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    Il Papa: per la prima volta 2 donne eleggeranno i vescovi

    “Io sono aperto che si dia l’occasione. Adesso il Governatorato ha una vice governatrice… Adesso, nella Congregazione dei vescovi, nella commissione per eleggere i vescovi, andranno due donne per la prima volta. Un po’ si apre in questo modo. Come capi dicasteri: laici, non so, penso all’Educazione, Cultura, Biblioteca, che è quasi un dicastero”. Così papa Francesco risponde nell’intervista alla Reuters – di cui è stata diffusa oggi una terza parte – sulla possibilità di nominare laici e donne in posizioni di vertice nella Curia romana.    

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    Grillo: “Subito una legge sul salario minimo, è battaglia di civiltà”

    “In Italia ci sono 4,5 milioni di lavoratori che guadagnano meno di 9 euro lordi all’ora, 2,5 milioni non arrivano a 8 euro e circa 400 mila persone hanno salari così bassi da doverli integrare col Reddito di cittadinanza (Dati Inps). Milioni di persone che, pur lavorando, sono povere. Persone che per sbarcare il lunario tra inflazione e caro bollette, devono applicare leggi fisiche quantistiche!”.
    Lo scrive sul proprio blog Beppe Grillo sottolineando che è “per questo abbiamo l’urgente e vitale bisogno di una legge sul salario minimo, affinché nessuno venga più sfruttato. Da quattro anni – ricorda – i nostri portavoce lavorano per introdurla, e da quattro anni si scontrano con le altre forze politiche che minano di emendamenti la proposta di legge. La proposta del M5s, a prima firma della nostra ex ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, è chiara: introdurre una sorta di test di “dignità” salariale, una soglia minima inderogabile fissata a 9 euro, e rafforzare la contrattazione collettiva “sana”, valorizzando contratti collettivi nazionali di lavoro cosiddetti “leader “, in modo da porre fine alla proliferazione dei cosìddetti CCNL “pirata”. Non possiamo più aspettare – scandisce Grillo -, c’è bisogno di una legge sul salario minimo, per ridurre le disuguaglianze e combattere la precarietà.
    Restituiamo dignità ai lavoratori, ora. E’ la nostra battaglia di civiltà!”.
    “Sotto i 9 euro – scrive il cofondatore del MoVimento – ci sono il 38% dei giovani, il 16% degli over 35 anni, il 21% degli uomini e il 26% delle donne, e i settori di attività più esposti sono il turismo, la ristorazione, la logistica, i beni e le attività culturali, le attività di cura e di assistenza alle persone. Attualmente il salario minimo esiste in 21 paesi su 27 dell’Unione Europea. Non c’è nel nostro paese e in Danimarca, in Finlandia, Austria, Svezia e Cipro.
    Si va dai 332 euro mensili della Bulgaria ai 2.257 euro mensili del Lussemburgo. E mentre i nostri vicini, Francia, Spagna e Germania (12 euro!) – osserva – hanno aumentato i salari per far fronte alla crisi, nel nostro paese gli stipendi sono sempre più da fame”. “L’introduzione di una legge sul salario minimo orario – ribadisce Grillo – è una battaglia che il M5s porta avanti dal 2013, quando la misura fu inserita nella prima proposta di legge sul Reddito di Cittadinanza con lo scopo di aiutare le persone a uscire dalla povertà e aumentare gli stipendi dei lavoratori”.
    “Abbiamo i salari fermi da oltre 30 anni! E in questi 30 anni la crescente disuguaglianza ha reso ancora più arrabbiati i lavoratori. La ricchezza del pianeta si è concentrata nelle mani di poche persone. Pensate che i 3 uomini più ricchi d’Italia posseggono il totale delle ricchezze dei 6 milioni di italiani più poveri. Possiamo riscrivere un nuovo sistema economico, che non funzioni solo per i ricchi e i potenti, ma per tutti”, conclude.

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    Incontro Di Maio-Sala a Milano

    Si è concluso dopo oltre un’ora e mezza il faccia a faccia tra il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e il ministro degli Esteri e leader di Insieme per il futuro, Luigi Di Maio. Il ministro ha lasciato in auto la casa del sindaco, nel quartiere centrale di Brera, e non ha voluto rilasciare dichiarazioni alla stampa. Ha soltanto salutato i maturandi del liceo classico Parini, che si trova nella stessa via.

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    Al via il Festival “Come il vento nel mare”

    Riprende dopo quasi due anni di interruzione per l’emergenza Covid il festival “Come il vento nel mare” di Cori, arrivato alla quinta edizione. 
    Che danni economici, sociali, personali fanno le fake news? Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa presenterà, la sera di giovedì 7 luglio, nel borgo medievale, dati e analisi sulle false informazioni nel campo della sanità e sulla pandemia in particolare. Alle 20 ci saranno i saluti del presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli e poi il dibattito “Quanto pesa una bufala: i costi economici e sociali delle fake news”. Con il sottosegretario Costa, discuterà il giornalista Stefano Pisani del sito satirico Lercio.it, basato su fake news dichiarate, per ridere e riflettere. Modera il giornalista del Tg1 Roberto Chinzari.
    La sera di venerdì 8 luglio sarà dedicata invece alle “storie”. Come entusiasmo, dedizione, sofferenza e successo possono cambiare le vite singole e la comunità. Alle 19,30 il direttore di Radio Radicale, Alessio Falconio e il direttore del quotidiano Latina Oggi, Alessandro Panigutti, dialogano con l’attrice Lina Siciliano e la scrittrice e sceneggiatrice Alice Urciolo su “La vita, l’impegno, la passione: quando una storia racconta il mondo”. Lina Siciliano, protagonista del film “Una femmina”, viene da una vicenda familiare difficile, ha passato i primi anni in casa famiglia. Urciolo, originaria di Priverno, ha scritto “Skam Italia” e “Prisma”, serie sull’adolescenza e il romanzo “Adorazione”, su una ragazza uccisa dal fidanzato e dai suoi amici. Alle 20,30 la giornalista di radio 24 Betta Fiorito intervista la scrittrice Edith Bruck. Partecipera’ la responsabile del Tgr Lazio, Roberta Serdoz. In collegamento, la vicedirettrice del Corriere della Sera, Fiorenza Sarzanini, autrice di “Affamati d’amore”, libro, anche autobiografico, sull’anoressia. Serdoz, Siciliano, Urciolo, Bruck e Sarzanini riceveranno poi il premio Cora (antico nome di Cori), su disegno dell’artista newyorkese Marco Galeotta, ispirato alla farfalla, simbolo di trasformazione e di rinascita.
    Come spiegano Vito Miceli, Giovanna Cunetta e Andrea Alicandro, ideatore, organizzatrice e direttore della manifestazione, lo spirito di quest’anno è un messaggio di speranza, la convinzione che con la volontà, il lavoro, la resistenza si può risorgere anche da tragedie come quelle che stiamo vivendo. Entrambe le serate si chiuderanno con “A riveder le stelle”, osservazione del cielo e delle costellazioni assieme all’astrofisico Paolo Colona, direttore dell’Accademia delle Stelle.

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    Draghi-Erdogan uniti sull'Ucraina, resta il nodo dei migranti

    Il fronte comune della condanna della guerra in Ucraina, e della ricerca di soluzioni, a partire dalla crisi del grano, che diano primi segnali di un percorso verso la pace. Ma anche il coordinamento per la stabilizzazione della Libia. La collaborazione sul gas. Il futuro dei rapporti con l’Europa. Il vertice tra Italia e Turchia, a dieci anni dall’ultimo incontro intergovernativo, è per Mario Draghi sì l’occasione per rinsaldare il rapporto tra due paesi “partner, amici alleati”, ma anche per lanciare un avvertimento suimigranti all’amico Erdogan, alla Grecia, e all’Europa: gli sbarchi, che sono triplicati proprio sulla rotta orientale, oramai hanno raggiunto “il limite” anche per un paese aperto e accogliente come l’Italia.
    Il vertice intergornativo tra Italia e Turchia “indica la volontà comune di rafforzare la collaborazione: Italia e Turchia sono partner, amici alleati”, ha detto Draghi al termine dell’incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Italia e Turchia hanno firmato 9 accordi per “rafforzare la cooperazione”, ha riferito Erdogan. Il presidente turco ha fatto sapere che l’obiettivo per quest’anno è arrivare a un’interscambio economico di 25 miliardi di dollari.”C’è la volontà comune di rafforzare la partnership tra Italia e Turchia, i due paesi lavorano insieme per una pace stabile e duratura” .Lo afferma Mario Draghi nel corso della conferenza stampa al termine del vertice. Draghi ha anche auspicato un rapido sblocco del trasporto delle derrate alimentari. Il premier ha tra l’altro ricordato i legami storici tra Italia e Turchia, primo partner commerciale nell’area del medio oriente.

    L’arrivo di Draghi ad Ankara

    IL PROBLEMA DEL GRANO
    “Al G7 di Elamu ho riportato le parole del segretario delle nazioni unite. Si tratta di un piano incoraggiante non occorre sminare i porti sono stati individuati uno più corridoi sicuri. Il gruppo di lavoro in cui la Turchia ha un ruolo centrale deve garantire che non ci siano attacchi russi e che le navi non portino armi. Le tre parti Onu, nazione Unite e Ucraina ci sono, si sta aspettando l’adesione del Cremlino”. Così Draghi aggiungendo che “I nostri negoziati” per un corridoio del grano nel Mar nero “vanno avanti. Al momento non abbiamo una crisi su questo ma in Africa c’è un grandissimo problema. Per questo speriamo ci sia un accordo” tra Putin e Zelensky “anche sotto l’ombrello Onu. Cerchiamo di arrivare ad un risultato tra 10 giorni” ha invece detto Erdogan. 
    IL NODO  MIGRANTI
    “La gestione dell’immigrazione deve essere umana, equa ed efficicace. Noi cerchiamo di salvare vite umane. Ma occorre anche capire che un paese che accoglie non ce la fa più. E’ un problema che il ministro Lamorgese ha posto in Europa, lo ha detto qui e lo diremo alla Grecia quando la incontreremo. Forse noi siamo il paese meno discriminante e aperto, ma anche noi abbiamo limiti e ora ci siamo arrivati” ha detto  Draghi rispondendo ad una domanda sull’immigrazione, Per Erdogan. “La Grecia ha cominciato ad essere un minaccia anche per l’Italia”. Il leader turno ha poi accusato Atene di respingimenti di migranti nell’Egeo. 
    Erdogan ha porto al premier Draghi le condoglianze per i deceduti della Marmolada in apertura della conferenza stampa dei due ad Ankara.”Speriamo in una rapida guarigione dei feriti”, ha detto il presidente turco.

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    Il Superbonus blocca il dl aiuti, tutti per la fiducia tranne i 5s

    Tensioni e accuse reciproche e maggioranza che si divide ancora una volta sul superbonus. Si chiude con un nulla di fatto la lunga giornata nell’Aula della Camera impegnata a discutere il decreto aiuti. Una corsa contro il tempo visto che il testo deve essere convertito in legge entro il 16 luglio e manca ancora il via libera di palazzo Madama. I partiti che sostengono il governo sono in fibrillazione e nonostante palazzo Chigi abbia per tutto il giorno mostrato la massima disponibilità al dialogo con i partiti,concedendo loro tutto il tempo possibile per evitare la fiducia ( a patto che trovassero un accordo in tempi congrui) l’intesa non si raggiunge. E il tempo stringe – si rimarca – per una misura che vale più di 20 miliardi che devono essere erogati a favore dei cittardini e del sistema paese. Una situazione di stallo che sta spalancando, nei fatti, la strada della fiducia.E ciò nonostante la massima disponibilità dell’esecutivo ad evitarla.
    La tensione è alle stelle, con il Movimento che punta i piedi A mettere in discussione il via libera al provvedimento è la parte che riguarda il superbonus, uno dei provvedimenti bandiera dei pentastellati. Le riunioni della maggioranza con il governo si sono tutte chiuse con una fumata nera. L’aula riprenderà tra poche ore preceduta da una ultima trattiva per tentare di raggiungere un’intesa in extremis che ricompatti tutto. Il nodo che sta portando verso il crinale del voto di fiducia sarebbe la richiesta dei pentastellati di modificare la norma sul superbonus contenuta nel decreto a cui l’Esecutivo ha detto di no perchè, stando a quanto viene spiegato, ci sarebbe un problema di coperture (circa 3 miliardi) che mancano all’appello.
    A trattare direttamente è il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà che in serata, di fronte alla spaccatura della maggioranza, annuncia che si deciderà ora con palazzo Chigi come andare avanti: “In stretto collegamento con la Presidenza del Consiglio, ho sondato tutte le forze della maggioranza per capire se fosse possibile trovare un accordo per evitare di porre la questione di fiducia sul decreto Aiuti. A questo punto il bandolo della matassa è nelle mani del premier. Di fronte al rischio della via del non ritorno,l’unica strada percorribile, si rimarca in ambienti parlametari, è quella di far porre la fiducia al governo. Un modo, spiegano, per evitare di accontentare un partito rispetto agli altri.
    Ad alzare la voce è stato Matteo Salvini. Il leader della Lega incontrando i suoi parlamentari ha messo in evidenza come l’ esecutivo applichi “due pesi e due misure”, ed accusa il cosiddetto “campo largo” di mettere a rischio l”approvazione del provvedimento. Una presa di posizione che non è piaciuta al Partito Democratico: “E’ la Lega che inventa le divisioni – hanno replicato fonti Dem – Il Pd con serietà e responsabilità lavora all’approvazione del provvedimento”. Questo quadro rende sempre più complicato il prossimo faccia a faccia di Giuseppe Conte con il capo del governo. Un incontro che, viste le premesse, parte sicuramente in salita. Alle 13 il presidente dei pentastellati ha convocato il Consiglio nazionale del Movimento per fare il punto della situazione prima del colloquio con Draghi.
    A tirare la corda ci si mette anche la Lega, che oltre ad alzare di nuovo il tiro contro i provvedimenti sulla cannabis e lo ius scholae punta i piedi contro la riforma dei taxi contenuta nel disegno di legge sulla concorrenza. Il governo ha fatto sapere, tramite il vice ministro Bellanova “di essere pronto al dialogo senza però stralciare la norma” ma il partito di via Bellerio avvisa: “Questa materia infine e’ fuori dalle riforme previste dal programma di governo e rischia di diventare un tema altamente divisivo”.    

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    M5s al vertice di maggioranza: 'Accordo sul 110% o niente fiducia'

    I 5 stelle,  secondo quanto riferito di alcuni partecipanti, durante la riunione di maggioranza in corso alla Camera hanno ipotizzato di non votare la fiducia al decreto aiuti finché non ci sarà l’accordo sulla questione del Superbonus al 110%. Gli altri partiti, a partire dal Pd, starebbero provando a mediare per trovare una soluzione. 
    Bernini: grave errore alimentare le fibrillazioni”Mentre il premier è impegnato in un importante vertice ad Ankara per affrontare col presidente turco questioni cruciali come la carenza di gas in Europa e il blocco del grano ucraino, a Roma si sta bloccando in Parlamento un altrettanto cruciale decreto Aiuti. A distanza di pochi giorni dal vertice della Nato, il governo viene messo di nuovo in difficoltà mentre sarebbe necessario recuperare lo spirito di unità nazionale su cui è nata questa maggioranza. Con le molteplici emergenze in atto, alimentare le fibrillazioni politiche significa minare non solo la indispensabile stabilità, ma anche la fiducia dei cittadini nella politica”. Lo dichiara in una nota la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini.

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    Clima: Mattarella, ci sono Paesi che non si impegnano

    “Ci sono Paesi che non si impegnano su questo fronte che riguarda tutti. Occorre richiamare tutti a assumere quegli impegni assunti nelle convenzioni internazionali ma anche assumere impegni ulteriori” nella lotta al cambio climatico. Lo afferma il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel palazzo presidenziale di Maputo a fianco del presidente del Mozambico Filipe Jacinto Nyusi. “Se non c’è questo impegno sistemico sarà difficile garantire una vita accettabile alle future generazioni su questa terra”.