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    Putin, sistema finanziario globale va rivisto

    (ANSA) – ASTANA, 13 OTT – I principi del sistema finanziario
    globale devono essere rivisti poiché quelli attuali hanno
    permesso alle élite del pianeta di vivere a spese altrui: lo ha
    detto oggi il presidente russo Vladimir Putin alla Conferenza
    sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in
    Asia (Cica) in corso ad Astana. Lo riporta la Tass.   
    “Come molti dei nostri partner in Asia, crediamo che sia
    necessario rivedere i principi del sistema finanziario globale,
    che per decenni ha permesso all’autoproclamato cosiddetto
    ‘miliardo d’oro’, che ha chiuso tutti i flussi di capitale e
    tecnologia, di vivere in gran parte a spese altrui”, ha
    affermato Putin riferendosi alla teoria del complotto (‘golden
    billion’) secondo la quale un’indefinita élite tira i fili per
    accumulare ricchezze e distruggere la vita delle persone
    normali.   
    Come primo passo da compiere, Mosca auspica un uso più attivo
    delle valute nazionali nelle transazioni internazionali, che
    contribuirebbe “senza dubbio a rafforzare la sovranità
    finanziaria dei nostri Stati, a sviluppare i mercati dei
    capitali interni e rafforzare l’integrazione economica
    regionale”, ha spiegato Putin. (ANSA).   

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    Al via la XIX legislatura, le Camere votano i presidenti

    L’elezione dei presidenti delle Camere rappresenta il primo passo della nuova legislatura che si apre oggi a Montecitorio e a Palazzo Madama ed è propedeutica per i passaggi successivi della formazione del nuovo governo. A partire dall’avvio delle consultazioni del presidente della Repubblica.
    Ecco come avviene, e che cosa succederà in Parlamento nei prossimi giorni. Iniziamo dall’elezione dei presidenti delle Camere, passaggio fondamentale che guiderà tutta l’attività parlamentare fino alla fine della legislatura.
    Le votazioni avranno inizio – nella loro prima seduta – alle 10 alla Camera ed alle 10.30 al Senato. Storicamente la ‘fumata bianca’ arriva prima al Senato e poi alla Camera, spesso il giorno dopo. La votazione è segreta e per schede, e verranno usati i classici “catafalchi” per garantirne la riservatezza. Lo spoglio è pubblico ed avviene in Aula. A Montecitorio la prima seduta sarà presieduta da Ettore Rosato di Italia Viva, vice presidente anziano nella scorsa legislatura. Verrà coadiuvato da quattro deputati segretari provvisori, cui competerà tenere il conto dello spoglio.
    L’elezione del presidente scatta nei primi tre scrutini solo se si raggiunge la maggioranza dei 2/3 (pari a 267 voti). Nella seconda e nella terza votazione il quorum scende a 2/3 dei presenti. A partire dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta, pari a 201 voti. C’è da ricordare che questa è la prima volta che si vota dopo la riforma costituzionale che drasticamente ridotto il numero dei parlamentari. Molto diversa la procedura del Senato dove presiedere la prima seduta toccherebbe al senatore a vita ed ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il più anziano tra i componenti di Palazzo Madama (è nato nel 1925). Tuttavia Napolitano non ci sarà a causa delle sue condizioni di salute.
    Lo scranno di presidente provvisorio andrà, dunque, ad un’altra senatrice a vita, Liliana Segre, nata nel 1930.

    Agenzia ANSA

    “Discorso pronto, non mi faccio certo cogliere impreparata”, ma queste ore “le sto vivendo molto tranquillamente” (ANSA)

    Nei primi due scrutini (previsti per la prima seduta) per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta dei voti dei componenti dell’Assemblea. Ove non si raggiunga tale maggioranza (104 voti su 206), si procede ad una terza votazione in cui basta la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato questa maggioranza, il Senato procede al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che ne prende di più. A parità di voti sarà eletto il candidato più anziano di età. Dopo il discorso del presidente provvisorio, la seduta è sospesa perchè la Giunta per le Elezioni provvisoria deve dichiarare le opzioni dei parlamentari.
    Alla Camera sono cinque, relative agli Europarlamentari eletti a Montecitorio; al Senato le opzioni da accertare sono ben 26. Ma non basta: entro due giorni dalla prima seduta i parlamentari devono dichiarare a che gruppo aderiscono e questo termine scade domenica. A quel punto i gruppi parlamentari sono convocati per eleggere i rispettivi presidenti. Una volta eletti i capigruppo, si terrà la prima riunione dei presidenti di gruppo: dovrà decidere quando si terrà la seduta in cui eleggere i vicepresidenti, i questori ed i segretari. Alla fine di questa laboriosa procedura e quindi con l’elezione dei presidenti di entrambe le Camere il presidente del Consiglio uscente può salire al Quirinale per dimettersi: resterà comunque in carica per il disbrigo degli affari correnti fino alla nomina ed al giuramento del nuovo governo.

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    Governo, si tratta su camere e governo. Meloni e Salvini ottimisti

    Giorgia Meloni si attende un voto compatto della maggioranza al Senato sul nome di Ignazio La Russa, consapevole che altrimenti il centrodestra, inizierà con il piede decisamente sbagliato l’avventura di governo. L’accordo non ancora stato definito, si lavora per chiuderlo prima delle 10, quando comincerà la seduta a Palazzo Madama, e dovrà includere anche la presidenza della Camera, destinata probabilmente alla Lega (l’elezione è venerdì), nonché le caselle dei ministeri. Dopo una giornata di forti tensioni le posizioni di FdI, Lega e Forza Italia non sono ancora allineate.
    E forti fibrillazioni si registrano ancora fra gli azzurri che potrebbero marcare il disappunto diffuso per la probabile esclusione di Licia Ronzulli dall’esecutivo. Tanto da far temere il rischio di franchi tiratori. Per scongiurare questa ipotesi, in una vigilia piena di tensioni, la leader di FdI ha aperto una trattativa serrata e praticamente a oltranza con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, che non rinunciano alle loro mire su diversi dicasteri di peso. Con la Lega che rilancia sul Viminale e anche sulla presidenza di Palazzo Madama. E Forza Italia che rivendica la Giustizia.
    Nonostante l’ottimismo dichiarato da tutti i protagonisti (“Ottimista e tranquilla” la premier in pectore e “determinata a trovare un accordo all’altezza delle sfide che attendono l’Italia”, la Lega), resta la situazione di impasse. In ambienti della maggioranza non si esclude un vertice nella notte, quel vertice dei tre leader annunciato ma rimasto per ora in stand-by dopo una giornata di incontri e contatti. Cominciati con un colloquio la mattina tra la leader di Fdi e l’ex ministro dell’Interno che era accompagnato da Roberto Calderoli. E continuati con il bilaterale con il Cavaliere a Villa Grande. Un incontro al quale ha partecipato anche Ignazio La Russa. Tutto questo mentre al Consiglio federale, convocato alla Camera, la Lega è tornata ad alzare la posta, puntando sul Viminale e sul nome di Calderoli per il vertice di Palazzo Madama. In assenza di un accordo complessivo, la coalizione al Senato potrebbe decidere di votare scheda bianca al primo scrutinio, per non bruciare La Russa. Il suo nome, con quello Riccardo Molinari per la presidenza di Montecitorio, era inserito nell’intesa di massima per la seconda e la terza carica dello Stato che in mattinata pareva definita. “Non ci sono problemi, un accordo c’è”, spiegava Giovanbattista Fazzolari, uno dei colonnelli di FdI che da giorni lavorano al fianco di Meloni per fare in modo di chiudere rapidamente dopo l’incarico e arrivare al 24 ottobre con una squadra di governo pronta a partire.
    Poi nel corso della giornata ha preso corpo nella Lega anche la candidatura di Nicola Molteni per Montecitorio. Per gli alleati prima di accettare qualsiasi soluzione serve un patto sulle caselle dei ministeri. Non a caso, Matteo Salvini (in mattinata sarebbe stato anche lui da Berlusconi, secondo voci smentite) a stretto giro ha convocato il Federale della Lega. Così il braccio di ferro è ripreso, ed è stato rimesso in discussione anche il ticket per le Camere. Lo schema proposto da Meloni non è stato ben accolto da Berlusconi: tra i due non ci sarebbe feeling, è la tesi diffusa nella maggioranza, lui mal sopporta l’atteggiamento di lei, che a sua volta fatica a fare i conti con i diktat dei soci di minoranza. Berlusconi è anche alle prese con un partito in agitazione e non poche tensioni in famiglia, a quanto si apprende, per come è stato gestito il caso di Licia Ronzulli. La leader di FdI non intende accontentare il Cavaliere con un ministero di peso per la sua fedelissima. Ma su Ronzulli “andiamo avanti”, chiariscono fonti azzurre esprimendo una certa irritazione E per la premier in pectore il rebus si fa sempre più intricato, con sempre meno tempo a disposizione per completare un puzzle in cui manca anche la cruciale casella dell’Economia. Fazzolari – si racconta in ambienti parlamentari della maggioranza – avrebbe avuto una telefonata con Biagio Mazzotta proponendogli la guida del Mef. Il Ragioniere generale dello Stato si sarebbe preso tempo per valutare. Restano sul tavolo poche altre soluzioni tecniche, incluso Domenico Siniscalco, e una politica: il leghista Giancarlo Giorgetti.

    Agenzia ANSA

    A Palazzo Madama per la registrazione, domani, informa Forza Italia, sarà presente alla prima seduta dell’Aula (ANSA)

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    Governo, Lega: 'Nessun veto, disponibili a responsabilità'. Meloni e La Russa lasciano Villa Grande

    “Il segretario della Lega, Matteo Salvini è in contatto costante con gli alleati: c’è crescente ottimismo. Da parte della Lega nessun veto e nessuna impuntatura: è confermata la determinazione per trovare un accordo complessivo e all’altezza delle sfide che attendono l’Italia”. È quanto riferiscono in serata fonti della Lega.
    “Ottimista e tranquilla, aspetta il voto di domani in Senato”. Così viene descritta la premier in pectore Giorgia Meloni da fonti di Fratelli d’Italia. Stessa visione anche da Ignazio La Russa: “Al Senato domani votiamo, sono molto ottimista sulla tenuta della coalizione”.
    Il vertice dei leader di centrodestra è saltato perché la situazione si è incartata? “C’è ancora stasera, c’è ancora tempo ma non troppo”, era stata poco prima la risposta del vicesegretario della Lega Giancarlo Giorgetti, lasciando gli uffici del Gruppo alla Camera dopo un incontro con il leader Matteo Salvini.
    “Dal consiglio federale della Lega nessun veto, preclusione o impuntatura. C’è massima disponibilità a confrontarsi e ad assumersi tutte le responsabilità richieste da un momento così difficile per il Paese”, sottolineano fonti della Lega dopo la riunione convocata alla Camera in vista dell’avvio della legislatura. Si è concluso, dopo un’ora, il consiglio federale della Lega convocato alla Camera. “Il partito di Matteo Salvini – come filtra dal partito – non vede l’ora di cominciare a occuparsi dei dossier di governo. Il segretario ha spiegato che se verrà chiesto alla Lega di occuparsi di temi fondamentali come economia, sicurezza, opere pubbliche e autonomia “sappiamo come farlo e con chi farlo”. Per Salvini “sarà un onore”.
    “C’è una trattativa in corso, a breve vedremo i risultati”. Così il leghista Claudio Durigon rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se è vero che la Lega intenda rilanciare l’opzione di Roberto Calderoli alla presidenza del Senato, oltre alla ‘richiesta’ del Viminale. Durigon l’ha detto uscendo dalla riunione del Consiglio federale del suo partito. Sull’ipotesi di Giancarlo Giorgetti ministro dell’Economia, si è limitato a rispondere: “E’ il nostro vicesegretario e il nostro ministro uscente”, negando che Salvini non sia d’accordo (“Questo non è assolutamente vero”) e tanto meno che verrebbe considerato ‘non in quota Lega’.”. Così il leghista Claudio Durigon rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se è vero che la Lega intenda rilanciare l’opzione di Roberto Calderoli alla presidenza del Senato, oltre alla richiesta del Viminale. Durigon l’ha detto uscendo dalla riunione del Consiglio federale del suo partito. Sull’ipotesi di Giancarlo Giorgetti ministro dell’Economia, si è limitato a rispondere: “E’ il nostro vicesegretario e il nostro ministro uscente”, negando che Salvini non sia d’accordo (“Questo non è assolutamente vero”) e tanto meno che verrebbe considerato ‘non in quota Lega’.
    “Come presidente del Senato il nome di Roberto Calderoli mi sembra autorevole. Per Matteo Salvini ministro degli Interni parlano chiaro i numeri, una persona che ha ridotto del 90% gli sbarchi. Piantedosi? Matteo Salvini è il punto di partenza, poi vedremo come vanno le trattative. È lui il ministro migliore che la Lega può esprimere”. Lo ha dichiarato il deputato della Lega Andrea Crippa al termine del consiglio federale.
    La leader di FdI Giorgia Meloni e Ignazio La Russa hanno lasciato Villa Grande dopo le 18. La riunione con Silvio Berlusconi è durata circa un’ora e mezza. In serata alla villa di Berlusconi sull’Appia Antica è arrivato Gianni Letta.
    Leader della maggioranza al lavoro per chiudere il primo degli step che dovrebbe portare alla formazione del governo a guida Giorgia Meloni. Domani con la convocazione delle aule di Camera e Senato partirà ufficialmente la XIX legislatura ed il primo appuntamento è proprio l’elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento.
    A palazzo Madama in pole resta Ignazio La Russa che avrebbe la meglio su Roberto Caderoli. Con palazzo Madama a guida Fratelli d’Italia, alla Camera sullo scranno più alto siederà un esponente della Lega. Il nome su cui punta Matteo Salvini è quello di Riccardo Molinari, attuale capogruppo del partito, candidatura in ascesa rispetto all’ipotesi Giancarlo Giorgetti. L’accordo definitivo arriverà con ogni probabilità nella riunione tra Meloni, Salvini e Berlusconi attesa in giornata.
    Il Pd voterà scheda bianca per le elezioni dei presidenti di Camera e Senato “come primo approccio”. Lo ha detto il segretario Enrico Letta nell’incontro con gli eletti, in corso alla Camera.
    “Sulle presidenze di Camera e Senato non ci sono problemi, un accordo c’è”, aveva assicurato in mattinata il senatore di Fdi Giovanbattista Fazzolari arrivando negli uffici di Fdi alla Camera. Fazzolari è tranquillo anche sulla formazione della squadra di governo: “non ci sono criticità”, spiega. “Non ci sono mai state particolari criticità” con Lega e Forza Italia”, ha proseguito il senatore di Fdi a chi gli domandava se nella notte si fosse sbloccata la situazione con gli alleati sulla squadra dei ministri. Superato quindi anche lo scoglio Ronzulli? “Ripeto, veramente non ci sono mai state particolari criticità”, ha risposto Fazzolari.

    Agenzia ANSA

    A Palazzo Madama per la registrazione, domani, informa Forza Italia, sarà presente alla prima seduta dell’Aula (ANSA)

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    Terzo polo e M5s i partiti con più donne e più giorvani

     Sono il Terzo Polo e M5s i partiti “più rosa”, quelli cioè che hanno più donne tra i propri eletti in Parlamento: rispettivamente il 46,6% e il 45.1%.
    Il Movimento guidato da Giuseppe Conte e quello guidato da Carlo Calenda si dividono anche il primato dell’età più bassa dei propri rappresentanti, rispettivamente alla Camera e al Senato. Sono questi alcuni dati che emergono da una analisi dei verbali dell’Ufficio elettorale nazionale con i nomi degli eletti, in attesa che domani vengano ufficializzati da Camera e Senato con l’inizio della XIX legislatura.    Il sistema elettorale ha premiato tutti i partiti del centrodestra al di là della percentuale proporzionale, tanto che la Lega ha quasi gli stessi deputati del Pd (66 la prima, 69 il secondo) pur avendo meno della metà dei voti.
    Il partito con più eletti è naturalmente Fdi, con 119 deputati e 66 senatori. Dei complessivi 185 parlamentari del partito di Gorgia Meloni 55 sono donne, pari al 35,6%. La Lega ha eletto 29 donne su 95, pari al 30,9% e Fi 17 su 63, cioè il 26,9%; le donne di Noi Moderati sono 3 sui 9 parlamentari, quindi il 33,3%.
    Tra i partiti d’opposizione la percentuale più bassa di donne la ha il Pd, con il 31,4% (34 su 108); l’Alleanza Verdi-Sinistra (Avs) ne ha 6 su 18, pari al 33,3%. Terzo Polo e M5s si equivalgono: il Polo di Calenda ha portato in Parlamento 14 donne su 30, pari al 46,6% mentre il Movimento di Conte ne ha elette 37 su 82 (45,1%). Bene anche la Svp che ha portato a Roma due donne su cinque rappresentanti (40%).   
    Guardando l’anagrafe, l’età media dei deputati di Fdi è di 51 anni (i più maturi sono i 75enni Carlo Nordio e Giulio Tremonti, la più giovane Grazia Di Maggio, classe 1994). Per quanto riguarda gli altri partiti, quello con l’età media dei deputati più alta è Noi Moderati (56), seguito da Fi (53,2), Avs (51), Pd (49,5), Azione-Iv (49), Lega (47,2) e M5s (45,6) che conferma il primato della scorsa legislatura. In Senato (dove l’età minima per essere eletti è 40 anni), il partito più giovane è il Terzo Polo (48,5 anni), mentre il più maturo e Fi (62) guidato dagli 86 anni di Silvio Berlusconi. Ci sono poi Avs (57,3), Noi Moderati (57), il Pd (56,4), Fdi (56,2), M5s (52,8) e Lega (51,2).    Per quanto riguarda infine la geografia, la provenienza degli eletti riflette la densità della popolazione di ciascuna Regione. La Lombardia, con gli oltre 9 milioni di abitati suddivisa in 4 circoscrizioni è la più rappresentata alla Camera (64 deputati), mentre il Molise ha solo due deputati e la Valle d’Aosta uno. Le urne anticipate hanno impedito di riscrivere i collegi in base al Censimento generale (i dati saranno ufficializzati a dicembre) il che ha danneggiato il Lazio. Esso ha superato come abitanti la Campania ma gli spettano 36 deputati rispetto ai 38 di quest’ultima. Inaspettatamente ne arriverà però uno in più, il 37esimo: a causa delle troppe multicandidature, Fdi in Veneto orientale ha esaurito la lista proporzionale e un eletto è scattato nel Lazio 2 (nella persona di Paolo Pulciani) anziché in Veneto che dunque avrà un deputato in meno. Sempre per le troppe pluricandidature, questa volta di M5s a Napoli, la Campania ha ceduto un eletto alla Lombardia 2 (Varese), Regione che quindi avrà il 65esimo deputato, Alessandra Todde, benché questa sia di Nuoro.    

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    Segre: “Emozionata? Accadono cose che uno non si aspetta”

    “Discorso pronto, non mi faccio certo cogliere impreparata”, ma queste ore “le sto vivendo molto tranquillamente”. Così la senatrice a vita Liliana Segre rivolta ai giornalisti che, alla buvette, la interrogano sulla giornata di domani, quando – come senatrice più anziana in Aula – presiderà in Senato la prima seduta della XIX legislatura.
    Segre sottolinea che nella vita “a volte accadono cose che uno davvero non si aspetta”. Emozionata per la presidenza di domani? “Certamente mi emoziona, ma sono abituata a essere me stessa”. Poi ricorda la prima volta che è entrata in Aula: “non sapevo nemmeno dove dovevo sedermi nonostante ci fosse la targhetta”.
    Questa volta però non potrà sbagliare? “Eh sì – replica – ho anche provato la sedia e hanno messo un cuscino per la mia schiena…”.
    “Sto a vedere, sono alla finestra”, risponde a chi le chiede come vede l’inizio della XIX legislatura, in tempi difficili per il Paese e nel segno di una maggioranza di destra. “Guardo cosa succede – prosegue Segre – prima che succeda non posso sapere cosa succederà”.
    Senato, adempimenti di inizio legislatura per Liliana Segre

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    Sky Tg24 Live a Firenze, Bonomi e Crosetto tra ospiti

    Dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi ai ministri Marta Cartabia, Maria Stella Gelmini e Enrico Giovannini, dal presidente della Camera Roberto Fico all’esponente di Fdi Guido Crosetto, il leader di Iv Matteo Renzi e il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, e ancora Svetlana Gannushkina, la fondatrice della Ong Memorial, premio Nobel per la pace 2022.
    Sono alcuni tra i 30 ospiti di ‘Sky Tg24 Live in’, in programma il 14 e 15 ottobre a Firenze, a Palazzo Vecchio e Villa Bardini. Due giorni di dibattiti e interviste, con tema ‘Le sfide del presente: trasformazioni’. La manifestazione, in diretta su tutti i canali tv e digital di Sky Tg24, è realizzata in collaborazione con la Commissione europea, il Comune di Firenze, la Fondazione Cr Firenze.    Tra gli ospiti anche il presidente di Arera Stefano Besseghini, i presidenti di Lombardia Attilio Fontana, Abruzzo Marco Marsilio e Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, l’ambasciatore dell’Ucraina in Italia Yaroslav Melnyk,, Antonio Parenti, capo della rappresentanza della Commissione Ue in Italia, il segretario della Cisl Luigi Sbarra, gli artisti Manuel Agnelli e Francesca Michelin (entrambi saranno protagonisti di incontri, tra parole e musica). A fare gli onori di casa saranno il sindaco di Firenze Dario Nardella e il presidente di Fondazione Cr Firenze Luigi Salvadori.    “Live In è diventato ormai parte integrante della proposta editoriale di Sky Tg24 – ha spiegato il direttore Giuseppe De Bellis -. Un appuntamento per incontrare il pubblico e per portare la nostra informazione sul territorio: perché oggi più che mai ciò che accade accanto a noi è la lente d’ingrandimento per leggere i fenomeni globali. Dopo Courmayeur, Bari e Venezia, torniamo per la seconda volta a Firenze, simbolo italiano di storia, arte e cultura. Proprio da qui, cercheremo di approfondire e comprendere dove ci porteranno trasformazioni internazionali e nazionali, politiche, artistiche, industriali e istituzionali che stiamo vivendo e che attraversano la nostra società”.    Come si legge in una nota, nello studio tv allestito proprio all’interno del Salone dei Cinquecento Sky Tg24 ospiterà anche il pubblico, composto in parte da studenti universitari e provenienti da alcuni licei locali.