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    Elezioni: la direzione del Pd rinviata tre volte, si discute sulle candidature

    Non si vedono, se non in foto. Alcuni twittano. Altri latitano pure dai social, ma è il puzzle delle candidature nei collegi ad agitare le acque, soprattutto nel Pd alle prese con le new entry dettate dalle recenti alleanze e gli esclusi, inevitabilmente più numerosi a causa del taglio dei parlamentari che incombe. E’ lo strano Ferragosto dei leader politici italiani, condizionati per la prima volta dal conto alla rovescia per il voto del 25 settembre.

    Agenzia ANSA

    I post di Meloni, Salvini, Berlusconi e Calenda (ANSA)

    A tenere i conti dei giorni mancanti è Matteo Salvini con un lapidario “-41” e lo slogan della sua campagna elettorale, “Credo,” aggiunto a ogni tweet. Per il leader della Lega, il battage procede sui social e sui temi più sentiti. Dalla flat tax – promessa anche a dipendenti e pensionati – agli sbarchi di migranti. Auguri di Ferragosto con la foto di un abbraccio alla figlia, sul divano, per Giorgia Meloni, mentre Silvio Berlusconi sceglie uno scatto a tavola con la compagna Marta Fascina.
    Enrico Letta è impegnato su una Direzione notturna dopo due rinvii nella giornata: prevista inzialmente alle 11, rinviata alle 15 e infine alle 20 e successivamente alle 21,30. La riunione risente della competizione sui posti da spartirsi. Il Nazareno tranquillizza: “Nessuna tensione, ma solo fisiologiche discussioni. Siamo un partito”.
    Del resto, per la deadline del 22 agosto manca ancora un po’. Ma le prime voci che circolano non piacciono a tutti. Tra le opzioni plausibili, la corsa di Letta a Vicenza per insidiare la Lega nel suo storico feudo, e quelle di Roberto Speranza di Leu e Nicola Fratoianni di Sinistra italiana in Toscana.
    Ma è sui possibili esclusi che il clima si surriscalda. I cattolici democratici non lo nascondono di fronte alla probabile assenza del costituzionalista Stefano Ceccanti. “Stupisce che le competenze di Ceccanti non siano riconosciute e valorizzate dal Pd – confessa il gesuita e politologo Francesco Occhetta -, così si mette a rischio anche il voto del cattolicesimo democratico e riformista”.
    Disagio sul nome di Pier Ferdinando Casini, che potrebbe essere schierato dal Pd a Bologna. Più agguerrita la comunità lgbt sul caso di Monica Cirinnà, senatrice paladina dei diritti, tema su cui il partito ha scommesso. “Le è stato proposto a Roma un collegio uninominale perdente”, rivela Franco Grillini che denuncia: “Non averla nel prossimo Parlamento sarebbe un danno gravissimo per i diritti e le libertà di tutti. La destra sarà contenta”. Domani la sfida si sposta anche sui 5 Stelle con l’avvio delle ‘parlamentarie’: nella lista di 2000 candidati già on line, c’è anche Giuseppe Conte che punta al collegio della Camera Lazio 1.

    Il segretario del Enrico Letta, in una lettera al Corriere di Bologna, ha spiegato che la possibile candidatura di  Casini nel collegio uninominale di Bologna per la coalizione di centrosinistra rappresenta una “voce” a difesa della Carta Costituzionale che il centrodestra potrebbe volere cambiare.
    “La legge elettorale attuale – scrive in un passaggio della missiva – è pessima: io non l’ho votata e la considero un errore gravissimo. Ma è in vigore e va quindi usata, nel bene o nel male. Nei collegi proporzionali ogni lista presenta i suoi candidati. E a Bologna e in Emilia-Romagna – prosegue Letta – il Pd locale esprimerà ovviamente i propri, emanazione delle diverse federazioni territoriali. Poi ci sono i collegi uninominali, in comune con le diverse liste della coalizione. È in molti di questi collegi che, come coalizione, presenteremo candidati non strettamente riconducibili ai diversi partiti”. Tra cui, presumibilmente, Casini. E questo, osserva il segretario Dem in un altro passaggio della lettera “per una ragione principale. È possibile, non probabile ma possibile, che nella prossima legislatura si tenti un assalto alla Costituzione da parte della destra”. Si tratta, argomenta, di “un disegno nefasto. Da sventare”.
    Quindi, evidenzia ancora, “credo, in questo senso, che la voce di Casini potrebbe dare un contributo importante e utile ad allargare il sostegno intorno a noi e a rendere più efficace il nostro compito a tutela della Costituzione”. Ed è “da questa preoccupazione”, quella di un mutamento della Carta Costituzionale , conclude Letta, “che origina l’idea di chiedere a Casini di essere in Parlamento per la difesa della Costituzione contro ogni torsione presidenzialista”.

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    Gli auguri social dei leader politici per Ferragosto

     Ferragosto in famiglia per Giorgia Meloni che sui social fa gli auguri postando una sua foto mentre abbraccia la figlia, ripresa di spalle. “Buon Ferragosto a tutti”, scrive la leader di Fratelli d’Italia.    Auguri on line anche dal segretario della Lega, Matteo Salvini: “Buon Ferragosto, amici, a chi è in vacanza, ma soprattutto a chi è rimasto a casa e a chi lavora”, scrive sui social aggiungendo una foto mentre parla al telefono, e chiudendo con l’hashtag “Credo” che è lo slogan della sua campagna elettorale. Poco prima, Salvini ha dedicato un twitt alla flat tax (“Abbiamo approvato la flat tax al 15% per 2 milioni di partite iva: ora la faremo anche per dipendenti e pensionati”) e un altro a un sondaggio di ieri che registra la crescita della Lega al 15,2%, un punto in più rispetto al 30 luglio. 
    “Vi auguro di trascorrere un Ferragosto sereno, una festa della Madonna Assunta con i vostri cari e con le persone che amate. Da domani si ricomincia a lavorare per l’Italia!”. E’ il messaggio di auguri che il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi pubblica sui social con una foto di lui, sorridente e seduto a tavola accanto alla compagna Marta Fascina. Entrambi alzano dei calici per il brindisi.
    Arrivano gli auguri anche da Calenda. “In campagna con l’unico membro della famiglia che non mi abbandona mai”

       

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    Berlusconi: 'Apprezzo il lavoro di Salvini. Con Meloni mai distanti'

    “Di Matteo Salvini io apprezzo molte cose. Prima di tutto la grande capacità di lavoro, di ascolto, di mettersi in sintonia con gli elettori. Ma Forza Italia non si è spostata verso nessuno” e con Giorgia Meloni “non c’è mai stata una distanza. Abbiamo avuto valutazioni diverse sul governo Draghi, con grande rispetto reciproco per le rispettive scelte”. Sono le opinioni espresse dal presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi parlando dei leader alleati in un’intervista al quotidiano Libero.
    Sui rapporti tra il suo partito e la Lega, l’ex premier ha aggiunto: “Noi siamo la componente liberale, cristiana, garantista, europeista, atlantica del centrodestra. Rappresentiamo con orgoglio in Italia il Partito popolare europeo, la maggiore famiglia politica d’Europa, il centro alternativo alla sinistra. Il rapporto fra noi è molto cordiale, ma la Lega ha una storia e un ruolo politico diverso dal nostro”.
    Idem per Fratelli d’Italia con cui, ha ribadito Berlusconi, ci sono “differenze di cultura politica, di linguaggio e di metodo”. Infine, rispondendo a una domanda sul “collante” del centrodestra, ha detto: “Il centrodestra esiste nel cuore degli italiani, prima che negli accordi fra i partiti. La sinistra è divisa su tutto, il Partito democratico, che parla ogni giorno di atlantismo, non ha esitato ad allearsi con la sinistra di Fratoianni, che ha appena votato contro l’allargamento della Nato alla Finlandia e alla Svezia”.
    “Nei primi cento giorni dovremo semplicemente mettere in sicurezza i conti dello Stato per evitare l’esercizio provvisorio”, ha detto ancora Berlusconi, elencando poi gli impegni per i prossimi 5 anni, in vista del voto del 25 settembre.
    “La nostra priorità è liberare l’Italia dalle tre oppressioni, quella fiscale, con la flat tax al 23%, quella burocratica, con l’abolizione delle autorizzazioni preventive e quella giudiziaria con il rafforzamento dei diritti del cittadino – spiega – Avremo una particolare attenzione per i più deboli e per gli anziani, portando tutte le pensioni a 1000 euro al mese per 13 mensilità. Ci adopereremo per il futuro dei nostri ragazzi, perché possano avere un lavoro stabile e retribuito in maniera dignitosa. Dedicheremo una particolare cura all’ambiente, al verde, alle energie rinnovabili. Naturalmente per realizzare tutto questo bisogna rafforzare con il voto le liste di Forza Italia”. 

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    Elezioni: M5s pubblica programma, “dal salario minimo al Superbonus”

    Il Movimento 5 stelle ha pubblicato sul proprio sito la lista dei 2000 candidati che correranno alle Parlamentarie del prossimo 16 agosto. Come annunciato, anche il leader pentastellato Giuseppe Conte ha inviato la propria autocandidatura per il collegio della Camera Lazio 1.
    In un post il M5s che pubblica il programma elettorale su Facebook: “Da quando siamo entrati in Parlamento, la nostra azione ha sempre seguito un’unica strada: la tutela degli interessi dei cittadini. Con il programma con cui ci presentiamo alle elezioni del prossimo 25 settembre intendiamo proseguire su questa strada e portare a termine il lavoro che abbiamo iniziato. A finte alleanze, matrimoni di comodo e balletti abbiamo preferito la serietà. Per questo ci troverete schierati da un’altra parte: la parte giusta”. 
    “La parte delle lavoratrici e dei lavoratori sottopagati e precari, per cui vogliamo introdurre un salario minimo legale di 9 euro lordi l’ora e agevolare la sottoscrizione di contratti a tempo indeterminato – recita il post -. La parte dei giovani sfruttati, che vogliamo aiutare a costruire un percorso di vita indipendente attraverso l’eliminazione di stage e tirocini gratuiti e la stabilizzazione degli sgravi per l’acquisto della prima casa. La parte delle donne, a cui vogliamo garantire un’effettiva parità salariale.
    La parte della transizione ecologica e dell’ambiente, che vogliamo proteggere attraverso un nuovo Superbonus energia imprese, la stabilizzazione del Superbonus e degli altri bonus edilizi e quella del meccanismo della cessione dei crediti d’imposta, per garantire liquidità a cittadini e imprese. La parte delle imprese, che vogliamo sostenere con il taglio del cuneo fiscale, l’eliminazione dell’IRAP e il potenziamento del Fondo di salvaguardia. La parte della salute, che vogliamo tutelare riformando il titolo V della Costituzione per riportarla alla gestione diretta dello Stato e aumentando le retribuzioni del personale sanitario.
    La parte dei diritti, che vogliamo allargare attraverso il matrimonio egualitario, la legge contro l’omotransfobia e lo Ius scholae. La parte della scuola, dell’università e della ricerca, per cui vogliamo aumentare i fondi e adeguare gli stipendi degli insegnanti ai livelli europei”, si legge.
    Il programma contiene anche, sul fronte ambientale, il no a impianti di rifiuti obsoleti e il sì al vuoto a rendere.
    Nel capitolo lavoro c’è la riduzione dell’orario lavoro a parità di salario e il rafforzamento del reddito di cittadinanza.
    La “sfiducia costruttiva”, presente nel documento programmatico votato sabato dal Pd, compare – come pure altri titoli – anche nel programma del M5s: “Un Governo non può essere sfiduciato se contestualmente non si vota la fiducia a un altro esecutivo”.
    Il M5s propone anche l’estensione ai 16enni del diritto di voto, il limite dei due mandati esteso a tutti i partiti, limiti alla decretazione d’urgenza, legge sul conflitto di interessi e “stop ai cambi di casacca in Parlamento”.
       

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    Elezioni: ecco la carica dei 101 simboli in corsa alle Politiche del 25 settembre

    Sono in tutto 101 i contrassegni depositati al Viminale per concorrere alle elezioni politiche in programma il 25 settembre. Il tempo utile per presentare i silboli è terminato alle ore 16.
    I simboli sono stati presentati da 98 soggetti politici. Per la scorsa tornata elettorale del 2018 il ministero dell’Interno esaminò 103 contrassegni depositati e ne ammise 75.

    AL VIMINALE LA CARICA DEI 101 SIMBOLI, 26 COL NOME DEL LEADER

    Ora parte l’attività istruttoria del Viminale. Entro 48 ore, ovvero entro la mezzanotte del 16 agosto, verranno notificati gli ammessi e i ricusati, poi saranno concesse altre 48 ore per presentare le eventuali integrazioni, modifiche richieste, o ricorsi. La partita dei simboli al Viminale dunque si chiuderà definitivamente il 18 agosto. Poi la Cassazione avrà quindi altri due giorni per decidere sugli eventuali ricorsi: dunque il ministero dell’Interno entro il 20 agosto comunicherà alle Corti di Appello i nomi dei rappresentati per le liste. Dopodiché i partiti promossi dovranno presentare, il 21 e 22 agosto, la lista dei candidati nei tribunali e nelle Corti d’appello dei capoluoghi.
    Tra gli ultimi simboli depositati arriva anche Italiani con Draghi – Rinascimento, unico logo con il nome del presidente del consiglio: oltre alla scritta Italiani con Draghi il simbolo è corredato da una striscia tricolore.
    Il premier Mario Draghi non era al corrente del simbolo Italiani con Draghi, fa sapere Palazzo Chigi in riferimento ai requisiti di trasparenza del simbolo che, a questo punto, potrebbero non essere soddisfatti portando anche all’annullamento.
    L’ultimo contrassegno presentato è il simbolo di Italia dei Diritti, mentre stamani il primo simbolo affisso in bacheca è stato quello della lista ‘Peretti-Democrazia Cattolica liberale’, sempre con lo scudo crociato. Il secondo contrassegno depositato oggi è invece quello dell’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris, ‘Unione Popolare con de Magistris’. Affisso al Viminale anche un secondo simbolo di de Magistris, ‘Up con De Magistris’: dentro i loghi di Dema, Manifesta, Rifondazione Comunista e Potere al Popolo.
    Marco Rizzo, Antonio Ingroia ed Emanuele Dessì hanno depositato al Viminale il contrassegno elettorale della lista ‘Italia Sovrana e Popolare’. “Vogliamo un’Italia sovrana e popolare, come dice il nostro simbolo. Il capo politico è Giovanna Colone, una lavoratrice della scuola che è stata sospesa per la vicenda del vaccino. Abbiamo voluto impersonificare quello che noi vogliamo rappresentare: una del popolo che ha sofferto”, ha detto Rizzo. Toscano ha invece assicurato che completeranno “a breve la raccolta firme. C’è un entusiasmo incredibile. Possiamo contare sul sostegno di tantissima gente che in tutta Italia ha preso d’assalto i nostri banchetti”, annunciando che “tutti e quattro” i presenti al Viminale “saranno candidati”.  Dessì infatti si presenterà al Senato, mentre Rizzo, Ingroia e Toscano alla Camera. Perché votare Italia Sovrana e Popolare e non Italexit? “Paragone – dice Toscano – ha sempre espresso una posizione atlantista, non ho mai sentito da lui esprimere la necessità di aprire una stagione multipolare. Il nostro nemico comunque è Draghi – ha ribadito il presidente di Italia sovrana – e il sistema che ha chiuso gli italiani in casa”.
    Depositato oggi anche il simbolo di +Europa, che alle prossime elezioni si vedrà in coalizione con Pd, Alleanza Verdi Sinistra e Impegno civico. Nel contrassegno, come nel 2018, depositato dalla tesoriera Maria Saeli, si legge ‘+Europa con Emma Bonino’, indicata come capo politico del partito. Se fossero rimasti con Calenda “sarebbe stato simile”, con i nomi dei leader dei due partiti. Da quanto si è appreso, tra +Europa e il Pd è rimasto valido l’accordo siglato quando ancora si era in coalizione con Carlo Calenda. “Per quanto riguarda i collegi uninominali di fascia alta, quelli dove l’elezione è più probabile con il Pd resta l’accordo” già siglato, “ovvero il partito di Bonino esprimerà il 30% dei candidati”, ha ricordato la tesoriera del partito. Saeli inoltre ha ribadito che Bonino, Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi saranno sicuramente candidati. “Abbiamo presentato anche il nostro programma – ha detto Saeli – frutto sia dei nostri tavoli tematici e del lavoro sul territorio, sia del ‘programma con l’Italia’ fatto da Carlo Cottarelli”, ha detto la tesoriera aggiungendo: “Cottarelli ha scritto gran parte del nostro programma si candidera’ sicuramente nell’uninominale e forse anche nel proporzionale”, ha detto Saeli, che alla domanda se sarà anche lei candidata nella lista, ha risposto: “Vediamo”
    Marco Cappato ha depositato e affisso al Viminale il simbolo per le elezioni politiche: Referendum democrazia con Cappato. Il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, leader della lista ha ribadito che intende raccogliere le firme solo con modalità digitale. “Siamo partiti con una marcia dal Quirinale e ci appelliamo al presidente del Consiglio Mario Draghi perche’ le elezioni non siano antidemocratiche. Servono 60mila firme per poter partecipare alle elezioni e chiediamo di poter utilizzare quelle digitali per rivitalizzare la democrazia. Come già accade per i referendum, le firme digitali devono essere valide per partecipare alle elezioni politiche”, ha detto Cappato dopo il deposito sottolineando che raccoglierà le firme “solo in modalità digitale”, chiedendo a Draghi di “equiparare referendum ed elezioni politiche”. La raccolta firme digitali o con spid potrà essere effettuata sul sito listareferendumedemocrazia.it. “Per togliere ogni dubbio” e far ammettere le firme raccolte Cappato ha poi aggiunto:”Chiediamo al presidente Draghi una interpretazione della norma. Se dovesse accadere che le firme non vengano riconosciute abbiamo già pronti i ricorsi che presenteremo in tutte le sedi nazionali e internazionali”, ha annunciato Cappato. “Evidentemente il problema non è raccogliere le firme ma sono le condizioni e gli ostacoli che vanno rimossi all’esercizio della democrazia del nostro paese”, ha concluso.

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    Berlusconi: “Il Colle è fuori dalla mia testa”

    “Se voglio andare al Quirinale? Assolutamente è fuori dalla mia testa. Ho risposto ad un’intervista per Libero, credo di avere detto che non posso pretendere altro dalla vita, che sono soddisfatto”. Lo ha detto Silvio Berlusconi rispondendo ad alcune domande alla fine della partita del Monza. Ad un giornalista che gli chiede se sia ancora convinto che, se passasse il presidenzialismo, Sergio Mattarella si dovrebbe dimettere, risponde: “Ma io non ho detto questo, ho detto che c’è un cambio costituzionale… ci saranno delle norme transitorie”. Quindi aggiunge: “Io ho sempre avuto un ottimo rapporto con Mattarella, hanno tutti frainteso queste parole e questo mi ha indignato abbastanza”.
    “Con la flat tax porteremo le tasse a un livello corretto. Se lo Stato ti chiede il 25% di quel che guadagni va bene, se ti chiede il 50% mi sembra un furto, se il 60% o più, una rapina. Una flat tax al 23% dovrebbe avere come effetto non solo di rilanciare lo sviluppo ma fare emergere tutto il Pil sommerso. Il 23% lo pagano sicuro. Se poi aumentano i giorni di carcere per chi evade, evasione ed elusione spariscono. Quale risultato? Un ingresso maggiore del 30% nelle casse dello Stato”. ha dichiarato Berlusconi. “Salvini ha detto il 15%, speriamo di poterci arrivare nel tempo, partendo dal 23% e avendo degli effetti molto positivi. E’ una speranza che io coltivo”, aggiunge.
    “Non è possibile da parte della sinistra fare una campagna di soli scontri, attaccando e mentendo. Non è una bella cosa. In una vera democrazia si tirano fuori i contenuti. Ho letto il programma del Pd e non mi ha impressionato, ci sono pochissime cose buone. Vediamo gli italiani come lo giudicheranno e vediamo come giudicheranno il mio”, ha affermato Berlusconi.

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    Elezioni: i collegi definiti con un decreto del 2020

    Sono stati definiti con un decreto del 2020 i collegi elettorali in cui è divisa l’Italia e che daranno forma al nuovo Parlamento. Il decreto legislativo numero 177 del 23 dicembre del 2020 – “Determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica” – si è reso necessario per ridisegnare i collegi dopo le modifiche introdotte con la legge costituzionale del 19 ottobre 2020 che ha ridotto il numero dei parlamentari da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi.
    Con la nuova norma i collegi uninominali, quelli che vengono assegnati con il sistema maggioritario, sono 221 (147 alla Camera e 74 al Senato) mentre quelli plurinominali sono complessivamente 367 di cui 245 alla Camera e 122 al Senato. A questi si aggiungono i 12 collegi riservati ai deputati e ai senatori eletti all’estero (8 alla camera e 4 al senato). 600 parlamentari in tutto. Se si fosse votato nel 2023, a scadenza naturale della legislatura, il decreto avrebbe dovuto essere modificato: entro la fine dell’anno sarà infatti ‘bollinato’ l’ultimo censimento del 2021 e questo avrebbe comportato piccoli interventi sui collegi per aggiornarli ai nuovi dati della popolazione. Andando a votare nel 2022, però, il problema non si pone e il decreto verrà rivisto in occasione delle elezioni successive.
    Anche alle prossime elezioni politiche saranno i sorteggi a decidere, come previsto dalla legge, la numerazione progressiva dei simboli delle liste dei candidati sulla scheda elettorale.
    Il sorteggio è unico per ogni circoscrizione della Camera e per ogni regione del Senato. Gli uffici del Viminale, alla presenza dei delegati di lista appositamente convocati, effettuano un primo sorteggio tra le coalizioni e le liste non collegate. Con il sorteggio viene quindi definito l’ordine con cui verranno riportati sulla scheda e sui manifesti i candidati uninominali e le coalizioni oltre alle liste singole ad essi collegate (con a fianco i relativi candidati di lista in tutti i collegi uninominali della regione).
    Per stabilire, poi, il numero d’ordine delle liste all’interno delle coalizioni, si procede al sorteggio di tutte le liste in coalizione: queste verranno inserite per la stampa sui manifesti e sulle schede di votazione nei vari collegi uninominali all’interno della propria coalizione in base al numero d’ordine riportato dal sorteggio: si parte da quella che ha riportato il numero d’ordine più basso per finire con quella con il numero più alto. E così per ogni coalizione ed in tutti i collegi uninominali della medesima coscrizione per la Camera e regione per il Senato.  

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    Entro il 22 le liste, il 15 ottobre le nuove Camere

    Parte la road map degli adempimenti da svolgere in vista della tornata elettorale del 25 settembre sia per le istituzioni che per i partiti. Chiusa la partita dei simboli, presentati entro il 14 agosto, si apre quella della preparazione delle liste che dovranno essere presentate dai partiti tra il 21 e il 22 gosto: il 35esimo e il 34esimo antecedente il voto.
    Le liste dei candidati vengono presentate negli uffici centrali elettorali costituiti presso le Corti d’Appello. E sulla questione della raccolta delle firme sembra essere scoppiata la prima grana, registrata da Unione Popolare di de Magistris: “Riscontriamo che in molti comuni il servizio non sia operativo in questi giorni creando enormi problemi alle liste che devono raccogliere e presentare decine di migliaia di firme. La nostra senatrice Paola Nugnes – spiegano in una nota – ha presentato un’interrogazione urgente alla ministra Lamorgese. Ricordiamo che per legge i comuni dovrebbero consegnare certificati entro 24 ore. Siamo di fronte a un’altra pesante discriminazione antidemocratica”.
    – Il 27 agosto è la data d’inizio ufficiale della ‘propaganda elettorale’, il mese di campagna elettorale prima del voto, con l’affissione dei manifesti elettorali.
    – 25 SETTEMBRE: è il giorno delle elezioni.
    – 15 OTTOBRE: è la data entro la quale deve tenersi la prima seduta del nuovo Parlamento. A stabilirlo è l’articolo 61 della Costituzione, in base al quale “la prima riunione” delle Camere “ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni”. Finché non sono riunite le nuove camere, “sono prorogati i poteri delle precedenti”. Gli attuali collegi elettorali sono stati definiti con un decreto legislativo varato il 23 dicembre del 2020, il numero 177. Un provvedimento che si è reso necessario per ridisegnare la mappa dopo le modifiche introdotte con la legge costituzionale del 19 ottobre 2020 che ha ridotto il numero dei parlamentari da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi. Con la nuova norma i collegi uninominali, quelli che vengono assegnati con il sistema maggioritario, sono 221 (147 alla Camera e 74 al Senato) mentre quelli plurinominali sono complessivamente 367 di cui 245 alla Camera e 122 al Senato. A questi si aggiungono i 12 collegi riservati ai deputati e ai senatori eletti all’estero (8 alla camera e 4 al senato), 600 parlamentari in tutto.