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    Meloni incontra Salvini, niente veti sugli incarichi

    In attesa che si formi il nuovo Esecutivo, da Palazzo Chigi non si perde tempo e si convoca, per il pomeriggio, il Consiglio dei Ministri con all’ordine del giorno la Nota di aggiornamento al Def e alcuni decreti attuativi relativi a riforme del Pnrr come quella degli Irccs e della giustizia. Ma anche in Parlamento si fissano calendari e scadenze con il presidente della Camera uscente Roberto Fico che comunica come il decreto ‘Aiuti-ter’ comincerà il suo iter a Montecitorio.
    Giorgia Meloni, intanto, è al lavoro sulla squadra di governo e incontra a Montecitorio il leader della Lega Matteo Salvini per fare il punto. Un colloquio durato circa un’ora dal quale emerge la voglia di “grande collaborazione e unità di intenti”. “Entrambi i leader – si legge in una nota diffusa al termine del faccia a faccia – hanno espresso soddisfazione per la fiducia data dagli italiani alla coalizione e hanno ribadito il grande senso di responsabilità che questo risultato comporta. Meloni e Salvini hanno fatto il punto della situazione e delle priorità e urgenze all’ordine del giorno del governo e del Parlamento, anche alla luce della complessa situazione che l’Italia sta vivendo”.
    “Non si è parlato né oggi e né in questi giorni di nomi, incarichi, attribuzioni di deleghe né separazioni di ministeri e sono prive di fondamento retroscena di stampa su presunti veti, così come le notizie già smentite da P.Chigi su un ‘patto’ Meloni-Draghi”, hanno sottolineato fonti di Fdi in una nota riferendosi all’incontro tra Meloni e Salvini. E hanno ricordato il post della Meloni su Fb in cui aveva scritto ‘Trovo surreale che certa stampa inventi di sana pianta miei virgolettati, pubblicando ricostruzioni del tutto arbitrarie. Si mettano l’anima in pace: il centrodestra unito ha vinto le elezioni ed è pronto a governare”.
    Nel frattempo, come accade ogni volta che si deve dar vita ad un nuovo Esecutivo, impazza il toto nomi. Si parla dell’attuale vertice del Dis Elisabetta Belloni agli Esteri, del braccio destro di Berlusconi Licia Ronzulli alla Scuola o alla Salute. Di Antonio Tajani praticamente ovunque: c’è chi lo dà alla Farnesina, chi come presidente della Camera o alla guida della Difesa. E ancora: sui giornali il nome di Giulia Bongiorno compare sia per la Giustizia, sia per la P.A, mentre, sempre alla Salute, si ipotizzano Letizia Moratti o il forzista Mandelli che è rimasto fuori dal Parlamento. Ma è evidente che in questa sorta di gioco di società di ‘trova la casella giusta’ non si saprà nulla di veramente certo fino all’ultimo.
    Tra i rumors del Transatlantico, si darebbe fuori dalla compagine ministeriale Salvini per il quale invece la leader di FdI potrebbe ritagliare un ruolo da vicepremier, in tandem con il ‘jolly’ Tajani. E questo, nonostante i leghisti facciano sapere che sul web “in tantissimi” vorrebbero il ‘Capitano’ al Viminale. Unica certezza al momento: lei vuol rendere “inattaccabile” la squadra da ogni critica esterna. Meloni, infatti, smentisce i retroscena sui giornali, a cominciare da quello che lei direbbe no al segretario della Lega perché “troppo filo russo”.
    E anche Palazzo Chigi spiega che non esiste alcun “patto con Meloni” per garantire le indicazioni dell’Ue anche su Kiev, precisando che l’impegno del governo uscente è quello di “garantire un’ordinata transizione nell’ambito dei corretti rapporti istituzionali”. Nei partiti, intanto, continua la conta di ‘morti e feriti’ con Carlo Calenda che fa la sua previsione piuttosto fosca assicurando che un eventuale governo a guida Meloni non potrà durare più di 6 mesi. Commenti drastici anche nei confronti del Pd per il quale il leader di Azione paventa “una crisi irreversibile”.
    E infatti tra i Democratici le acque restano quanto mai agitate, con Enrico Letta che convoca la Direzione il 6 ottobre in vista del Congresso, con Matteo Orfini che definisce “una genialità” il fatto che spuntino due candidati al giorno per la segreteria e con il coordinatore dei sindaci Dem Matteo Ricci che punta il dito contro chi pensa che sia solo una questione di nomi e non di contenuti e di progetti. Più sarcastico Emanuele Fiano che ricorda come il congresso del Pd non sia “il casting per X Factor”. Archiviata, almeno ufficialmente, la resa dei conti interna alla Lega, dopo il Consiglio Federale di ieri dal quale è emerso come non sia in discussione la leadership di Salvini, è Fratelli d’Italia che parla di contenuti. “Guidati”, comunque, dall’Ue che invita tutti i Paesi a sostenere misure di “sostegno al reddito minimo” per ridurre la povertà e accelera sul tetto del gas che Guido Crosetto vede “come un prezzo al metro cubo fissato per i consumatori finali, aziende e cittadini, individuati in ordine di priorità e necessità”. Mentre il Financial Times parla di “preoccupazione” per la vittoria di Meloni e non di “panico”, il Responsabile organizzazione di Fdi, Giovanni Donzelli, ribadisce la necessità di “aggiornare” la Costituzione puntando al semipresidenzialismo alla francese e aprendo “un dialogo con tutti”. Quindi assicura: “Io ministro? Più facile che lo faccia Salvini…”.

    Agenzia ANSA

    Leader FdI vede Tajani. Idea di un tecnico per Tesoro e Farnesina (ANSA)

    Sbarra, nuovo Governo coinvolga il sindacatoLa Cisl chiede alla maggioranza uscita dalle elezioni di coinvolgere il sindacato nelle dinamiche di decisione. “Le urne – afferma il segretario generale, Luigi Sbarra a margine del Consiglio Generale della Fit Cisl – hanno dato un risultato netto, affidando un grande onere al centrodestra e al partito guidato da Giorgia Meloni. Il nuovo governo dovrà coinvolgere nelle dinamiche di decisione il sindacato ed il riformismo sociale. La Cisl, come sempre, giudicherà l’albero dai frutti, senza pregiudizi, esercitando la propria soggettività politica con autonomia, cercando il dialogo senza timori, né timidezze”. “Avremo come unico metro di giudizio – dice – i contenuti e le azioni concrete, insieme alla disponibilità del nuovo governo ad aprirsi al confronto e misurarsi con le priorità della nostra Agenda Sociale. Si aprono giorni decisivi per formare un governo stabile, competente, aperto al confronto sociale. Occorre fare presto, perché tempi e scadenze della Legge di Bilancio e riforme sono drammaticamente compressi. Serve concordia per riunire un Paese che scivola in un astensionismo allarmante e crede sempre meno nelle istituzioni politiche. Dobbiamo costruire protezioni universali, generare occupazione di qualità, riqualificare il lavoro debole. Insieme dobbiamo realizzare le riforme, a partire da pensioni, fisco e non autosufficienza. Il sentiero della partecipazione è l’unico che può farci arrivare a traguardi stabili ed equi. La via è quella di un dialogo sociale che in questo anno e mezzo ha dato frutti e che deve essere rafforzato nella costruzione di un Progetto Paese che non escluda la responsabilità di nessuno”.

    Agenzia ANSA

    Prima scadenza il 13 ottobre quando si riuniranno le Camere (ANSA)

    Agenzia ANSA

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    Elezioni: Il Viminale si corregge, cambia l'attribuzione dei seggi. Bossi eletto in Lombardia

     Ieri non c’era nell’elenco del Viminale, ma oggi risulta eletto Umberto Bossi nel collegio plurinominale di Lombardia 2 (Varese). E’ quanto risulta dal sito Eligendo del Viminale. 
    “Il ministero dell’Interno nell’attribuzione provvisoria dei seggi dei collegi plurinominali ha preso un granchio clamoroso. Non lo dico per contestarli, ma solo perché in autotutela, fino a quando il dato non diviene definitivo, possano ancora correggerlo. In base alla corretta applicazione della legge, se questo errore venisse corretto, allora Umberto Bossi tornerebbe in Parlamento. E comunque questa mia osservazione viene confermata tra l’altro dal verbale di domenica 4 marzo 2018 delle operazioni dell’ufficio elettorale nazionale della Cassazione, basta andare a vederlo”. Così Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, ha anticipato la correzione del dato da parte del Viminale.
    “Vi spiego – dice Calderoli – da dove nasce l’errore. Tutto è corretto fino all’attribuzione dei seggi delle coalizioni a livello nazionale, ovvero sulla base della cifra elettorale nazionale di coalizione dei partiti che abbiano superato l’1%. L’errore nasce dal passaggio successivo dove la cifra elettorale di coalizione nella circoscrizione deve comprendere anche i partiti che hanno superato l’1% anche quando questi non hanno raggiunto il 3% perché questo dice la legge, cosa che loro non hanno fatto sottraendo già a livello circoscrizionale la lista di ‘+Europa’, creando una serie di seggi deficitari che coinvolgono 13 circoscrizioni su 28”. “La ripartizione finale dei seggi ai singoli partiti che abbiano superato il 3% – sottolinea – è stata fatta in maniera corretta, ma purtroppo l’errore è a monte. Io di leggi elettorali magari non ne capisco tanto, ma fino a questo punto ci arrivo… E comunque questa mia osservazione viene confermata tra l’altro dal verbale di domenica 4 marzo 2018 delle operazioni dell’ufficio elettorale nazionale della Cassazione, basta andare a vederlo”, conclude.
    NUOVE INDICAZIONI DELLA CASSAZIONE – Un aggiornamento della ripartizione dei seggi proporzionali della Camera dei deputati in alcuni collegi plurinominali (è il caso di quello di Umberto Bossi a Varese, che solo oggi appare tra gli eletti) viene pubblicato sul sito Eligendo “anche a seguito di indicazioni fornite dall’Ufficio Elettorale Centrale Nazionale presso la Corte di Cassazione”. E’ quanto precisa il Dipartimento per gli affari interni e territoriali del ministero dell’Interno. “Resta invariato – rileva il Dipartimento – il dato relativo al totale dei seggi attribuiti, a livello nazionale, a tutte le coalizioni e alle liste della Camera dei deputati, anche per i collegi uninominali, nonché la ripartizione dei seggi relativa al Senato della Repubblica”. Il Dipartimento fa inoltre presente che “la pubblicazione da parte del Ministero dell’interno di tali notizie riveste carattere ufficioso, in quanto la ripartizione definitiva e la successiva proclamazione ufficiale degli eletti dovrà essere effettuata – ai sensi delle disposizioni vigenti – dal predetto Ufficio Elettorale Centrale nazionale della Cassazione e dai competenti Uffici presso le Corti di Appello”.
    RESTA IL SALDO ZERO TRA I PARTITI – In base all’evoluzione dei complicati conteggi dovuti al Rosatellum cambiano alcuni nomi degli eletti ai seggi proporzionali in alcuni collegi plurinominali delle Politiche di domenica scorsa, ma le variazioni sono a saldo zero per quanto riguarda i partiti. Ad esempio, la Lega che rispetto a ieri ha “guadagnato” due deputati in Lombardia (Umberto Bossi e Giulio Centemero), ne ha persi altrettanti tra Emilia Romagna e Sicilia. E’ quanto sottolineano fonti del Viminale, ricordando che i nomi degli eletti pubblicati sul sito Eligendo sono da considerarsi “ufficiosi” in attesa del “timbro ufficiale” dell’Ufficio elettorale centrale nazionale presso la Cassazione.
    NUOVA ATTRIBUZIONE DEI SEGGI – Colpo di scena nell’attribuzione dei seggi al Molise dopo le elezioni Politiche. Il Ministero dell’Interno, con i dati aggiornati sul sito Eligendo, ha modificato gli eletti in regione alla Camera. Non c’è più il nome di Caterina Cerroni del Pd e al suo posto risulta eletta al proporzionale Elisabetta Lancellotta di Fratelli d’Italia. Sono, dunque, ora quattro su quattro gli eletti del centrodestra in regione. Dunque Claudio Lotito e Costanzo Della Porta risultano eletti al Senato, Lancellotta e Lorenzo Cesa alla Camera. Le operazioni di verifica, comunque, non sono ancora concluse. Stessa cosa nel Lazio. Il Viminale corregge sul sito Eligendo anche la lista degli eletti nella circoscrizione Lazio 1 plurinominale 01: nel listino con capolista Nicola Zingaretti scattano ora, nella versione corretta, due seggi anzichè uno. Dunque oltre a Zingaretti al Pd andrà un altro seggio: la seconda risulta Marianna Madia, una delle plurielette, mentre terzo il segretario cittadino del Pd Andrea Casu a cui presumibilmente sarà attribuito il secondo seggio. Altri cambiamenti riguardano  l’Umbria, dentro M5s-FI a discapito di un candidato Pd e uno FdI e la Calabria dove un seggio passa dal Pd a M5s. Cambiamenti anche in Toscana dove un altro seggio è stato attribuito alla Camera al Pd: passa Marco Simiani al proporzionale per Arezzo-Siena-Grosseto-Livorno che prende il posto di Lucia Annibali che correva per il Terzo polo. Cambia, sul sito del Viminale, l’elenco degli eletti alla Camera nel plurinominale per la Circoscrizione Campania 1: scompare dall’elenco il nome di Guido Milanese (Fi), entra quello di Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi-Sinistra). In caso di conferma definitiva gli eletti in regione del centrodestra scenderebbero a 22 a 21, quelli del centrosinistra passerebbero da 7 a 8. In Lombardia la Lega guadagna due deputati, oltre a Umberto Bossi anche Giulio Centemero. Anche in Sicilia cambia la composizione degli eletti alla Camera. Nel collegio Sicilia 1 P02 non sarebbe stata eletta Annalisa Tardino della Lega. Secondo questa novità in Sicilia nei collegi plurinominali alla Camera sono stati eletti sei deputati col M5s, 5 con Fdi, 3 col Pd, 1 con la Lega, 2 con Iv-azione e 2 con Forza Italia. Cambio nell’attribuzione di un seggio del plurinominale alla Camera per i parlamentari eletti in Piemonte. Esce l’astigiano Paolo Romano, candidato nella circoscrizione Piemonte 2 per ‘Alleanza Verdi-Sinistra Italiana ed ex M5s. Entra invece il pentastellato Antonino Iaria, assessore all’Urbanistica al Comune di Torino con la giunta Appendino.,

    Agenzia ANSA

    Cambia il quadro degli eletti in Umbria alla Camera con il plurinominale in base a quanto riporta l’aggiornamento del sito Eligendo del Viminale. Vengono infatti indicati ora Emma Pavanelli (M5S) Emanuele Prisco (Fdi), Anna Ascani (Pd) e Catia Polidori (FI). (ANSA)

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    Cambia il quadro degli eletti calabresi in Parlamento. (ANSA)

       

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    Latina, consiglieri centrodestra si dimettono e decade sindaco

    I 19 consiglieri del centrodestra di Latina (FdI- Lega – Forza Italia e Latina nel Cuore e un Udc) e l’esponente di Fare Latina, maggioranza in consiglio comunale, da quanto si apprende, hanno firmato dal notaio le dimissioni. Ciò ha determinato lo scioglimento dell’assise cittadina e la caduta del sindaco di centrosinistra Damiano Coletta da poco riconfermato dopo che 22 sezioni elettorali erano riandate al voto. 
    “Sembra arrivato il momento di salutarci. E’ cosa certa la sfiducia nei miei confronti da parte del centrodestra, nonostante la città di Latina si sia espressa dando la fiducia nei miei confronti. Lascio il ruolo di sindaco con la coscienza a posto, con la schiena dritta, a testa alta, da vincitore, anche se non ci sono i numeri della maggioranza”, dice Damiano Coletta in diretta su Facebook. “Accetto la scelta dell’opposizione, non devo fare ricorsi”.   

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    Nadef: via libera del Cdm alla nota di aggiornamento

    “Il Consiglio dei ministri ha approvato la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) 2022, che delinea lo scenario a legislazione vigente senza definire gli obiettivi programmatici di finanza pubblica per il triennio 2023-2025”. Lo dichiara una nota di Palazzo Chigi in cui si rimarca che le “previsioni sono improntate, come per i precedenti documenti di programmazione, a un approccio prudenziale e non tengono conto dell’azione di politica economica che potrà essere realizzata con la prossima legge di bilancio e con altre misure”. 
    Nella Nadef la crescita stimata del Pil nel 2022 è del +3,3%, con una revisione al rialzo rispetto alle previsioni del Def di aprile (+3,1%). Nel 2023 rallenterà al +0,6%, per poi risalire (in questo caso le stime confermano le previsioni del Def) a +1,8% nel 2024 e +1,5% nel 2025. “La previsione di aumento del Pil per quest’anno viene rivista al rialzo”, si legge nel documento che l’ANSA ha potuto visionare, “grazie alla crescita superiore al previsto registrata nel primo semestre e pur scontando una lieve flessione del Pil nella seconda metà dell’anno”.
    “L’aggiornamento della previsione evidenzia anche un rialzo del sentiero dell’inflazione e della crescita salariale – si legge nella Nota di aggiornamento al Def, esaminata dal Cdm, che l’ANSA ha potuto visionare.; si continua comunque a prevedere che il tasso di inflazione cominci a scendere entro la fine di quest’anno”.
    L’indebitamento netto tendenziale nel 2022 scende al 5,1% (a fronte dell’obiettivo del 5,6% indicato in aprile col Def) e si attesterà al 3,4% nel 2023, sempre in calo dalla stima del Def (3,9%): si legge ancora nel documento della Nadef. “Nelle proiezioni aggiornate per il 2022 la finanza pubblica beneficia del positivo andamento delle entrate e della moderazione della spesa primaria sin qui registrate quest’anno, mentre risente dell’impatto sul servizio del debito dell’aumento dei tassi di interesse e della rivalutazione del nozionale dei titoli di stato indicizzati all’inflazione”, si spiega.
    “Le previsioni economiche” della Nadef “sono improntate, come per i precedenti documenti di programmazione, a un approccio prudenziale. Anche in un contesto difficile come quello attuale esistono tuttavia margini perché tali previsioni siano superate”, si legge ancora nella Nota di aggiornamento al Def.
    “I prossimi mesi saranno complessi, alla luce dei rischi geopolitici e del probabile permanere dei prezzi dell’energia su livelli elevati – si legge nella Nota di aggiornamento al Def approvata dal Consiglio dei ministri -. Le risorse a disposizione del Paese per rilanciare gli investimenti pubblici e promuovere quelli privati, sia in nuovi impianti sia in innovazione, non hanno tuttavia precedenti nella storia recente e potranno dar luogo a una crescita sostenibile ed elevata, così da porre termine alla lunga fase di sostanziale stagnazione dell’economia”. 
    Il rapporto debito/Pil è previsto in netto calo quest’anno, al 145,4% (dal 150,3% del 2021), anche più della stima di aprile (146,8%). Il sentiero di discesa proseguirà negli anni a seguire fino ad arrivare al 139,3% nel 2025 (141,2% la stima del Def): nel 2023 il debito è stimato al 143,2% (dal 145% della stima di aprile) e nel 2024 al 140,9% (143,2% nella stima del Def di aprile).  
    L’economia italiana ha registrato sei trimestri di crescita superiore alle aspettative; le prospettive adesso risultano meno favorevoli in ragione del marcato rallentamento dell’economia globale e di quella europea, principalmente legato all’aumento dei prezzi dell’energia, all’inflazione e alla situazione geopolitica, sottolineano da Palazzo Chigi dopo il via libera del Consiglio dei ministri alla Nadef.
    “Il Governo conclude il suo operato in una fase assai complessa a livello geopolitico ed economico ma con evidenti segnali di ritrovato dinamismo per l’economia italiana – scrive il ministro dell’Economia Daniele Franco nella premessa alla Nota di aggiornamento al Def (Nadef) -. L’auspicio è che, in un contesto di graduale riduzione del deficit e del debito pubblico la ripresa economica avviata dopo la crisi pandemica prosegua e si consolidi, sostenuta dagli investimenti privati e pubblici, da tassi di occupazione più alti e da una dinamica della produttività più elevata”. 
    Il deficit al 5,1% previsto per il 2022 nella Nadef approvata dal Consiglio dei ministri lascia uno spazio di manovra tra i 8 e i 10 miliardi di euro, in pratica un ‘tesoretto’ per un eventuale nuovo decreto. L’obiettivo indicato oggi è infatti inferiore di 0,5 punti rispetto a quello fissato nel Def e già autorizzato dal Parlamento. Se quindi il nuovo governo volesse intervenire contro il caro-energia entro la fine dell’anno, potrebbe utilizzare la leva dell’indebitamento e salire fino al 5,6% precedentemente stimato, già autorizzato dal Parlamento e considerato dall’Ue in linea con gli obiettivi.

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    Pd: Letta, giovedì 6 ottobre direzione sul congresso

     “Verso il Congresso del nuovo PD. Convocheremo giovedì 6 la Direzione. Per un percorso congressuale inclusivo e aperto che vada alla radice dei problemi e affronti le sfide che stanno di fronte alla nostra comunità. E per poi scegliere di conseguenza chi ci guiderà in futuro”, ha scritto su twitter Enrico Letta. 
    Verranno discusse nella direzione del 6 ottobre le tappe per la scelta del segretario Pd. In base a quanto si apprende da fonti del Nazareno, al momento all’odg ci sono l’analisi del voto e la discussione sull’avvio del percorso congressuale. Ma non è ancora prevista l’approvazione del regolamento: da Statuto è il primo passo del congresso. Alcuni esponenti Pd stanno chiedendo un congresso che preveda una discussione più profonda di quella prevista dallo Statuto. Letta non vuole allungare troppo i tempi, ma intende assicurate un confronto serio, radicale e senza infingimenti sul profilo, l’identità e la collocazione del Pd post voto.   

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    Milano maglia nera in Europa, lo spread chiude in calo sotto i 240

    La Borsa di Milano chiude in calo. Il Ftse Mib registra un 0,52% a 20.852 punti mentre le Borse europee chiudono in rialzo. Francoforte registra un +0,36% con il Dax a 12.183 punti. Parigi segna un +0,19% con il Cac 40 a 5.765 punti mentre Londra conclude a +0,26% con il Ftse 100 a 7.006 punti.
    Lo spread tra Btp e Bund chiude in calo sotto i 240 punti (239,6) rispetto ai 248,9 dell’avvio e 11 punti in meno sulla chiusura di ieri. Il rendimento del decennale italiano scende al 4,5%.
    TESORO VENDE 5 MILIARDI DI BOT, RENDIMENTO SALE DI 117 PUNTI BASEIl Tesoro ha collocato tutti i cinque miliardi di Bot a sei mesi oggi in asta, con scadenza marzo 2023. Il rendimento, nelle condizioni globali di alta pressione sul mercato obbligazionario, è salito all’1,978%, un rialzo di quasi 117 punti base.
    LAGARDE, ‘SCUDO SPREAD ATTIVABILE IN QUALSIASI MOMENTO’La Bce è determinata ad attivare in qualsiasi momento lo ‘scudo anti-spread’, “se valutiamo dinamiche dei mercati non giustificate dai fondamentali e sono rispettati i quattro criteri che abbiamo fissato, che possiamo riassumere nel fatto che il Paese destinatario si comporta bene all’interno delle regole europee”. Lo ha detto la presidente della Bce durante un dibattito organizzato dall’Atlantic Council al Frankfurt Forum on US-European Geoeconomics. Lagarde ha difeso la decisione di affidare l’attivazione del ‘Transmission Protection Mechanism’ a un’analisi di sostenibilità del debito effettuata dalla stessa Bce oltre che alle valutazioni di altre istituzioni come il Fondo monetario internazionale, e ha ribadito che “se è uno strumento proporzionato, il Consiglio direttivo attraverso la sua competenza collettiva farà scattare il Tpi”. 

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    Gentiloni: 'Impegni Pnrr non saranno cambiati o rinviati'

    “Il NextGenerationEu rimane lo strumento comune più potente che abbiamo a nostra disposizione. Ed è per questo che ho chiarito che mentre siamo aperti a discutere di punti limitati e specifici, non dovrebbe esserci una riapertura totale dei piani o un rinvio di impegni chiave”. Lo ha detto il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, parlando al forum di Francoforte sulle relazioni Ue-Usa, organizzato dall’Atlantic Council.
    “La combinazione di prezzi energetici elevati, inflazione elevata, stretta monetaria e straordinaria incertezza stanno frenando la crescita – ha detto Gentiloni -. Sia l’Ue che gli Stati Uniti vedranno una crescita positiva per l’anno 2022 nel suo insieme. Ma tutti i segnali indicano un forte rallentamento in atto, tale da non poter più escludere una recessione”. “Per garantire che le nostre economie navighino con successo in queste acque agitate, dobbiamo mantenere politiche fiscali agili e reattive, come durante la pandemia”, ha evidenziato.
    “Siamo pronti a cooperare con tutti i governi, incluso quello in arrivo in Italia. Potrei aggiungere il motto latino: pacta sunt servanda”, i patti devono essere rispettati. Così il commissario europeo per l’Economia rispondendo a una domanda sull’Italia durante il forum Ue-Usa organizzato dall’Atlantic Council. Con Roma “abbiamo una cooperazione molto importante sul Recovery e abbiamo le nostre regole comuni” e “quello che chiediamo a tutti gli Stati membri” è “di attenersi ai patti alla base della nostra Unione. E sono fiducioso che sarà così anche per l’Italia. Siamo pronti a cooperare”.
    “Il prossimo Consiglio Affari Energia affronterà” non solo il pacchetto sull’energia già varato dalla Commissione ma “anche la questione del price cap sul gas. Sono certo che la discussione avrà delle opinioni diverse ma ho fiducia nel fatto che venerdì si trovino le basi per un accordo finale al Consiglio europeo di ottobre per introdurre un limite ai prezzi del gas”: così Paolo Gentiloni. “Quando ci riferiamo al price cap al gas ci stiamo riferendo certamente a quello che arriva in Europa attraverso gasdotti e certamente non poniamo allo stesso livello” tra i fornitori “la Russia da un lato e la Norvegia, l’Algeria o l’Azerbaigian” dall’altro lato perché “con la Russia abbiamo la duplice intenzione di limitare il prezzo del gas e indebolire la sua macchina da guerra”, ha spiegato Gentiloni aggiungendo: “Dobbiamo evitare di aspettarci che la messa a punto del limite ai prezzi del gas faccia automaticamente scendere i prezzi dell’energia ad una situazione pre-guerra. Sarà un processo graduale ma è molto importante iniziarlo”.