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    Crisi Svp: la palla passa al 'parlamentino' del partito

    (ANSA) – BOLZANO, 09 APR – Spetta al ‘parlamentino’ della Svp
    superare lo stallo nel braccio di ferro tra il governatore
    altoatesino Arno Kompatscher e il suo assessore e collega di
    partito Thomas Widmann. Il ‘Parteiausschuss’, il secondo organo
    della Volkspartei dopo l’assemblea, è stato infatti convocato
    per lunedì pomeriggio. Per superare l’attuale crisi interna, la
    direzione della Svp lunedì scorso aveva chiesto le dimissioni di
    quattro esponenti di spicco, che però solo il capogruppo Gert
    Lanz e il segretario bolzanino Christoph Perathoner hanno
    effettuato.   
    Kompatscher la scorsa settimana aveva revocato a Widmann le
    competenze, ma l’assessore per il momento non si è dimesso,
    pretendendo di essere sfiduciato dal consiglio che lo aveva
    nominato. Lunedì scorso c’è stato un botta e risposta tra i due
    durante la seduta straordinaria del consiglio provinciale,
    chiesta dall’opposizione, e martedì Widmann ha chiesto
    pubblicamente scusa in una breve conferenza stampa, proponendo
    di continuare a collaborare in giunta, ma l’invito non è stato
    accolto dal presidente.   
    Non solo Widmann, anche il vice segretario della Svp Karl
    Zeller finora non ha compiuto il passo indietro chiesto dal
    partito. L’ex senatore e avvocato di Kompatscher viene
    sospettato da alcuni dirigenti del partito di aver passato alla
    stampa le intercettazioni della procura di Bolzano, contenute
    nel libro inchiesta sullo scandalo Sad, la società che ha
    gestito per molti anni il trasporto pubblico locale in Alto
    Adige. Lui nega e si limita a rivendicare che – come annunciato
    da tempo – in autunno non si ricandiderà. (ANSA).   

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    >ANSA-REPORTAGE/ Von der Leyen a Bucha,'qui distrutta l'umanità'

    Una lenta camminata col capo chino nella stradina di fango che porta a quei sacchi neri che hanno cambiato il volto di questa guerra, resuscitando i fantasmi del passato più buio: “Qui a Bucha abbiamo visto l’umanità andare in frantumi”. Ursula von der Leyen parla sotto la pioggia con un corpetto antiproiettile e attorniata, assieme a Josep Borrell, da un gruppo di soldati delle forze speciali ucraine che con le loro divise mimetiche e i caschi si mischiano alla scorta.
    Davanti alle fosse comuni delle vittime della strage diventata simbolo delle atrocità perpetrate dei militari russi, la presidente della Commissione europea riflette: “Qui è successo l’impensabile. Abbiamo visto il volto crudele dell’esercito di Putin, la sconsideratezza e la spietatezza di chi ha occupato la città. Tutto il mondo è con Bucha oggi”.
    Von der Leyen è arrivata a Kiev dalla Slovacchia in un treno dai colori giallo e azzurri, insieme all’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione. Poi la visita a Bucha, a una cinquantina di chilometri dalla capitale, infine l’incontro con Zelensky. La conferenza stampa è nei palazzi del presidente ucraino, ormai un bunker militare. I controlli fanno ricordare a tutti, giornalisti per primi, che siamo nel pieno di una guerra.
    Via i cellulari perché, spiegano, i satelliti russi potrebbero intercettare esattamente il punto in cui si trovano i leader, e a quel punto il pericolo di vita sarebbe per tutti i presenti. Ai metal detector i soldati con i cani controllano ovunque e ci sono sacchi di sabbia sistemati proprio come in una trincea.
    Ognuno viene scortato in corridoi al buio, dove c’è solo una lampada da studio a terra che fa da bussola per orientarsi. Si entra prima in una stanza, poi in quella per la conferenza stampa. Qui ci sono le guardie di Zelensky che aspettano l’arrivo delle tre autorità. Due bicchieri d’acqua ai palchetti degli interventi vengono portati rigorosamente dai soldati.
    Il primo pensiero della leader europea in terra ucraina, affidato a Twitter, era andato all’attacco missilistico sferrato alla stazione di Kramatorsk, nel pieno dell’evacuazione dei civili: “E’ spregevole – aveva scritto von der Leyen – Sono sconvolta e offrirò personalmente le mie condoglianze al presidente Zelensky. I miei pensieri vanno alle famiglie delle vittime”. Poi davanti ai microfoni un gesto simbolico forse destinato a segnare un nuovo capitolo per l’Unione. La presidente della Commissione mostra una cartellina con la bandiera europea e quella ucraina sulla copertina. Consegnandola a Zelensky dice: “L’Ucraina fa parte della famiglia europea.
    Abbiamo sentito molto chiaramente la vostra richiesta e siamo qui per darvi una prima risposta positiva: in questa busta c’è l’inizio del vostro percorso verso l’Ue, il questionario per l’adesione all’Unione, che andrà compilato, poi si dovrà fare la raccomandazione al Consiglio. Se lavoriamo assieme, potrebbe essere anche una questione di settimane”. La replica è perentoria: “Allora ci basterà una settimana”, dice il presidente restituendole il sorriso.
    E a chi le chiede dell’inevitabile scontro tra Europa e Russia – nel caso Kiev entrasse in Ue con la guerra ancora in corso – von der Leyen risponde: “Sono profondamente convinta che l’Ucraina vincerà questa guerra, che vinceranno la libertà e la democrazia. Noi lavoreremo assieme all’Ucraina per ricostruirla, con investimenti e riforme. Tutto questo formerà il percorso dell’Ucraina verso l’Unione europea”. Poi ricorda i cinque pacchetti di sanzioni senza precedenti già approvati. “E stiamo già preparando il prossimo. L’export verso la Russia è sceso del 71%, l’inflazione è attorno al 20% e cresce. La fiducia finanziaria nel Paese è ai livelli più bassi dal 1995 e le migliori menti stanno andando via assieme a più di 700 aziende private. I Paesi Ue hanno già congelato 225 miliardi di asset dall’inizio della guerra. La Russia decadrà da un punto di visto economico, finanziario e tecnologico, mentre l’Ucraina sta marciando verso un futuro europeo”. Le armi fornite dall’Unione all’Ucraina sono anche queste. 

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    Comunali: Sardegna, si vota il 12 giugno in 65 centri

    (ANSA) – CAGLIARI, 08 APR – E’ ufficiale: le elezioni
    comunali in Sardegna saranno celebrate domenica 12 giugno,
    mentre due settimane dopo, il 26 giugno, sarà in programma il
    ballottaggio. Lo prevede una delibera approvata dalla Giunta
    regionale.   
    I Comuni chiamati al voto sono 65 (200mila sardi in totale), due
    con oltre quindicimila abitanti (Oristano e Selargius) dove è
    previsto l’eventuale secondo turno di ballottaggio.   
    Oristano è la provincia con più centri (19) al rinnovo di
    sindaci e consigli comunali, seguita da Sassari (16), Sud
    Sardegna (14), Nuoro (13) e Città Metropolitana di Cagliari (3).   
    Il 12 giugno, come in gran parte del Paese, sarà election day:
    elezioni amministrative e referendum sulla giustizia lo stesso
    giorno. (ANSA).   

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    Festival giornalismo chiede più sostegno media in Ucraina

    (ANSA) – PERUGIA, 08 APR – Il Festival internazionale del
    Giornalismo, i membri e i partner del Global forum for media
    development chiedono “maggiore sostegno per i media e gli
    operatori del giornalismo indipendente in Ucraina”. Lo fanno con
    una dichiarazione congiunta che sarà lanciata ufficialmente
    sabato 9 aprile, nel corso dell’evento organizzato dalla Thomson
    Foundation ‘L’Ucraina invasa: il ruolo cruciale dei giornalisti
    locali’ presso la Sala San Francesco, Arcivescovado, Perugia.   
    Il lancio della dichiarazione e il panel saranno disponibili
    sul sito e sul canale YouTube ufficiale del Festival
    Internazionale del Giornalismo.   
    “L’invasione russa dell’Ucraina – si afferma nel testo – ha
    sottolineato ancora una volta il ruolo essenziale del
    giornalismo etico e indipendente nell’assistere i cittadini a
    prendere decisioni di vitale importanza, nell’informare il mondo
    e nel chiedere conto ai potenti delle loro azioni. Come forte
    antidoto alla disinformazione e alla propaganda che
    caratterizzano la guerra ibrida e come pilastro della democrazia
    da cui dipendono altri diritti e libertà, il giornalismo in
    Ucraina sta subendo un terribile attacco. Prendere di mira ,
    torturare e uccidere giornalisti è ripugnante e bisogna
    fermarlo. I responsabili devono essere chiamati a risponderne ed
    essere assicurati alla giustizia ai sensi del diritto nazionale
    e internazionale. Anche gli attacchi feroci online contro
    testate giornalistiche e singoli giornalisti devono cessare
    immediatamente. Condanniamo con la massima fermezza gli attacchi
    della Russia alla libertà di stampa e alla libertà di
    espressione in Ucraina. L’incolumità e la sicurezza di tutti i
    giornalisti nell’informare liberamente sono essenziali per
    garantire che il mondo comprenda la realtà e i fatti della
    guerra in corso, incluse le conseguenze umanitarie. Siamo
    solidali con tutti i giornalisti e i media indipendenti che
    raccontano l’aggressione della Russia nei confronti
    dell’Ucraina”. (ANSA).   

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    Rifiuti: Campania; De Luca, multa Ue ridotta di un terzo

    (ANSA) – NAPOLI, 08 APR – “L’Italia subisce una sanzione
    europea di 120.000 euro al giorno che ora viene ridotta
    finalmente di un terzo”. Lo ha annunciato Vincenzo De Luca,
    presidente della Regione Campania online, facendo riferimento a
    una multa Ue inflitta alla Campania sulla gestione di rifiuti.   
    “Finalmente abbiamo avuto una riduzione – afferma De Luca –
    di un terzo della sanzione europea che arriva da una prima
    sentenza di condanna nel 2010 e poi che nel 2015, visto che la
    Regione non aveva fatto niente, c’è stata la sentenza della
    Corte di Giustizia europea sanzionando l’Italia per 120.000 euro
    al giorno”.   
    De Luca ha evidenziato che “grazie all’impegno della Regione
    con l’assessorato di ambiente e legislativo, risparmiamo i primi
    40.000 euro per l’avvio dell’impianto di Caivano e per aver
    portato fuori dalla Campania un milione di tonnellate di
    ecoballe. A giugno puntiamo a ridurre di un altro terzo con
    l’avvio dell’impianto di Giugliano, prima di abolirla con nuovi
    impianti. E’ frutto di impegno di Regione che in questi anni ha
    lavorato con tenacia ossessiva per risolvere emergenze storiche
    della Campania su rifiuti, acque, depurazione. Lasceremo a
    nostri figli una Regione all’avanguardia sulla tutela del
    territorio”. (ANSA).   

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    Ue: Cities Forum, sarà Torino a ospitare la 5/a edizione

    (ANSA) – TORINO, 08 APR – Sarà Torino a ospitare, nel
    febbraio 2023, il Cities Forum, grande evento a cadenza biennale
    che coinvolge i principali protagonisti europei di sviluppo
    urbano. Le città europee candidate erano diciannove; entrata
    nella short list con Lubiana, Tallin e Vitoria-Gasteiz, ha vinto
    con otto voti. Lo annuncia il sindaco di Torino, Stefano Lo
    Russo, che si dice “molto soddisfatto”. L’appuntamento è infatti
    il più grande evento della Commissione Europea e riunisce i
    principali attori urbani a livello europeo, nazionale, regionale
    e locale. Giunto alla 5/a edizione, accoglierà circa 700
    partecipanti in due giorni.   
    “La Città di Torino – prosegue – ha presentato la sua
    candidatura con un programma che è risultato il migliore e forti
    di una grande esperienza nell’ambito delle politiche di
    coesione”. La Fondazione CRT ha offerto gli spazi delle Ogr come
    luogo principale degli incontri. Tra i temi che verranno
    affrontati la dimensione urbana della politica di coesione,
    l’agenda urbana per l’UE, il ruolo delle città nell’attuazione
    del Green Deal europeo, la risposta dell’UE alla dimensione
    urbana dell’Agenda 2030 e il New Urban Agenda, la Nuova Carta di
    Lipsia e iniziative a livello di UE sviluppate per sostenere le
    città. (ANSA).   

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    Fisco: il centrodestra chiede incontro a Draghi. Governo: 'Nessun aumento delle tasse'

    A un mese dalla rottura sul catasto, in commissione Finanze alla Camera le divisioni fra Lega, Forza Italia e il resto della coalizione si sono riproposte in un muro contro muro sull’approvazione del resto della riforma, considerata essenziale in chiave Pnrr. Tanto che ora, per blindarla a Montecitorio, non è più esclusa la questione di fiducia, che tendenzialmente non si prevede per un atto di indirizzo del Parlamento come la delega. “Sul fisco stiamo considerando tutte le possibilità”, ha detto il premier e le sue parole sono rimbalzate in commissione, bollate subito come “gravissime” dalla Lega.

    Agenzia ANSA

    Tensione in Commissione ieri sera, e i deputati si scatenano dui social (ANSA)

    “Al momento l’approdo in Aula della riforma fiscale è confermato al 19 aprile, e in Aula si può anche andare senza relatore. Io ho annullato le convocazioni della commissioni. Le mediazioni le abbiamo fatte fino ad ora; ora devono essere fatte da altri: ho rimesso la cosa a Palazzo Chigi”. Lo dice il presidente della commissione Finanze della Camera Luigi Marattin dopo le tensioni di ieri in commissione sulla delega fiscale. “La scelta di porre la fiducia? Compete al governo. La porta resta aperta, se c’è da fare un’ulteriore mediazione, la sesta, io sono qui, purchè si parli di cose che hanno senso”, conclude.
    La Lega e gli altri partiti del centrodestra di governo chiederanno un incontro al presidente del Consiglio, Mario Draghi con l’obiettivo di evitare aumenti di tasse su casa, affitti e risparmi. È quanto emerso al termine della riunione con Matteo Salvini e i responsabili economici del partito sulla delega fiscale.
    “Tra guerra, covid, caro benzina e caro bollette l’ultima cosa che serve agli italiani è un aumento di tasse. Siamo entrati nel governo per portare il Paese fuori dalla pandemia e per utilizzare correttamente i fondi europei, e sono convinto che i provvedimenti che ipotizzano nuove tasse su case o risparmi siano fuori luogo. Voglio pensare che quello in Commissione sia stato solo un incidente di percorso. Ne parleremo con il Presidente Draghi e con il Presidente Mattarella. Difendere e proteggere gli italiani significa anche non tassarli”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.   

    Agenzia ANSA

    Il catasto, le cedolari su affitti e Titoli di Stato, e i pareri parlamentari sui decreti attuativi con cui verrà ‘messa a terra’ la delega fiscale. (ANSA)

     Non tarda la risposta di Palazzo Chigi. “Il Governo non aumenta le tasse. Il Governo non ha alcuna intenzione di aumentare le tasse. Il Presidente Draghi ha dichiarato più volte questo impegno sin dall’inizio del suo mandato, in Parlamento, in incontri pubblici”, “ai vertici internazionali e anche nei vari confronti con i leader delle forze di maggioranza”. “Nel caso della delega fiscale il Presidente Draghi ha specificato, anche di recente, che il provvedimento non porta incrementi sull’imposizione fiscale degli immobili regolarmente accatastati. Nessuno pagherà più tasse. Il governo non tocca le case degli italiani”.
    La prossima settimana sono previsti incontri con i leader dei partiti del centrodestra di governo. Lo riferisce Palazzo Chigi che spiega “nessuno pagherà più tasse. Il governo non tocca le case degli italiani. E lo stesso sarà per gli affitti e per i risparmi”.

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    Casa e risparmi, i fronti della delega fiscale

    Il catasto, le cedolari su affitti e Titoli di Stato, e i pareri parlamentari sui decreti attuativi con cui verrà ‘messa a terra’ la delega fiscale. Sono i tre temi principali su cui si è costruito il contrasto di Lega e Forza Italia, nonché del resto del centrodestra, al provvedimento incagliato in commissione Finanze alla Camera, dopo essere stato varato dal consiglio dei ministri sei mesi fa senza il voto dei rappresentanti del partito di Matteo Salvini.    Il catasto è all’origine di quella presa di posizione.    Leghisti e azzurri sostengono che deriveranno nuove tasse sulla casa dall’articolo 6: la riforma del catasto punta a fare emergere gli immobili ‘fantasma’ e al comma 2 (il più contestato) ad adeguare entro il 2026 le rendite catastali ai valori di mercato. La delega esclude ripercussioni fiscali dirette ma la riforma potrebbe interessare 39 milioni di persone e 1,5 milioni di società. Dopo l’aut aut del governo, questo articolo è stato approvato in commissione un mese fa, per un solo voto.    Le settimane successive sono servite a risolvere altri nodi.    In primis quello della flat tax: introdotto dalla Lega nel 2014, il regime forfettario per autonomi è teoricamente incompatibile con l’evoluzione verso il modello duale incluso nella delega, ossia aliquota proporzionale per i redditi da capitale (anche nel mercato immobiliare) e Irpef progressiva su quelli da lavoro. Il Mef ha proposto una mediazione, con uno scivolo di due anni per chi supera il tetto di 65mila euro. Ma nel duale ci sono altre criticità per la Lega, che ha posto come condizione un emendamento per non modificare le cedolari esistenti, su affitti (10% e 21%) e su Bot (12.5%). L’altro emendamento imprescindibile per Lega e FI riguarda i pareri delle commissioni parlamentari sui decreti attuativi della delega: la richiesta è di renderli vincolanti, una clausola di salvaguardia per impedire – è la tesi – che in futuro “una manina” inserisca gli aumenti di tasse che l’attuale governo esclude categoricamente. L’istituto della legge delega, è però la replica del governo e del relatore Luigi Marattin, non può prevedere pareri vincolanti.