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    Dl aiuti: strappo M5s, 'norma inceneritori irragionevole'

    Strappo M5s in Consiglio dei ministri. Il governo vara il decreto con i nuovi aiuti per famiglie e imprese per contrastare gli effetti della guerra in Ucraina ma senza il voto dei pentastellati: secondo quanto si apprende i ministri 5S non hanno partecipato al voto in dissenso sulle norme per i rifiuti di Roma che danno poteri speciali al commissario per il Giubileo, con la possibilità della realizzazione del termovalorizzatore. “Noi siamo entrati al governo per accelerare la transizione non per tornare indietro. Riteniamo assolutamente irragionevole la posizione passata in Consiglio dei ministri su questo punto”. Così il M5s in una nota. “Il m5s non ha partecipato al voto sul decreto. Abbiamo chiesto una cosa che credevamo scontata” protesta il Movimento che sullo smaltimento rifiuti chiedeva impianti “di nuova tecnologia, eco-sostenibili e non inceneritori come preannunciato più volte dall’amministrazione capitolina”.
    “Eravamo favorevoli alla norma sui poteri straordinari al sindaco di Roma e, in particolare, anche a quella che gli attribuisce la facoltà di autorizzare nuovi impianti per lo smaltimento rifiuti in deroga a tutte le norme ma avevamo chiesto che questi nuovi impianti, in linea con la normativa europea, fossero di nuova tecnologia, eco-sostenibili e non inceneritori come preannunciato più volte dall’amministrazione capitolina. Niente di tutto questo. Si è preferito – protesta il M5s – mantenere una norma che non c’entra nulla con la sicurezza energetica e il sostegno alle famiglie e alle imprese. Una norma che contraddice la transizione ecologica e riporta indietro le lancette dell’orologio”.
    “Il Movimento 5 Stelle si conferma fuori dal mondo. Il no al termovalorizzatore di Roma è una posizione contro l’ambiente, contro il progresso, contro le città pulite e contro i cittadini”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini commentando la posizione del M5S in consiglio dei ministri. 

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    Governo proroga il mandato a direttori Aise e Aisi

     Il governo proroga i vertici dei servizi d’intelligence. Il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, secondo quanto si apprende, ha rinnovato per altri 4 anni il mandato al direttore dell’Aise – il servizio segreto esterno – Giovanni Caravelli e ha confermato per altri due anni Mario Parente alla guida dell’Aisi, l’Agenzia per la sicurezza interna.   

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    Giallo sulle parole di Cingolani: 'sarebbe bene pagamento in rubli'. Poi arriva la smentita

     “Penso che sarebbe bene per qualche mese, almeno, permettere alle aziende di andare avanti e pagare in rubli, mentre comprendiamo il quadro giuridico e le implicazioni”. Così il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani a Politico sui pagamenti del gas dopo il decreto della Russia che prevede per le aziende degli Stati ‘ostili’ l’apertura di un conto in rubli. “Credo che le compagnie petrolifere e del gas non possano rischiare di pagare e poi essere accusate di aver infranto le sanzioni, ma allo stesso tempo non possono rischiare… di non pagare in rubli”.    In contratti lunghi “i costi sarebbero estremamente alti”.
    “L’articolo pubblicato da Politico dal titolo “Italy open to paying for Russian gas with rubles” è fuorviante e non corrisponde alla posizione espressa dal ministro Cingolani che non ha mai aperto ad un pagamento in rubli”. E’ quanto afferma il ministero della Transizione Ecologica in una nota nella quale aggiunge che “in attesa che si definisca unitariamente, a livello di Ue, la posizione sui pagamenti, lo schema euro/rubli che prevede che le imprese paghino in euro, al momento non lascia ravvisare una violazione delle sanzioni stabilite il 24 febbraio”.
       

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    Decreto aiuti, sindacati a governo: 'Cifra di 6-7 miliardi insufficiente'

    E’ terminato l’incontro tra governo e sindacati sui contenuti del Decreto aiuti che dovrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri.I sindacati hanno ribadito al premier Draghi che considerano la cifra di 6-7 miliardi insufficiente.
    “Il governo ci ha ripetuto che per ora i ragionamenti che fanno sono su un livello di intervento tra i 6 e i 7 miliardi, gli abbiamo detto che consideriamo la cifra insufficiente. Ora è il momento di uno scostamento”. Così il leader della CGIL Maurizio Landini al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sul decreto aiuti con Mario Draghi. 
    “Abbiamo ribadito la necessità di intervenire su salari, lavoro e pensioni e costo energia. Il governo ha recepito le nostre richieste e le condivide. Nel decreto che si appresta a fare terrà conto delle nostre proposte e richieste”. Così il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi. “Vedremo le scelte che farà” aggiunge.
    “Il governo ci ha anticipato che è allo studio una norma in arrivo nelle prossime ore da 6-7 miliardi per sostenere famiglie e imprese e fronteggiare questa situazione di difficoltà”. Così il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi, apprezzando la convocazione del governo e sottolineando che è “uno stanziamento importante ma non sufficiente”. Per recuperare altre risorse servirebbe agire per “un ulteriore tassazione degli extraprofitti delle multinazionali, il reinvestimento dell”extra gettito Iva e possibilità di uno scostamento di bilancio”, aggiunge.   

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    ANSA e Canadian Press firmano un nuovo accordo di collaborazione

    Canadian Press – la principale Agenzia di informazione canadese – e ANSA hanno firmato un importante accordo di collaborazione alla presenza dell’Ambasciatore italiano in Canada Andrea Ferrari. La partnership prevede la disponibilità e lo scambio di contenuti da poter utilizzare sulle rispettive piattaforme informative.    Si arricchisce quindi per gli abbonati delle due Agenzie l’offerta di servizi di informazione internazionale: l’accordo si articola infatti nella possibilità per i partner di utilizzare i rispettivi servizi informativi per uso editoriale e di sviluppare offerte commerciali congiunte a supporto della comunicazione di istituzioni e aziende dei rispettivi Paesi.
    “Sono stato molto contento di assistere all’accordo firmato tra ANSA e Canadian Press: due importanti e stimate agenzie di stampa, professionalmente affidabili e degne di fiducia”, ha dichiarato l’Ambasciatore Andrea Ferrari. “Attraverso questo accordo, e la successiva sostanziale collaborazione che ne seguirà, italiani e canadesi e le loro istituzioni disporranno di un’ulteriore fonte di informazioni per approfondire e valorizzare la loro già profonda conoscenza reciproca. Questo accordo assume un ulteriore valore aggiunto se si considera che è stato finalizzato nell’anno in cui si celebra il 75esimo anniversario dell’istituzione delle relazioni diplomatiche bilaterali”.    L’Amministratore Delegato Stefano De Alessandri ha espresso soddisfazione per la nuova collaborazione: “Questo nuovo importante accordo siglato con Canadian Press è di grande soddisfazione e rappresenta un ulteriore importante step nell’implementazione della nostra strategia di accordi internazionali che stiamo firmando con le maggiori Agenzie di informazione dei 5 continenti. L’obiettivo è quello di ampliare sempre di più la disponibilità di notizie per i nostri giornalisti e il nostro pubblico e – allo stesso tempo – di condividere con Canadian Press best practices e di sviluppare progetti commerciali con le aziende dei rispettivi Paesi”.    “Canadian Press è orgogliosa di annunciare questa partnership con ANSA, la principale Agenzia di informazione in Italia”, ha affermato da parte sua Malcolm Kirk, presidente dell’Agenzia di stampa nazionale canadese. “L’Italia e il Canada hanno da tempo un rapporto di collaborazione e il Canada ospita una popolazione italo-canadese numerosa e dinamica. Sia gli italiani che i canadesi avranno ora accesso a notizie aggiuntive da due marchi di fiducia. Lo scambio tra le nostre due Agenzie arricchirà la copertura estera per i clienti di CP che beneficeranno dei 76 anni di notizie dell’ANSA”.    

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    Ramadan: imam Torino, festa 'Id al-fitr è inno alla pace

    (ANSA) – TORINO, 02 MAG – Tornano in presenza le preghiere
    collettive per la conclusione del Ramadan. In migliaia si sono
    ritrovati questa mattina al Parco Dora, uno degli appuntamenti
    diffusi per la festa di ‘Id al-fitr a Torino.   
    “Dopo due anni di pandemia e di paura siamo di nuovo tutti
    qui insieme – osserva l’imam della Moschea Taiba di Torino Said
    Ait El Jide – In questo mese santo dopo la difficile afflizione
    ci siamo avvicinati gli uni agli altri, nelle moschee i rapporti
    si sono rinsaldati, le persone si sono incontrate, le risate dei
    bambini hanno riempito le piazze e i giardini nonostante i
    rumori delle guerre e dei cannoni a Occidente e a Oriente.   
    Abbiamo speranza nel misericordioso e il nostro è un inno per la
    pace permanente. Il profeta – conclude l’imama – disse: ‘o gente
    diffondete la pace, nutrite il povero, fate del bene al vostro
    prossimo e pregate mentre la gente dorme così entrerete in
    paradiso in pace'”. (ANSA).   

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    Meloni: 'Oggi salpiamo per viaggio che ci porterà al governo'

     “CI sono politici che si fanno dominare dagli eventi per cavalcare l’onda ma ora in mezzo alla tempesta è impossibile: gli altri sono surfisti, noi siamo navigatori. I surfisti si fanno dominare dagli eventi, noi vogliamo dominare l’oceano perchè ha una rotta. E non lo puoi fare se non conosci le stelle e i venti, devi studiare. Ora siamo pronti a salpare, ad alzare le vele per un lungo viaggio che porterà i conservatori al governo”. Così la leader di FdI, Giorgia Meloni, concludendo la Conferenza programmatica del partito.
    “Non siamo una ripetizione di cose già viste, non siamo nessuna delle vostre vecchie etichette. Uscite dai vostri schemi comodi: siamo una cosa nuova, non siamo filo e non siamo anti, siamo italiani, siamo i conservatori alternativi alla sinistra”. Così la leader di FdI, Giorgia Meloni, concludendo la Conferenza programmatica del partito. “Non abbiamo padroni e non prendiamo ordini”. “Qualche Solone dice che con la legge elettorale Meloni sarà isolata: noi intanto lavoriamo per essere il primo partito alle politiche. Poi vediamo se riuscite a isolare milioni di voti degli italiani” dice Giorgia Meloni. “Siamo fieri della nostra scelta di stare all’opposizione: al governo ci andiamo se gli italiani ci mandano al governo per fare quello che ci chiedono di fare, non ci svendiamo. Sappiamo che non puoi fare una rivoluzione se fai patti con l’establishment”..
    “Non farò polemica con il centrodestra: quello piace alla sinistra e non faccio favori alla sinistra. Poi la questione è semplice: noi siamo qui, dall’altro lato c’è la sinistra. E voi dove volete stare? Se volete stare a destra serve chiarezza orgoglio, senza porte girevoli. Si vince e si perde assieme senza allearsi ai nostri avversari”. Così la leader di FdI, Giorgia Meloni, concludendo la Conferenza programmatica del partito. “Vogliamo dare orgoglio a questa Nazione: penso, spero di farlo con il centrodestra, ma lo faremo comunque”ha detto lanciando una sorta di ultimatum agli alleati. 
    Altra frecciatina agli alleati la Meloni l’ha lanciata sulla scelta del governatore della Sicilia. “Un governatore capace non si manda a casa per fare un dispetto a qualcuno” ha detto ribadendo la richiesta di FdI di confermare la candidatura di Nello Musumeci alla Regione Sicilia.

    LA DIRETTA
       

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    Sindacati convocati lunedì alle 10 a palazzo Chigi, in arrivo 8 miliardi di aiuti

     I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, sono stati convocati per domani, lunedì 2 maggio alle ore 10 a Palazzo Chigi. Lo si apprende dai sindacati. Domani è atteso il nuovo decreto sugli aiuti a famiglie e imprese che verrà varato dal consiglio dei ministri tra poche ore, probabilmente nel primo pomeriggio, e poi illustrato da Mario Draghi in conferenza stampa.
    Almeno un miliardo e mezzo in più, con la possibilità di ritagliare ancora qualcosa fino a domattina. Il primo maggio del governo e’ stata una giornata di lavoro per trovare il modo di aumentare la dote (che dovrebbe passare da 6 a 7,5 miliardi almeno). La stretta finale è un gioco a incastri in cui non è ancora certo l’intervento sul cuneo fiscale, su cui è forte il pressing, soprattutto dal Pd. Sul tavolo, si racconta dai partiti, due ipotesi: un bonus una tantum di 200 euro nella prossima busta paga, oppure un rafforzamento della decontribuzione dello 0,8% per i redditi fino a 35mila euro, decisa per tutto il 2022 nell’ultima manovra e costata circa 1,5 miliardi. La seconda soluzione è considerata più concreta, dal momento che lo stanziamento finora valutato è vicino al miliardo.
    Una cifra però considerata troppo esigua da Confindustria e parti sociali, nonché da alcune anime della variegata maggioranza, e il problema è stato sollevato anche dal ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini. Non è escluso, si ragiona in ambienti della maggioranza, che l’intervento sul cuneo possa essere rinviato a un secondo momento, quando saranno a disposizione risorse più ingenti per realizzare una misura strutturale. Di fatto, con il nuovo decreto si supereranno i 20 miliardi di euro stanziati dal governo in quattro mesi per fronteggiare la crisi energetica, divenuta più grave con la guerra in Ucraina. Palazzo Chigi e Mef non prevedono ancora uno scostamento, in attesa di capire se l’Ue metterà in campo un Energy Recovery Fund. Da Bruxelles intanto arriveranno a breve le nuove linee guida della Commissione per l’utilizzo delle risorse del Recovery Fund per il Pnrr, con indicazioni utili ai singoli Paesi per modificare e aggiornare i rispettivi Piani nazionali. L’Ue, inoltre, sta ragionando su una possibile ipotesi di incremento di risorse alla luce dell’impennata dei prezzi delle materie prime, per evitare il rischio che le imprese rinuncino agli appalti. Ma prima ancora di valutare qualsiasi ipotesi attenderebbe il lavoro di analisi che starebbero facendo Ocse e Fmi. In attesa che in Europa si trovi una difficile sintesi fra interessi contrastanti anche sul tetto al prezzo del gas, il governo Draghi aggiunge nel nuovo decreto altri strumenti per l’emancipazione dalle forniture russe: si prevede la realizzazione “urgente” di rigassificatori galleggianti oltre le 12 miglia nautiche dalla costa, ma anche di impianti fissi a terra.
    I presidenti delle Regioni dove saranno localizzati i nuovi rigassificatori saranno nominati Commissari straordinari per l’autorizzazione delle opere. Si prevedono poi semplificazioni per sburocratizzare e accorciare i tempi dell’avvio di impianti per le energie rinnovabili, eolici e fotovoltaici. E si va verso una deroga di almeno sei mesi per massimizzare l’utilizzo delle centrali a carbone in Italia, senza rinunciare al percorso di decarbonizzazione, una volta venuta meno l’emergenza. In parallelo, continua l’impegno a tamponare l’emergenza per famiglie e imprese, missione difficile a fronte dell’inflazione.
    Oltre alla proroga fino a giugno della riduzione di 30 centesimi delle accise sui carburanti e l’estensione del credito di imposta per imprese energivore, sarà varato un nuovo allargamento del bonus sociale per le bollette. Il tetto Isee per ottenere lo sconto, alzato a marzo da 8mila a 12mila euro, dovrebbe salire fino a 14-15mila euro. Al Mise si è studiato un meccanismo per rendere realmente automatico il bonus contestualmente alla presentazione dell’Isee, per risolvere criticità emerse in queste settimane. In arrivo anche un fondo da circa 200 milioni di euro per le imprese con forti interscambi con le aree coinvolte nella guerra (come Russia, Ucraina e Bielorussia). Avranno invece una ‘corsia rapida’, grazie a una serie di semplificazioni, quelle che effettueranno investimenti oltre i 50 milioni di euro in produzioni strategiche. Allo studio anche il sostegno ai lavoratori pendolari per gli abbonamenti ai servizi di trasporto. Di fronte a misure tanto variegate si era pensato inizialmente di spacchettarle in due decreti diversi, ipotesi per ora accantonata anche per evitare di intasare ulteriormente il calendario. In mattinata gli ultimi accorgimenti e probabilmente – si ragiona in ambienti parlamentari -un check con i partiti della maggioranza. il Consiglio dei ministri che dovrebbe varare il nuovo decreto sugli aiuti a famiglie e imprese.