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    La vittoria di Meloni breaking news sui siti internazionali

    Con una breaking news sul proprio sito e su Twitter, è la Bbc la prima testata internazionale a dare conto, appena passate le 23, degli exit poll delle legislative in Italia: “Giorgia Meloni di estrema destra si appresta a vincere le elezioni ed è in procinto di diventare la prima donna premier”. “Il partito post-fascista di Giorgia Meloni in testa”, è il bulletin dell’agenzia France Presse. Per il Financial Times l’ “Italia rischia”  ma, scrive il quotidiano, “non è un balzo nell’estremismo”. Tra i media internazionali c’è chi punta sulla figura della leader, chi sul suo partito – definito di destra, estrema destra, radicale o post-fascista a seconda anche dei tradizionali orientamenti delle testate -, chi invece parla in generale della coalizione di destra in attesa di vedere risultati più concreti, chi ancora evoca l’eventuale “governo più a destra dai tempi di Mussolini”.

    Giorgia Meloni set to be Italy’s first female prime minister and leader of its most right-wing government since World War II, exit polls suggest. https://t.co/CNLxGlBB5q
    — CNN (@CNN) September 25, 2022
    E così l’ultim’ora dello spagnolo El Pais riferisce che “i primi sondaggi delle elezioni italiane indicano una netta vittoria del partito di ultradestra Fratelli d’Italia, della romana Giorgia Meloni, con una forbice compresa tra il 22 e il 26% dei voti”, mentre il quotidiano conservatore El Mundo titola: “La destra vince le elezioni in Italia”. Il francese Le Figaro apre il sito con una foto di Meloni alle urne e il titolo “L’unione delle destre ampiamente in testa”. Ampio spazio alle elezioni e agli exit poll anche sulla all-news Bfm-tv, mentre il sito dell’altro grande notiziario radiotelevisivo France Info apre con “Il partito di estrema destra di Giorgia Meloni in testa, la sua coalizione raccoglierebbe oltre il 40% dei voti”. Il Guardian indica in apertura del live sulle elezioni italiane che “gli exit poll mostrano la vittoria dell’estrema destra”, e internamente parla di una “chiara vittoria della coalizione di destra”. I media tedeschi riportano la vittoria della “destra radicale” in Italia. È il caso sia della Faz, giornale dei moderati, che dello Spiegel, magazine politico di stampo progressista. “Per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale il Paese avrà di nuovo, con ogni probabilità, un governo di destra nazionale. Un risultato storico, Meloni diventa la prima presidente del Consiglio donna d’Italia”, scrive invece la Bild, secondo cui “a Bruxelles e nelle capitali europee c’è preoccupazione diffusa per un governo guidato da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia è successore di un partito fondato dai fascisti. Meloni viene criticata dai suoi avversari politici per il fatto di non aver mai pienamente preso le distanze dal fascismo. Ma ha condannato la guerra, le leggi razziali e la dittatura”. Oltreoceano, il New York Times scrive che “con i risultati del voto in Italia, l’Europa si prepara ad un altro spostamento a destra”. “I sondaggi d’opinione suggeriscono che il prossimo premier dell’Italia potrebbe essere Giorgia Meloni, una leader di estrema destra con radici post-fasciste. Sarebbe la prima donna premier del Paese”, sottolinea il prestigioso quotidiano americano. “L’Italia ha eletto la coalizione di destra guidata da Giorgia Meloni”, scrive il Wall Street Journal sottolineando che il voto è risultato delle “conseguenze della guerra economica dell’Europa contro la Russia”. Mentre la breaking news della Cnn sottolinea che “Giorgia Meloni diventerà il primo premier italiano di estrema destra dai tempi di Mussolini”. Anche per il Washington Post “l’Italia sembra avviarsi a un esito rivoluzionario che darebbe al Paese la sua prima premier donna e il governo più a destra dalla caduta di Mussolini”. Dal Sud America il sito della Folha de San Paolo, importante quotidiano della città brasiliana, apre con “La destra vince in Italia e apre il cammino per Giorgia Meloni”, mentre il portale del Clarin, principale giornale argentino, titola nel rullo delle notizie: “Elezioni in Italia: chi è Giorgia Meloni, la rappresentante di estrema destra che sarà la prima donna a diventare premier”.

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    Dieci punti calo affluenza a Camera e Senato, dati parziali

    E’ di circa 10 punti percentuali il calo dell’affluenza alle elezioni per il rinnovo di Senato e Camera: alle ore 23 ha votato il 63,8% degli aventi diritto, quando i dati sono relativi a oltre 7.700 comuni su 7.904. Lo si rileva dal sito del ministero dell’Interno. Nella precedente tornata elettorale del 2018 alla stessa ora si era recato alle urne il 73,2% degli elettori..L’AFFLUENZA ALLE 19 Alle elezioni per il rinnovo della Camera alle ore 19 ha votato il 51,16% degli aventi diritto (dati relativi a 7.904 comuni su 7.904). Lo si rileva dal sito del ministero dell’Interno. Nella precedente tornata elettorale del 2018 alla stessa ora si era recato alle urne il 58,40% degli elettori per la Camera.
    L’AFFLUENZA ALLE 12 Alle elezioni per il rinnovo della Camera alle ore 12 ha votato il 19,21% degli aventi diritto, (7.904 comuni su 7.904). Nella precedente tornata elettorale del 2018 alla stessa ora si era recato alle urne il 19,43% degli elettori per la Camera.

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    Il trionfo di Giorgia Meloni, a un passo dal governo

    Giorgia Meloni è a un passo dal trionfo. All’Hotel Parco dei Principi, dove Fratelli d’Italia ha organizzato la serata elettorale, c’è grande ottimismo, tuttavia regna la cautela e la prudenza.    Neanche gli exit poll, che danno FdI chiaramente primo partito, hanno fatto scoppiare la gioia per un risultato che potrebbe essere storico. Si sente appena un breve applauso, da parte dei pochi dirigenti presenti, chiusi in una saletta. Solo Fabio Rampelli, appena arrivato, si concede ai cronisti.    Sorridente e un poco emozionato ammette: “posso dire che con questi numeri possiamo governare”.    Una vittoria, sempre se i voti veri confermeranno gli exit poll e le prime proiezioni, che Meloni definì un “riscatto”, non solo per le donne ma per la comunità della destra italiana: “Per decenni – ha detto prima del voto – c’è stata gente perbene che ha dovuto abbassare la testa, trattata come figli di un Dio minore”.    Forte di una maggioranza che potrebbe essere molto ampia, Meloni, classe 1977, si appresta a diventare la prima donna premier della storia della Repubblica. In precedenza solo Nilde Iotti ci andò vicina, quando, nel lontano 1987, ricevette un mandato esplorativo però senza successo.    E potrebbe diventare, appunto, anche il primo Presidente del consiglio erede diretto della destra neofascista del Movimento Sociale Italiano portando la Fiamma a Palazzo Chigi. Inoltre, se il dato di FdI verrà confermato oltre il 20%, sbaraglierebbe il record di An, che nel 1996, raggiunse il 15,7%, il suo massimo storico. Le resterebbe da risolvere il rebus del governo, tenuto conto che non potrà che assecondare le sensibilità del Colle su alcune caselle cruciali, in sintonia con la Nato e l’Europa, come Esteri, Difesa ed Economia. Allo stesso tempo dovrà valutare anche le richieste dei suoi alleati. Romana, con una figlia, da due anni Presidente dei Conservatori europei, politica a tutto tondo, è considerata molto vicina alle posizioni di Trump. La sua affermazione sarebbe un ‘unicum’ assoluto nella storia politica dei paesi fondatori dell’Ue e per molte cancellerie rappresenta uno shock.    I suoi detrattori la definiscono “inadeguata a governare”. La stampa di mezzo mondo legge il voto di oggi come il ritorno del “fascismo in Italia”, cent’anni dopo la Marcia su Roma. La sua proposta di “blocco navale” contro i migranti, la sua avversione all’adozione per i gay, il suo mantra “Dio, patria famiglia”, le hanno causato fortissime critiche. Lei però replica chiamandosi “patriota”, impegnata a “tutelare finalmente l’interesse nazionale”, contro “la globalizzazione senza controllo”, che distrugge “le comunità, i popoli, e i suoi valori identitari”.    Poi c’è il nodo dei suoi rapporti molto stretti con i Paesi del gruppo di Visegrad, e in particolare con l’Ungheria di Orban, il cui governo è stato definito dal Parlamento europeo “una non democrazia”. Lei si è sempre difesa ricordando che “non esiste una Europa di Serie A e una di Serie B”. E’ però consapevole che il nostro Paese, con il suo enorme debito pubblico, se non vuole rischiare di finire vittima della speculazione finanziaria non potrà trovare vie d’uscita fuori dal contesto europeo. In una intervista a Reuters, ha chiarito che intende rispettare i parametri di bilancio di Bruxelles e che non ci saranno “follie” sui conti. Detto questo, tenuto conto delle promesse elettorali della sua coalizione, pensiamo alla costosissima flat tax, Meloni sa benissimo che una volta premier ogni sua mossa sarà messa sotto la lente dei mercati.    

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    Al seggio estero di Bologna faldoni da controllare uno a uno

    “È andato tutto bene, ma il sistema è decisamente antiquato”. Così una scrutinatrice fuori dal seggio bolognese per la circoscrizione Estero a BolognaFiere, dove arrivano le schede elettorali provenienti da 17 paesi europei. È la prima volta che le schede elettorali dei quasi sei milioni di elettori italiani residenti all’estero vengono divise tra la sede centrale di Roma e altri uffici decentrati. Oltre a Bologna, che riceve parte delle schede della ripartizione a) Europa, anche Milano, Firenze e Napoli. “Abbiamo questi libroni – spiega Emanuele, scrutinatore, all’ANSA – per ogni seggio ne abbiamo una ventina grossi così. Dentro ci sono i nomi di chi ha votato”.
    Ciascun plico contiene in ordine i nominativi dei residenti all’estero con diritto di voto. Quando arriva la scheda, che contiene solamente il codice identificativo dell’elettore e non il nome, come spiega Marta Gambino fuori dal padiglione 14 di BolognaFiere, il compito dello scrutinatore è di segnare che l’elettore o elettrice abbia votato correttamente o meno. “Di base quando apri la busta – spiega Marta – devi controllare su tutti i plichi”. “È un sistema molto antiquato – si lamenta fuori dal seggio un’altra scrutinatrice in pausa – siamo qua da oltre nove ore per 700 schede”. “Pensi – conclude – che si arriva anche fino a 900 buste. È stancante anche fisicamente”.   

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    Elezioni: ecco i primi exit poll, il centrodestra è avanti

    Secondo il primo exit poll del Consorzio Opinio Italia per la Rai, alla Camera la coalizione di centrodestra è avanti al 41-45% (Fdi è il primo partito al 22-26%) mentre la coalizione di centrosinistra è al 25,5-29,5% e M5s è al 13,5%-17,5%. Azione-Italia Viva è al 6,5-8,5%. Italexit per l’Italia 0,5-2,5. Altri 4-6.
    Al Senato la coalizione di centrodestra è avanti al 41-45%, mentre la coalizione di centrosinistra è al 25,5-29,5% e M5s è al 13,5-17,5%. Azione-Italia Viva è al 6,5-8,5%, Italexit per l’Italia 0,5-2,5%, altri 4-6%.
    Seggi: alla Camera Cdx 227-257; Csx 78-98; M5s 36-56; Azione-Italia Viva 15-25. Al Senato: Cdx 111-131 ; Cds 33-53 ; M5s 14-34 : Azione-Italia Viva 4-12.
    Secondo il primo exit poll di Trend Swg per La7 Fdi è la prima forza politica con una percentuale tra il 23 e il 27%. il Pd ha una percentuale tra il 18 e il 22%; il M5s tra il 13,5 e il 17,5%, Lega tra il 9,5 e il 13,5% e Forza Italia tra il 6 e l’8%. Alleanza Verdi-Sinistra si attesta al 3-4%, +Europa al 2-3%, Italexit al 2-3% e Impegno civico al 0,5-1,50%.
    Secondo il primo Instant Poll Quorum/Youtrend per SkyTg24 al Senato FdI è il primo partito con il 23,7%, segue il Pd con 20,1%, M5s 16,1%, Lega 9,8%, Fi 7,9%, Azione/Iv 7,4%. Per quanto riguarda le coalizioni, alla Camera il centrodestra ha il 42%, il centrosinistra 28,3%, Movimento 5 Stelle 16,4%, Azione/Iv 7,2%. II centrodestra avrebbe 228 seggi, il centrosinistra 95, il Movimento 5 Stelle 47, Azione/Iv 19, altri 3, estero 8. Al Senato, invece, il centrodestra è in vantaggio con 115, centrosinistra 44, Movimento 5 Stelle 24, Azione/Iv 10, altri 3, estero 4. tra le liste al Senato Fratelli d’Italia sarebbe il primo partito con 66 seggi, poi il Pd con 38, la Lega con 28, M5s con 24, Forza Italia 19, Azione/Iv 10, Verdi/Sinistra 5, estero 4, Svp 3, Noi Moderati 2, Più Europa 1. Alla Camera, Fratelli d’Italia avrebbe 110 seggi, Pd 77, Lega 66, Movimento 5 Stelle 47, Forza Italia 46, Azione/Iv 19, Verdi-Sinistra 14, Estero 8, Noi Moderati 6, Più Europa 3, Svp 3, Impegno Civico 1.
    Nel primo intention poll realizzato da Tecné per Mediaset, il centrodestra sarebbe avanti alla Camera e al Senato con la stessa forchetta tra il 41,5% e il 45,5%. Alla Camera il centrosinistra è al 25-29%, M5s 14-18%, Azione 5-9%. Italexit tra 1,5 e 3,5%. Tra i singoli partiti Fdi è primo con 22,5-26,5%, Pd secondo con 17-21%, Lega 8,5-12%, Forza Italia 5-9%. Al Senato il centrosinistra è al 25-29%, M5s 14-18%, Azione 5-9%. Italexit tra 1,5 e 3,5%. Tra i singoli partiti Fdi primo con 22,5-26,5%, poi Pd 17-21%. Lega al 8,5-12% e Forza Italia 5-9%.

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    Arianna Meloni alla sorella Giorgia, io e te come Sam e Frodo

    “Se solo sapessero l’ansia che hai provato, come quella prima volta a Porta a Porta. Le notti passate in bianco a studiare. I silenzi e le angosce, spesso insieme, per capire, riflettere e guardarsi intorno. Gli sfoghi, quando eri troppo stanca e sapevi che con me potevi mostrare il tuo lato vulnerabile. Non ti ho visto mai cedere alle lusinghe del potere, mai privilegiare il tuo interesse personale rispetto a quello che consideravi giusto fare per questa Nazione.Siamo arrivati dove siamo, senza aiuti, anzi con molti ostacoli”. Così Arianna Meloni, sorella della leader di Fratelli d’Italia, in un lungo post su Facebook per Giorgia Meloni.

    “Ti accompagnerò sul monte Fato – prosegue – a gettare quell’anello nel fuoco, come Sam con Frodo, sapendo che non è la mia storia che verrà raccontata, ma la tua, come è giusto che sia. Mi basterà sapere che sono stata utile in qualche modo in questa grande avventura che stai costruendo, perché quando avevi bisogno di riposare, di piangere, di rilassarti o di un consiglio, io c’ero”. E conclude: “Buon lavoro sorella mia. Io ci sono e non sono l’unica. Questa volta siamo in tanti!”.     

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    Affluenza alle ore 19 al 51,16%, in calo

    L’AFFLUENZA ALLE 19 Alle elezioni per il rinnovo della Camera alle ore 19 ha votato il 51,16% degli aventi diritto (dati relativi a 7.904 comuni su 7.904). Lo si rileva dal sito del ministero dell’Interno. Nella precedente tornata elettorale del 2018 alla stessa ora si era recato alle urne il 58,40% degli elettori per la Camera.
    L’AFFLUENZA ALLE 12 Alle elezioni per il rinnovo della Camera alle ore 12 ha votato il 19,21% degli aventi diritto, (7.904 comuni su 7.904). Nella precedente tornata elettorale del 2018 alla stessa ora si era recato alle urne il 19,43% degli elettori per la Camera.

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    Elezioni: i leader al voto

    Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha votato questa mattina, alle 8.45, nella scuola Giovanni XXIII – Piazzi a Palermo. Il capo dello Stato ha anticipato l’arrivo nell’istituto di via Rutelli, per evitare la concomitanza con la cerimonia di commemorazione per l’uccisione del giudice Cesare Terranova e del maresciallo Lenin Mancus, avvenuta il 25 settembre del 1979 nella stessa via. Il capo dello Stato ha votato, come di consueto, nella sezione 535, accolto da un applauso degli scrutatori e delle persone presenti.
    Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha votato a Milano nel seggio di via Pietro Martinetti. Andando via ha detto ai cronisti che trascorrerà la giornata di votazioni con la figlia in agriturismo. “Conto che la Lega sia la forza parlamentare sul podio, prima, seconda o terza al massimo”, ha detto inoltre Salvini, dopo aver votato. A chi gli chiedeva se il quarto posto sarebbe una sconfitta, ha risposto: “Gioco per vincere, non per partecipare”.
    Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha votato a Firenze nella scuola Villani di viale Giannotti, a Gavinana. Insieme a Renzi ha votato anche la moglie Agnese Landini. Renzi e la moglie erano accompagnati da Francesco Bonifazi, senatore uscente di Iv e candidato per il Terzo Polo, che ha votato pure lui nello stesso seggio elettorale. Matteo Renzi adesso parte per Tokyo per andare ai funerali di Stato di Shinzo Abe.
    Il segretario del Pd Enrico Letta ha votato stamane al suo seggio, presso l’istituto De Amicis/Cattaneo di via Galvani, nel quartiere Testaccio a Roma.
    “Votate, votate liberamente, senza condizionamenti e senza paure. L’Italia è sempre più forte di chi la vuole debole”: così il leader di Azione Carlo Calenda, che stamane ha votato a Roma insieme alla moglie Violante Guidotti Bentivoglio.
    Anche il leader del M5S Giuseppe Conte ha votato.
    Cambio di programma per la presidente di FdI Giorgia Meloni: voterà questa sera, a Roma, in chiusura dei seggi alle 23, anziché stamane come inizialmente previsto. La scelta – viene spiegato dal suo staff – è stata dettata dall’esigenza di consentire un voto sereno agli elettori: il seggio infatti era gremito di fotografi e la calca – è stata la valutazione – non avrebbe permesso ai cittadini di esercitare il proprio diritto di voto con la necessaria calma. 

    Agenzia ANSA

    Le immagini dalle città (ANSA)