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    Energia, appello dei partiti a Draghi: 'Agire subito sulle bollette'

    Intervenire subito, e fino qui tutti d’accordo. Ma se il pressing su Mario Draghi per muoversi al più presto contro il caro-energia unisce tutti gli schieramenti, a dividere i partiti sono non solo le ricette da mettere in campo ma anche le modalità per trovare le risorse. A chi invoca un maxi-scostamento di bilancio come ai tempi della crisi Covid, Matteo Salvini in testa, Giorgia Meloni – in linea con quanto continua a predicare Palazzo Chigi – oppone un fermo no: agire in fretta va bene, perché le bollette sono “una priorità assoluta”, ma, è l’altolà della leader di Fdi, niente nuovo debito. Non dovrebbe essere questa, comunque, la settimana clou. Intanto dovrebbe arrivare, via decreto ministeriale, la mini-proroga di altri 15 giorni, fino al 5 ottobre, dello sconto di 30 centesimi per benzina e diesel, in modo da scavallare il voto.
    Matteo Salvini torna a sollecitare un intervento sul nodo energia. “Litighiamo su tutto, ma sulle bollette di luce e gas apriamo subito il Parlamento e mettiamo un tetto agli aumenti” e “basta copiare la Francia di Macron”, perché “questa è un’altra guerra e i lavoratori rischiano di morire con le aziende chiuse”, ha detto il segretario della Lega durante un incontro elettorale a Cammarata, nell’Agrigentino, ricordando che “questa è la proposta della Lega”, ma che “da giorni Letta tace su questo”.
    Pronta a collaborare la presidente di Fdi Giorgia Meloni: “Ci troviamo in Parlamento lunedì e proviamo ad approvare delle norme che consentano ai cittadini di avere una situazione sostenibile”. Contro il caro bollette fare “nuovo debito è l’ultima ratio, perché l’Italia è già indebitata fuori controllo. E visto che questi debiti li pagheranno i nostri figli penso che dobbiamo farci attenzione. Ma quella delle bollette è una priorità assoluta”.
    Da Forza Italia, Antonio Tajani dice sì allo scostamento di bilancio, ma solo “se la situazione dovesse precipitare”.
    “È improcrastinabile un intervento sia italiano che europeo per bloccare le bollette e fermare la speculazione in corso sull’energia prodotta da rinnovabili. Ne ho discusso stamani al distretto industriale della pelle di Arzignano in Veneto. Siamo pronti a sostenere l’intervento del governo”, scrive il segretario del Pd, Enrico Letta su Twitter. I dem, attraverso le presidenti di senatori e deputati Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, attaccano “le aziende che stanno rifiutando di versare la tassa sugli extraprofitti’ perché ‘mettono a rischio la tenuta economica e sociale del Paese’. Per questo, dice, il governo deve intervenire “al più presto con tutti gli strumenti a disposizione per recuperare quanto dovuto dalle aziende”.

    Agenzia ANSA

    Dallo scostamento di bilancio ai prezzi amministrati (ANSA)

    L’allarme delle imprese del Nord: la crisi pesa 40 miliardiLe imprese non possono più attendere. Gli extra costi della crisi energetica ammontano a 40 miliardi e potrebbero avere un impatto devastante con “drammatiche ricadute economiche e sociali” per il Paese e il rischio di deindustrializzazione. A lanciare l’allarme sono i presidenti delle Confindustrie di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, Annalisa Sassi, Francesco Buzzella, Marco Gay e Enrico Carraro. “Le imprese italiane hanno fatto miracoli – ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi – dalla pandemia alle materie prime ai costi energetici, ma ora sono arrivate ad un punto in cui fanno grande difficoltà” e lo dimostra la crescita “del 45% della Cig straordinaria”. L’Italia – per il numero uno degli industriali – ha perso 10 anni sul fronte energetico, ma “è soprattutto mancata l’Europa”.

    La Commissione Ue: entro qualche settimana le misure di emergenza per l’energia. Il mercato guarda alle aperture in Europa sul fronte del decupling gas-elettricità e sul price cap. Oggi incontro internazionale sull’indipendenza energetica della Russia, con la Von der Leyen. (ANSA)

    Uno “sforzo straordinario” ai vari ministeri, per “cercare di ridurre al minimo sia l’arretrato sia soprattutto i provvedimenti del governo in carica, all’attuazione dei quali (a partire dalla legge di bilancio) si chiede di dare una specifica priorità nei prossimi due mesi”. E’ il messaggio arrivato ai capi di gabinetto nel corso della riunione a Palazzo Chigi con il sottosegretario Roberto Garofoli per fare il punto sull’attuazione del programma di governo. Tra gli obiettivi “una drastica riduzione dello stock della XVIII legislatura con un target complessivo di 121 provvedimenti a settembre e 122 provvedimenti ad ottobre”.

    Agenzia ANSA

    Riunioni a Palazzo Chigi, si cercano fondi contro il caro energia. Le proposte dei partiti. Allarme di Federalberghi (ANSA)

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    Energia, Letta: 'Intervento dev'essere rapidissimo'

    L’intervento sul caro-bollette dell’energia “dev’essere rapidissimo”. Lo ha detto in serata il segretario del Pd Enrico Letta, aprendo a Torri di Quartesolo (Vicenza) la campagna elettorale dei Dem in Veneto. Letta è candidato come capolista alla Camera nel collegio di Vicenza. Quattro i ‘capitoli’ sui quali, ha spiegato, bisogna intervenire: “un tetto delle bollette a livello nazionale, disaccoppiando l’elettricità prodotta con il fossile, da quella con le rinnovabili”. Il motivo è semplice: “il prezzo del gas è salito tantissimo, quello delle rinnovabili rimane basso, ma si è attaccato al prezzo del gas. Questo ha consentito a molte aziende che fanno energia dalle rinnovabili di fare guadagni abnormi, a scapito delle imprese e dei cittadini”. Il secondo punto “è il raddoppio del credito d’imposta per quelle imprese che oggi pagando costi enormi: dal 25 al 50% per le imprese energivore – ha illustrato il segretario Dem – e dal 15 al 30% per tutte le altre. Il terzo, capitolo, per le famiglie più in difficoltà è l’introduzione di una ‘bolletta luce sociale’, che consenta il dimezzamento del costo”. Infine, quarto, “la grande questione del risparmio energetico, che per noi – ha sottolineato – è importante. Ovvero impostare un piano di risparmio per evitare che l’impatto sia così negativo”. Tutto, ha concluso Letta, dentro alla cornice di un accordo europeo: “è una buona notizia che il 9 di settembre si incontrino i ministri europei, ma deve uscirne una soluzione duratura e importante.
    Sulla crisi dell’energia bisogna trovare “delle soluzioni subito, rapide, a livello nazionale ed europeo. Al Governo diciamo che noi siamo pronti a sostenere subito le soluzioni che proporrà, anche in ambito europeo”, ha detto Letta all’apertura della campagna elettorale del Pd in Veneto. Prima di questa osservazione, Letta aveva sottolineato come fosse “evidente che Putin sta giocando sulla fornitura di gas per mettere in crisi i Paesi europei. in primis l’Italia e la Germania”. Letta si è detto convinto che si “non si possa lasciar passare del tempo per queste soluzioni, perchè ne va di mezzo la resistenza delle nostre imprese, e il rischio di chiusure”. La proposta di ‘armistizio’ elettorale fatta da Salvini e da Calenda per un armistizio durante la campagna elettorale: “il tema è molto semplice – ha risposto Letta – Bisogna che il governo assuma un’iniziativa e che i partiti che siedono in Parlamento dicano al Governo che sosterranno questa iniziativa, che dicano ‘noi ci siamo’, siamo pronti tutti'”.    

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    Salvini posta una foto con Giorgia Meloni al mare, 'uniti si vince'

    Una tregua in riva al mare. Lì Matteo Salvini e Giorgia Meloni convergono, strappando un’ora ai loro impegni elettorali (entrambi in città a mezzogiorno e a pochi chilometri di distanza). Si abracciano e firmano la ‘pace’ in formato social. E’ quella immortalata nella foto che Salvini posta dappertutto all’ora di pranzo: lui con la mano sulla spalla di lei, entrambi con un sorriso smagliante e mare alle spalle. “Lasciamo alla sinistra divisioni, rabbia e polemiche. Uniti si vince”, scrive il leghista per le malelingue. Meloni ritwitta lo scatto e aggiunge netta: “La migliore risposta alle invenzioni della sinistra su presunte divisioni”.
    Ma lanciato il messaggio, ognuno riprende la sua marcia in vista del 25 settembre – lui a Scicli, lei a Catania – e soprattutto per quello che succederà dal giorno dopo. In gioco, non solo il timone del governo, se il centrodestra vincerà le elezioni, ma anche la rotta da dare all’esecutivo specie su sicurezza, immigrazione, tasse.
    Sulla premiership, al di là della regola aurea – il partito più votato della coalizione indicherà il nome per Palazzo Chigi, come ripete Antonio Tajani – le partite di Lega e FdI continuano parallele. E ogni giorno ciascuno tenta un passo avanti, coperto dalla lusinga del ruolo: “Per me sarebbe un onore presiedere il primo Consiglio dei ministri”, si lancia Salvini. Meloni tace e insiste piuttosto sul ‘suo’ blocco navale. E’ la proposta che rilancia su Twitter contrapponendola alla sinistra: “Evidentemente, non tollerano che qualcuno voglia difendere i confini e fermare la tratta di esseri umani verso l’Italia”.
    “La Sinistra è nervosa –  ha detto Giorgia Meloni a una manifestazione del Pd a Catania – perché a voi hanno detto in questi anni che aveva un’egemonia culturale, ma non era vero: ha un’egemonia di potere. Hanno paura di perdere quel sistema di potere e se lo perdono hanno un problema. Un sacco di gente che non valeva niente è finita, perché chi aveva un ruolo di responsabilità solo perché aveva la tessera del Pd, deve andare a casa. Per fare posto a chi sa lavorare e non ha la tessera del Pd. Per questo si contorcono e hanno la stampa che si deve inventare le fregnacce dalla mattina alla sera”.
    “Salvini e Meloni hanno fatto bene a vedersi per smentire divisioni che non ci sono: il centrodestra è unito e coeso”, ha affermato il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, su Zapping su Rai Radio 1.

    Berlusconi: ‘Incredibile che il 50% degli italiani non voti’

    Calenda: ‘Con nostra affermazione Draghi premier'”Abbiamo sempre detto che questo Paese deve andare avanti con l’agenda Draghi -ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a SkyTg24 – e credo che se il terzo polo avrà una buona affermazione, a quel punto la scelta più saggia sarebbe quella di mantenere Draghi al governo, ma è una speranza”. “Se chiedi 30 miliardi e ne chiedi altri 200 spaventi i mercati. E noi siamo esposti. Quindi la nostra proposta è: assumiamoci la nostra parte di responsabilità e prendiamoci due impegni. Il primo è ritirare proposte che spaventano i mercati e andiamo avanti su Piombino. Hanno risposto tutti, tranne Letta. Mi auguro che risponda anche lui nelle prossime ore”. 
    “Nessuno di noi tira per la giacchetta Mario Draghi ma qua ci sono ministri e parlamentari che hanno sostenuto con forza il suo governo e se si creassero le condizioni lo sosterremmo anche oggi”, ha spiegato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, parlando della possibilità che Draghi si renda disponibile dopo le elezioni a guidare un nuovo governo. “Tra Draghi e Meloni da chi vi sentite rappresentati meglio quando si tratta di andare a Bruxelles a discutere di inflazione?” ha concluso a margine della presentazione delle liste dei candidati lombardi di ‘L’Italia sul serio’ che riunisce Azione e Italia Viva.
    Renzi: ‘Inaccettabile dire di no a confronto fra leader’

    Di Maio: ‘Pronti a sostenere nuovo governo Draghi'”Come Impegno civico saremo prontissimi a sostenere un nuovo governo guidato da Draghi”, ha detto Luigi Di Maio di IC a La Stampa online. “Se i signori della destra vanno al governo, dopo un anno imploreranno Draghi di tornare al governo per per mettere a posto quello che loro hanno sfasciato. Il Paese ha ancora tanto bisogno di Draghi e potrà ancora averne bisogno”, conclude.
    Conte: ‘Girerò l’Italia per sentire i problemi famiglie e imprese'”In questa prima settimana girerò l’Italia per toccare con mano i problemi e le urgenze che premono su famiglie e imprese”. Lo scrive su Facebook il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte. “Partirò dal Veneto, dove parleremo di cantieri superbonus e crediti da sbloccare, del nostro tessuto produttivo fatto soprattutto di piccole e medie imprese, di nuove tecnologie e fonti rinnovabili, di comunità energetiche; di giovani e futuro. Incontrerò tanti di voi anche in Emilia Romagna, in Abruzzo e in Molise; sarò poi in Puglia e Campania per confrontarmi con voi su sviluppo del Sud e legalità”.

    Fico: ‘Ci vogliono deboli ma il M5s e’ in crescita’

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    Il cardinale Becciu: “La verità emergerà e il fango si scioglierà”

    “Ho la fondata speranza che la verità emergerà e che tutto il fango gettato su di noi si scioglierà come neve al sole. Il gesto del Santo Padre ci conforta e alimenta la nostra fiducia”. Lo scrive il cardinale Angelo Becciu in una lettera pubblicata dal vescovo di Ozieri (Sassari), mons. Corrado Melis, in cui giustifica la sua assenza alla festa locale in onore di Santa Sabina a causa dell’invito di Papa Francesco a partecipare al Concistoro e all’incontro con i cardinali di tutto il mondo.
    “Oggi sarei dovuto essere con voi a celebrare la nostra grande festa in onore di Santa Sabina e ringraziare il Signore per i 50 anni della mia ordinazione sacerdotale. Era il 27 agosto 1972 e da allora, ad eccezione di una o due volte, non sono mai mancato all’appuntamento”, scrive alla diocesi di Ozieri il cardinale coinvolto nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e privato tre anni fa dal Papa della carica in Curia e dei diritti connessi al cardinalato.
    “La ragione della mia assenza di quest’anno la conoscete e mi immagino ne siate tutti contenti. Eccola: il Santo Padre, riconoscendomi il diritto di partecipare al Concistoro, mi ha invitato a prendervi parte e così sono dovuto venire a Roma contrariamente ai miei programmi”, prosegue Becciu, firmandosi “il vostro cardinale, Don Angelino”. “È stata una bella sorpresa, direi una grande grazia del Signore – commenta -. Mi sono sentito riabbracciato dalla Chiesa e ierlaltro nel Basilica di San Pietro è stato commovente vedere il Papa farmi dall’altare cenni di gioia per la mia presenza e sentire i confratelli Cardinali dirmi_ ben tornato a casa! Sono stati in tanti, tra prelati, religiosi, religiose e laici a manifestarmi la loro gioia”.
    Secondo Becciu, “questa è la bellezza della Chiesa la quale sa andare oltre le vicende dolorose e sa offrire motivi di speranza che fanno superare i momenti bui della vita”. Parlando infine della sua devozione a Santa Sabina, “mi sono rivolto a lei nelle immancabili difficoltà della vita e anche nelle situazioni complesse che spesso ho dovuto affrontare nei vari Paesi lontani nei quali ho servito la Chiesa”, dice Becciu. E “a lei mi sono rivolto e continuo a rivolgermi anche nell’ultima tempesta che si abbattuta su di me e che ha coinvolto dolorosamente la mia famiglia e la stessa diocesi. Lei ci aiuterà!”, conclude.   

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    Gas e luce, il governo studia gli aiuti. Il pressing dei partiti

    Il governo è a caccia di fondi per contrastare il caro energia. Ma le prime interlocuzioni tecniche a Palazzo Chigi – tra il sottosegretario Roberto Garofoli e i ministri all’Economia e alla Transizione Ecologica Daniele Franco e Roberto Cingolani – rimandano ad un quadro d’intervento complicato, in cui sarà necessaria un’attenta ricognizione delle risorse a disposizione. Anche per questo, il provvedimento tanto invocato dai partiti, salvo colpi di scena, potrebbe non essere immediato: in ambienti dell’esecutivo, per ora, si parla genericamente del mese di settembre. Se è molto difficile che il premier Mario Draghi apra ad uno uno scostamento di bilancio a nemmeno un mese dal voto, ci sono alcune misure che vengono date quasi per certe. Come il prolungamento degli sconti sui carburanti – in vigore fino al 20 del prossimo mese – che si ‘autofinanziano’ con l’extragettito.
    Nel corso delle interlocuzioni tecniche sul caro energia che si sono svolte in giornata a Palazzo Chigi, con i ministri dell’Economia, Daniele Franco e della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, è stata avviata un’analisi sia sull’impatto delle misure già prese a tutela di famiglie e imprese, sia sul gettito degli extraprofitti delle società energetiche e sulle sanzioni in caso di inadempienza. Si sarebbe parlato anche della proroga degli sconti sui carburanti.

    Agenzia ANSA

    Dallo scostamento di bilancio ai prezzi amministrati (ANSA)

    “Viviamo un’emergenza energetica e per le famiglie e le imprese servono risposte forti. Noi proponiamo un contratto luce sociale per darla gratis fino al 50 per cento per le famiglie con redditi medio bassi, mentre per la parte eccedente prezzi calmierati e raddoppio degli sconti alle imprese”, dice Giuseppe Provenzano. “Bisogna fare pagare gli extra profitti, perché è qualcosa di vergognoso e immorale che aziende che hanno guadagnato grazie all’aumento dei costi dell’energia, anche a causa di molte speculazioni, in questo momento non non li stanno pagando”, spiega il vicesegretario nazionale del Pd. “Sono convito che le risorse vadano prese anche dagli extra profitti, proprio per fare quello che noi abbiamo proposto: se vogliamo scorporare il prezzo del gas, che è aumentato, dal costo dell’energia e far pagare il costo della produzione – le fonti rinnovabili vengono prodotte a un sesto, un decimo rispetto al prezzo del gas – ebbene, noi abbiamo l’esigenza di recuperare delle risorse che servono a compensare gli aumenti del gas per le famiglie e per le imprese prendendoli proprio dagli extra profitti delle aziende energetiche”.
    “Lo vogliamo fare fissando un tetto nazionale al costo dell’energia, un tetto europeo al prezzo del gas e scorporando il prezzo del gas cresciuto a dismisura. È singolare che chi ha fatto cadere Draghi, oggi si rivolge a lui in ginocchio”. “Tutti gli extragettiti che provengono dalla speculazione e dagli aumenti dell’energia devono essere necessariamente reinvestiti in famiglie ed imprese”, dice Luigi Di Maio proponendo contro l’emergenza bollette “un decreto di emergenza non appena arrivati al governo da approvare subito. Un taglia bollette che consenta alle piccole imprese fino alla fine dell’anno di vedersi pagato dall’Stato l’80% delle bollette e che varrebbe circa 13,5 miliardi di euro”. “Vale la pena farlo. Se chiudiamo le imprese il danno è ancora maggiore”, dice a La Stampa Online.
    “L’Europa deve far ascoltare la propria voce sia con Gazprom, sia con il Ttf, la Borsa virtuale dove si decide il prezzo ad Amsterdam va chiusa come si fa quando c’è un eccesso di rialzo o ribasso nelle altre Borse”, afferma Antonio Tajani (Fi).
    L’ALLARME DI FEDERALBERGHI”Le aziende, che con grande fatica stavano tentando di rimettersi in marcia dopo due anni devastanti, sono di nuovo in debito di ossigeno e non riescono a pagare le bollette. Sinora gli alberghi hanno resistito, ma guardiamo con preoccupazione a quel che potrà accadere nei prossimi mesi, con il prezzo dell’energia che continua a crescere e le condizioni generali del mercato a dir poco incerte, tra inflazione galoppante e avvisaglie di recessione”. È questo il grido d’allarme lanciato da Bernabò Bocca, presidente degli albergatori italiani, alla lettura dei risultati di un’indagine condotta dal centro studi di Federalberghi, che ha esaminato nel dettaglio le bollette emesse da 15 gestori, relative a un campione di oltre 2.000 camere d’albergo, di tutte le regioni italiane.
    La bolletta energetica degli alberghi italiani ha raggiunto il livello record di 3,8 miliardi di euro, con un costo medio di circa 120.000 euro per ciascuna struttura (94.000 per l’energia elettrica e 26.000 per il gas), che aumenta con progressione geometrica. In media, il conto del mese di luglio 2022 è risultato più che triplicato rispetto a luglio 2021. Significa che oltre il 18% del volume d’affari del settore viene assorbito dal pagamento delle forniture di energia elettrica e di gas.

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    Le proposte dei partiti sul tavolo di Palazzo Chigi

    C’è chi propone uno scostamento di bilancio per finanziare un provvedimento da 30 miliardi contro il caro bollette, chi un sistema di “prezzi amministrati” a livello nazionale sull’energia. Mentre il governo valuta i margini di un possibile nuovo intervento a sostegno di famiglie e imprese, i partiti – in maniera più o meno formale – stanno facendo arrivare le loro proposte a Palazzo Chigi.
    PD – Il partito di Enrico Letta, in attesa delle decisioni dell’Europa, pensa ad un sistema di prezzi amministrati per i prossimi 12 mesi, una sorta di tetto nazionale al prezzo dell’elettricità. Inoltre, chiede di raddoppiare il credito d’imposta per l’energia con l’obiettivo di recuperare parte degli enormi aumenti in corso.
    EV e SI – La federazione Europa Verde-Sinistra Italiana vorrebbe tassare al 100% gli extraprofitti delle società energetiche per ridistribuire le risorse tra famiglie e imprese.
    M5S – Il Movimento spinge da tempo per uno scostamento di bilancio (indicato anche nel documento consegnato lo scorso luglio al premier Mario Draghi). La proposta del leader Giuseppe Conte è di “recuperare i 9 miliardi di extraprofitti (delle società energetiche) persi per strada dal governo”, estendendo “questa tassazione anche ai settori farmaceutico e assicurativo”.
    IL TERZO POLO – Carlo Calenda punta in primis a “dimezzare il costo dell’energia subito e portarlo a 100 euro Mwh per imprese energivore e gasivore”. Si propone che il Gse compri tutte le fonti di produzione dell’energia elettrica (per il gas a prezzo di mercato, per le rinnovabili al prezzo fisso di 70 euro per MWh). Tale mediazione permetterebbe di abbassare i costi.
    FDI – Per il partito di Giorgia Meloni la soluzione principale è un tetto al prezzo del gas a livello europeo, sul fronte nazionale punta a scollegare il prezzo dell’energia da quello del gas. Inoltre, secondo Fratelli d’Italia, sarebbe necessario un meccanismo automatico che riversi gli introiti dell’extragettito Iva a famiglie e imprese.
    LEGA – Il cavallo di battaglia di Matteo Salvini è il decreto da 30 miliardi, da finanziare anche con scostamento di bilancio, per prevenire “un autunno molto complicato”. La Lega chiede fondi da destinare a famiglie e imprese strozzate dal caro bollette, ma anche un prezzo amministrato dell’energia che consenta un rincaro massimo del 4%.
    FI – Anche Forza Italia batte molto sulle misure da spingere a livello europeo, in particolare il tetto al prezzo del gas. Il partito di Silvio Berlusconi vorrebbe far pagare le bollette nella stessa misura dell’anno scorso e abbattere l’Iva sui beni di prima necessità come pane, pasta, latte.

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    Elezioni, Cappato: 'Confermata ovunque esclusione della lista'

    Gli Uffici elettorali della Cassazione hanno confermato le esclusioni della lista Referendum e Democrazia di Marco Cappato, decise da tutte le Corti d’Appello dove erano state presentate nei giorni scorsi. Lo comunica la stessa lista. Per Cappato si tratta di una “esclusione prevista, visto il ruolo notarile che ha scelto di svolgere la Cassazione, ma la Costituzione e un regolamento europeo ci danno ragione”. E ancora: “Ricorreremo al Giudice ordinario. Un decreto del Governo eviterebbe una nuova brutta figura internazionale”.
    “Preoccuparsi per l’astensionismo. Dopo avere boicottato i referendum cannabis e eutanasia, ignorato per anni le leggi di iniziativa popolare, affossato la piattaforma pubblica di partecipazione, impedito la presentazione di liste con firma digitale. Ci vuole un bel coraggio”, aveva scritto Cappato.
    Di stamani la notizia che l’Ufficio elettorale della Cassazione ha confermato la ricusazione, che era stata già decisa nei giorni scorsi dai giudici della Corte d’Appello milanese, delle liste presentate in Lombardia da Referendum e Democrazia di Marco Cappato, per la nota questione delle firme digitali e non cartacee, e da Forza Nuova, presentata solo per il Senato. 
    La Cassazione, a quanto si è saputo, ha confermato in totale l’esclusione di sei liste che avevano fatto ricorso dopo le bocciature degli Uffici elettorali della Corte d’Appello milanese (quello per il Senato era presieduto da Domenico Camillo Bonaretti, quello per la Camera da Alberto Massimo Vigorelli). Erano state respinte, per motivi vari in gran parte legati alla raccolta firme, anche le liste dei Gilet Arancioni, del Movimento Animalista, del Partito Comunista Italiano, di Destre Unite e di Alternativa per l’Italia-No Green pass. Ai vertici della Corte d’Appello milanese, presieduta da Giuseppe Ondei, sono arrivate stamani per ora le decisioni di conferma alle bocciature di 6 liste, tra cui appunto quelle di Cappato e Forza Nuova, e mancano al momento solo due provvedimenti, in arrivo dalla Cassazione in queste ore, su altre due liste ‘minori’ che avevano fatto ricorso. Entro domani verrà effettuata, sempre in Corte d’Appello a Milano, l’estrazione per le posizioni dei simboli nelle schede elettorali per i collegi lombardi. Cappato nei giorni scorsi aveva già fatto sapere di essere pronto “a ricorrere in ogni sede giudiziaria interna ed internazionale”. L’Ufficio elettorale per la Camera della Corte d’Appello milanese tecnicamente aveva dichiarato l’invalidità della lista Referendum e Democrazia, perché, a prescindere dalla questione delle firme digitali, queste ultime, secondo i giudici, erno state depositate oltre il termine. Nei provvedimenti di conferma, come chiarito dai vertici della Corte d’Appello di Milano, la Cassazione ha fatto presente che il deposito delle firme digitali e non cartacee non è previsto dalle normative. Forza Nuova, invece, aveva sostenuto di non aver bisogno di raccogliere le firme perché, spiegava il movimento di estrema destra, era collegato ad un componente del Parlamento europeo. Non si trattava, però, di un parlamentare di un seggio italiano, ma di un eurodeputato greco di Alba Dorata.

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    Salvini: “Armistizio per luce e gas”. M5s: “Conte da tempo chiede un confronto”

    Una pax elettorale per portare il governo Draghi a prendere misure urgenti contro il caro-bollette. La proposta avanzata da Carlo Calenda nei giorni scorsi è stata rilanciata da Matteo Salvini, ma per ora prosegue in ordine sparso il pressing dei partiti che chiedono all’esecutivo un nuovo intervento a sostegno di imprese e famiglie. Il segretario leghista, dal suo tour in Calabria, offre “un armistizio” agli altri leader, anche “senza fermare la campagna elettorale”. Basta una call su zoom, ha spiegato, per trovare “una soluzione comune”. Quella indicata dall’ex ministro dell’Interno è ispirata alle misure prese in Francia: fissare al 4% il tetto degli aumenti delle bollette di luce e gas. “Abbiamo quantificato in 30 miliardi di euro l’intervento urgente e necessario per bloccare adesso gli aumenti delle bollette di luce e gas senza incorrere in sanzioni europee”, ha detto dando “per scontato” che Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni siano d’accordo. “Meno male. Almeno uno c’è arrivato – la prima reazione del leader di Azione Calenda -. Vediamoci domani e proviamo a trovare un accordo per evitare il disastro”. Un simile tavolo, però, ancora non è in vista, il clima resta decisamente avvelenato, ognuno rivendica il primato nell’aver lanciato l’allarme, una ricetta condivisa non c’è. E chi nei partiti segue il dossier da vicino sa che le risorse a disposizione al momento sono limitate. Giuseppe Conte, fanno notare fonti del M5s, chiede da tempo un confronto fra partiti sul caro-bollette: fra coloro che spingono per uno scostamento di bilancio, l’ex premier ha indicato come priorità “recuperare i 9 miliardi di extraprofitti persi per strada dal governo”, estendendo “questa tassazione anche ai settori farmaceutico e assicurativo”. Ev e Si chiedono di “ridistribuire immediatamente sui conti correnti di famiglie e imprese italiane i 50 miliardi di extraprofitti delle società energetiche”. Il Pd punta sull’aumento del credito di imposta per le imprese energivore, nonché il tetto alle bollette, con il disaccoppiamento del prezzo fra fonti fossili e fonti rinnovabili, con l’impegno di farlo anche a livello europeo.”Le iniziative che prenderà il Governo Draghi – chiarisce il segretario Enrico Letta – siano le più determinate e tempestive sia a livello nazionale che a livello europeo. Troveranno il nostro sostegno”. “Spetta a Draghi, pur dimissionario, prendere l’iniziativa”, è anche la posizione di +Europa, mentre da Forza Italia, Antonio Tajani sollecita l’esecutivo a un intervento, aggiungendo però che “l’azione Ue è fondamentale: l’Europa blocchi il Ttf, il mercato virtuale del gas di Amsterdam e imponga un prezzo alla Russia con la decisione di fissare un tetto comunitario”. “L’hai sfiduciato Draghi. Abbi il buon gusto di tacere per favore”, lo critica Calenda, in uno dei sempre più frequenti scambi social al veleno di questa campagna elettorale. “Aspetto con fiducia l’intervento che dovrebbe arrivare fra martedì e mercoledì – nota la sua ex alleata Emma Bonino, di +Europa -. Rimane il problema di essere stati così pirla da aver dimezzato Draghi, l’asset migliore per negoziare il tetto al prezzo del gas”. Fra i partiti le visioni sono più allineate di fronte ai possibili effetti del caro-energia sulla scuola. Di didattica a distanza non vuol più sentire parlare nessuno, da Licia Ronzulli (Fi) a Nicola Fratoianni (Si). “Il M5s – ha chiarito Conte – non è affatto favorevole alle proposte che iniziano a circolare che prevedono riduzioni di orario e ritorno alla Dad nelle scuole per risparmiare energia”. “Scuole chiuse un giorno alla settimana e ragazzi di nuovo in dad per risparmiare energia? Dico assolutamente no”, la posizione di Salvini, che in una diretta notturna su TikTok ha anche rilanciato un suo vecchio pallino: eliminare l’accesso a numero chiuso alle facoltà di Medicina.