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    Biden non andrà a Kiev, Mariupol sotto assedio IL PUNTO

    La Casa Bianca sgombera il campo dall’ipotesi di un viaggio a Kiev del presidente Joe Biden.    Senza giri di parole, la portavoce Jen Psaki chiarisce: “Non manderemo il presidente in Ucraina”. È ancora sul tavolo invece il progetto di una missione a Kiev o del capo del Pentagono Lloyd Austin o del segretario di Stato Antony Blinken. Proprio Blinken, secondo la Cnn che cita fonti dell’amministrazione, ha detto agli alleati europei che la guerra in Ucraina potrebbe prolungarsi per tutto il resto dell’anno.    È ancora incandescente il nodo dell’adesione alla Nato di Svezia e Finlandia: “L’adesione avrebbe implicazioni negative per la pace e la stabilità nell’Europa del Nord” ha detto il ministero degli Esteri russo. Mosca ha avvertito Washington, con una nota diplomatica formale che le spedizioni americane e della Nato di sistemi d’arma “più sensibili” all’Ucraina stanno “alimentando” il conflitto e potrebbero portare a “conseguenze imprevedibili”. Nelle ultime ore il presidente Biden ha approvato l’invio di nuove armi, inclusi elicotteri Mi-17 e Howitzer da 155 mm, per altri 800 milioni di dollari.    Sul campo intanto continua l’assedio di Mariupol, dove la situazione starebbe “precipitando”. Il comandante della 36/a brigata della Marina ucraina, il maggiore Serhiy Volyna, ha lanciato un appello a “sbloccare” la città prima possibile, “militarmente o politicamente” perché sono in corso feroci combattimenti e i russi avanzano “in modo aggressivo”. Difficile mettere in sicurezza i corridoi umanitari in città e le persone tentano di fuggire a piedi. Nel villaggio di Borova, vicino a Kharkiv nell’Ucraina orientale, sette civili sono stati uccisi e ventisette sono stati feriti in un attacco russo contro gli autobus usati per le evacuazioni. Ancora sotto attacco anche la città meridionale di Mykolaiv dove almeno due persone sono state uccise davanti a una chiesa ortodossa in attacchi multipli.    Hanna Zamazeeva, capo del consiglio regionale di Mykolaiv, ha scritto su Telegram che le forze russe stanno colpendo oggi i quartieri residenziali di Mykolaiv: “Non ci sono strutture militari lì, i residenti sono sotto il fuoco”. Ad oggi il bilancio dei bambini uccisi nel conflitto è salito a 198, quelli feriti sono almeno 355.    Dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio, quasi cinque milioni di ucraini hanno lasciato il Paese e oltre 2,75 milioni si sono rifugiati in Polonia secondo i dati dell’Alto commissario per i rifugiati e delle Guardie di frontiera polacche. Oltre ai cittadini che sono scappati all’estero altri 7,1 milioni sono fuggiti dalle loro case ma si trovano ancora in Ucraina.    All’indomani dell’affondamento dell’incrociatore russo Moskva, il consigliere del ministro degli Affari interni ucraino Anton Gerashchenko ha fatto sapere che il comandante della nave ammiraglia russa Anton Kuprin è morto nell’esplosione e l’incendio a bordo della nave. Per l’intelligence britannica ora la Russia dovrà rivedere la sua posizione nel Mar Nero dal momento che la Moskva aveva un “ruolo chiave”. L’incrociatore affondato è la seconda nave persa dall’esercito di Mosca, dopo la nave d’assalto Saratov compromessa il 24 marzo, durante l’attacco ucraino al porto occupato di Berdyansk. Gli 007 ucraini hanno diffuso una conversazione tra un russo a Donetsk e la moglie, secondo la quale “l’esercito russo ha deliberatamente sparato contro il villaggio di Klimovo nella regione di Bryansk per incolpare l’Ucraina”. “Lo fanno per fingere che gli ucraini li provochino – si legge nelle intercettazioni diffuse dall’agenzia stampa Ukrinform – è per questo che sparano”, riferiscono i servizi segreti ucraini che hanno anche descritto il Cremlino come “indifferente non solo all’esercito russo, ma anche ai civili russi”.    Le truppe russe hanno fatto prigionieri in Ucraina anche “militari della Nato”, secondo quanto sostiene Andrei Klimov, vice presidente della commissione per le relazioni internazionali del Senato russo. “Abbiamo già prigionieri tra il personale militare dei Paesi Nato, mostreremo tutto questo quando condurremo processi e il mondo intero vedrà cosa davvero è successo”. Klimov ha aggiunto che “l’operazione militare speciale della Federazione Russa terminerà molto presto, non la allungheremo deliberatamente. Non appena renderemo l’Ucraina sicura per la Russia, la fase militare si fermerà”.    Il Papa anche oggi è tornato a parlare del conflitto in Ucraina dichiarando che “il mondo ha scelto lo schema di Caino e la guerra è mettere in atto il cainismo, cioè uccidere il fratello”. L’elemosiniere di Papa Francesco, il cardinale Konrad Krajewski è a Borodjanka, una delle città martiri, per la Via Crucis. Pregherà davanti ai corpi ritrovati, come alle stazioni della Via Crucis. (ANSA).   

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    E' morta Giusi Ferrè, storica firma della moda

    E’ morta nella notte a 75 anni Giusi Ferrè, storica firma della moda italiana e autrice di Io Donna.    Sue le fortunate rubriche Buccia di banana (diventata anche un libro e un docureality) e Tocco di classe. Lo annuncia il sito del Corriere della Sera.    Nata a Milano nel 1946, ha scritto per Epoca, Linea Italiana, Linea Sport, L’Europeo.    Tra le sue opere Timberlandia (1987), Alberta Ferretti: lusso, calma, leggerezza (1998), Gianfranco Ferré: la poesia del progetto (1998), Gianfranco Ferré: itinerario (1999), Now and…Moncler 1952-2002 (2002) e Buccia di Banana: lo stile e l’eleganza dalla A alla Z (2012).    

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    Dnipro, l'ultimo bastione prima del Donbass IL REPORTAGE

     Al di là del fiume, negli uffici di un vecchio palazzo dell’epoca d’oro dell’Unione Sovietica, alcune donne si muovono freneticamente tra le stanze. In una di queste la porta si apre e si chiude centinaia di volte al giorno ed è sempre presidiata: qui si ragiona su approvvigionamenti, numeri, contatti e arrivi umanitari da tutto il mondo. E così negli inventari improvvisati, tra i pannolini e i barattoli di pomodoro, ci sono anche mostrine e gradi di stoffa: se ne trovano migliaia su uno scaffale da ufficio legati a mazzetti con una molla, ma si cercano sempre più giubbotti anti-proiettili, elmetti militari, razioni K e kit medici per i soldati. L’ultimo avamposto che garantisce sostegno e approvvigionamenti alla difesa dell’Est si trova a Dnipro: la città che da un lato tende la mano ai profughi e dall’altro arma il braccio della resistenza.

        Fin dai primi giorni della guerra qui arrivavano fino a cinquecento civili al giorno, che chiedevano un kalashnikov per andare al fronte: “Li indirizzavamo al commissariato militare perché sì, questo è il Centro di coordinamento dei volontari della difesa territoriale, ma l’arruolamento dovevano farlo lì.    Noi raccogliamo le cose che servono per poi portarle al fronte”, spiega Katerina Leonova, una delle responsabili. Poi è cominciata la fibrillazione dei territori del Sud e sempre più spesso quei furgoni ritornavano alla base carichi di persone in fuga.    Dnipro, dove si concentra la più grande comunità ebraica dell’Ucraina ma anche il più alto tasso di criminalità del Paese, ha sempre agito sfrontatamente all’assalto delle milizie russe, che qui finora hanno colpito ma senza affondare. Quattro giorni fa sono arrivati nel territorio una decina di missili che hanno distrutto l’aeroporto e qualche settimana prima nella vicina Pavlohrad era stata colpita la stazione ferroviaria. La città grigia tagliata a metà dal fiume, con i suoi palazzi vecchi e spesso malridotti, sembra però noncurante, nonostante i sacchi di sabbia e i cavali di frisia ovunque. “L’unica cosa a cui dobbiamo stare attenti è il bombardamento del ponte – dicono in tanti – affinché non si resti isolati a Sud o a Nord. Perché possiamo essere ancora decisivi”.    A fare la differenza intanto qui è la tenacia delle donne, che sostiene gli uomini al fronte. “Non è una novità – spiega Leonova – dal 2014 le donne hanno cominciato ad arruolarsi e rappresentano circa il 10% della difesa territoriale, molte altre vanno al fronte come infermiere e medici, fanno reti mimetiche, cucinano grossi quantitativi di cibo, gestiscono la distribuzione di medicine e si occupano dei registri. E c’è una differenza con le soldatesse dell’esercito, che invece hanno gli stessi ruoli degli uomini: sono cecchini, combattono dietro ai mortai o in fanteria”.    A un paio di chilometri, invece, Tatiana Yanushkevich, un avvocato bielorusso e polacco, mostra orgogliosa la stanza per i bambini profughi appena verniciata, che allestirà con disegni sulle pareti e i tappeti di gomma. “Finora abbiamo registrato centomila persone che arrivano da tutta la regione di Donestk qui a Dnipro. Nell’ex dormitorio degli operai russi che nella città costruivano la stazione della metro, ci sono adesso 323 rifugiati, tra cui 70 bimbi: popolano i cinque piani dell’edificio, sistemati nelle stanze percorse dai corridoi bui e asfissianti. Le notizie peggiori arrivano sempre da Mariupol, dove, dicono i nuovi ospiti, “l’unico modo per uscire da quell’incubo è andare in Crimea o Russia, dove alcuni ci dicono di essere stati costretti a stare nudi di fronte ai soldati. In quella città manca cibo e molti sono costretti a bere acqua di neve. I primi a morire sono i più piccoli, per la fame”. Ma per loro adesso Dnipro è una culla, che accoglie i bambini come una    

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    Putin:'Non potete sostituire il gas russo' IL PUNTO

     L’incrociatore lanciamissili russo Moskva, colpito ieri nel Mar Nero da un missile anti nave Neptune delle forze di Kiev, si è capovolto e sta affondando dopo una potente esplosione delle munizioni a bordo. Lo rende noto l’ufficio stampa del Comando operativo meridionale ucraino. A bordo c’erano 16 vettori antinave Vulkan con una gittata di almeno 700 km, l’equipaggio, secondo alcune fonti più di 500 marinai sarebbero stati evacuati. “L’incrociatore rimane a galla”, aveva comunicato Mosca che sta indagando per ‘stabilire le cause dell’incendio che ha provocato l’esplosione delle munizioni’.    Intanto il Pentagono annuncia l’invio di nuove armi all’Ucraina in meno di una settimane, ‘le forze di Kiev le porteranno nell’est del Paese” dove i russi si preparano a sferrare una nuova offensiva, ha detto il portavoce John Kirby, alla Cnn.    Sull’attacco della Russia nel Donbass il dipartimento della Difesa Usa non conferma ne’ smentisce sia già iniziato.    Dalla guerra di bombe e missili a quella economica con Putin che minaccia l’occidente sul gas. “Adesso non c’è possibilità di sostituire il gas russo in Europa”, ha assicurato Putin secondo il quale gli attacchi dei partner europei sul rifiuto delle forniture di risorse energetiche russe destabilizzano la situazione e fanno salire i prezzi. Non solo. I tentativi di rinunciare alle fonti energetiche russe ‘influenzeranno inevitabilmente tutta l’economia globale’. Intanto il presidente russo fa sapere d’aver chiesto al governo di reindirizzare l’export di energia dai Paesi occidentali e dall’Europa all’Asia e verso il sud e l’est.    La Bce dal canto suo annuncia che intraprenderà qualsiasi azione necessaria per adempiere il mandato di perseguire la stabilità dei prezzi e per contribuire a preservare la stabilità finanziaria. Perchè la guerra in Ucraina sta “influenzando pesantemente” la fiducia dell’Eurozona, e i prezzi energetici stanno riducendo la domanda e frenando la produzione. E gli sviluppi economici dipenderanno in misura cruciale da come evolve il conflitto. La presidente Lagarde assicura che le decisioni di politica monetaria della Bce “dipenderanno dai dati economici e dall’evolvere della situazione” che “manterrà opzioni, gradualità, e flessibilità” da qui in avanti. E ammette che aumentano i rischi al rialzo per le prospettive d’inflazione, specie nel breve termine.    Prosegue lo scambio di accusa Russia-Ucraina sugli attacchi.    Secondo Mosca elicotteri ucraini avrebbero effettuato almeno sei attacchi aerei nella regione russa di Bryansk. Inoltre due villaggi russi nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina, sarebbero stati bombardati dalle forze ucraine, secondo il governatore della regione citato dalla Tass. Non ci sarebbero vittime civili, evacuati i residenti. Secondo quanto riferisce Kiev, invece, proseguono gli attacchi missilistici Mosca sulle infrastrutture militari e civili nelle regioni di Kharkiv, Donetsk e Zaporizhzhia, mentre alcuni marine della 36ma brigata sono stati fatti prigionieri dai russi mentre tentavano di sfondare il fronte a Mariupol per raggiungere il reggimento Azov, ma sono molti meno dei mille dichiarati da Mosca.    Altolà del Cremlino ai progetti di Finlandia e Svezia entrate in pressing per il loro ingresso nella Nato. Nell’eventualità la Russia rafforzerà i suoi confini occidentali, perché “la lunghezza del confine terrestre dell’alleanza con la Russia sarà più che raddoppiata. Dichiarazioni che la premier lituana Ingrida Šimonytė definisce “piuttosto strane”, visto che “tutti sanno che già da prima della guerra in Ucraina, i russi tengono le armi a 100 chilometri dal confine della Lituania. Le armi nucleari sono sempre state tenute a Kaliningrad”, e vengono usate come una minaccia.    Da autorità locali, invece, arriva la denuncia di bombardamenti da parte delle forze ucraine sulla cittadina russa di Klimovo, poco lontana dal confine, dove sono stati colpiti edifici residenziali e ferite delle persone. Nell’attacco alla stazione ferroviaria di Kramatorsk, nell’est ucraino, sono 59 le vittime, tra cui 7 bambini. Kiev sostiene di aver ucciso quasi 20mila soldati russi dall’inizio della guerra. E raccomanda ai cittadini di aspettare a tornare nelle case abbandonate a causa dell’elevata probabilità di attacchi missilistici e di un’offensiva su larga scala. In Italia si moltiplicano le iniziative per l’accoglienza dei profughi ucraini. Il Tribunale di Milano ha messo a disposizione 30 appartamenti nel grossetano sottratti a un imprenditore ritenuto “socialmente pericoloso” per “violazioni di natura fiscale” in serie e reati finanziari.    

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    La Commissione Giustizia approva la riforma del Csm

    La Commissione Giustizia della Camera ha approvato il mandato al relatore sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura (Csm) e dell’ordinamento giudiziario.
    Tutta la maggioranza ha votato a favore, con l’eccezione di Italia Viva che si è astenuta. Hanno votato contro Fratelli d’Italia e Giusi Bartolozzi, del Gruppo misto. Il testo arriverà in aula martedì 19 aprile.     

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    Elezioni, ipotesi anche voto negli uffici postali

    Consentire di votare nei giorni precedenti l’election day, in qualunque parte d’Italia, in uffici postali o comunali: è fra le proposte per contrastare le cause dell’astensionismo lanciate in occasione della presentazione del libro bianco ‘Per la partecipazione dei cittadini’, della commissione sull’astensionismo istituita dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. Per la commissione, coordinata da Franco Bassanini, condizione per il voto anticipato presidiato è l’introduzione del certificato elettorale digitale (election pass). La scheda sarebbe inserita poi in apposita busta e spedita al seggio ‘naturale’. 
    Introdurre un election pass, un certificato elettorale digitale in sostituzione delle tessere elettorali cartacee, utilizzando la tecnologia sperimentata con il green pass. E’ una delle proposte avanzate dalla commissione sull’astensionismo, che ha presentato un Libro bianco sulle cause del calo di affluenza alle urne. L’election pass potrà essere scaricato sul proprio smartphone o stampato e sarà verificato in tempo reale al seggio attraverso una apposita app. Inoltre la commissione suggerisce di concentrare le date di voto, con due “appuntamenti” elettorali all’anno, predeterminati, uno in primavera e uno in autunno.

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    Draghi tiene sul catasto e assicura: 'Resto al mio posto'

     La riforma del catasto si farà, perché all’archivio degli immobili italiani serve un aggiornamento e più trasparenza, ma non porterà a nuove tasse sulla casa. E’ il doppio punto fermo del governo sulla delega fiscale. Mario Draghi rassicura così – ancora una volta – il centrodestra che lo sostiene e implicitamente blinda il suo posto a Palazzo Chigi. Nessun trasloco anticipato, fa intendere, perché non è stanco e il suo impegno continuerà a essere “al massimo, facendo tutto quello che è nelle sue facoltà” fino alla fine della legislatura.    Nel faccia a faccia chiesto da Lega e Forza Italia, dunque, l’ex banchiere centrale conferma la linea sul nuovo catasto che agita tanto il centrodestra. Non lo cancella, ma nemmeno alza un muro. Anzi, mette al lavoro i tecnici del ministero dell’Economia per correggere il testo insieme ai partiti (sul sistema duale, ad esempio, si farà un lavoro tecnico per affinare il testo). Prossima verifica, dopo Pasqua. Tanto basta a Matteo Salvini e Antonio Tajani per mostrarsi fiduciosi, a fine incontro.
    Soddisfatto per “l’ampia disponibilità di Draghi a risolvere i problemi”, il leader leghista accenna veloce al mantra del ‘niente tasse in più’ e si sfila dai cronisti augurando buona Pasqua. In serata puntualizza il no a stangate “né oggi né tra qualche anno”, visto che la riforma dovrebbe entrare in vigore dal 2026 e che questa “è e resta la condizione imprescindibile per votare la delega fiscale”.  Positivo pure il numero due di FI che sorride alla ‘minaccia’ della fiducia, perché “se si trova l’accordo, non serve”, fa notare. Un’ipotesi che in realtà aleggia ancora sul provvedimento che giovedì scorso ha trasformato la commissione Finanze della Camera in un ring, fino allo stop forzato e in attesa dell’approdo in Aula, ancora da definire.    Il vertice chiarificatore però sembra aver riportato il sereno. Non a caso Carlo Calenda liquida il colloquio come “teatro, non politica” con “proclami e minaccia di non voto a fronte di un rischio inesistente” e finito con un “ci siamo sempre amati”, secondo il leader di Azione. E Giorgia Meloni sminuisce: “Da Draghi solo parole”. In realtà la quiete è apparente e dettata da un’attesa vigile e inevitabile.    Soprattutto fra i leghisti, restano i dubbi su come di fatto si concilierà l’aggiornamento del catasto con la garanzia sulle tasse. I più oltranzisti si soffermano sull’apertura di Palazzo Chigi a limare la legge, segno che i timori sollevati erano fondati. In ogni caso il primo round, durato un’ora e mezza, si chiude in un clima più di confronto che scontro, come raccontano molti. Draghi accoglie la delegazione del centrodestra di governo al completo: oltre a Lega e FI, ci sono i vertici di Udc, Coraggio Italia, Noi con l’Italia e non mancano i capigruppo parlamentari. Assieme al premier c’è il ministro dell’Economia, Franco. Salvini e Tajani ribadiscono che non è in forse il sostegno al governo, ma sulle aliquote e su casa e risparmi non si scherza. E al coro si associano i piccoli della coalizione: tutti presenti anche per mostrare la compattezza del fronte. Lo rimarca Marco Marin di Coraggio Italia, aggiungendo che non c’è “nessuno strappo ma solo proposte costruttive per tutelare gli italiani in un momento così difficile”. Il centrodestra replica soprattutto a Enrico Letta del Pd che poco prima del colloquio a Chigi, twitta: “Oggi il centrodestra che sostiene Draghi fa propaganda e va a protestare su questioni su cui Draghi ha già chiarito. Noi incontriamo sindacati e imprese su salari, inflazione e carovita”. Da qui la risposta trattenuta di Salvini: “Spero che Pd e M5s la smettano con le provocazioni”.    Nell’incontro il premier ignora le polemiche. Ma non avrebbe nascosto il rammarico per essere stato descritto dalla stampa come il capo di governo che vuole aumentare le tasse, assicurando che con il suo esecutivo non accadrà. Idem sull’impegno, smentendo ogni sospetto di stanchezza: “Mi stancherei moltissimo se non fossi messo nelle condizioni di poter operare, ma non è questo il caso”.    

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    Ucraina: Mattarella, fondamentale la stampa indipendente

     Il “fondamentale, importante e prezioso ruolo degli organi di informazione” è sottolineato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo a Messina il premio internazionale Bonino Pulejo. “Lo stiamo vedendo adesso – aggiunge – con lo scenario inatteso e imprevedibile di guerra nel nostro Continente. Vi si agitano anche tentavi di notizie false, di nascondere la verità, la realtà e i fatti. L’importanza di organi indipendenti si manifesta ancora una volta fondamentale. Un sistema informativo che non si preclude alcuna voce, ma non subisce i falsi, sa informare con capacità critica i lettori su fatti e realtà” 
    Mattarella è anche intervenuto sul Pnrr. “Le risorse del Pnrr – ha affermato – sono una storica opportunità di rendere il nostro Paese più efficiente, una sfida che diventa ancora più importante e prioritaria per i giovani del Sud”