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    Di Maio: “Le destre bruceranno i risparmi degli italiani”

       “Salvini e Meloni dopo avermi insultato per giorni, oggi hanno anche scatenato contro di me i loro giornali di riferimento. Io rispetto tutti, incasso i colpi, ma non posso tacere. Ripeto: gli italiani devono sapere cosa succederà il 25 settembre votando la coalizione sfascia conti, cioè il trio Salvini-Berlusconi-Meloni, o se non andranno a votare”. Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, leader di Impegno civico. “Il trio sfascia conti metterà a rischio i risparmi degli italiani, isolerà l’Italia in Europa e farà saltare i fondi del Pnrr. Rischiamo una guerra economica, una catastrofe dagli effetti devastanti”.
    “Noi di Impegno Civico ci stiamo battendo per il tetto massimo al prezzo del gas in Ue, in modo da fermare le speculazioni in bolletta, a loro volta derivanti dalla guerra in Russia. Ci stiamo battendo per tutelare imprese e famiglie italiane, invece Salvini si oppone perché preferisce finanziare Putin”, scrive Di Maio. “Noi di Impegno Civico – aggiunge – vogliamo azzerare l’IVA sui beni alimentari di prima necessità, quelli della farmaceutica e della natalità, così da dare sostegno alle famiglie”. Altro obiettivo elencato dal ministro è “un salario minimo, perché stipendi da 2 o 3 euro l’ora sono inaccettabili, ma introdurremo anche il salario equo: i giovani devono essere pagati in base alle loro competenze, che vanno valorizzate”.
    Inoltre Di Maio avanza la proposta di “zero anticipo e garanzia al 100% per gli under 40 che vogliono comprare una casa. Con la nostra proposta non dovranno più anticipare nemmeno 1 euro. Queste alcune proposte che servono a fronteggiare la crisi economica già in atto e a migliorare la qualità della vita degli italiani. Proposte concrete. Difendiamo la Libertà, difendiamola da chi vuole portarcela via”.

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    Il Papa all'Aquila: “Per la ricostruzione serve impegno lungimirante”

    Papa Francesco è all’Aquila per la sua visita pastorale in occasione della 728/a Perdonanza celestiniana. Francesco chiede per la ricostruzione post-terremoto all’Aquila “collaborazione”, “sinergia” e “un impegno lungimirante”. “La rinascita personale e collettiva è dono della Grazia ed è anche frutto dell’impegno di ciascuno e di tutti. È fondamentale attivare e rafforzare la collaborazione organica, in sinergia, delle istituzioni e degli organismi associativi: una concordia laboriosa, un impegno lungimirante perché stiamo lavorando per i figli, per i nipoti, per il futuro”. Serve l’impegno di “tutti, tutti insieme, sottolineare questo, tutti insieme”.

    Agenzia ANSA

    Il significato dell’evento riconosciuto Patrimonio immateriale Unesco (ANSA)

    Il Papa ha salutato i detenuti presenti alla sua visita all’Aquila. “Voglio salutare e ringraziare la delegazione del mondo carcerario abruzzese, qui presente. Anche in voi saluto un segno di speranza, perché anche nelle carceri ci sono tante, troppe vittime – ha sottolineato il Pontefice -. Oggi qui siete segno di speranza nella ricostruzione umana e sociale”.
    “A tutti rinnovo il mio saluto e benedico di cuore voi, le vostre famiglie e l’intera cittadinanza. Jemonnanzi!”: così Papa Francesco ha salutato gli aquilani. Il Papa, nell’incontro con i familiari delle vittime del terremoto del 6 aprile del 2009, ha espresso la sua vicinanza e ha sottolineato la grande capacità di questo popolo di rialzarsi: “Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente. Radicato nella vostra tradizione cristiana e civica, ha consentito di reggere l’urto del sisma e di avviare subito il lavoro coraggioso e paziente di ricostruzione”, ha detto Papa Francesco. “C’era tutto da ricostruire: le case, le scuole, le chiese. Ma, voi lo sapete bene, questo si fa insieme alla ricostruzione spirituale, culturale e sociale della comunità civica e di quella ecclesiale. La rinascita personale e collettiva – ha proseguito il Papa – è dono della Grazia ed è anche frutto dell’impegno di ciascuno e di tutti”.
    “L’Aquila accoglie con gioia immensa il Papa, ci commuove la sua presenza, e abbiamo certezza che l’Aquila ha un posto speciale nel cuore del Papa”. E’ un passaggio del discorso del Cardinal Petrocchi che ha accolto Francesco sul palco di Piazza Duomo. “Davanti a lei – ha proseguito – una delegazione di familiari delle vittime delle tragico terremoto, di detenuti, tante associazioni tra cui Agesci e Salus popolo aquilano. A nome della Chiesa aquilana le rivolgiamo un grazie, alto come le nostre montagne mi è sembrato poco, vorrei arrivasse al cielo. Grazie alla sua presenza speriamo che la Perdonanza sia fermento di riconciliazione per tutto il mondo”.
    Al termine del suo intervento il papa prima di salire sulla sedia a rotelle è stato salutato con una calorosa stretta di mano dall’arcivescovo emerito Giuseppe Molinari che invece si è alzato dalla sua sedia. Significativo il gesto dei due che hanno la stessa età. Poi il Papa è sceso dal grande palco e tra gli applausi si è diretto verso il Duomo, ancora inagibile dal terremoto dell’Aquila del 2009, dove sta effettuando un sopralluogo.
    Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha accolto Papa Francesco: “La città dell’Aquila è grata e riconoscente al Santo Padre per l’enorme testimonianza di vicinanza e sostegno tributati alla comunità con la sua presenza in occasione della tradizione più antica e sentita dalla comunità. Un onore e una grande emozione poter accoglierlo e assistere, per la prima volta, all’apertura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio da parte di un pontefice. Un gesto che universalizza il messaggio di pace e riconciliazione tra i popoli ereditato da Papa Celestino V e la valenza della Perdonanza Celestiniana, dal 2019 iscritta quale patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco” ha dichiarato il sindaco Biondi.
    “È un evento ciclopico, una giornata storica per il mondo. L’Aquila e l’Abruzzo si sono svegliati presto per questo avvenimento straordinario”, ha dichiarato il presidente della Regione, Marco Marsilio. 

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    Salvini: “Meloni presidente? Il voto, poi decide Mattarella. In pensione a 67 anni una follia”

    “Io aspetto il voto degli italiani prima di fare qualsiasi commento, poi il Presidente della Repubblica sceglierà come è giusto che sia. Tutti dicono che il centrodestra ha già vinto. Calma. Sono convinto che il centrodestra possa vincere, sono convinto che la Lega possa prendere un voto in più di tutti gli altri, ma non impongo nomi e ruoli a nessuno e men che meno al presidente della Repubblica” . Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, rispondendo a Bari ai giornalisti che gli chiedevano un commento sul Giorgia Meloni presidente del Consiglio nel caso Fratelli d’Italia prenda più voti.
    “Andare in pensione a 67 anni è una follia. L’altra sera la Fornero ha detto in tv che 41 anni non sono sufficienti per andare in pensione. Forse parla così perchè non ha mai lavorato in vita sua, altrimenti se avesse faticato per 41 anni, saprebbe ad esempio che chi lavora con i disabili o gli anziani per una vita ha la schiena spezzata”. Lo dice il leader della Lega, Matteo Salvini in diretta Facebook da Barletta.

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    Papa Francesco crea venti nuovi cardinali

    La Chiesa cattolica ha venti nuovi cardinali scelti da ogni angolo del mondo, dal Brasile all’India, da Timor Est alla Corea del Sud, dalla Francia agli Stati Uniti. Il Papa li ha chiamati non per la grandezza delle loro diocesi o per il peso che ha la Chiesa cattolica nel loro Paese ma ha voluto puntare i riflettori, ancora una volta, su realtà spesso ai margini del mondo.
    Ai neo cardinali il Papa ha chiesto di trattare allo stesso modo i potenti della terra e i piccoli: “Un cardinale ama la Chiesa, sempre con il medesimo fuoco spirituale, sia trattando le grandi questioni sia occupandosi di quelle piccole; sia incontrando i grandi di questo mondo, che deve farlo, tante volte, sia i piccoli, che sono grandi davanti a Dio”. Ma Francesco non dimentica il momento difficile che vive il mondo, a partire dal conflitto tra Russia e Ucraina, e mette in guardia dal rischio di una nuova guerra fredda. Il Pontefice ha allora citato nell’omelia il cardinale Agostino Casaroli (che fu Segretario di Stato vaticano dal 1979 al 1990), “giustamente celebre per il suo sguardo aperto ad assecondare, con dialogo sapiente, i nuovi orizzonti dell’Europa dopo la guerra fredda.
    E Dio non voglia che la miopia umana – ha sottolineato Francesco – chiuda di nuovo quegli orizzonti che lui ha aperto”. Il rito del Concistoro, con l’imposizione della berretta color porpora, il colore del sangue del martirio, il giuramento di fedeltà dei cardinali, le delegazioni che accompagnano i nuovi porporati, i fedeli che li salutano nel Palazzo apostolico, è sempre uno dei momenti più suggestivi della Chiesa. Ma soprattutto è l’atto con il quale ogni Papa disegna, tessera su tessera, il conclave che eleggerà il suo successore. Oggi la maggior parte dei cardinali elettori risulta creata proprio da Francesco: 83 su 132.
    Ci sono nel collegio 38 cardinali elettori creati da Benedetto XVI e ancora 11 di quelli che erano stati scelti da Papa Wojtyla. Complessivamente i cardinali, compresi gli ultraottantenni, che non votano, sono 226. Le venti nuove porpore portano al centro della Chiesa pezzi diversi di mondo: dalle foreste amazzoniche del Brasile, alle divisioni tra le Coree, dalla Chiesa in minoranza nella grande India a quella continuamente sotto attacco della Nigeria. Cinque gli italiani e tra loro quello che è da oggi il più giovane cardinale del mondo: Giorgio Marengo, 48 anni, da venti missionario in Mongolia. Al Concistoro, come aveva lui stesso annunciato, ha partecipato anche il cardinale Angelo Becciu, sotto processo in Vaticano per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato. Alla fine della celebrazione il Papa ha anche fissato la data di canonizzazione di Giovanni Battista Scalabrini e di Artemide Zatti, due santi che per la loro storia possono essere considerati ‘patroni’ dei migranti. Saranno canonizzati il 9 ottobre a San Pietro.

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    Letta: “Destra ambigua sulle ingerenze della Russia”

    “Non si può tollerare l’ingerenza di una potenza straniera ostile. Se si è patrioti, se si è per l’Italia, si condannano gli interventi della Russia di Putin nella campagna elettorale e le azioni di spionaggio. Noi siamo seri e coerenti, la destra drammaticamente ambigua. #Scegli”. Lo scrive su Twitter il leader del Pd, Enrico Letta, secondo cui “la Russia sì è definitivamente parte di questa campagna elettorale” e su questo tema “la destra italiana è drammaticamente ambigua”.    

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    Meloni: 'Se vince FdI non vedo come Colle non mi indichi'

    “Se vincesse il centrodestra e ci fosse l’affermazione di Fdi non ho ragione di credere che Mattarella possa assumere una scelta diversa” rispetto alla mia indicazione. Lo afferma Giorgia Meloni, alla kermesse di Affari Italiani. “L’anomalia non sarei io, ma lo è stata Monti”. “Difficile parlare di contenuti: si inventano di tutto per screditarci, mistificare e gettare fango. L’unico argomento della sinistra è dire che Meloni è un mostro. Ma mi rendo conto che è un fatto di disperazione. L’unica cosa che mi fa impressione e mi fa impazzire. Oggi ho sentito dire a Di Maio dire che con noi si rischia la guerra economica. E’ vergognoso che screditi l’Italia”. “Pur di governare, penso anche a Letta, sono disposti a camminare sulle macerie. Io non ho mai parlato male della mia Nazione con la stampa estera”. “Sul presidenzialismo intendo coinvolgere tutti, ma quello che non accetto è che non si possa discutere. E’ la madre di tutte le riforme”. “Propongo una cosa per cui non serve lo scostamento: parametriamo le bollette di quest’anno su quelle dell’anno scorso e tagliamo tutti gli oneri allo Stato. Lo Stato non ci può guadagnare sul caro bollette. Pronta ad approvarla lunedì: può tagliare il costo delle bollette del 30%”. “Secondo me il governo in carica può fare qualcosa subito, se sono d’accordo le altre forze politiche ci vediamo domani in Parlamento e approviamo domani una proposta per abbattere le bollette”.

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    Tensioni tra la Santa Sede e Kiev. Ma l' ambasciata corregge tiro

    Il delicato rapporto tra l’Ucraina e la Santa Sede vive le sue ore più difficili.
    Kiev non ha ‘digerito’ le parole pronunciate da Papa Francesco il 24 giugno, all’udienza generale, quando ha chiesto a “tutti” di fare la propria parte per la pace, e ha definito Darya Dugina “una povera ragazza innocente”.
    Dopo la dura protesta di ieri, con il ministero degli Esteri che ha convocato il Nunzio apostolico, mons. Visvaldas Kulbokas, oggi l’ambasciata ucraina presso la Santa Sede corregge il tiro.
    Il diplomatico inviato da Kiev, Andrii Yurash, pubblica sui social le foto della visita del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin di un anno fa, quando a Kiev ancora non c’era la guerra: “È stata la seconda visita del Segretario di Stato vaticano dall’inizio dell’invasione russa nel 2014 che ha mostrato per entrambe le parti quanto siano importanti – rileva l’ambasciatore – le relazioni tra Ucraina e Santa Sede”.
    Il clima resta non facile e la visita del Papa in Ucraina, per la quale non c’era un data ma la volontà espressa esplicitamente dal Pontefice, sembra ora allontanarsi. Come pure è già slittato l’incontro con il Patriarca di Mosca Kirill che non andrà a metà settembre in Kazakistan, per quella che doveva essere la prima occasione di un faccia a faccia con Francesco dall’inizio dell’invasione russa del 24 febbraio.
    La diplomazia vaticana continua a lavorare dietro le quinte e sceglie, per il momento, di non commentare ufficialmente gli avvenimenti delle ultime ore. Dal Vaticano arriva però la voce del direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione, Andrea Tornielli, che sottolinea: “Durante questi mesi il Papa non è mai stato ‘equidistante’: ha condannato con parole nette l’aggressione perpetrata dalla Russia. È stato piuttosto ‘equivicino’, cioè vicino a tutti coloro che soffrono per le conseguenze della guerra, in primo luogo la popolazione innocente dell’Ucraina che muore sotto le bombe russe”.
    Nei corridoi vaticani si percepisce il dispiacere e il disappunto soprattutto per le parole diffuse ieri sera dal ministero degli Esteri di Kiev che accusano Francesco di non avere “mai prestato particolare attenzione alle vittime specifiche della guerra, tra cui 376 bambini ucraini morti per mano degli occupanti russi”. Una frase che arriva dopo l’incontro in Aula Paolo VI con decine di bambini ucraini, accolti dalla Caritas, festosi per l’abbraccio del Papa. Il quale, ricordano fonti, ha in continuazione posto l’attenzione proprio sui piccoli ucraini che ha voluto anche accogliere nel suo ospedale, il Bambino Gesù, e visitare di persona a pochi giorni dallo scoppio della guerra. .   

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    Fbi, indagine su Trump per rimozione di documenti classificati

    “Il governo sta conducendo un’indagine penale riguardante la rimozione e la conservazione improprie di informazioni classificate in spazi non autorizzati, come pure l’illegale occultamento o rimozione di documenti del governo”: è quanto si legge all’inizio dell’affidavit, diffuso oggi, con cui l’Fbi ha giustificato la clamorosa perquisizione nella residenza di Donald Trump a Mar-a-Lago.
    Il dipartimento di Giustizia ha diffuso l’affidavit, coperto da omissis, che ha portato alla clamorosa perquisizione nella residenza di Trump a Mar-a-Lago, col sequestro di documenti classificati. Lo riferisce la Cnn. A ordinarlo era stato il giudice della Florida Bruce Reinhart in una causa in cui lo stesso Trump e i principali media Usa chiedono che il documento sia reso pubblico.
    In una nota allegata il dipartimento di Giustizia spiega perché l’affidavit deve restare coperto da omissis. “Le informazioni contenute nell’affidavit potrebbero essere utilizzate per identificare molti, se non tutti, i testimoni”, si legge. “Se l’identità dei testimoni verrà rivelata, potrebbero essere soggetti a danni tra cui ritorsioni, intimidazioni o molestie e persino minacce alla loro incolumità fisica”, prosegue il testo.