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    Conte, cittadini ci chiedono di uscire

    “Parte la fase due del M5s: dobbiamo essere presenti per le strade e nei quartieri continuativamente. I protagonisti saranno i gruppi territoriali che i nostri iscritti potranno costruire nelle nostre città per ottenere la piena partecipazione dei cittadini che devono tornare protagonisti” anche per sconfiggere “l’astensionismo”. Così il Presidente del M5s, Giuseppe Conte, in conferenza stampa.
    Nella riorganizzazione territoriale del M5s “ci saranno dei referenti, individuati, come coordinatori regionali e dalla prossima settimana anche i coordinatori provinciali” .
    Entro la fine di giungo il M5s indirà la consultazione in rete sul doppio mandato, ha annunciato il Presidente del M5s, Giuseppe Conte precisando che lui non si esprimerà per sostenere una posizione o un’altra.
    “Uscire dal governo? Ho incontrato tante persone che mi hanno fatto questa richiesta. L’ho toccata con mano questa richiesta. Il nostro elettorato sta soffrendo. Non ci sentiamo di voltare le spalle ai cittadini: l’ho detto quando siamo entrati al governo e ora che ci siamo avvitati in una spirale recessiva. Siamo responsabili ma che nessuno ci dica state zitti, che ci sia una sospensione della dialettica politica “.
    “Sono in linea con quello che dice il sindaco Manfredi: se parliamo di apertura al civismo attivo noi siamo aperti. Se invece dobbiamo costruire le future sorti del fronte progressista con Italia Viva che non ho mai incontrato nei territori e non ho incontrato il suo simbolo o di Calenda che ha fatto operazioni mirate e molto astute, allora si fanno operazioni diverse. Ma ai cittadini non bisogna dire fesserie”.

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    Papa: 'Il lavoro senza giusto salario e orario è schiavitù'

    Il Papa sottolinea la necessità di garantire ai lavoratori un giusto salario e orario di lavoro. “Quando l’unica legge diventa il calcolo del guadagno a fine giornata, allora non si hanno più freni ad adottare la logica dello sfruttamento delle persone: gli altri sono solo dei mezzi. Non esistono più giusto salario, giusto orario lavorativo, e si creano nuove forme di schiavitù – scrive il Papa nel messaggio per la Giornata Mondiale dei Poveri -, subite da persone che non hanno alternativa e devono accettare questa velenosa ingiustizia pur di racimolare il minimo per il sostentamento”.

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    Poche donne ai ballottaggi, Piacenza e Viterbo controcorrente

    La politica italiana resta ancora un universo da coniugare al maschile. La conferma impietosa arriva dai risultati della tornata di amministrative in cui le donne restano ancora al palo. Appena 15 le candidate a sindaca nelle 26 città capoluogo contro una sessantina di candidati uomini: il rapporto è di uno su quattro. Il giorno dopo lo spoglio il risultato che emerge è netto: solo in due capoluoghi, a Piacenza e Viterbo, il ballottaggio vedrà contendersi fra due settimane la poltrona di primo cittadino tra due donne.
    In controtendenza rispetto al quadro nazionale Piacenza dove la politica sembra tutta al femminile: non solo, infatti, il ballottaggio in programma domenica 26 giugno sarà fra la sindaca uscente Patrizia Barbieri (centrodestra) e la consigliera regionale Katia Tarasconi (centrosinistra), ma anche nella gara delle preferenze fra i candidati al consiglio comunale trionfano le donne. Nel centrosinistra, infatti, la più votata (con 459 voti personali) è la deputata ed ex ministra del Pd Paola De Micheli. Nel centrodestra invece al top c’è Sara Soresi (392) candidata nelle liste di Fratelli d’Italia. Anche nel capoluogo della Tuscia la partita sarà tra donne: Chiara Frontini, sostenuta da una serie di liste civiche, se la vedrà con Alessandra Troncarelli, candidata del centrosinistra.
    Due realtà che si discostano sensibilmente con il resto del Paese dove la corsa a sindaco sembra una questione prettamente maschile confermando una tendenza oramai consolidata: la parità di genere, nonostante i passi avanti fatti negli ultimi venti anni, non entra nelle urne. In base ai dati forniti dall’Anci le sindache in Italia sono 1.140, una cifra che rappresenta circa il 15% del totale degli amministratori dei Comuni, una platea che sfiora i 9,5 milioni di persone. Le donne che coprono il ruolo di vicesindaco si attestano al 28%, i presidenti di Consiglio comunale il 32%, le consiglieri comunali il 34% e le assessore comunali il 43%. Una percentuale più alta legata anche al fatto che c’è una norma che prevede all’interno delle giunte comunali un 40% almeno di donne. Dall’analisi geografica delle amministrazioni guidate da donne emerge che in prevalenza sono comuni del Nord (in particolare in Emilia Romagna), meno nel Mezzogiorno e sono spesso realtà piccole, sotto i 2 mila abitanti. In generale le amministrazioni che dal 1988 al 2018 sono stati guidati almeno una volta da una donna sindaca sono 2.720.
    “Non si può dire che gli elettori non abbiano votato le donne – spiega la sociologa Chiara Saraceno commentando il voto di domenica – semplicemente le donne non erano candidate. Non c’era una gran scelta. In Italia i partiti non pensano che le donne siano candidate sulle quali investire. Questo crea effetto scoraggiamento perché una donna dovrebbe dire ‘votatemi’ se sa che il partito poi non la sosterrà”. E la geografia dei neosindaci delle 13 città che hanno scelto il primo cittadino al primo turno (Palermo, Genova, Aquila, Belluno, La Spezia, Pistoia, Asti, Rieti, Oristano, Padova, Lodi, Taranto e Messina) restituisce un en plein tutto maschile. Di centrodestra, centrosinistra o civici ma tutti rigorosamente uomini. 

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    Le sfide delle comunali, 13 i ballottaggi

    Saranno 13 i ballottaggi dei capoluoghi in programma il 26 giugno, dopo la tornata elettorale di domenica scorsa. Le urne hanno dato il verdetto per altrettanti sindaci: 9 sono andati al centrodestra, a cui si può aggiungere Messina in cui ha vinto il candidato di una lista civica che fa riferimento al centrodestra. Tre i sindaci al centrosinistra. Palermo ha cambiato colore (da Cs a Cd) e Lodi ha fatto il contrario (da Cd a Cs).
    Per quanto riguarda i ballottaggi, 7 vedono in testa il centrosinistra, 5 il centrodestra, uno una lista civica.   
    Ecco il prospetto dei 26 capoluoghi.    ————————————————————— –
    ALESSANDRIA (cd) Ballottaggio, in testa cs
    – ASTI (cd) Centrodestra
    – CUNEO (cs) Ballottaggio, in testa cs
    – COMO (cd) Ballottaggio, in testa cs
    – LODI (cd) Centrosinistra – MONZA (cd) Ballottaggio, in testa cd
    – GENOVA (cd) Centrodestra
    – LA SPEZIA (cd) Centrodestra
    – BELLUNO (civ) Centrodestra
    – PADOVA (cs) Centrosinistra
    – VERONA (cd) Ballottaggio, in testa cs
    – GORIZIA (cd) Ballottaggio, in testa cd
    – PARMA (ex M5s) Ballottaggio, in testa cs
    – PIACENZA (cd) Ballottaggio, in testa cs
    – LUCCA (cs) Ballottaggio, in testa cs
    – PISTOIA (cd) Centrodestra
    – VITERBO (cd) Ballottaggio, in testa civica
    – RIETI (cd) Centrodestra
    – FROSINONE (cd) Ballottaggio, in testa cd
    – L’AQUILA (cd) Centrodestra
    – BARLETTA (commis.) Ballottaggio, in testa cd
    – TARANTO (commis.) Centrosinistra
    – CATANZARO (cd) Ballottaggio, in testa cd
    – ORISTANO (cd) Centrodestra
    – PALERMO (cs) Centrodestra –
    MESSINA (commis.) Civico di centrodestra.    

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    YouTrend, centrodestra-centrosinistra quasi appaiati nei capoluoghi

    Il quadro dei risultati delle liste alle elezioni amministrative si completa ulteriormente con l’inclusione dei comuni capoluogo di Sicilia e Friuli-Venezia Giulia, precedentemente non considerati nel computo nell’elaborazione di YouTrend. Con questa aggiunta, il totale delle liste di centrodestra torna davanti, ma solo di mezzo punto (42,3% contro 41,8%) rispetto al centrosinistra.
    Altre novità: il dato del PD – che si conferma primo partito – adesso è superiore a quello delle civiche di centrosinistra, mentre il totale delle civiche di centrodestra scende sotto il 20%.
    Tra le liste di centrodestra, FDI mantiene il primato (10,9%) mentre è testa a testa tra le Lega e Forza Italia, entrambe poco sopra il 6%. Infine, in questa ultima elaborazione di YouTrend, il dato del M5S si conferma inferiore al 3%. E’ quanto si legge nell’analisi elaborata da YouTrend sul voto delle elezioni amministrative.
    Il calcolo del dato aggregato delle liste di partito, in occasione di elezioni amministrative è inevitabilmente viziato da diversi fattori: innanzitutto la (forte) presenza di liste civiche, ma anche il fatto che – spesso – molti partiti nazionali non presentano le proprie liste in tutte le realtà al voto. E’ quanto si legge in un’analisi di YouTrend sulle elezioni amministrative. Per ottenere un dato più realistico della consistenza elettorale, quindi, una nuova elaborazione di YouTrend ha calcolato il dato ottenuto da ciascuno dei principali partiti nazionali tenendo conto solo dei comuni in cui ciascun partito era presente con il proprio simbolo. In questa nuova elaborazione, basata sul totale dei 26 comuni capoluogo, si conferma il primato del PD con il 16,5% davanti a FDI (10,1%), seguiti da Lega e FI (6,4% e 6,2% rispettivamente). Da notare il “balzo” di Azione/+Europa, che si è presentato solo in una minoranza dei comuni al voto e che in questo nuovo calcolo sale al 4,6% superando il M5S – che comunque sale anch’esso al 3,8%. Altra indicazione interessante riguarda ItalExit, il partito di Gianluigi Paragone, che con l’1,8% fa meglio di Italia Viva (1,1%).

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    Ok Camera a ddl su tutela sport nella Costituzione, 365 sì

    “Sono soddisfatta perché tutti i gruppi politici quando si parla di sport hanno condiviso il valore che ha. Lo sport trasmette i principi cardine della nostra Costituzione, ma ora siamo a metà di un percorso, adesso andiamo avanti e speriamo che entro la fine della legislatura lo sport entri in Costituzione”: la sottosegretaria allo sport, Valentina Vezzali, commenta con soddisfazione l’ok della Camera al ddl sulla tutela dello sport nella Costituzione. Un percorso fortemente voluto dalla Vezzali con il sostegno del premier Mario Draghi. Dopo anni di dibattiti sull’inserimento dello sport nella Costituzione l’iter sembra ormai in dirittura d’arrivo. A marzo scorso l’ok in Senato, oggi è arrivato il via libera della Camera, con grande soddisfazione collettiva e bipartisan per una “svolta culturale storica” come ha sottolineato la parlamentare di Forza Italia e atleta paralimpica, Giusy Versace.
    A Montecitorio il provvedimento ha ricevuto 365 voti favorevoli e 2 contrari, con 2 astenuti. Il ddl prevede che all’articolo 33 della Costituzione sia inserita la tutela dello sport per riconoscerne “il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Ora il testo torna al Senato per la seconda deliberazione. “Ripenso alla bambina di undici anni che ero, quando mi sono trovata a leggere la pagella dove la maestra aveva scritto che non avevo raggiunto gli obiettivi per aver dedicato troppo tempo allo sport…. – ha aggiunto Vezzali – Penso a quella che maestra che sosteneva che lo sport facesse male e fosse una perdita di tempo. Mi auguro che quello che stiamo facendo possa entrare nella cultura dei professori che non devono far scegliere i ragazzi tra studio e sport. Chi vuole fare entrambe le cose deve essere portato ad esempio e aiutato”, ha aggiunto Vezzali.

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    Elezioni: Calenda, nel 2023 ci saranno tre poli

     Nel 2023 “ci saranno tre poli: il polo con Pd-5Stelle, quello che costruiranno Azione, +Europa e le liste civiche, diciamo l’area Draghi anche se non mi piace il termine, e dall’altro lato ci sarà la destra sovranista che in Europa è completamente esclusa da qualunque rapporto con la Commissione europea perché sono all’opposizione”. Ne è convinto il segretario di Azione Carlo Calenda intervenuto all’inaugurazione della nuova sede milanese del partito in via Garofalo. “Io penso che il Pd abbia una sua strada – ha aggiunto – che è quella dell’alleanza coi 5stelle alle prossime elezioni politiche. Questo Letta lo ha ribadito ieri”.    

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    Comunali: Swg, il sindaco di Padova il più gradito e conosciuto

    E’ Sergio Giordani, il rieletto sindaco di Padova, il sindaco più noto e che raccoglie maggiore fiducia rispetto ai sindaci eletti a Genova e Palermo. E’ quanto ha rilevato la Swg nello Speciale Election Day nella sua indagine Radar.Nel sondaggio Giordani ha ottenuto il 95% delle risposte positive in fatto di “notorietà” del sindaco ed ha raccolto il 98% della “fiducia” tra gli elettori che l’hanno votato.
    Giordani raccoglie tuttavia molta fiducia anche tra gli elettori che non l’hanno votato: la quota delle risposte favorevoli è infatti del 32%.    
    Gli altri due sindaci, Marco Bucci a Genova e Roberto Lagalla a Palermo hanno rispettivamente ottenuto una quota in fatto di “notorità” del 90% per il primo cittadino ligure e del 65% per quello siciliano.  
    Tra gli elettori che lo hanno votato Bucci ottiene il 96% della “fiducia” e Lagalla il 93%.   Tra gli elettori che hanno votato per un altro candidato, invece, Bucci riceve la “fiducia” del 23% del loro campione e Lagalla del’11%.    
    Nota metodologica Rilevazioni: CATI-CAMI-CAWI Campione: 800 elettori residenti a Genova, 800 elettori residenti a Padova e 800 elettori residenti a Palermo