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    M5s: Di Maio, con elezione di Conte passo deciso in avanti

    “Con la nuova elezione di Giuseppe Conte come presidente M5S, il MoVimento fa un altro passo deciso in avanti. Complimenti anche a Laura Bottici, eletta componente del Comitato di garanzia, e a Danilo Toninelli, Fabiana Dadone e Barbara Floridia, eletti componenti del Collegio dei probiviri. Rimaniamo concentrati sulla guerra in Ucraina e i suoi effetti drammatici. L’Italia lavora costantemente per mettere fine alle ostilità e tutelare gli italiani dalle conseguenze di questa atroce guerra”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.”La fiducia al decreto Ucraina? Il M5s si è dichiarato in modo chiaro e univoco favorevole agli aiuti all’Ucraina . Questo provvedimento non c’entra nulla con il riarmo”. Così il leader M5s Giuseppe Conte in conferenza stampa al termine della plenaria dei Comitati M5s.”Non voglio mettere in difficoltà nessuno ma non voglio neppure mettere in difficoltà il paese sull’onda emotiva del conflitto. Io non intendo mettere in discussione l’accordo siglato con la Nato: non lo chiedo neppure al premier. Però gli accordi presi illo tempore devono tenere conto delle sopravvenienze e quelle dell’Italia sono superiori a quelle di altri paesi. Quindi ci si mette attorno ad un tavolo e si discutono le tempistiche e gli impegni”, ha aggiunto Conte.Sulle spese militari “non può essere assolutamente che il governo non ci ascolti e che nel Def ci siano quelle fughe in avanti che abbiamo sentito negli scorsi giorni: abbiamo il diritto di farci ascoltare perché rappresentiamo una parte importante del paese”. Così il leader M5s Giuseppe Conte in conferenza stampa al termine della plenaria dei Comitati M5s.

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    Conte confermato presidente del M5s con il 94,19% dei voti: “Un'indicazione forte e chiara”

    Gli iscritti M5s chiamati a votare per confermare la nomina di Giuseppe Conte alla Presidenza del M5s hanno riconvalidato l’elezione. Hanno risposto Sì 55.618 iscritti, pari al 94,19% dei voti validi.

    Gli iscritti del @Mov5Stelle mi hanno riconfermato con un’indicazione forte e chiara. Un sostegno così importante è anche una grande responsabilità. Ora testa alta, ancor più coraggio e determinazione nelle nostre battaglie. Abbiamo un Paese da cambiare. pic.twitter.com/KWlGYphGG7
    — Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) March 28, 2022

    “Gli iscritti del M5s mi hanno riconfermato con un’indicazione forte e chiara”: così il leader del M5s Conte commenta il risultato del voto degli iscritti. “Un sostegno così importante è anche una grande responsabilità. Ora testa alta, ancor più coraggio e determinazione nelle nostre battaglie. Abbiamo un Paese da cambiare” scrive in un tweet.
    Sono Danilo Toninelli, Fabiana Dadone e Barbara Floridia i tre nuovi componenti del Collegio dei probiviri del M5s. Li hanno indicati gli iscritti M5s che li hanno scelti in una rosa di 6 candidati . Lo annuncia il blog del M5s al termine della nuova consultazione degli iscritti al Movimento.
    Laura Bottici è la nuovo componente de Comitato di Garanzia, attualmente composto da Roberto Fico e da Virginia Raggi, già eletti. L’ hanno votata gli iscritti al M5s nel corso della votazione che si è conclusa questa sera alle 22. Bottici ha ricevuto 40.060 preferenze pari al 67,84% dei voti validi. L’altro candidato era Jacopo Berti che ha ricevuto 18.987 preferenze pari al 32,16% dei voti validi.
    “La grande partecipazione registrata al voto dimostra che la comunità del Movimento 5 Stelle ha tanta voglia di fare, al fianco di Giuseppe Conte a cui è stata rinnovata la fiducia in modo chiaro e netto. È un segnale politico forte. Adesso avanti nell’impegno che ci aspetta per occuparci dei problemi dei cittadini e delle soluzioni che vanno messe in campo”. Così il presidente della Camera ed esponente del M5s, Roberto Fico in un post in cui augura inoltre “buon lavoro ai vicepresidenti e ai comitati politici, così come ai nuovi componenti dei Collegio dei probiviri e del Comitato di garanzia”.
       

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    Ucraina: ancora nodi nella maggioranza, avanza l'ipotesi della fiducia

    E’ terminata la riunione della maggioranza con il governo sul decreto Ucraina in arrivo nell’aula del Senato. Avanza l’ipotesi che l’esecutivo metta la questione di fiducia sul provvedimento. Dopo l’ascolto dei gruppi il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, a quanto si apprende, avrebbe spiegato che se permangono le problematiche sollevate da alcuni gruppi verrà posta la questione di fiducia in Aula.
    Nel corso della riunione di maggioranza sul dl Ucraina, il M5S ha ribadito la sua “ferma contrarietà all’odg al decreto Ucraina, di minoranza o maggioranza, che prevedano incrementi straordinari della spesa militare”. Lo riferiscono fonti del Movimento in Senato. “Se la maggioranza voterà in maniera difforme non sarà certo la prima volta e ciascuno si prenderà la responsabilità delle sue scelte. Ai rappresentanti del Governo presenti in riunione abbiamo chiarito che questa è la posizione del M5S e abbiamo chiesto loro di tenerne conto nella stesura del Def”, spiegano.
    “Per noi non è questa la priorità del Paese nell’attuale momento di crisi – spiegano dal M5s -. Anche perché prima di stanziare fondi aggiuntivi per la difesa dobbiamo razionalizzare le spese nazionali che sono sbilanciate sul personale e troppo basse per l’addestramento e procedere spediti sulla strada di una difesa comune europea. Se la maggioranza voterà in maniera difforme non sarà certo la prima volta e ciascuno si prenderà la responsabilità delle sue scelte”.

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    Ucraina, martedì incontro Draghi-Conte

    Martedì alle 17.30 è previsto l’incontro tra il premier Mario Draghi e il leader del M5s Giuseppe Conte. La riunione si terrà a Palazzo Chigi, alla vigilia dell’approdo del dl Ucraina nell’Aula del Senato.
    Se il riarmo fosse nel Def lo votereste? “La nostra linea è chiara, siamo contrari al riarmo, è inutile, sarebbe una follia. Nessun passo indietro, sarà il governo a fare un passo avanti”. Lo ha detto il presidente del M5s Giuseppe Conte mentre è in corso a Roma, allo Scout center, la riunione plenaria dei Comitati politici e tematici del MoVimento 5 Stelle con l’ex premier. L’incontro proseguirà martedì. Intanto è in corso anche la votazione online del movimento sulla conferma di Conte alla presidenza. “Adesso c’è un’emergenza energetica, le posizioni che stiamo assumendo sono chiare, non ci lasciamo distrarre dai media e dalla stampa che dicono che abbiamo cambiato idea, la nostra posizione è lineare. Andiamo avanti”. “Il movimento – ha detto in un ltro passaggio – è un pilastro di questa esperienza di governo, non è quello dei nostri sogni ma lo sosteniamo con responsabilità. In questo momento non possiamo volta le spalle a Draghi”.
    “Non permetteremo più a nessuno – ha detto Conte in un appello all’unità –  che si parli male di noi, ma noi per primi dobbiamo volerci bene. Volersi bene vuol dire parlarsi e confrontarsi con sincerità”. “Significa avere piena fiducia reciproca, e quando parleremo tra noi senza avvertire la necessità di trasmettere fuori frammenti di discorso, saremo pienamente maturi e potremo anche all’occorrenza anche litigare perché la politica è anche conflitto, confronto duro, l’importante è che tutti si tenda al bene comune, senza personalismi, che deve essere la sintesi superiore” .
    C’è soddisfazione, a quanto si apprende, nel M5s per l’andamento delle votazioni degli iscritti alla nuova consultazione sulla riconferma di Giuseppe Conte alla presidenza e sulle altre cariche in votazione. “Il voto sta andando molto bene” filtra dal Movimento dove risulta che abbiano già votato oltre 50 mila ammessi al voto. Anche rispetto all’affluenza i dati sono vicini al 50% anche se per quanto riguarda questo fattore occorre valutare il fatto che è aumentata la platea degli ammessi al voto rispetto alla precedente votazione.

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    Cittadinanza: 728 emendamenti a ius scholae, 484 da Lega

    Sono 728 gli emendamenti presentati in commissione Affari Costituzionali alla Camera al testo sullo ius scholae elaborato dal relatore e presidente, Giuseppe Brescia (M5S). Lo rende noto lo stesso Brescia. Di questi 484 sono presentati dalla Lega, 167 da Fratelli d’Italia, 15 da Pd, 11 da Italia Viva, 10 da Forza Italia, 9 dal M5Se, 5 rispettivamente da Leu e Coraggio Italia, 11 da Azione-+Europa, 9 da Europa Verde, 2 da Alternativa.
    “Nei prossimi giorni incontrerò i rappresentanti di tutti i gruppi per definire possibili punti di incontro sulle diverse richieste di modifica. In queste ultime settimane in Commissione abbiamo discusso in maniera ordinata di tutto e continueremo a farlo anche su questa proposta di legge molto attesa. È una questione di civiltà che va sottratta dalla campagna elettorale di qualsiasi partito”, ha affermato Brescia. Il testo unificato presentato dal relatore prevede che possa acquistare su richiesta la cittadinanza italiana il minore straniero nato in Italia o che abbia fatto ingresso in Italia entro il compimento del dodicesimo anno di età, che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia e abbia frequentato regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno 5 anni, uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale.

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    Ucraina: rifugiata bielorussa, nostro popolo è contro Putin

    (ANSA) – TORINO, 28 MAR – “Tutto il mondo pensa che i
    bielorussi vogliano la guerra contro l’Ucraina e sostengano
    Putin. Non è vero. I bielorussi non sono Lukashenko, abbiamo
    combattuto contro di lui anche se nessuno ci ha aiutati”. Sono
    le parole della bielorussa Yuliya Tarasevich, 32 anni, ex
    insegnante di musica e modella, che ha portato la sua
    testimonianza al congresso della Cisl Piemonte al Lingotto di
    Torino come ha già fatto in altri congressi sindacali in tutta
    Italia.   
    “Lukashenko, come dicono gli italiani, è il burattino di
    Putin e purtroppo il nostro territorio è usato da Lukashenko e
    Putin insieme per fare la guerra in Ucraina. Il popolo della
    Bielorussia è contro il regime di Putin, questo non si
    percepisce in Italia per questo io sono venuta qui, oggi è il
    decimo congresso che faccio in Italia, i bielorussi sono contro
    la guerra e sono con il popolo ucraino. La Bielorussia di
    Lukashenko è una cosa, La Bielorussia del popolo è un’altra
    cosa”, osserva Yuliya Tarasevich.
    “Io sono una rifugiata politica – racconta – sono andata via
    dalla Bielorussia 7 mesi fa perché sono stata due volte in
    carcere, se torno nel mio Paese mi chiudono in carcere per 5-7
    anni. Mi hanno arrestato perché indosso il braccialetto con i
    colori bianco e rosso della nostra bandiera. Lukashenko odia la
    nostra bandiera, la nostra storia. Per lui è meglio stare con
    Putin e Putin ha sempre sostenuto Lukashenko. Vedere la
    Bielorussia occupata per me è un grande dolore. Abbiamo più di
    500 mila rifugiati politici su una popolazione di 9 milioni di
    abitanti, è una cifra molto grande. Vinceremo perché siamo uniti
    con gli ucraini, c’è un battaglione che sta combattendo per la
    libertà in Ucraina. E poi combattiamo per la Bielorussia, perché
    se finisce la guerra in Ucraina è un bene anche per noi”.   
    (ANSA).   

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    Prima intervista del presidente Zelensky ai giornalisti russi

    Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilasciato oggi per la prima volta dall’inizio della guerra un’intervista ai giornalisti russi, che hanno promesso di pubblicare l’intera conversazione senza censure. Lo riporta l’Ukrainian Pravda. La conversazione è durata due ore. Tra i giornalisti che hanno intervistato il presidente ucraino, il caporedattore di Meduza Ivan Kolpakov, il caporedattore di Dozhd TV Tikhon Dzyadko, lo scrittore e giornalista Mikhail Zigar e il corrispondente di Kommersant Vladimir Solovyov. Ma in serata, l’ente regolatore dei media di Mosca ha avvertito di non pubblicare né trasmettere l’intervista del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rilasciata ad alcuni media russi per la prima volta dall’inizio della guerra, riferisce Sky News.
    “Ho sentito molte persone che sostengono che la mia eliminazione è pianificata. Probabilmente ci sono stati diversi tentativi da parte di diverse persone”: lo afferma il presidente ucraino Zelensky nella sua prima intervista a media russi dall’inizio della guerra pubblicata sul sito anti Putin Meduza.
    “La città di Mariupol sta vivendo una catastrofe umanitaria”, ha detto Zelensky nell’intervista rilasciata ad alcuni media russi. “La città è bloccata dall’esercito russo. Tutti gli ingressi e le uscite dalla città sono bloccati. Il porto è minato. E’ impossibile – prosegue Zelensky – arrivarci con cibo, medicine e acqua, anche per il fuoco dei militari russi sui convogli umanitari, con i conducenti che vengono uccisi. Molti dei carichi sono stati ripresi”. L’Ucraina “sta attentamente prendendo in considerazione la questione della neutralità”.
    L’Ucraina “sta attentamente prendendo in considerazione la questione della neutralità”, ha affermato Zelensky nell’intervista rilasciata ad alcuni media russi diffusa da Meduza malgrado il divieto di Mosca.

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    'I'm a gaffe machine', tutti gli scivoloni di Biden

     “I’m a gaffe machine”, sono una macchina che macina gaffe. Joe Biden, con una certa dose di autoironia, già anni fa ammetteva la sua involontaria propensione a lasciarsi prendere la mano. A lasciarsi andare, spesso goffamente e in maniera impacciata, a frasi sconvenienti e poco opportune. Ma stavolta con le sue parole su Vladimir Putin – prima definito un macellaio e poi un tiranno con le ore contate – sembra davvero essere andato oltre. Uno scivolone che per le sue implicazioni non ha eguali tra i clamorosi precedenti del passato.    E di questi ce ne sono tanti, molti dovuti all’irrefrenabile passione di Biden per la battuta a tutti i costi. Come quando, lanciando la sua campagna presidenziale del 2008, descrisse il giovane senatore Barack Obama come “il primo afroamericano in politica eloquente, brillante, pulito e di bell’aspetto”.    Battuta che costò a Biden anche qualche critica di strisciante razzismo. Come quando, citando due popolari catene alimentari statunitensi, affermò che “è ormai impossibile andare ad un 7-Eleven o un Dunkin’ Donuts se non si ha un leggero accento indiano”. Era invece già vicepresidente quando fece davvero infuriare Obama con la sua fuga in avanti sulle nozze gay, annunciando il suo sostegno alla loro legalizzazione e bruciando così il presidente. Col quale non sempre il ticket alla Casa Bianca fu rose e fiori: come nel 2010 testimoniò un microfono galeotto catturando un’imprecazione di Joe rivolta all’amico Barack mentre firmava la storica riforma sanitaria dell’Obamacare.    Gli americani poi non possono dimenticare quando Biden, sempre durante la campagna presidenziale del 2008, in un comizio in Missouri si rivolse con grande enfasi e trasporto a un senatore locale ripetendo più volte: “Dai alzati Chuck! Fatti vedere, goditi i meritati applausi. Alzati!”. Peccato che Chuck Graham fosse paraplegico. Per non parlare dell’ex premier irlandese Brian Cowen, che nel giorno di San Patrizio del 2010 sentì dire da Biden: “Sua madre ha vissuto per 10 anni a Long Island, che riposi in pace…”. Di fronte allo stupore generale e a qualche risata si rivolse quindi a un Cowen allibito: “Ah…è tuo padre che è morto, tua madre è ancora viva”. Una delle ultime gaffe risale al 2019, durante una riunione di raccolta fondi: “Margaret Tatcher – disse con tono grave – è seriamente preoccupata per gli Stati Uniti sotto la guida di Donald Trump”, scambiando l’allora premier britannica Theresa May con la Lady di ferro morta nel 2013.