istante, la motivazione sulla base della quale il Tribunale è giunto alla pronuncia di sospensione); tale documento, stante quanto prospettato nell’istanza di revoca, non sarebbe stato prodotto prima in giudizio perché, di esso, l’istante Associazione sarebbe venuta a conoscenza solo dopo la pronuncia dell’ordinanza di sospensione”.
    “Per i giudici quindi è illegittima l’elezione di Giuseppe Conte alla presidenza del Movimento 5 Stelle”: così Lorenzo Borrè, legale dei tre iscritti al M5s, che presentarono il ricorso contro l’elezione di Conte e contro lo Statuto che lo portò all’elezione nell’agosto del 2021, commenta la decisione del Tribunale Civile di Napoli (settima sezione) che ha rigettato l’istanza presentata dai legali di Giuseppe Conte contro la decisione adottata dalla settima sezione civile dello stesso Tribunale con la quale era stata sospesa la sua elezione alla carica di presidente del Movimento.
    Il legale che ha presentato ricorso sullo statuto Lorenzo Borrè, in una lettera pubblica inviata al presidente del Movimento chiede in quanto iscritto di “differire a nuova data l’assemblea” del Movimento 5 stelle convocata per il prossimo 10 e 11 marzo.

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    Forza Italia pronta a votare di nuovo contro la riforma catasto

     I deputati di Forza Italia in commissione Finanze della Camera voteranno a favore dell’emendamento soppressivo dell’ articolo 6 sul catasto, contenuto nella delega sul fisco, presentato da Alternativa c’è.    Secondo quanto si apprende, diversamente dall’orientamento che era emerso ieri per un voto di astensione, gli azzurri manterranno la stessa posizione della scorsa settimana quando il centrodestra unito aveva votato a favore per l’abolizione delle nuove norme sul catasto.   

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    Qui Bruxelles, Draghi vede von der Leyen

    Nuove sanzioni alla Russia, focus sulla diversificazione delle fonti energetiche e sul mercato, in particolare rispetto all’impatto del caro energia su consumatori e imprese: sono i temi sui quali è al lavoro la Commissione Ue, al centro anche dell’incontro in corso tra la presidente Ursula von der Leyen e il premier italiano Mario Draghi. Dopo la “prova di straordinaria unità” europea, Draghi ha poi esortato a mantenerla in particolare sull’accoglienza ai rifugiati – “è il momento della solidarietà e dell’accoglienza”, ha detto, e sulla tutela energetica di cittadini e imprese.
    Von der Leyen ha annunciato che la Commissione è al lavoro “anche su ulteriori sanzioni” considerata “l’evoluzione della situazione in Ucraina” e l’attacco “sconsiderato del Cremlino a cittadini, donne, bambini. Il focus è ridurre in tempi rapidi la dipendenza dal gas russo. Arrivando a Bruxelles Draghi ha anche sottolineato che il governo italiano “è pienamente impegnato per cercare tutte le vie diplomatiche per porre fine al conflitto”.
    Nell’ agenda dell’incontro con anche la tutela dei consumatori e delle imprese rispetto all’impennata dei prezzi dell’energia Intanto l’alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Josep Borrell ha avvertito che se proseguiranno i bombardamenti sulle città ucraine “possiamo aspettarci 5 milioni di rifugiati”, rispetto agli 1,5 milioni che si stima siano già arrivati.