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    Centrodestra, tensione sulla premiership. Oggi il vertice dei leader

    Sarà il vertice del compromesso o dell’unità necessariamente ritrovata, viste le elezioni a breve e i favori dei sondaggi. O almeno è l’auspicio di molti. Sulla reunion del centrodestra nel pomeriggio, 71 giorni dall’ultima volta – era il 17 maggio e i big dei tre partiti pranzarono insieme ad Arcore, ma finirono per litigare sulle amministrative – pesa ora il macigno della premiership. A Giorgia Meloni che non molla la presa sulla regola aurea per cui il candidato premier lo sceglie chi incassa più voti nella coalizione, Forza Italia oppone disinteresse. “E’ un tema che non mi appassiona”, smonta la questione Silvio Berlusconi.

    Elezioni, Lupi: ‘Vogliamo essere il pilastro del Centrodestra’

    Agenzia ANSA

    In una intervista a ‘La Repubblica’ la ministra spiega le ragioni che l’hanno spinta a lasciare FI (ANSA)

    Difficile però immaginare che la presidente di Fratelli d’Italia si accontenti e ceda. Più probabile è che ogni partito indichi il proprio candidato, prima del 25 settembre. Poi, il verdetto finale verrà dalle urne. Al tavolo, dalle 17, sono invitati anche i ‘centristi’ di Udc e Noi con l’Italia. Stessa squadra riunita finora a Villa Grande, insomma, ma con Meloni a fare la differenza. In primis sulla location: niente più ville private, era la sua richiesta e l’ha spuntata. Stavolta ha vinto il terreno neutro e istituzionale di Montecitorio, e probabilmente saranno tutti nella sala più grande di cui dispone la Lega lì. Per Berlusconi sarà il gran ritorno dal 9 febbraio, quando superato il Covid venne a incontrare Mario Draghi e salutò il presidente incaricato ed ex banchiere con un “Ciao ciao”. Ora, in un’intervista al Corriere il ‘patriarca’ azzurro elenca quello che davvero interessa agli italiani e cioè “le proposte per uscire dalla crisi” su tasse, lavoro, ambiente.

    La mappa elaborata da Youtrend. Coalizioni determinanti in 67 collegi: molto dipenderà dalle alleanze. Si va da quello di Sesto San Giovanni a Ragusa (ANSA)

    Altro che scegliere il successore di Draghi a Palazzo Chigi – sembra dire il Cavaliere alla sua ex ministra per la Gioventù – le urgenze sono altre. Più tranchant è il suo vice Antonio Tajani che frena così: “Serve una squadra, non un uomo o una donna sola al comando”. In mezzo si pone Matteo Salvini, che ripete il mantra che “chi prende un voto in più sceglie, vince e governa”. Si accoda Maurizio Lupi che presenta il suo nuovo simbolo a Napoli e sminuisce: “Le regole ci sono da 30 anni. Quella della leadership è un falso problema”. Eppure Salvini, che tenta la pace, relega il dibattito alla voce “tempo perso”. Da qui l’invito, che farà domani agli altri alleati: “Gli dirò di concentrarci solo sui temi e sull’idea di Italia”. Più del programma però, saranno altri nodi a tenere banco a partire dalla distribuzione dei collegi uninominali. Anche su questo FdI è ferrea: le regole non si cambiano e quindi contano i sondaggi. E Ignazio La Russa, storico ‘colonnello’ del partito, rammenta che si farà la media fra i tre migliori sondaggi, “tutto qui”. Un criterio che sulla carta premierebbe i ‘patrioti’. Un rischio che preoccupa la Lega soprattutto al nord: è lì che la leader romana ha gettato, da mesi, la rete e non a caso è Milano la città che ha scelto ad aprile per la conferenza programmatica, in stile quasi convention americana. Si teme dunque che il suo partito lanci adesso un’opa sui collegi del profondo nord, contendendoli ai leghisti. Sono loro a rischiare di più e per scacciare i cattivi pronostici (gli ultimi fermano il partito al 13%) Salvini azzarda: “Non mi accontento di meno del 20%. Ci arriviamo”, ricordando che “alle ultime politiche ci davano al 10 e siamo arrivati al 17%. I cittadini scelgono”. Per il ‘Capitano’ non c’è tempo da perdere e la corsa elettorale accelera ritmi e impegni. Domenica tornerà in Romagna per la festa della Lega a Cervia e chissà che non metta piede pure al Papeete di Milano Marittina, che lo vide chiedere i pieni poteri in costume e poi rompere il patto gialloverde. Adesso, invece, sarebbe in versione costruens. In marcia anche Meloni che giovedì ha convocato la direzione del partito in vista del voto. Più fiaccata è FI, ‘orfana’ ormai di Mara Carfagna che lascia il partito convinta che la non fiducia a Draghi sia stata “una scelta di irresponsabilità”. E che “il Rubicone è stato varcato”.

    Agenzia ANSA

    “Io ho dato la mia disponibilità al centrodestra e la riconfermo. Ovviamente mi aspetto un chiarimento col centrodestra. Credo sia doveroso e urgente. Aspetto un chiarimento – ha evidenziato Moratti – dopodiché mi riterrò libera e indipendente di fare le mie scelte” (ANSA)

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    Calenda apre ma non molla: 'Intese sui collegi o avanti da soli'

    Il veto assoluto sui 5 stelle, perché “chi ci vota sa che non faremo accordi con loro”. L’apertura più ampia al dialogo, con la postilla che “non con tutti si faranno alleanze”. E il tema della premiership: “O è Mario Draghi o mi candiderei io”. Carlo Calenda parla alla coalizione potenziale che, nelle sue intenzioni, dovrebbe formarsi come argine ai “sovranisti che hanno fatto cadere il governo”. E si rivolge al Pd illustrando, con estrema chiarezza, le due soluzioni sul tavolo: “Fare un tecnico sui collegi, mantenendo la nostra differenza, oppure andare da soli”.    All’indomani della presentazione del ‘Patto Repubblicano’ insieme a Più Europa, il leader di Azione punta a restare protagonista di un’intesa nel centrosinistra che si costruisca sui temi: “Noi abbiamo presentato un patto aperto a quelli che non hanno fatto cadere Draghi – afferma -. Letta farà le sue riflessioni”. I due potrebbero incontrarsi molto presto, per affrontare questa ed altre questioni aperte. In Azione c’è la consapevolezza delle diverse sensibilità nel Partito Democratico, ma il tempo stringe e bisogna decidere da che parte stare. “Noi pensiamo ad un governo Draghi bis con una forte componente riformista e ci candidiamo a far questo, ma – premette Calenda – un Paese non si può fermare solo ad una persona, per cui se domani Draghi dicesse che non è disponibile allora mi candiderei io, spiegando come intendo governare questo paese”.    Per ora, ancora senza alleati, è Matteo Renzi, che commenta così l’incontro avuto ieri con il segretario di Azione: è andato “bene, come sempre tra amici, ma l’amicizia non è sufficiente, bisogna vedere se condividiamo le idee”. L’ex premier prospetta, quindi, un “passaggio molto importante” in cui “le alleanze non si fanno sulla base dell’alchimia o del gioco delle coppie”, bensì mettendo al centro le scelte per i cittadini”: quindi sì al Mes per “dare più soldi alla sanità, e potenziamento dell’assegno unico per i figli. “Se su queste cose siamo d’accordo, allora si può andare insieme alle elezioni”, chiosa.    Secondo Calenda il trait d’union può e dev’essere l’agenda Draghi. Un programma condiviso anche dai tre ministri che dopo la crisi, hanno lasciato Forza Italia: Mariastella Gelmini, Renato Brunetta e Mara Carfagna. Dalla prima è già arrivato un feedback positivo, a cui seguirà un faccia a faccia con il leader di Azione. Gli altri due, al momento, non si sbilanciano.    Di contro, le forze politiche che si mostrano già molto critiche nei confronti del “Patto Repubblicano” sono Europa Verde e Sinistra Italiana. “Io col programma di Calenda non ho nulla a che vedere”, taglia corto il capo di SI, Nicola Fratoianni. Ma anche tra i dem ci sono dei distinguo: “Bisogna ponderare bene le alleanze, soprattutto con chi può limitare la nostra proposta politica”, dice Matteo Orfini. E la collega Laura Boldrini avverte: “Bisogna poi fare molta attenzione alle alleanze in campagna elettorale, che devono essere coerenti”.     

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    Elezioni, vertice tra Letta, Sala e Di Maio. Il sindaco di Milano: 'Non sono della partita, do una mano'

    “Pronto a fare una lista nazionale? No, sto solo cercando di dare una mano, è chiaro che Letta è il segretario di un partito che per me è un riferimento, non essendo il mio partito, ed è un amico da tanti anni, quindi più che altro volevo capire la situazione. Io non sarò parte di questa partita ma questo l’ho detto molte volte. Da qua a disinteressarmi per un momento così delicato per questo Paese ce ne passa”. 
    A chi gli ha domandato se sia pronto a fare una lista insieme a Di Maio, Sala ha risposto: “Ripeto, io non sarò parte diretta della creazione di nulla, però il mio interesse a capire il mondo del centrosinistra, come sarà e come affronterà questo momento delicato, c’è. Ci sono principi fondamentali – ha aggiunto – che sono alla base del mio modo di vedere la politica, i miei valori, l’idea di dare importanza e peso al ruolo dell’ambiente, a un credo europeista totale: queste sono le cose che porto sempre al mio amico Letta”.
    Lo ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala, davanti alle telecamere di Fanpage.it e Fattoquotidiano.it dopo l’incontro a Roma con il segretario del Pd Enrico Letta e Luigi Di Maio, leader di Ipf e ministro degli Esteri.
    “Mai come in queste elezioni il voto italiano sarà il più determinante di sempre nella storia europea. Il voto darà un risultato chiaro e andrà in una direzione o nell’altra, il pareggio non è contemplato. Non c’è pareggio, o vince l’Europa comunitaria o quella dei nazionalismi”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, nella relazione alla direzione nazionale alla Camera. “La scelta è fra noi e Meloni”.

    Elezioni, Letta: ‘Non ci sara’ pareggio, o noi o Meloni’

    Sui diritti “la differenza fra noi loro mai è stata così forte e marcata come oggi. Per noi è il momento, per loro non lo è mai. Mai come questa volta è in gioco il futuro della società italian e di centinaia di migliaia di giovani che vogliono vivere in una società in cui si è liberi o sei messo dentro delle caselle costruite sul passato”.
    “Forza Italia è un partito con cui abbiamo collaborato al governo, abbiamo lavorato bene. Poi, improvvisamente, questa scelta incomprensibile che gli sta portando una frana di consensi e dirigenti. Fi ha deciso di sciogliersi dentro la Lega, ed è un punto di non ritorno, ma lì si è aperta una voragine, dentro il centrodestra. O noi convinciamo una parte degli elettori che hanno votato lì o sarà difficile giocarla solo sugli astensionisti. Dobbiamo parlare anche con chi ha votato Fi alle ultime elezioni o le liste civiche”.
     “Quello che dobbiamo fare della nostra partecipazione alle elezioni è una partecipazione che sarà centrata su una lista, la nostra lista, del Pd, che vogliamo aperta ed espansiva soprattutto a chi ha condiviso il progetto delle agorà, penso ad Articolo 1 e Demos”.

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    Ma chiudono del tutto con Calenda e transfughi di Forza Italia (ANSA)

    “A chi ha tentazioni” di tornare col M5s “a chi dice ‘ripensiamoci’ l’invito è a guardare a cosa pensano gli elettori, il loro giudizio è lapidario”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, nella relazione alla direzione nazionale, in corso alla Camera.

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    La mappa elaborata da Youtrend. Coalizioni determinanti in 67 collegi: molto dipenderà dalle alleanze. Si va da quello di Sesto San Giovanni a Ragusa (ANSA)

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    Centrodestra, tensione sulla premiership. Mercoledì il vertice dei leader

    Il vertice di centrodestra si terrà mercoledì 27 luglio alle 17 a Montecitorio. Parteciperanno – tra gli altri – il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi; il segretario della Lega, Matteo Salvini; la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni; i vertici dell’Udc Lorenzo Cesa e Antonio De Poli e Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia.

    Elezioni, Lupi: ‘Vogliamo essere il pilastro del Centrodestra’

    Agenzia ANSA

    In una intervista a ‘La Repubblica’ la ministra spiega le ragioni che l’hanno spinta a lasciare FI (ANSA)

    “Meno tempo si passa a litigare e meglio è, sceglieranno gli italiani, non vedo dove sia il problema. Chi prende un voto in più sceglie, vince e governa, non capisco dove sia il problema”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini a Rtl 102.5 parlano del nodo della premiership.E ha aggiunto: “Stamattina riunisco tutti i ministri e i governatori della Lega perché c’è il taglio dell’Iva sul pane, pasta, riso, latte, frutta e verdura che si può ottenere già questa settimana. Di questo mi vorrei occupare. Passare le giornate su leadership, collegi e candidature mi sembra tempo perso”. 

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    La mappa elaborata da Youtrend. Coalizioni determinanti in 67 collegi: molto dipenderà dalle alleanze. Si va da quello di Sesto San Giovanni a Ragusa (ANSA)

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    Si-Verdi anima critica del centrosinistra, Pd ricucia con M5s

    Un progetto solidale ed ecologista che si propone di fare il tutto per tutto per ricucire il rapporto tra l’area che fa riferimento al Partito democratico e il Movimento 5 stelle, in ottica anti-destra. Europa verde e Sinistra italiana hanno presentato il loro simbolo a Villa Borghese a Roma, schierando i propri leader Angelo Bonelli ed Eleonora Evi per i verdi e Nicola Fratoianni per Si. Il tandem elettorale, secondo il sondaggio di BiDiMedia diffuso dai due partiti in occasione della presentazione, vale il 4,5%, ma come da copione, si ripromette di crescere e aggregare nuove realtà locali. Non a caso, in alto, sopra loghi dei due schieramenti si legge la dicitura ‘Reti Civiche’, a chiudere il simbolo che correrà alle prossime elezioni. Mancano solo due mesi e il primo passo resta costruire un’alleanza che possa reggere il confronto con la corazzata di centro-destra, dice Bonelli: “Lavoreremo assieme affinché si possa recuperare un rapporto anche con il Movimento 5 stelle, abbiamo necessità di costruire un fronte democratico” e lo ripete Fratoianni: “Continuo a rivolgermi a Enrico Letta e a Giuseppe Conte, affinchè si ricostruisca un filo del dialogo”. Confini aperti, non proprio a tutti.    L’allargamento del “fronte democratico” mostra delle difficoltà quando si parla di uno dei possibili interlocutori di Enrico Letta, perno dell’alleanza di centro-sinistra, cioè Carlo Calenda. Al leader di Azione, che oggi dà la sua eventuale disponibilità a ricoprire il ruolo di premier, Bonelli suggerisce: “Conosci i tuoi limiti, così non fai cazz….”, mentre Fratoianni si smarca: “Io col programma di Calenda non ho nulla a che vedere”. Ed è il leader di Si a calcare la mano su Azione e le possibili new entry da ricercare tra i transfughi di Forza Italia, con Renato Brunetta e Mariastella Gelmini in testa: “Non mi trovera’ mai nessuno sulla stessa strada di chi da ministro insultava un lavoratore, di chi ha tagliato in modo impressionante i finanziamenti alla scuola pubblica. Non avro’ mai un programma comune con chi sostiene queste cose”. 

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    Ddl concorrenza: Camera, ok al testo, torna al Senato

    Via libera dell’Aula della Camera al ddl Concorrenza. Il testo, approvato a Montecitorio con 345 voti a favore e 41 contrari (Fdi e Alternativa), torna in terza lettura al Senato: a Montecitorio è stata stralciata la norma relativa ai taxi.L’Aula della Camera voterà giovedì la Relazione al Parlamento 2022 (ai sensi della legge n. 243/2012, art. 6) Presentata dal Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco al Consiglio dei ministri di oggi. Lo hanno deciso i capigruppo di Montecitorio. Per questa votazione è richiesta la maggioranza assoluta.

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    Le attività del governo non si fermano, l’esecutivo ha ancora tanto da fare sempre nel perimetro delle funzioni che gli competono in questa fase. (ANSA)

    “In un momento congiunturale come quello attuale il ddl concorrenza interviene con alcune misure strutturali destinate a dare una risposta concreta alle presenti e future esigenze del nostro sistema produttivo. Realizziamo riforme importanti, in grado promuovere un maggiore dinamismo concorrenziale, di rilanciare la competitività del sistema-Paese e favorire lo sviluppo dell’economia reale, dal diritto dell’impresa, all’energia, al mondo del commercio e dei consumatori, passando per una migliore qualità ed efficienza dei servizi pubblici. Con l’approvazione del provvedimento, inoltre, onoriamo uno tra i principali impegni assunti con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ora il provvedimento torna per l’ultima lettura al Senato”. Lo dichiara Gilberto Pichetto, senatore di Forza Italia e viceministro allo Sviluppo economico, dopo il via libera al disegno di legge sulla concorrenza, approvato oggi in seconda lettura alla Camera.”Noi non permetteremo che in questo Paese si inneschi un’agenda contrapposta a quella di Mario Draghi, tanto meno se teleguidata da altri Paesi che hanno gioito della fine del governo”. Lo ha detto Sara Moretto, deputata di Italia Viva, nel corso della dichiarazione di voto sul Ddl Concorrenza. “Non accettiamo ambiguità – ha continuato – nei rapporti con Putin, non arretriamo di un centimetro sul dovere di restare in Europa, non rinunciamo alla battaglia di modernità del nostro Paese di cui anche questo Ddl si fa carico. In questi giorni in molti si sono impegnati nell’elencare i danni conseguenti alla caduta del governo Draghi provocata dal Movimento 5 Stelle, Lega e Forza Italia. Si tratta di un governo che ha permesso all’Italia di uscire dalla pandemia, che stava gestendo una difficilissima crisi energetica, che ha tenuto una posizione chiara sul conflitto russo-ucraino, che si preparava a emanare nuove misure di sostegno a famiglie e imprese. Lo stralcio dell’articolo sulla riforma del trasporto pubblico aggiunge a tutto questo amarezza. Ciò consentirà a chi l’ha provocata di cavalcare ancor di più e meglio la protesta di coloro che nelle scorse settimane hanno interrotto un servizio pubblico dichiarandosi indisponibili a qualsiasi riforma”. “Italia Viva non crede che la soluzione a un problema possa essere il continuo rinvio, ignorando le necessità degli utenti e dando uno schiaffo ai tanti operatori che in queste settimane hanno dimostrato senso di responsabilità, lungimiranza e visione al tavolo convocato dalla vice-ministra Bellanova, che ringrazio per quanto fatto”, ha concluso.”Da quando è stata emanata la direttiva Bolkestein siamo stati dalla stessa parte, è proprio il caso di dire “stessa spiaggia, stesso mare”… Abbiamo cercato di difendere un’eccellenza italiana, un mestiere antico inventato qui a fine ‘800 su cui sarebbe giusto intervenisse l’Unesco dichiarandolo patrimonio immateriale dell’umanità e, anziché attivare legittimi propositi di riforma per ottimizzarlo e qualificarlo, si rischia di cedere ad aziende straniere. Sarà difficile per il Pd, ma anche per gli altri, fare campagna elettorale in spiaggia. Nel caso in cui vincessimo, Fratelli d’Italia s’impegna a far scadere la delega del decreto legislativo, per i balneari e per tanti altri settori toccati e stravolti dal ddl concorrenza che ignorando il principio della reciprocità si scagliano contro imprese familiari senza offrire alcun nuovo spazio sul mercato europeo”. E’ quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.”Oggi abbiamo approvato il ddl Concorrenza, un provvedimento fondamentale per l’attuazione del Pnrr e per l’erogazione delle risorse europee. Un provvedimento su cui, grazie al contributo della Lega, molti punti sono stati migliorati: dal tema dell’idroelettrico alla gestione in house per i servizi pubblici, dai farmaci equivalenti alle concessioni balneari per tutelare le micro, piccole e medie imprese e soprattutto per tutelare coloro che hanno una fonte di reddito prevalente dalla concessione. E sullo stralcio dell’art.10 in materia di taxi e Ncc se il Governo ci avesse ascoltato subito avremmo evitato le sabbie mobili in cui si era impantanato questo disegno di legge. La Lega difende il lavoro e la capacità di impresa in Italia, su questo non facciamo sconti a nessuno. Nel silenzio generale dei gufi di sinistra, quelli che dicevano che la crisi di governo avrebbe fermato il Pnrr. Invece tutto prosegue più rapidamente”. Lo ha detto il deputato della Lega Edoardo Rixi nel suo intervento in Aula nel corso degli interventi per la dichiarazione di voto finale.

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    Draghi: 'Il governo non si ferma, ancora tanto da fare'

    Le attività del governo non si fermano, l’esecutivo ha ancora tanto da fare sempre nel perimetro delle funzioni che gli competono in questa fase. E’ il ragionamento che ha fatto il presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso dell’incontro con le parti sociali in mattinata a Palazzo Chigi..
    Il premier ha ribadito la volontà di coinvolgere tutti in questa fase di emergenza, per fronteggiare la flessione dell’economia e una stagione autunnale che si attende molto complessa. Lo riporta Palazzo Chigi.
    Da parte dei rappresentanti delle categorie presenti, si spiega, è stato espresso apprezzamento al presidente Draghi per il lavoro instancabile e per il prestigioso e appropriato collocamento internazionale dell’Italia in questo delicato momento storico. Il presidente Draghi ha concluso con l’impegno del governo a rispondere in modo positivo ai molti punti sollevati dalle associazioni presenti.
    Nuovo dl contro effetti inflazione, energia, siccità Il nuovo decreto aiuti bis conterrà misure per dare sollievo a famiglie e imprese dagli effetti di una serie di emergenze come caro-energia, inflazione, covid e siccità. E’ quanto indicato nella relazione del presidente del consiglio Mario Draghi e del ministro dell’economia Daniele Franco illustrata in cdm, in cui si evidenzia un miglioramento del deficit per 14,3 miliardi, che andranno interamente al nuovo provvedimento. Il decreto intende “contrastare – si legge nella relazione – gli effetti su individui, famiglie, imprese ed enti pubblici legati all’incremento dei prezzi dei prodotti energetici e più in generale dell’inflazione, al perdurare della diffusione del virus Covid-19, alle ripercussioni del prolungato periodo di siccità, nonché per ristorare le amministrazioni centrali dello Stato per le risorse utilizzate a copertura di precedenti provvedimenti di urgenza adottati nel corso dell’esercizio. Si tratta, in particolare, dell’abbattimento degli oneri di sistema sull’elettricità e sul gas disposto per il terzo trimestre dell’anno”.
    La relazione del governo, intervento senza indugio per famiglie e imprese”L’incremento dell’inflazione, dovuto soprattutto ai prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime, le difficoltà determinate dall’attuale situazione internazionale, il perdurare della diffusione del virus Covid-19 e le ripercussioni del prolungato periodo di siccità richiedono l’adozione, senza indugio, di un provvedimento di urgenza con cui contrastare le conseguenze negative sui cittadini, sulle famiglie, sulle imprese e sulle prospettive di crescita del Paese”. E’ quanto si legge nella relazione al Parlamento, firmata dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dal ministro dell’Economia Daniele Franco con la richiesta di utilizzare a questo scopo i 14,3 miliardi di minor deficit stimati finora per il 2022.
    Via libera del Cdm alla relazione sugli  obiettivi di finanza pubblica Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del Presidente Draghi e del Ministro Franco, la relazione al Parlamento che aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica e il relativo piano di rientro, e che sarà presentata alle Camere per l’autorizzazione. Nei primi sei mesi dell’anno, nonostante l’evolversi della situazione internazionale, il quadro tendenziale di finanza pubblica ha fatto registrare un sostanziale miglioramento. Lo riferiscono da Palazzo Chigi.

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    Elezioni: Youtrend, Giugliano e Fiumicino collegi più aperti

     “Le elezioni politiche si decideranno nei collegi uninominali del Rosatellum: questo è quanto emerge dall’ultima mappatura elaborata da YouTrend in partnership con Cattaneo Zanetto & Co, basata sulla legge elettorale in vigore e sull’ultimo sondaggio Quorum/YouTrend per Sky TG24”. Così in un comunicato.    “Se il centrodestra a livello nazionale è avanti, sono ancora numerosi i territori dove la coalizione favorita è incerta o in bilico, a volte per pochissimi voti. Poiché il Rosatellum prevede che nei collegi elettorali i candidati possono essere sostenuti da coalizioni, queste ultime sono determinanti. Per questo motivo sono stati considerati tre scenari: nello scenario A il PD e le forze di sinistra sono alleati con i centristi ma non con i 5 Stelle, nel B non sono alleati né con i centristi né con i 5 Stelle e nel C sono alleati con i 5 Stelle ma non con i centristi”.    “Ad oggi sono fino a 67 (43 alla Camera e 24 al Senato nello scenario C) i collegi uninominali contendibili dalle coalizioni in campo in base alle alleanze con cui si andrà alle urne: aree del Paese con storie e caratteristiche sociali molto diverse fra loro, accomunate dall’estrema incertezza dell’esito elettorale.    Si va dal collegio di Sesto San Giovanni, con l’ex Stalingrado d’Italia della periferia milanese che sarebbe contendibile se il Partito Democratico allargasse la sua coalizione a sinistra e centristi, fino al collegio di Ragusa, che vedrebbe un testa a testa se al centrodestra si contrapponesse un’alleanza giallo-rossa con centrosinistra e Movimento 5 Stelle alleati.    L’esempio forse più eclatante è il collegio di Giugliano in Campania, che in caso di tre poli – con i pentastellati a correre da soli – sarebbe alla portata di tutte e tre le coalizioni: è il collegio più contendibile d’Italia, in questo scenario. E poi ci sono collegi uninominali che sono contendibili in tutti e tre gli schemi di alleanza ipotizzati: Forlì, Ancona e Pisa, ma anche i collegi urbani di Roma-Fiumicino e Torino Nord sarebbero sul filo qualunque siano le alleanze fra le liste”.    “Insomma, i territori in bilico cambiano in base allo scenario – prosegue Youtrend – ma restano comunque decisivi, tanto da poter spostare l’esito elettorale da una super-maggioranza di centrodestra a un Parlamento ingovernabile senza alcuna coalizione che ottiene una maggioranza. Il risultato del prossimo 25 settembre dipenderanno molto da chi conquisterà i collegi uninominali contendibili”.    Metodologia: la mappatura dei collegi uninominali prodotta da YouTrend in partnership con Cattaneo Zanetto & Co è stata elaborata partendo dai risultati dell’ultimo sondaggio di Quorum/YouTrend per Sky TG24, svolto fra il 22 e il 23 luglio 2022 con 977 interviste condotte con metodologia CAWI su un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne.