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    Foto di Putin con i leader italiani,'tanto da ricordare'

    A tre giorni dalle elezioni, l’ambasciata russa in Italia lancia una nuova provocazione: un post sui social con una serie di scatti che ritraggono il presidente Vladimir Putin insieme a quasi tutti i leader politici italiani impegnati in queste ore a chiudere la campagna elettorale. “Dalla storia recente delle relazioni russo-italiane. C’è molto da ricordare”, recita la didascalia che accompagna la fotogallery: la prima è la famosa immagine di Putin insieme a Matteo Salvini, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio a Villa Madama. Poi una in cui stringe la mano a Enrico Letta, un’altra a Matteo Renzi, quella con Silvio Berlusconi seduti vicini occhi negli occhi. E ancora, altre strette di mano con Massimo D’Alema e Paolo Gentiloni, ma anche una foto del leader del Cremlino con il presidente Sergio Mattarella e una d’annata con l’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano. Fino a quella del premier uscente Mario Draghi con – in mancanza d’altro – il ministro degli Esteri Serghei Lavrov a Palazzo Chigi.

    L’ambasciata russa posta foto di Putin con i politici italiani

        In sostanza un album dei ricordi del passato, risalenti a un’altra era, quella di prima del 24 febbraio, quando Putin ha deciso di invadere l’Ucraina diventando di fatto un paria in Occidente. Alcuni tra gli interessati hanno replicato, più con stupore che con imbarazzo. “Non so cosa significhino, io posso rispondere per me: io ho incontrato Putin come rappresentante del popolo italiano, il mio non era un rapporto personale con lui, tanto che dopo non ho mai cercato Putin né parlato con il suo entourage”, ha spiegato il leader del M5s Conte, all’epoca dello scatto presidente del Consiglio del governo gialloverde, lasciando intendere come siano altri i politici italiani ad aver avuto più familiarità con lo zar. Renzi invece non si fa sfuggire l’occasione per attaccare direttamente l’ex premier: “Noi siamo stati e siamo favorevoli alle sanzioni e all’invio delle armi all’Ucraina, ma da sempre diciamo che debba essere lasciato aperto un canale di dialogo. Non sono come quelli che cambiano idea una volta al giorno, penso a Giuseppe Conte”, ha risposto il leader di Italia Viva a chi gli chiedeva un commento, derubricando la portata del post dell’ambasciata: “Credo che il problema non sia il post o il tweet, ma ciò che ha detto Putin ieri. Il problema è come risponderà la comunità internazionale all’escalation”. Pur non comparendo nelle foto con Putin, Carlo Calenda ne approfitta per dare contro al centrodestra. “Abbiamo un’altra certezza: il governo Meloni-Berlusconi-Salvini non è una garanzia per le alleanze internazionali. L’unica garanzia di fedeltà ai nostri alleati e ai valori dell’Occidente è andare avanti con Mario Draghi”.    L’ambasciata russa a Roma non è nuova a simili post e provocazioni. Dall’inizio della guerra è entrata spesso in collisione con i media italiani (fino a presentare un esposto, poi archiviato, contro La Stampa) o si è inserita a gamba tesa nel dibattito politico, accusando per esempio gli Stati Uniti di voler “manipolare l’opinione pubblica alla vigilia delle elezioni” con il noto dossier del Dipartimento di Stato sui partiti europei pagati da Mosca.    

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    Scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev, ci sono gli eroi di Azovstal

    Un totale di 215 difensori dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, ultima roccaforte ucraina nell’area, detenuti dai russi, sono stati liberati nell’ambito di un massiccio sforzo per lo scambio di prigionieri. Lo ha detto il capo dell’ufficio del presidente, Andriy Yermak, secondo quanto riferisce Ukrinform. “Il presidente Volodymyr Zelensky ha fissato un obiettivo chiaro: riportare i nostri eroi a casa. Il risultato: i nostri eroi sono liberi”, ha scritto su Facebook il capo dell’ufficio del presidente Andriy Yermak. “C’è stato un grande scambio di prigionieri. Ha attraversato diverse fasi e in luoghi diversi. Abbiamo riportato indietro 215 persone dalla prigionia russa”, ha detto il capo dell’ufficio del presidente. “Si tratta di soldati, guardie di frontiera, poliziotti, marinai, guardie nazionali, truppe delle forze territoriali, doganieri e civili. Tra loro ci sono ufficiali, comandanti, eroi dell’Ucraina, difensori dell’Azovstal e militari in stato di gravidanza”, ha affermato in una dichiarazione. Sono quelli “che i russi volevano uccidere, che chiamavano” nazisti “, il nostro popolo forte che non è stato distrutto da battaglie e prigionia”, compresi i massimi comandanti delle unità che difendevano Mariupol.
    I leader del battaglione Azov che per settimane hanno difeso l’acciaieria Azovstal di Mariupol – il comandante Denis Prokopenko “Redis” e il suo vice Svyatoslav Palamar “Kalina”, sono tra i prigionieri rilasciati dalla Russia. Lo ha reso noto il comandante delle forze speciali ucraine Sergey Velichko che ha pubblicato su Telegram una foto con Redis e Kalina. Lo riporta Ukrainska Pravda. Oltre a Prokopenko e Palamar, è stato liberato anche il comandante della 36ma brigata marina, il maggiore Sergei Volyn. Nella foto pubblicata con loro compaiono anche il capo della direzione principale dell’intelligence Kirill Budanov e il ministro dell’Interno Denis Monastyrsky. L’ex comandante dell’Azov Andrey Biletsky ha scritto sui social: “Ho appena parlato al telefono con Radish, Kalina, tutti hanno uno spirito combattivo e sono persino desiderosi di combattere. Un’altra conferma che Azov è di acciaio. Adesso i ragazzi sono già liberi, ma in un Paese terzo. Rimarranno lì per un po’, ma la cosa principale è già accaduta: sono liberi e vivi”. In una foto pubblicata sul sito della radio ufficiale ucraina Suspline si vede Palamar sorridente mentre parla al telefono.

    Ucraina, Zelensky saluta i 5 ‘eroi di Azovstal’ scambiati con 55 prigionieri russi

    Anche il ministero della Difesa russo ha confermato che sono 55 i soldati russi e delle autoproclamate repubbliche di Lugansk e Donetsk rilasciati nell’ambito dello scambio di prigionieri con l’Ucraina. Lo riferiscono le agenzie russe.  Arriva anche dal leader dell’autoproclamata repubblica del Donetsk Denis Pushilin la conferma che l’oligarca ucraino filorusso Viktor Medvedchuk è tra i prigionieri rilasciati da Kiev nello scambio di ieri con Mosca. “Abbiamo scambiato un fan della Russia con oltre 200 soldati. Non è un peccato dare Victor Medvedchuk in cambio di veri guerrieri: ha già fornito all’Ucraina tutto ciò che è necessario per stabilire la verità nei procedimenti penali in corso su di lui”: ha affermato il presidente Volodymyr Zelensky commentando la liberazione dell’oligarca ucraino filorusso Medvedchuk nello scambio di prigionieri con Mosca. “All’inizio, ci è stato offerto di restituire 50 dei nostri in cambio di uno solo di quelli che si trovavano nel centro di detenzione preventiva del Servizio di sicurezza dell’Ucraina (Medvedchuk). Abbiamo parlato, insistito, il numero di 50 è cresciuto fino a 200 …”.
    Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha condiviso le fotografie dei militari ucraini che sono stati rilasciati dalla Russia nel più grande scambio di prigionieri dall’inizio della guerra. In un post su Telegram, Zelensky ha scritto: “Nostri. Liberi. Continuiamo a lavorare per riportare a casa tutti gli ucraini dalla prigionia russa. Gloria all’Ucraina”   

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    Ignazio La Russa 'saluto un errore ma lo stanno montando'

    (ANSA) – MILANO, 22 SET – “Conosco mio fratello, è la
    persona più buona del mondo. Quello è suo cognato e ha lasciato
    detto che voleva quel saluto. Lui non era un militante di
    Fratelli d’Italia e mio fratello ha cercato di far fare il
    presente come voleva il defunto, non ci è riuscito poi ha alzato
    la mano, non l’ha alzata, non lo so. Sicuramente è stato un
    errore che però stanno montando troppo”. Igniazio La Russa,
    fondatore di FdI, torna così sul presunto saluto romano del
    fratello ai microfoni di Telelombardia. “Sono incazzato, sia per
    la storia sia per il modo abnorme con cui viene trattato un
    saluto a un defunto – Meloni? Anche lei è basita come me”.   
    (ANSA).   

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    È morto Sergio Cassini, per 30 anni giornalista dell'ANSA

     È morto a 71 anni Sergio Cassini, giornalista dell’ANSA per oltre 30 anni, al Senato e alla Camera, nella redazione politico-parlamentare, prima di andare in pensione circa dieci anni fa. Sergio, che lascia la moglie Francesca ed i figli Pietro e Giulio, cominciò il suo lavoro all’ANSA facendosi apprezzare, negli anni ’80, per i servizi sulle commissioni d’inchiesta e sull’attività dell’Aula di Montecitorio. Per poi passare alla redazione del Senato di cui è stato anche responsabile. Colleghi e amici potranno dargli l’ultimo saluto domani alle 10 presso la camera ardente all’Istituto di medicina legale a Roma in piazza del Verano 38.       

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    Milano: Salvini, divieti Area B penalizzano un mln di lavoratori

    (ANSA) – MILANO, 22 SET – Presidio della Lega a Milano contro
    i nuovi divieti della ztl di Area B, che corrisponde a quasi
    tutta la città, che scatteranno dal primo ottobre.   
    “C’è un milione di lavoratori e lavoratrici in Lombardia che
    rischia di rimanere a piedi a causa della scelta insensata del
    Comune di Milano, della sinistra del sindaco Giuseppe Sala – ha
    commentato il leader della Lega Matteo Salvini nel corso del
    presidio -. Che dice che anche euro 4 ed euro 5 diesel, parliamo
    quindi di macchine immatricolate nel 2015 che hanno pochi anni
    di vita e di cui la gente sta ancora pagando le rate, non
    potranno più entrare a Milano per lavorare dal primo ottobre.   
    Così non si difende l’ambiente, così si massacrano i
    lavoratori”.   
    “Quindi l’appello che facciamo a nome di centinaia di
    migliaia di lavoratori e lavoratrici è permettere il lavoro a
    Milano e ne parliamo nel 2023 – ha aggiunto Salvini -, superata
    la crisi economica, passata la guerra, finito il Covid e
    superata la crisi bolletta della luce. Lasciare a piedi chi non
    ha i quattrini per comprare un’auto all’avanguardia è una scelta
    contro le persone”. Al presidio che si è tenuto a uno dei varchi
    di Area B in ingresso in città, in via Mecenate nella periferia
    est, hanno partecipato anche alcuni sindaci leghisti
    dell’hinterland, tra cui quello di Sesto San Giovanni, Roberto
    Di Stefano.   
    “Qua ci sono alcuni rappresentati dei Comuni dell’hinterland,
    perché la scelta del comune di Milano non penalizza soltanto i
    milanesi, ma chiunque nella provincia – ha concluso Salvini -.   
    Se uno ha l’euro 5 su cui sta ancora pagando le rate deve poter
    continuare a lavorare. Poi nel 2023 ne riparliamo”. (ANSA).   

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    Kompatscher,rinoscimenti internazionali rafforzano autonomia

    (ANSA) – BOLZANO, 22 SET – “Il fatto che l’Alto Adige sia
    stato esplicitamente citato da diversi oratori come uno dei
    pochissimi esempi di successo a livello mondiale di soluzione
    pacifica di un conflitto etnico e di tutela delle minoranze non
    è solo un incentivo per la comunità degli Stati presenti a
    lavorare in questa direzione, ma rafforza anche la stessa
    autonomia dell’Alto Adige”. Lo ha detto il presidente il
    presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, che ha
    partecipato a New York all'”High-level meeting” in occasione del
    30/o anniversario della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui
    diritti delle minoranze tenuto a margine dell’Assemblea Generale
    delle Nazioni Unite.   
    “Un insieme di regole internazionalmente riconosciute come
    positive, per le quali l’Italia e l’Austria hanno ricevuto il
    plauso e il riconoscimento dei rappresentanti delle Nazioni
    Unite e dei capi di Stato in occasione di questo importante
    evento nell’ambito dell’Assemblea Generale dell’Onu – ha
    aggiunto Kompatscher – grazie a questo riconoscimento ufficiale
    è ancora meno vulnerabile e ancora più garantito sulla scena
    internazionale”.   
    All’evento ha preso parte anche la viceministra degli Esteri
    italiana, Marina Sereni, che anche ha indicato l’Alto Adige come
    esempio di pacifica convivenza tra i diversi gruppi etnici
    tedesco, italiano e ladino, un modello autonomistico che, dopo i
    conflitti del passato, oggi sta dando i suoi frutti. “Nella
    situazione che viviamo attualmente a livello internazionale – ha
    concluso Sereni – l’Alto Adige costituisce un esempio per la
    risoluzione deli conflitti sulla base del dialogo e della
    comprensione reciproca”. (ANSA).   

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    Draghi incontra Guterres, unica risposta unire gli sforzi

    (ANSA) – ROMA, 22 SET – “Questo è un momento in cui l’unica
    risposta possibile è unire i nostri sforzi alle Nazioni Unite”.   
    Questo uno dei passaggi del colloquio tra il premier italiano,
    Mario Draghi, e il segretario generale dell’Onu al Palazzo di
    Vetro, Antonio Guterres. Quest’ultimo ha poi ringraziato Draghi
    per la sua “leadership a livello internazionale, per la capacità
    che hai avuto insieme all’Italia di portare avanti e sbloccare
    dossier molto importanti. Hai dato un contributo eccezionale.   
    Sei un vero campione del multilateralismo”. (ANSA).   

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    Ultime ore di campagna elettorale, la mappa delle chiusure

     Sarà la centralissima Piazza del Popolo a Roma il luogo fisico del duello finale, seppure a distanza, tra il Pd di Enrico Letta e i leader del centrodestra, in queste ultime ore di campagna elettorale.    Matteo Salvini punta anche sulla rete: la Lega è al lavoro per una iniziativa online che coinvolga ” almeno un milione di persone”. Giuseppe Conte chiuderà la sua campagna a Piazza Santi Apostoli, un luogo simbolo per il centrosinistra, scelto in passato dall’Ulivo per festeggiare le sue vittorie elettorali. Più Europa ha scelto un bus itinerante nelle strade di Roma. Infine, il Terzo Polo di Carlo Calenda, venerdì raduna i suoi al Gianicolo. Insomma, ormai siamo al rush finale e l’obiettivo di ogni partito è fare di tutto per conquistare, in queste ultime 48 ore, il consenso dei tanti indecisi, che, com’è noto, potrebbero scegliere se andare o meno a votare proprio all’ultimo momento.    Tanti gli appelli via whatsapp di candidati in giro per l’Italia che chiedono ai propri contatti di “adottare un indeciso”.    Sfida nelle piazze, in rete, ma anche in tv: l’appuntamento clou è giovedì, in prima serata, alle 21.30 su Rai 1, per lo speciale “Porta a Porta”. Ospiti del salotto di Bruno Vespa tutti i leader: nell’ordine, Luigi Di Maio, Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Giuseppe Conte, Carlo Calenda Matteo Salvini e Enrico Letta.    Ma tornando ai comizi, alle 18 dello stesso giorno, appunto, a Piazza del Popolo, la manifestazione unitaria del centrodestra durante la quale prenderanno la parola Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Maurizio Lupi.    Il giorno dopo, alla stessa ora, nello stesso luogo sarà invece il segretario dem a rilanciare la sua proposta per il governo del Paese. Sono previsti gli interventi di Roberto Speranza, Elly Schlein, e le conclusioni affidate a Enrico Letta. Giovedì, sempre a Roma, alle 17, su un palco ai Fori Imperiali, si svolgerà la manifestazione di chiusura dell’alleanza Verdi-Sinistra Italiana. Alla stessa ora, poco lontano, in piazza Santi Apostoli la manifestazione di Italia Sovrana e Popolare.    Italexit, il movimento guidato da Gianluigi Paragone, chiuderà giovedì a Roma, a Campo dei Fiori alle ore 18.30, e venerdì a Milano, in piazza XXIV Maggio.    E così si arriva all’ultimo giorno utile, agli ultimi fuochi di questa inedita campagna elettorale, del tutto inedita, iniziata in piena estate.    Come ultimo appuntamento prima dell’apertura delle urne, il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte dà appuntamento ai suoi, venerdì alle 18, a Piazza Santi Apostoli.    La leader di Fdi, Giorgia Meloni, ha scelto di essere quel giorno a Napoli tra i giovani: sarà alle 15,30, all’Arenile di Bagnoli, a via Coroglio, a una manifestazione dal titolo “Coordinate per il futuro”, tra i ragazzi della Generazione Z come vengono chiamati quelli nati tra il 1997 e il 2012. Sempre a Napoli, ma in centro, Luigi Di Maio chiuderà la sua campagna elettorale alle ore 18:00 al Teatro Sannazaro.    Matteo Salvini, invece punta sul web: la Lega fa sapere che sta preparando come chiusura a un’iniziativa da record “con l’obiettivo di coinvolgere almeno un milione di persone”.    “Salvini – informa sempre Via Bellerio – ha percorso 30mila chilometri su e giù per l’Italia, toccando tutte le regioni, da Ferragosto a oggi”. Infine, Silvio Berlusconi atteso a Milano, al Teatro Manzoni.