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    Strasburgo a Italia, stop porte girevoli in magistratura

     “L’Italia deve introdurre regole per limitare il passaggio dei magistrati in politica e viceversa”. Questa la sollecitazione giunta oggi da Greco, l’organo anti-corruzione del Consiglio d’Europa in occasione della presentazione del suo rapporto annuale. Nel documento si osserva anche che l’Italia “ha fatto progressi lenti sul fronte della prevenzione della corruzione tra i parlamentari”. 
    Sulla cosiddetta questione delle ‘porte girevoli’ tra magistratura e politica Greco è tornato quindi a sollecitare le autorità italiane a prendere iniziative per affrontare una questione sollevata ripetutamente già da alcuni anni. Per quanto riguarda poi la lotta alla corruzione nella politica, e in particolare nel Parlamento, il presidente dell’organismo del Consiglio d’Europa, Marin Mrcela, ha sottolineato che l’Italia dovrebbe “introdurre in entrambe le Camere un codice di condotta formalizzato”, mentre non si è invece voluto pronunciare sull’eventuale abrogazione della legge Severino attraverso il referendum del 12 giugno.
    I governi europei devono aumentare la trasparenza e la rendicontazione sulle attività di lobbying per garantire che i cittadini sappiano chi cerca d’influenzare le decisioni politiche in modo da ridurre il rischio di corruzione”. Lo afferma il Greco, l’organo anti corruzione del Consiglio d’Europa, in occasione della pubblicazione del suo rapporto annuale. “Negli ultimi tempi gli scandali messi in luce regolarmente dai media hanno messo alla prova, in alcuni casi duramente, la fiducia che i cittadini ripongono nelle istituzioni”, sostiene Marin Mrcela, presidente di Greco. “I cittadini hanno il diritto di sapere chi influenza le decisioni politiche”, incalza Mrcela, sottolineando che “l’accesso a questo tipo d’informazione deve essere semplice e veloce”. I governi, conclude il presidente di Greco, devono adottare regole dettagliate per prevenire i rischi di corruzione.   

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    2 giugno, Mattarella all'Altare della Patria. Torna la parata, 'Insieme per la pace'

    Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 76° anniversario della Repubblica, alla presenza delle più alte cariche Istituzionali, ha reso omaggio all’Altare della Patria con la deposizione di una corona d’alloro con nastro tricolore. Presenti, tra gli altri, il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro della difesa Lorenzo Guerini, i presidenti di Senato e Camera Fico e Casellati.Successivamente Mattarella riceverà, in Via di San Gregorio, la presentazione dei reparti schierati per la rivista e assisterà alla tradizionale Parata Militare dalla tribuna presidenziale di via dei Fori Imperiali. Nel frattempo si assiste al sorvolo della pattuglia acrobatica: le Frecce Tricolori hanno disegnato una enorme bandiera nei cieli di Roma.Dopo 2 anni di stop per il Covid torna la parata per la festa della Repubblica. In testa i sindaci sotto lo slogan ‘Insieme a Difesa della pace’. Per la prima volta vi partecipano i rappresentanti della sanità.

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    Alla parata del 2 giugno professioni Sanità, è prima volta

     Per la prima volta nella storia della Repubblica alla parata del 2 giugno parteciperanno anche le professioni sociosanitarie, con in testa il ministero della Salute. Un modo per celebrare la rinascita del paese con la manifestazione che torna ai Fori imperiali dopo due anni di stop per il Covid. Ma c’è un’altra emergenza in corso, la guerra in Ucraina, e lo slogan scelto per la parata è “Insieme a Difesa della pace”. Sfileranno in oltre cinquemila, tra personale militare e civile, ma anche 170 cavalli e 22 elicotteri e mezzi pesanti. Non mancherà il tradizionale sorvolo delle Frecce Tricolori.    Alla festa della Repubblica si uniscono dunque i rappresentanti di oltre 1,5 milioni di professionisti della sanità – medici, medici veterinari, infermieri, farmacisti, ostetriche, tecnici sanitari, professioni della riabilitazione e della prevenzione, chimici, fisici, biologi, psicologi, assistenti sociali – un centinaio in tutto, che sfileranno davanti alle massime autorità nazionali a testimonianza del loro impegno nel combattere il Covid. Un’altra forza, spiega la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) che rappresenta “la tutela della salute, della qualità della vita, e la difesa della nostra nazione da nemici subdoli come i virus, ma anche da patologie che provocano ogni anno oltre 600mila decessi”. La pandemia “è costata la vita a oltre 166mila persone, a fronte di più di 16 milioni e mezzo di guariti: è solo grazie all’impegno, alla professionalità e all’abnegazione dei professionisti della salute se il Servizio sanitario nazionale ha retto”, ricorda Fnomceo. “Presi alla sprovvista dalla pandemia – aggiunge – non si sono mai tirati indietro: dall’inizio del 2020 a oggi hanno salvato milioni di vite e aiutato milioni di persone”. “Abbiamo saputo affrontare tutti i livelli di bisogni, rischi e assistenza, in tutti i momenti, in tutti i contesti – dicono i rappresentanti delle oltre 30 professioni sociosanitarie – su questo dovremo continuare a lavorare per migliorare tali livelli e renderli sempre più concreti e attuali e sempre più nell’ottica proattiva della prevenzione”. E’ una “decisione che non può non vederci d’accordo, dal momento che fu proprio il Nursind il 3 marzo del 2020, e quindi in piena pandemia, a lanciare questa proposta in una lettera inviata al presidente Mattarella”, sottolinea il sindacato delle professioni infermieristiche. “Un onore per la Professione che sottolinea il ruolo svolto nella vita della nazione per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini”, spiega la Federazione degli Ordini dei Farmacisti.    “Siamo orgogliosi che il Presidente Matterella abbia voluto, per la prima volta nella storia della Repubblica, che un’ampia delegazione dei rappresentanti delle professioni socio-sanitarie partecipasse alla parata del 2 giugno. Desideriamo esprimere un sentito ringraziamento al Presidente della Repubblica e al Ministro della Difesa. Questa presenza valorizza, una volta ancora, l’impegno profuso nella lotta al Covid e il ruolo fondamentale che i professionisti sanitari svolgono nella vita della nazione, rappresentando i pilastri portanti del sistema sanitario, a tutela della salute di tutti gli italiani”. Lo dichiara Andrea Mandelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Itali ani (FOFI), alla vigilia delle celebrazioni per il 76° anniversario della proclamazione della Repubblica.    La giornata del 2 giugno inizierà con l’alzabandiera solenne presso l’Altare della Patria e l’omaggio al Milite Ignoto da parte del presidente della Repubblica che, successivamente, passerà in rassegna i Reparti lungo viale delle Terme di Caracalla. Alle 10 partirà la sfilata, che sarà aperta da una rappresentativa di sindaci con la fascia tricolore; l’altra novità di quest’anno è il passaggio di un elicottero del 118, proprio a simboleggiare tutti coloro che sono stati impegnati in prima linea contro la pandemia. Dalle tribune, sempre affollate, assisteranno le più alte cariche istituzionali, a cominciare dal presidente Sergio Mattarella e dal premier Mario Draghi, all’esordio ai Fori. Osservatori particolarmente attenti proveranno ad indovinare se tra i veicoli e le armi che passeranno in rassegna ce ne sia qualcuno della famosa lista ‘top secret’ del materiale inviato a sostegno della resistenza di Kiev che sta combattendo contro l’invasione russa.    

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    2 giugno: il discorso integrale di Mattarella agli ambasciatori

    Domani, 2 giugno, celebreremo la Festa della nostra Repubblica, nata, per volontà del popolo italiano, settantasei anni or sono. Rivolgo un saluto a quanti seguiranno questo momento di incontro attraverso la radio, la tv, la rete del web. È per me un piacere – unitamente ai rappresentanti delle istituzioni qui convenuti – esprimere, in questa occasione, alla comunità degli ambasciatori accreditati a Roma i sentimenti di amicizia che caratterizzano da sempre i rapporti internazionali della Repubblica Italiana. Li ringrazio per l’attenzione e la cooperazione che manifestano e invito a trasmettere questi sentimenti ai rispettivi governi. Ho adoperato – non a caso e con un senso di auspicio – il termine comunità per definire l’insieme dei diplomatici presenti in Italia.
    Con la Costituzione l’Italia ha imboccato con determinazione la strada del multilateralismo, scegliendo di non avere Paesi nemici e lavorando intensamente per il consolidamento di una collettività internazionale consapevole dell’interdipendenza dei destini dei popoli, nel rispetto reciproco, per garantire universalmente pace, sviluppo, promozione dei diritti umani. Ci ha spinto e ci spinge il solenne impegno alla rinuncia della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Oggi, l’amara lezione dei conflitti del XX secolo sembra dimenticata: l’aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa, pone in discussione i fondamenti stessi della nostra società internazionale, a partire dalla coesistenza pacifica. Trovarsi, nel continente europeo, nuovamente immersi in una guerra di stampo ottocentesco, che sta generando morte e distruzioni, richiama immediatamente alla responsabilità; e la Repubblica italiana è convintamente impegnata nella ricerca di vie di uscita dal conflitto che portino al ritiro delle truppe occupanti e alla ricostruzione dell’Ucraina. Non è un conflitto con effetti soltanto nel teatro bellico. Le conseguenze della guerra riguardano tutti.
    A cerchi concentrici le sofferenze si vanno allargando, colpendo altri popoli e nazioni. Accanto alle vittime e alle devastazioni provocate sul terreno dello scontro, la rottura determinata nelle relazioni internazionali si riverbera sempre più sulla sicurezza alimentare di molti Paesi; sull’ambito della gestione delle normali relazioni, incluse quelle economiche e commerciali. Reca grave danno al perseguimento degli obiettivi legati all’emergenza climatica. Un conflitto come quello in corso ha, inevitabilmente, effetti globali, intercetta e fa retrocedere il progresso della condizione dell’umanità. Ci interpella tutti. La comunità internazionale vede pesantemente messi in discussione risultati faticosamente raggiunti negli ultimi decenni. Sembra l’avverarsi di scenari che vedono l’umanità protagonista della propria rovina. Con lucidità e con coraggio occorre porre fine alla insensatezza della guerra e promuovere le ragioni della pace. L’incancrenirsi delle contrapposizioni conduce soltanto ad accrescere i serbatoi dell’odio, a negare le ragioni della libertà, della democrazia, della giustizia internazionale dei popoli, valori incompatibili con chi promuove conflitti. Esistono per il genere umano, con la più grande evidenza, beni condivisi e gravi pericoli comuni che obbligano a superare ogni egoismo, ogni volontà di sopraffazione. Occorre ripristinare una rinnovata legalità internazionale. Con questa convinzione e in questa prospettiva auguro a tutti buona Festa della Repubblica.

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    Rai: revocato incarico a Orfeo, Barachini: 'Audiremo Fuortes'

    “La notizia della revoca di Mario Orfeo dall’incarico di direttore dell’Approfondimento informativo è una decisione che deve essere oggetto di chiarimento e confronto di fronte alla Commissione di Vigilanza”. Lo afferma il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Alberto Barachini, confermando le indiscrezioni sulla decisione dell’ad Carlo Fuortes di revocare l’incarico di direttore dell’Approfondimento Rai a Mario Orfeo. “Per tale motivo – sottolinea Barachini – ho deciso di convocare urgentemente l’ad in audizione di fronte alla Commissione di Vigilanza”.
    “La sostituzione della direzione di un settore di rilevanza strategica per l’informazione pubblica – prosegue Barachini -, peraltro in periodo di par condicio elettorale, non può avvenire senza che vengano rese note le motivazioni che hanno portato a tale determinazione nonché le azioni che l’azienda intende mettere in atto per procedere rapidamente alla copertura di questa posizione così delicata”.
    Fonti del Nazareno, interpellate al riguardo, sottolineano di essere stupefatte dal metodo e dal contenuto della linea dell’ad della Rai Carlo Fuortes su Mario Orfeo. Alla domanda se quindi i dem difenderanno Orfeo, le medesime fonti rispondono così: “Certo, il Pd difende Mario Orfeo”.
    “Sulla revoca dell’incarico al direttore Approfondimento Orfeo la Rai deve fare immediata trasparenza: Fuortes chiarisca ai cittadini che pagano il canone e al Parlamento se la notizia risponda al vero, quali siano le motivazioni dietro questa eventuale rimozione e come intenda intervenire a brevissimo su uno dei ruoli più delicati dell’azienda”. Lo scrive su Facebook il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. “Parliamo dell’informazione, che rappresenta – prosegue Anzaldi – la missione più importante del servizio pubblico pagato da quasi 2 miliardi di euro dei cittadini: possibile che non ci sia nessuna trasparenza? Peraltro siamo in piena par condicio elettorale, a pochi giorni dal voto per il Referendum sulla giustizia e per le amministrative”.

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    Ucraina, Salvini: 'Lavoro alla luce del sole, obiettivo la fine della guerra'

    “Per la pace si lavora con ambasciatori e governi di tanti Paesi, alla luce del sole – ha detto il leader della Lega Matteo Salvini -, comunicandolo anche a giornali e tivù più volte, avendo come unico obiettivo la fine della guerra. Io l’ho fatto e continuerò a farlo, spero in compagnia di tanti colleghi che in questi giorni criticano e chiacchierano, ma per arrivare alla Pace non muovono un dito, preferendo parlare di armi e guerra”. 
    “Le relazioni internazionali sono in mano a me e al responsabile esteri Lorenzo Fontana”, “un capo di partito ha l’onore e l’onere, in nome della pace, di decidere chi incontrare e quando”, ha aggiunto Salvini ai giornalisti vicino al Senato. Ma è giusto tenere all’oscuro i ministri? “A me piace fare le cose e annunciarle una volta ottenuto il risultato. L’obiettivo era andare a Mosca tornando a casa con un risultato concreto da offrire al governo. Se il Pd non vuole, proveremo a raggiungere lo stesso risultato telefonicamente aspettando Letta e Di Maio.La mia impressione è che ci sia tanta gente che chiacchiera e non fa nulla”.
    “Se il viaggio a Mosca è ancora in piedi? Ma se mi hanno linciato ancora prima di partire…Io sto lavorando da Roma e da Milano. Se volevo incontrare Putin? Mai parlato di Putin, non lo sento da anni”, “il ministro degli Esteri è uno dei contatti in corso”, ha spiegato il leader della Lega. A chi gli chiede se Lavrov aveva già dato il suo consenso ribatte: “Diciamo che se io volessi potrei andarci domani, a Mosca, a Istanbul”.
    “Basta con questo fango a reti unificate – dice Salvini in diretta sui suoi canali social -, non faccio niente né per soldi né per interessi personali. Se devo andar in vacanza non vado a Mosca”. L’obiettivo è “portare la mia piccola parola di pace, per salvare vite” in Ucraina e “posti di lavoro in Italia”. “L’interesse nazionale italiano prevede la pace, non la guerra e altre armi”, aggiunge. 
    “I referendum per ora non esistono”, “stanno rubando la democrazia, questa è censura”, ha spiegato poi Salvini sui suoi canali social. “Sessanta milioni di italiani possono fare quello che non ha fatto la politica”, ma solo se “si supererà la cappa di silenzio”.

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    Referendum: parlamentari Lega, interrogazione su Littizzetto

    “Abbiamo presentato un’interrogazione in commissione di Vigilanza Rai per chiedere conto ai vertici dell’azienda di quanto avvenuto nell’ultima puntata del programma Che tempo che fa, nel corso della quale Luciana Littizzetto ha di fatto rappresentato le posizioni contrarie ai referendum sulla giustizia senza il benché minimo contraddittorio”. Lo hanno annunciato Giorgio Maria Bergesio, Dimitri Coin, Umberto Fusco, Elena Maccanti, Simona Pergreffi, Leonardo Tarantino, parlamentari della Lega in commissione Vigilanza Rai, spiegando: “Leggendo un’immaginaria lettera al Parlamento, la comica si è esibita in una reprimenda dal vago sapore di superiorità morale contro l’ammissibilità dei quesiti referendari perché, a suo dire, i cittadini non avrebbero le capacità culturali per valutarne i contenuti”, proseguono i parlamentari della Lega.
    “La trasmissione ha così mandato in onda un vero e proprio monologo contro i referendum sulla giustizia – osservano – senza che il conduttore abbia in alcun modo tutelato le opinioni di quanti sono a favore delle istanze referendarie, violando così non solo le più elementari disposizioni sul pluralismo televisivo ma anche quanto previsto” dal contratto di servizio. “La Rai deve sempre garantire il rigore, la considerazione e il rispetto delle regole deontologiche del proprio ordine professionale da parte dei suoi giornalisti e degli operatori del servizio pubblico, tanto più in un ambito così delicato quale è quello dell’informazione”, concludono.    

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    Mattarella: “Ora riforme per non dissipare le opportunità del Pnrr”

     “Nei diversi contesti territoriali, nelle articolazioni della Repubblica, di fronte a sfide inedite e complesse, come quella dell’emergenza sanitaria e delle ripercussioni economiche e sociali delle crisi internazionali, gli amministratori locali e i pubblici funzionari sono chiamati a interpretare il proprio ruolo con accresciuto spirito di servizio e con l’obiettivo di offrire soluzioni tempestive ed efficaci. Da ultimo, gli sforzi posti in essere in tutta la Penisola per accogliere i profughi provenienti dall’Ucraina sono stati l’esempio di un approccio coerente e virtuoso. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio ai Prefetti italiani in occasione della festa della Repubblica. “Nel trentennale del Trattato di Maastricht, che ha segnato un’importante tappa nel progetto europeo, siamo impegnati in un percorso che, con l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sta coinvolgendo in un processo di rinnovamento e sviluppo la società e le istituzioni. È fondamentale non dissipare le opportunità offerte dall’afflusso di risorse dell’Unione europea, attivando riforme che possono incidere positivamente e in modo duraturo sulla vita dei cittadini”, afferma Mattarella.
    “Nel rinnovare ai Prefetti e a tutti coloro che rivestono pubbliche responsabilità auguri di buon lavoro, con i sentimenti dell’apprezzamento della Repubblica per la loro azione, esprimo l’auspicio che la celebrazione del 2 giugno possa costituire per i cittadini una rinnovata occasione di riflessione sui valori costituzionali, ai quali ispirare il quotidiano contributo al servizio del Paese”. Lo afferma il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.”Il ruolo dei Prefetti, che operano come laboriosi attori di unità e di coesione sociale, è, ancora una volta, cruciale. Nei compiti di garanzia delle libertà civili, come nell’impegno per la tutela della legalità e della sicurezza, nel costante confronto con gli enti locali e nell’azione di mediazione sociale, nella gestione dei fenomeni migratori come delle emergenze, i Prefetti – conclude Mattarella – si pongono quali interlocutori essenziali del sistema delle autonomie e della società civile”.