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    È scontro tra Orlando e Bonomi sul lavoro e i salari

    “Ministro Orlando non è quella la strada. Dire aiuti alle imprese con aumento salari è un ricatto. Che modo è di porsi da parte di un ministro della Repubblica? È questo il patto che ci proponete? Noi crediamo che sia un’altra strada”. Lo ha detto, intervenendo alle celebrazioni per i 50 anni di Confindustria Emilia-Romagna, il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. “Il vero taglio che dobbiamo fare – ha aggiunto – è quello del cuneo fiscale: questa è equità sociale. Questa è la strada che dobbiamo perseguire”.
    A giudizio del numero uno di Confindustria “il Patto per l’Italia si costruisce tutti insieme, non con i ricatti. Vede, caro ministro Orlando – ha osservato – non è quella la strada, dire daremo aiuti alle imprese solo se aumenteranno i contratti perché quello è un ricatto. E’ questo il Patto per l’Italia che ci proponete? Noi crediamo invece che sia un’altra strada”. Questa, ha argomentato ancora, “è l’ennesima e ulteriore conferma di quel sentimento anti-industriale che pervade ancora una parte del nostro Paese. Noi siamo in un Paese in cui le competenze sono trascurate, noi siamo in un Paese in cui si pontifica sull’impresa da parte di chi non ha fatto un giorno di lavoro in fabbrica. Noi – ha sottolineato ancora Bonomi – è dalla formazione dell’ultima legge di bilancio che stiamo insistendo per mettere più soldi in tasca agli italiani con il taglio contributivo del cuneo fiscale, per rendere competitive le nostre imprese: specialmente oggi è impensabile con l’aumento del costo delle materie prime, del costo dell’energia, con margini che si sono contratti i margini, che noi si possa aumentare i salari. Dobbiamo mettere i soldi in tasca agli italiani diminuendo le tasse”.”Ricatto? Ho detto una cosa molto semplice, non ho capito cosa si vuol mettere in questo patto, se significa chiedere qualcosa non è patto, ma patto è se ognuno mette una disponibilità. La mia non mi sembrava una proposta eversiva. A me sorprende questa reazione, perché mi dà l’idea di una inconsapevolezza di quello che si può produrre nel Paese nei prossimi tempi. Noi rischiamo la crisi sociale e una caduta della domanda interna. Di questo le imprese si dovrebbero preoccupare”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, intervenendo all’Agorà, in corso al Nazareno, commentando il titolo de Il Sole 24 Ore.”Io ho detto che nel momento in cui c’è una situazione drammatica dei salari il patto può essere che a fronte di un supporto alle imprese loro si impegnano a un rinnovo e a un adeguamento dei salari, non mi sembra una cosa eversiva, ma il Sole24Ore vuole lesinare sui salari e non sui titoli”, ha aggiunto Orlando.

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    Mascherine al chiuso, in arrivo emendamento a dl e ordinanza

    Sarà un emendamento al decreto legge del 24 marzo scorso che ha sancito la fine dello stato di emergenza ed una ordinanza ‘ponte’ del Ministro della Salute, a stabilire le nuove regole per l’uso delle mascherine al chiuso. Lo si apprende da fonti qualificate. Secondo le stesse fonti dovrebbe essere prorogato l’obbligo di tenere le mascherine in alcuni luoghi come trasporti, ospedali, cinema, teatri.

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    Casa Bianca, Biden riceverà Draghi il 10 maggio

    Joe Biden riceverà alla Casa Bianca il premier Mario Draghi il 10 maggio. Lo afferma la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. L’incontro alla Casa Bianca “sarà l’occasione per riaffermare la storica amicizia e il forte partenariato tra i due Paesi. Al centro dell’incontro il coordinamento con gli Alleati sulle misure a sostegno del popolo ucraino e di contrasto all’aggressione ingiustificata della Russia”. Lo comunica Palazzo Chigi.
    Nell’incontro alla casa Bianca saranno discusse “le eccellenti relazioni bilaterali e riaffermata la solidità del legame transatlantico”, comunica Palazzo Chigi, aggiungendo che “sarà affrontata la cooperazione nella gestione delle sfide globali, dalla sicurezza energetica al contrasto ai cambiamenti climatici, dal rilancio dell’economia allo sviluppo della sicurezza transatlantica”. I due leader si confronteranno anche su questioni regionali e sui preparativi in vista dei vertici G7 e Nato di giugno.
    Il presidente del Consiglio Mario Draghi, intanto, si è negativizzato dal Covid ed è arrivato a Palazzo Chigi. A quanto si apprende incontrerà subito il sottosegretario Roberto Garofoli in vista del Cdm di domani, in cui è atteso il decreto aiuti e energia.

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    Ucraina: Guerini annuncia nuovo decreto. Conte, no ad aiuti che esulino dal diritto di difesa

    Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini dal vertice di Ramstein annuncia un nuovo decreto sull’invio di armi all’Ucraina. Mentre M5s avverte che non appoggerà invii di armi che non siano di difesa.
     “L’Italia continuerà a fare la propria parte sulla base delle indicazioni decise dal Parlamento italiano. Da questo punto di vista, ci sarà un nuovo invio da parte italiana di equipaggiamenti militari, indispensabili per continuare il supporto alla resistenza ucraina”, lo ha detto a Ramstein il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, riferendosi, sottolinea la Difesa, al secondo decreto interministeriale “attualmente in via di finalizzazione, della stessa natura della precedente tranches di aiuti, forniti sulla base delle richieste da parte ucraina e in ossequio alle risoluzioni del Parlamento italiano”. “La nostra volontà di continuare a sostenere le Forze Armate di Kiev è quanto ho già di recente ribadito al ministro della Difesa ucraino, Reznikov, nel corso della telefonata della scorsa settimana in cui ci siamo confrontati sulle esigenze del suo Paese in termini di aiuti”, ha proseguito Guerini, che ha pure sottolineato l’importanza della riunione di oggi, a Ramstein, tra i Paesi che sostengono l’Ucraina e di un formato come quello odierno, “estremamente utile per coordinare al meglio le azioni in corso”.
    “Il M5s si oppone all’invio di aiuti militari e a controffensive che esulino dal perimetro del legittimo esercizio del diritto di difesa di cui all’articolo 51della Carta dei diritti dell’uomo”. Così il leader M5s Giuseppe Conte al termine del Consiglio nazionale del Movimento che ha deliberato la decisione. “Abbiamo chiesto – ha detto il leader M5s – al premier Draghi e al ministro Guerini di riferire in Parlamento in modo che ci sia piena condivisione sull’indirizzo politico e piena possibilità di conoscere gli interventi programmatici del governo ” sulle armi all’Ucraina.
    “Giovedì si svolgerà una ulteriore audizione del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, al Copasir per un aggiornamento sulla situazione in Ucraina anche alla luce della riunione degli alleati svoltasi oggi nella base di Ramstein in Germania. Nel corso della audizione sarà anche data informazione sul nuovo decreto interministeriale inerente l’invio di equipaggiamento ed armi in Ucraina secondo quanto previsto dal decreto legge 14/2022”. Lo fa sapere il presidente del Copasir, Adolfo Urso. Il Copasir, informa Urso, “si riunirà già stasera per il seguito del dibattito sulla Relazione al Parlamento sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell’ambito della sicurezza energetica. Esame che continuerà anche nella seduta di domani”. Sempre domani, continua il presidente del Comitato, “è prevista anche l’audizione dell’onorevole Paolo Guzzanti, già presidente di Commissione di inchiesta parlamentare, nell’ambito dell’indagine conoscitiva ‘sulle modalità di attuazione della desecretazione degli atti per una migliore conservazione e accessibilità dei documenti’; mentre giovedì è prevista l’audizione del capo di Stato Maggiore della difesa pro tempore, generale Ezio Vecciarelli nell’ambito della indagine conoscitiva su intelligence e difesa europea”.
       

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    Via libera della Camera alla riforma del Csm, stop alle porte girevoli

    Stop alle porte girevoli tra politica e magistratura; separazioni delle funzioni; un sistema elettorale misto per l’elezione dei consiglieri togati del Csm che però non prevederà il sorteggio dei collegi; nuove regole per evitare le ‘nomine a pacchetto’ per i capi degli uffici. Con 328 sì, 41 no e 25 astenuti, i deputati di Italia Viva che sugli ordini del giorno votano contro il governo, la Camera approva la riforma dell’ordinamento giudiziario che ora passa al Senato.    Contro il testo hanno votato Fdi e Ac.
    Se Fi e M5S votano a favore pur sottolineando che questa “non è la nostra riforma”, il ministro della Giustizia Marta Cartabia definisce il testo approvato a Montecitorio “la riforma migliore possibile, ben consapevoli che tutto è perfettibile”. E’ “un primo passo, un passo importante” anche per il vicepresidente del Csm David Ermini che parla di “una riforma sicuramente necessaria e urgente, non solo per segnare il cambio di passo rispetto al passato, ma soprattutto per dare compiutezza all’ampio percorso riformatore della giustizia avviato in questi anni”.
    Ora la palla passa al Senato, dove il percorso può essere insidiato da Iv, in considerazione dei numeri più ridotti su cui la maggioranza può contare a Palazzo Madama rispetto a Montecitorio. Ecco le principali innovazioni.
       IL CSM – Il sistema elettorale sarà misto, binominale con quota proporzionale. Nel passaggio in Aula è saltato il sorteggio dei distretti di Corte d’Appello per formare i collegi, che era stato inserito in commissione. Non sono previste liste. Il sistema di basa su candidature individuali: ciascun candidato presenta la sua candidatura senza necessità di promotori. Dovranno esserci un minimo di 6 candidati in ogni collegio binominale, di cui almeno la metà del genere meno rappresentato. Se non arrivano candidature spontanee o non si garantisce la parità di genere, ci sarà un sorteggio per arrivare al minimo dei candidati previsti.    LE NOMINE – Cambiano le regole per l’assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi. il Csm dovrà procedere alle nomine in base all’ordine cronologico delle scoperture.    Vengono introdotte norme di trasparenza: saranno pubblicati online gli atti e i curriculum. Inoltre si prevede l’obbligo di audizione obbligatoria di non meno di 3 candidati per il posto da assegnare.    STOP ALLE PORTE GIREVOLI – C’è il divieto di esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e governativi, sia per cariche elettive nazionali e locali, sia per gli incarichi di governo nazionali/regionali e locali. A fine mandato, i magistrati che hanno ricoperto cariche elettive non possono più tornare a svolgere alcuna funzione giurisdizionale: i magistrati ordinari vengono collocati fuori ruolo presso un ministero o presso Consiglio di Stato, Corte dei Conti e Massimario della Corte di cassazione, con funzioni non giurisdizionali. Il magistrato che si è candidato ma non è stato eletto per tre anni non potrà tornare a lavorare nella regione in cui ha corso per una carica elettiva. Con i decreti attuativi sarà anche ridotto il numero massimo di magistrati fuori ruolo, che oggi sono 200.    LIMITI AI PASSAGGI DI FUNZIONE – Sarà possibile un solo passaggio di funzione tra requirenti e giudicante nel penale entro i 10 anni dall’assegnazione della prima sede.    IL FASCICOLO PERSONALE – Attualmente, ad ogni valutazione di professionalità (ogni 4 anni), il magistrato deve inviare al Consiglio giudiziario – e poi al Csm – provvedimenti a campione sull’attività da lui svolta e statistiche relative alle attività proprie e comparate a quelle dell’ufficio di appartenenza. Con la riforma, si prevede l’implementazione annuale (non più ogni 4 anni) di questa misura. Il fascicolo contiene dati, non valutazioni di merito: la ratio, viene spiegato, è quella di una fotografia complessiva del lavoro svolto dal magistrato, non un giudizio sui singoli provvedimenti. 

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    'Storia' consigliere Pd: mozione Consiglio “netta condanna”

    (ANSA) – ANCONA, 26 APR – “Netta condanna” per un
    messaggio nei contenuti di “comunicazione violenta,
    intollerante, di istigazione all’odio verso l’avversario
    politico”. Lo sottolinea una mozione proposta dai Gruppi di
    maggioranza (centrodestra) e approvata dal Consiglio regionale
    delle Marche con 16 voti favorevoli (7 contrari e 2 astenuti),
    di “condanna del consigliere regionale Maurizio Mangialardi”,
    capogruppo dem; l’atto stigmatizza la storia pubblicata su
    Instragram la sera del 24 aprile, con una foto rovesciata che
    ritrae Matteo Salvini e Marine Le Pen a testa in giù.   
    La votazione dell’Assemblea è arrivata dopo un lungo
    dibattito in aula che ha dato via libera alla mozione a firma
    dei Capigruppo Renzo Marinelli (Lega), Carlo Ciccioli (FdI),
    Jessica Marcozzi (FI), Dino Latini (Udc), Giacomo Rossi (Civici
    Marche). E’ intervenuto, tra gli altri, lo stesso Mangialardi
    anche per scusarsi di aver “sporcato” la data del 25 aprile. Il
    capogruppo Pd, che in quei frangenti era di ritorno dalla Marcia
    per la Pace di Assisi, ha spiegato che non si trattava di un
    post ma una storia su Instagram, con durata temporale limitata,
    in cui ha pubblicato uno screenshot da una testata online, nel
    quale sono stati ‘ribaltati’ foto e testo. Una ‘storia’ che, ha
    ribadito, voleva far riferimento alla vittoria di Macron in
    Francia, al fatto che il programma di Marine Le Pen avrebbe
    potuto capovolgere l’Europa e che invece sono state “capovolte
    quelle tesi” e anche la “posizione di Salvini che aveva espresso
    in più occasioni il sostegno convinto alla tesi di Le Pen”.   
    Mangialardi ha parlato di una “lettura non adeguata”, di
    “strumentalizzazioni”, rimarcando che quanto pubblicato “non
    aveva nessuna attinenza con fatti che non riesco neanche a
    citare, che non appartengono alla mia cultura, e ritengo
    imbarazzanti”. “Non c’era bisogno di questo clamore”, ha
    aggiunto ribadendo di “essere sempre stato per il dialogo e non
    per lo scontro”, e di non aver “mai istigato alla violenza
    neanche verbale”. “Io non avrei voluto ‘sporcare’ la data del 25
    aprile – ha ammesso – e su questo chiedo scusa”. (ANSA).   

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    E' morta a 100 anni Assunta Almirante

    E’ morta Assunta Almirante, moglie di Giorgio Almirante, fondatore e leader storico del Movimento Sociale Italiano. La donna, chiamata Donna Assunta e considerata la memoria storica della destra italiana, aveva 100 anni, compiuti lo scorso 14 luglio. 
    Raffaela Stramandinoli, detta Assunta, era nata a Catanzaro ma era diventata romana d’adozione. Per decenni, anche dopo la morte di Almirante nel 1988, è stata la regina madre della destra italiana, dispensatrice di consigli ma anche di pesanti critiche, sponsorizzò Gianfranco Fini alla guida del Msi ma criticò la Svolta di Fiuggi del 1995, con la quale l’Msi-Dn diventò in larga parte Alleanza Nazionale.
    I funerali si terranno giovedì alle 14 nella Basilica di Santa Maria in Montesanto, a piazza del Popolo a Roma. La notizia, riportata da ‘7Colli’, viene postata su twitter da Francesco Storace con questo commento: “L’ultimo saluto ad una grande donna”.
    “Assunta Almirante ha raggiunto suo marito Giorgio. Una donna straordinaria, schietta, intelligente. Un pilastro della memoria storica della destra italiana. A nome mio e di Fratelli d’Italia esprimo il più profondo cordoglio per questa scomparsa, insieme al rispetto e alla gratitudine per ciò che Donna Assunta ha rappresentato per tutti noi. Addio, Donna Assunta”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
    “Donna Assunta Almirante ha segnato un’epoca della vita italiana. Generosa, prodiga di consigli, sincera, infaticabile custode della memoria di Giorgio Almirante, ha rappresentato nel tempo un punto di riferimento per tanti. Il suo affetto è stato un privilegio per molti di noi. La ricordo con affetto e con commozione”, dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.
    “Addio a donna Assunta Almirante,una delle donne più affascinanti e influenti di Roma,morta oggi a 101 anni. Voglio ricordarla con questa istantanea,accanto a Silvio Berlusconi, nel giorno del mio cinquantesimo compleanno”. Così il deputato Fi Gianfranco Rotondi postando su twitter una fota della vedova Almirante con il leader azzurro.
    “Apprendo con profondo dolore e con grande commozione la scomparsa di Assunta Almirante, una donna straordinaria, tenace e passionaria, che mi onorò della sua amicizia. Ho fatto la sua conoscenza in anni non facili della mia vita e della vita del Paese. Erano gli anni a ridosso di Tangentopoli e mentre molte persone, anche presunti ‘amici’ e ‘compagni’ di una vita, facevano finta di non conoscermi, attraversavano la strada o si voltavano dall’altra parte, Donna Assunta mi fu vicina e si comportò da vera amica, pur venendo da storie e mondi diversi. Nel tempo non sono mancate anche iniziative pubbliche comuni, ove spese anche parole di apprezzamento per la mia battaglia di verità con la sua proverbiale acutezza di donna del Sud e con sferzate mai comuni e banali. Mi mancherà e ci mancherà. Addio Donna Assunta”. Lo afferma Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia.

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    25 Aprile: Mattarella, con invasione Ucraina ho pensato a “Bella ciao”

    “La decisione della popolazione di Napoli, della Campania e di tante altre città del Sud, di insorgere contro l’ex alleato, trasformatosi in barbaro occupante, fu una reazione coraggiosa e umana, contro la negazione stessa dei principi dell’umanità. E oggi c’è tra gli storici concordia nell’assegnare il titolo di resistente a tutti coloro che, con le armi o senza, mettendo in gioco la propria vita, si oppongono a una invasione straniera, frutto dell’arbitrio e contraria al diritto, oltre che al senso stesso della dignità”. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando ad Acerra in occasione del 25 aprile.”Nelle prime ore del 24 febbraio siamo stati tutti raggiunti dalla notizia che le Forze armate russe avevano invaso l’Ucraina, entrando nel suo territorio. Come tutti, quel giorno, ho avvertito un pesante senso di allarme, di tristezza, di indignazione. A questi sentimenti si è subito affiancato il pensiero agli ucraini svegliati dalle bombe. E, pensando a loro, mi sono venute in mente queste parole: “Questa mattina mi sono svegliato e ho trovato l’invasor”. Sappiamo tutti da dove sono tratte queste parole. Sono le prime di Bella ciao”, ha affermato il capo dello Stato.”Questo tornare indietro della storia rappresenta un pericolo non soltanto per l’Ucraina ma per tutti gli europei. Avvertiamo l’esigenza di fermare subito, con determinazione, questa deriva di guerra prima che possa ulteriormente disarticolare la convivenza internazionale, prima che possa tragicamente estendersi. Questo è il percorso per la pace, per ripristinarla; perché possa tornare ad essere il cardine della vita d’Europa. Per questo diciamo convintamente: viva la libertà, ovunque. Particolarmente ove sia minacciata o conculcata”, lo ha detto il presidente parlando ad Acerra.

    25 aprile, Mattarella depone una corona d’alloro all’Altare della Patria

    L’Italia torna in piazza oggi per il 77/o anniversario della Liberazione, dopo due anni di celebrazioni condizionate dal Covid. Questa volta si attendono presenze massicce in tante città, ma c’è l’ombra della guerra in Ucraina a preoccupare e dividere gli animi. Il presidente della Repubblica Mattarella ha reso omaggio al Milite Ignoto all’Altare della Patria, alla presenza delle massime cariche dello Stato e autorità. Il capo dello Stato ha deposto una corona d’alloro e poi osservato un minuto di raccoglimento.   
    Messaggio del premier Draghi: “Il 25 aprile è il giorno della gratitudine verso chi ha lottato per la pace e per la libertà dell’Italia dalla dittatura del nazifascismo. La generosità, il coraggio, il patriottismo dei partigiani e di tutta la Resistenza sono valori vivi, forti, attuali. Oggi celebriamo la memoria della lotta e degli ideali della Resistenza su cui la nostra pace è stata costruita. A tutti gli italiani, buona festa della Liberazione”. “La festa del 25 aprile come sempre parla anche al nostro presente, che parla di guerra, dove una potenza aggredisce e sanguinosamente distrugge un paese sovrano nel cuore dell’Europa. Ma un presente segnato ancora anche dalla pandemia, con i suoi costi umani e sociali. Il 25 aprile ci ricorda che resistere è necessario, è un dovere. Ieri come oggi. Ovunque la giustizia, la dignità, la vita stessa vengono calpestate, umiliate, distrutte”. Sono le parole della lettera inviata da Liliana Segre, senatrice a vita, e lette questa mattina a Monte Sole di Marzabotto.
       Sulle note di ‘Bella Ciao’ è partito da Largo Bompiani il corteo dell’Anpi a Roma, che si concluderà a Porta San Paolo, luogo simbolo della Resistenza. Alcune centinaia di persone stanno sfilando, in testa lo striscione ‘I Partigiani’. “Vogliamo mantenere il senso di festa e commizione per i caduti della Resistenza”, spiega il presidente Roma e Lazio, Fabrizio de Sanctis, che riguardo alle polemiche sull’ Ucraina aggiunge: “Abbiamo sempre condannata l’occupazione di uno Stato sovrano. Il tema centrale però è la pace. Noi siamo contro l’invio delle armi e contro il riarmo dell’Europa”. Tante le bandiere della pace, tra i tanti striscioni uno della Cgil. “Noi con i fascisti abbiamo finito di parlare il 25 aprile 1945”.

     “È davvero difficile dare un senso al dolore delle famiglie, alla sofferenza di una intera comunità che, a 78 anni di distanza, continua a vivere il ricordo di quella tragedia. Eppure, proprio la Festa della Liberazione ci dimostra che quella follia devastatrice non è riuscita ad annientarci. Siamo riusciti a risollevarci dalla barbarie e dalla spirale dell’odio animati dall’attaccamento all’umana solidarietà, dal senso dell’onore, da una forte volontà di rinascita”. Lo ha detto la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati alle celebrazioni per il 25 aprile tenutesi a Sant’Anna di Stazzema. “Determinante è stata l’esperienza della resistenza – ha aggiunto -, il cui valore storico va ben oltre il significato etimologico del termine. Non si è trattato solo di una mera opposizione ad una realtà di dittatura, oppressione e prevaricazione. Accanto all’azione demolitrice, la resistenza è stata anche un moto di affermazione di una nuova dimensione di appartenenza nazionale. Il movimento spontaneo di un popolocomposito, che, nel pluralismo delle visioni politiche, culturali e religiose, ha combattuto per la liberazione e insieme per affermare prospettive di libertà, giustizia, democrazia, eguaglianza e solidarietà”.”Il 25 aprile ci ricorda che la nostra Repubblica nasce dalla Resistenza. I nostro pensiero va agli ucraini che hanno perso la vita per la folle guerra della Federazione Russa”. Così Roberto Fico, presidente della Camera, a San Martino di Monte Sole, a Marzabotto.”Siamo sconvolti da cio’ che accade in Europa e per questo dobbiamo rinnovare con forza la volontà di essere una comunità che vuole costruire la pace.Credo che l’Italia con gli aiuti militari abbia fatto una scelta importante e coraggiosa, perché il 24 febbraio è cambiato il mondo e la risposta dell’Europa poteva essere divisa, invece è stata unita e questo è l’importante”.”Basta guerre. Contro Putin e contro la Nato”: questo striscione di Rifondazione comunista, insieme ad un altro in cui è rappresenta la morte con la falce ed un mantello con la bandiera americana, è presente a largo Bompiani, a Roma. “Non condivido queste bandiere, sono inopportune, ce ne occuperemo. Siamo grati agli Alleati ed alle migliaia di giovani statunitensi morti per la Liberazione dell’Italia”, commenta il presidente di Anpi Roma e Lazio, Fabrizio De Sanctis.
       A Milano la tradizionale manifestazione nazionale dell’Anpi ed il presidente Gianfranco Pagliarulo – tacciato di posizioni filo-russe e critico sull’invio di armi a Kiev – ha ribadito la “condanna senza se e senza ma dell’invasione da parte dell’esercito di Putin ed il riconoscimento della legittima resistenza ucraina”.      A Genova i 71 componenti del Coro nazionale popolare ucraino ‘G. Veryovka’, arrivato in Italia a bordo di due autobus da Varsavia, si esibirà in un concerto al Teatro Lirico Carlo Felice.