More stories

  • in

    Il Parlamento elegge membri Csm e commissioni permanenti

     Il Parlamento in seduta comune è convocato il 13 dicembre alle 16 per l’elezione dei 10 componenti del Consiglio superiore della magistratura. Lo ha riferito in Aula la vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone.
    LE COMMISSIONI PERMANENTI
    CAMERA – Mercoledì 9 novembre verranno convocate le quattordici commissioni permanenti di Montecitorio per la loro costituzione e l’elezione dei presidenti. In particolare, alle 12.30 verranno convocate le commissioni dalla I alla VII e alle 14 quelle dalla VIII alla XIV. E’ stato deciso dalla conferenza dei capigruppo. Entro le 17 di martedì i gruppi parlamentari dovranno comunicare alla presidenza le rispettive designazioni dei componenti delle commissioni.
    SENATO- I gruppi parlamentari del Senato dovranno far pervenire alla presidenza di Palazzo Madama le designazioni dei propri rappresentanti nelle Commissioni permanenti, nella Giunta delle Elezioni e delle Immunità e nel Comitato per la Legislazione entro domani, venerdì 4 novembre. E’ questa una delle scadenze previste nel timing, deciso dalla Conferenza dei Capigruppo della Camera Alta, per completare i vari organismi e diventare cosìperfettamente operativa.Le Commissioni permanenti sono convocate per il 9 novembre per procedere alla costituzione dei relativi Uffici di Presidenza, secondo due turni: rispettivamente alle 10,30 e alle 12. Giovedì 10 novembre, alle 11, è convocata la Giunta delle Elezioni e delle Immunità per procedere alla propria costituzione. La Conferenza dei Capigruppo si riunirà martedì 8 alle 15.30 per definire il calendario dei lavori. Il Senato è convocato, sempre martedì 8, alle 17, con le comunicazioni del Presidente sul caendario dei lavori. 

  • in

    Mattarella: “Non possiamo arrenderci, pieno sostegno a Kiev”

    La cerimonia di consegna delle insegne dell’Ordine Militare d’Italia
    DIRETTA

    “La guerra scatenata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina sta riportando indietro di un secolo l’orologio della storia. Non possiamo arrenderci a questa deriva. Da qui il sostegno senza riserve a Kyiv”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Quirinale.

  • in

    Sanità,Molise,in Commissione proposta legge incompatibilità Toma

    (ANSA) – CAMPOBASSO, 03 NOV – Martedì prossimo, 8 novembre,
    arriva all’esame delle Commissioni consiliari competenti, in
    Consiglio regionale del Molise, la proposta di legge presentata
    alla Regione Molise dal capogruppo del Pd Micaela Fanelli che
    solleva la questione dell’incompatibilità tra le cariche di
    presidente della Regione e commissario alla sanità negli ultimi
    sei mesi della legislatura. In Molise il mandato dell’attuale
    governatore-commissario Donato Toma è alle battute finali, le
    elezioni regionali, infatti, sono in programma la prossima
    primavera.   
    “La materia delle incompatibilità disciplinata dalla
    Costituzione – spiega Fanelli presentando la sua proposta di
    legge – viene attuata a livello regionale con leggi adottate in
    Consiglio regionale nell’ambito dei principi generali
    dell’ordinamento. Quindi l’Assemblea regionale, nell’ambito
    delle proprie competenze, ben può predisporre una norma
    sull’incompatibilità”.   
    “In questo caso le motivazioni pratiche e politiche sono
    evidenti e stringenti – prosegue l’esponente del Pd – stante gli
    evidenti pericoli di default sanitario dovuti all’inadeguatezza
    di Toma, che non può e non deve continuare nella sua azione di
    demolizione sistematica del nostro sistema sanitario”.   
    Quanto all’avvio della discussione sulla legge a Palazzo
    D’Aimmo Fanelli afferma: “Approvare velocemente questa Legge in
    Consiglio costringerebbe Toma, entro dieci giorni dalla sua
    pubblicazione, a decidere tra il ruolo di presidente di Regione
    e quello di commissario ad acta, impedendogli di cumulare le due
    cariche e di ‘inquinare’, con un evidente conflitto di
    interessi, anche la fine della legislatura, con una serie di
    provvedimenti utili solo alla sua sopravvivenza politica, ma non
    al bene della Regione. Proprio per questo auspico che tutte le
    forze politiche rappresentate in Consiglio regionale,
    soprattutto le opposizioni e i consiglieri di maggioranza da
    tempo dissidenti e che in questi giorni stanno facendo sentire
    la propria voce di disapprovazione sul metodo e nel merito del
    Programma operativo sanitario (Pos), si impegnino affinché l’ter
    della Proposta di Legge possa concludersi velocemente con un
    voto favorevole dell’Aula”. (ANSA).   

  • in

    Chiesto il fallimento di Visibilia, Santanchè: “Falso che io sia indagata, pronta a querelare”

    Visibilia Editore, società che aveva come primo azionista fino ad alcune settimane fa la senatrice Fdi e neoministra del Turismo Daniela Santanchè, e da lei fondata, “versa in evidente e manifesto stato di insolvenza”. Lo mette nero su bianco la Procura di Milano nell’istanza di “liquidazione giudiziale”, ossia di fallimento, presentata al Tribunale fallimentare.    Richiesta avanzata a partire da un esposto dei soci di minoranza e dopo le analisi del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, coordinate dal pm Roberto Fontana.    Accertamenti che come conseguenza, come avviene spesso in questi casi, hanno portato all’apertura di un fascicolo per ipotesi di bancarotta che sono in valutazione a carico degli ex amministratori, tra cui anche Santanchè, che è stata presidente e Ad tra il 2016 e lo scorso gennaio e che di recente ha dismesso le quote.
    La senatrice, a quanto si è saputo, sarebbe indagata assieme ad altri nel procedimento nel quale, sempre su valutazioni agli atti della Gdf, si contestano anche presunte false comunicazioni sociali. Sull’inchiesta in corso, con alcuni passaggi secretati anche per i legali, c’è massimo riserbo. Ma lei smentisce con una nota del suo avvocato, Salvatore Sanzo: ”la sen. Santanché non risulta indagata in alcun processo penale e da anni non ricopre alcuna carica in Visibilia Editore spa; – non risponde al vero che “sia aperto un fascicolo per ipotesi di bancarotta fraudolenta”, stante l’assenza del presupposto obiettivo della liquidazione giudiziale della società, soltanto ipotizzata in astratto”.
    “E’ assolutamente falso che io sia indagata e daremo corso a azioni legali. Non c’e’ nessun indagato”, ha detto la ministra del Turismo Daniela Santanche’ a Radio Anch’io su Radio1. ‘Visibilia e’ una societa’ che ho creato ma e’ stata venduta. C’e’ una cartella esattoriale non pagata e i nuovi soci faranno fronte – ha spiegato Santanche’ -. Non ci sono reati, non c’e’ un ipotesi reato. Non e’ giusto che i giornalisti scrivano cose che non hanno fondamento’. ‘Non ho mai querelato un giornalista, ma questa volta mi scateno’, ha aggiunto.     L’istanza di liquidazione per Visibilia, quotata su Euronext Growth Milan, è stata formulata nei giorni scorsi e ne ha dato conto la stessa società in un comunicato nel quale spiega che “eserciterà le prerogative difensive entro l’udienza fissata per il 30 novembre” e “contesterà la sussistenza dello stato di insolvenza”. Nell’istanza, in particolare, la Procura segnala debiti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate per circa 984mila euro. La Gdf, inoltre, ha analizzato, come risulta da un’informativa agli atti, i bilanci “tra il 2016 e il 2020”. E ha evidenziato “costanti perdite già a far data dall’esercizio 2016” e, passando in rassegna tutti i punti della denuncia dei soci di minoranza (che ha originato anche una causa civile in corso per “gravi irregolarità nella gestione”), ipotizza presunte “false comunicazioni sociali” relative ai bilanci, almeno dal 2017, con “particolare riguardo alle voci ‘avviamento’ e ‘imposte anticipate'”.    Nel novembre 2014, si legge, Visibilia Editore Holding, “nella persona” di Daniela Santanchè, “ha sottoscritto e liberato l’aumento di capitale” della “neo costituita Visibilia Editore” e ciò ha “generato il valore di avviamento” di oltre 4,3 milioni di euro. Già dal 2017, però, scrive la Gdf, il cda di Visibilia “avrebbe dovuto approvare bilanci riportanti valori di avviamento e imposte anticipate largamente diversi da quelli deliberati”. Al centro degli accertamenti pure “le iniezioni di liquidità derivanti” da un finanziamento sottoscritto nel 2017 con un fondo degli Emirati Arabi: un prestito obbligazionario convertibile che, viene chiarito dalle Fiamme Gialle, ha sì “permesso la prosecuzione dell’attività imprenditoriale ma anche, di fatto, causato il crack del valore azionario regredito del 99,97%”.    Le perdite della società, nel frattempo, spiegano gli investigatori, sono state calmierate “dalla erronea contabilizzazione delle poste dell’attivo patrimoniale ‘avviamento’ e ‘imposte anticipate'”. Mentre i debiti fiscali allo stato non risultano “rateizzati” e le prime cartelle risalgono al 2018. Sulla base di queste analisi sono in corso gli accertamenti a carico degli ex amministratori di Visibilia, tra cui figurano anche il compagno di Santanchè, Dimitri Kunz D’Asburgo Lorena, e la sorella della senatrice Fiorella Garnero.    In serata una nota della società fa sapere che gli amministratori ”si sono confrontati con i soci Luca Giuseppe Reale Ruffino e SIF Italia S.p.A.2” e questi ”hanno confermato formalmente la volontà di procedere alla nomina di un nuovo organo amministrativo di propria espressione” nonché ”manifestato la disponibilità ad intervenire, qualora necessario, per permettere alla Società di adempiere alle obbligazioni nei confronti dell’agenzia delle entrate di cui al Comunicato entro il 29 novembre 2022”.    

  • in

    Calenda: “L'Italia pretenda dal Vaticano la verità su Emanuela Orlandi”

       Il leader di Azione, Carlo Calenda, chiede che lo Stato italiano “pretenda” dal Vaticano la verità sul caso di Emanuela Orlandi, la quindicenne figlia di un dipendente della Santa Sede misteriosamente scomparsa a Roma il 22 giugno del 1983.    Calenda scrive sui suoi profili Instagram e Facebook di aver visto il documentario Netflix su Emanuela Orlandi e sottolinea che, anche grazie al lavoro investigativo di giornalisti, “è oramai chiaro che il Vaticano sa perfettamente cosa è accaduto a questa povera ragazza di 15 anni”. “E’ dovere dello Stato italiano pretendere la verità”, aggiunge.    Secondo Calenda, “il grado di protervia e arroganza delle gerarchie vaticane anche davanti a prove documentali che attestano il coinvolgimento della Santa sede è inaccettabile. Siamo uno stato laico, non una comunità di vassalli della chiesa”. “Chiederemo al Ministro degli Esteri di attivarsi”, conclude il leader di Azione. 

  • in

    Santanché, falso che io sia indagata, pronta a querelare

    (ANSA) – ROMA, 03 NOV – “E’ assolutamente falso che io sia
    indagata e daremo corso a azioni legali. Non c’è nessun
    indagato”. Lo ha detto la ministra del Turismo Daniela Santanché
    a Radio Anch’io su Radio1.   
    “Visibilia è una società che ho creato ma è stata venduta.   
    C’è una cartella esattoriale non pagata e i nuovi soci faranno
    fronte – ha spiegato Santanché -. Non ci sono reati, non c’è un
    ipotesi reato. Non è giusto che i giornalisti scrivano cose che
    non hanno fondamento”. “Non ho mai querelato un giornalista, ma
    questa volta mi scateno”, ha aggiunto.   
    “Tutto nasce da un esposto fatto da un socio di minoranza – ha
    detto ancora la ministra -. Il procedimento viene aperto
    d’ufficio, poi la Guardia di Finanza ha fatto l’indagine e ha
    rilevato questa cartella esattoriale non pagata. E’ possibile
    che si possano fare ipotesi sul modello 45 ma altro è dire
    Santanché indagata. Non ci può essere bancarotta, perché prima
    della bancarotta la società deve fallire, ma i soci sono
    solvibili e possono pagare la cartella. Non c’è il presupposto
    di reato dell’insolvibilità. Ci potrebbero essere ipotesi di
    reato, ma non è questo il caso”.   
    “Purtroppo oggi devo subire quello che è scritto sui
    giornali, nei prossimi giorni subiranno altri – ha detto ancora
    -. Non ho mai fatto una querela a un giornalista, ma questa
    volta mi scateno”. “Non c’è sproporzione tra la forza di un
    ministro e quella dei giornalisti?”, ha chiesto il conduttore.   
    “La forza e la potenza sono dei giornalisti che per vendere una
    copia in più scrivono cose false – ha sottolineato ancora la
    ministra -. Lo trovo scandaloso e schifoso e ognuno di loro
    dovrebbe provare l’impotenza in cui uno si trova con accuse
    false e tendenziose. Mi auguro che la procura dica oggi che non
    sono indagata”. (ANSA).   

  • in

    Meloni si presenta a Bruxelles, ecco la mia idea di Europa 

    A fianco all’Europa nelle grandi sfide comuni. E pronta a difendere l’interesse nazionale, soprattutto dove l’Unione si mostra “invasiva nelle piccole cose” che i singoli Stati potrebbero, e saprebbero, “fare meglio”. Giorgia Meloni prepara da settimane il suo esordio internazionale a Bruxelles.
    Sa di essere attesa con un misto di curiosità e di diffidenza, che deve mostrare la distanza dei conservatori, che presiede anche all’Europarlamento, con certo sovranismo che allarma le istituzioni europee. E che deve aprire un canale di dialogo solido per ottenere una sponda sui dossier più urgenti, l’energia prima di tutto, e la manovra. Ma anche la riforma del Patto di stabilità, che rischia di penalizzare l’Italia, maglia nera tra i 27 con il suo fardello del debito.
    Prima di partire per Bruxelles, dopo avere sentito il giapponese Fumio Kishida, Meloni parla di Ue al telefono con il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e anche con il polacco Mateusz Morawiecki. Certo, la sua idea è di una Europa che deve cambiare passo, rispondendo al principio di “sussidiarietà”: una unione “federale”, che si occupi delle “grandi questioni” e lasci il resto agli Stati: ci si occupi di “approvvgionamento energetico” piuttosto che “del diametro delle vongole”, manca “la politica estera ma si occupa di gender”, le parole che affida al nuovo libro di Bruno Vespa, rese pubbliche alla vigilia del suo viaggio, il primo di una serie di appuntamenti che la porteranno al Sharm el Sheikh per la Cop27 e poi a Bali per il G20 presieduto dall’Indonesia.
    E ai vertici Ue magari racconterà le prime mosse dell’esecutivo di centrodestra, che tante polemiche stanno sollevando a Roma, chiarendo che l’Italia non è luogo dove si negano i diritti, a partire da quello di “manifestare, di esprimere il dissenso”. O dove si pensa di fare marcia indietro sull’aborto (“in tutta la mia vita – dice a Vespa – non ho mai detto che avrei messo mano” alla legge 194, assicura). Ma l’Italia, non mancherà di sottolineare, è un Paese che che farà sentire la sua voce, e difenderà i suoi interessi, a partire dalle licenze sulle spiagge su cui c’è una “disparità” di trattamento con altri Paesi che “hanno prorogato le concessioni”, che si configura come “incostituzionale”.
    Difficile che si entri così nel dettaglio dei dossier in questi primi incontri: la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola sarà la prima, tra i vertici europei, a vedere Meloni, alle 16.30. Seguiranno i bilaterali con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e con il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. I temi dei tre incontri saranno più o meno gli stessi: crisi energetica, attuazione ed eventuale aggiornamento del Pnrr, sostegno all’Ucraina, anche militare (“siamo pronti a valutare” le esigenze di Kiev sulle armi, assicura anche il ministro della Difesa Guido Crosetto).
    Possibile che si affronti anche il nodo irrisolto della gestione dei migranti (se una nave Ong batte bandiera tedesca “o la Germania la riconosce o diventa pirata”, dice tra l’altro nel libro ‘La grande tempesta’). E molto probabilmente con la presidente della Commissione ci sarà anche un primo confronto sui conti pubblici e della riforma del Patto, su cui andranno coltivate le convergenze con Parigi e cercate quelle con Berlino (non a caso il primo appuntamento del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che la prossima settimana vedrà anche Bruno Le Maire).
    La necessità è quella di reperire risorse, di concordare gli spazi in deficit che si possano utilizzare, perché i soldi “sono pochi”, ammette Meloni che al rientro presiederà il Cdm per integrare la Nadef, e dovranno andare per la gran parte “a coprire il taglio delle bollette”. In attesa che i Paesi Ue concordino e mettano in pratica delle azioni comuni per frenare i maxi-rincari dell’energia, dal price cap sul gas al disaccoppiamento tra prezzo del metano e e dell’energia elettrica su cui l’esecutivo, ripete Meloni, è pronto ad andare avanti anche da solo, per fermare “le speculazioni”.

  • in

    Fino a 10 miliardi per le bollette. Tajani: 'Priorità per famiglie e imprese'

    Si va verso margini di manovra più ampi per il decreto bollette e la legge di bilancio. L’andamento del Pil superiore alle attese dovrebbe infatti tradursi in risorse aggiuntive a disposizione del governo, tanto che secondo il vicepremier, Antonio Tajani, venerdì il governo è pronto a mettere sul piatto tra i 7 e i 10 miliardi per dare priorità “ai sacrifici di famiglie e imprese”. I calcoli e le valutazioni sono ancora in corso e al ministero dell’Economia regna il massimo riserbo, ma dalle ipotesi che circolano il ‘tesoretto’ da circa 10 miliardi di minor deficit lasciato dal governo Draghi potrebbe aumentare di almeno 5 miliardi.
    A certificare i numeri sarà la Nadef attesa venerdì in consiglio dei ministri, che dovrebbe varare anche la Relazione sull’aggiustamento di bilancio, ovvero il primo passo verso il nuovo pacchetto di aiuti per tutelare famiglie e imprese fino alla fine dell’anno. La stima preliminare sul Pil nel terzo trimestre (+0,5%) cambia – in meglio – il quadro delineato finora. A questo si aggiunge il buon andamento dei conti pubblici, con il continuo miglioramento del fabbisogno (nei primi 10 mesi a 56,5 miliardi) grazie soprattutto al buon andamento dell’Iva. La Nota di aggiornamento al Def, che il nuovo esecutivo deve aggiornare con il quadro programmatico, a questo punto modificherà anche le previsioni tendenziali e il deficit al 5,1% per il 2022 potrebbe essere rivisto ulteriormente al ribasso (dal 5,6% del Def di aprile), facendo così lievitare il tesoretto: le cifre che circolano indicano una forchetta tra il 4,6% e il 4,8%, il che aprirebbe uno spazio compreso tra circa 15 e 19 miliardi.
    L’ ‘effetto Pil’ si avrà anche sulla manovra: se buona parte delle risorse sul 2022 serviranno a finanziare il decreto aiuti ‘quater’, la parte restante verrà usata per gli anticipi di spesa, lasciando così spazi liberi per la legge di bilancio. Nel complesso la manovra dovrebbe arrivare a mobilitare una cifra intorno ai 40 miliardi, con una dote in deficit che potrebbe essere di circa 21 miliardi. La dimensione del ‘tesoretto’ sarà nero su bianco nella Relazione con cui si chiede l’autorizzazione al Parlamento all’aggiustamento di bilancio, da approvare a stretto giro per consentire l’utilizzo dei nuovi margini fiscali. Il passo successivo sarà il nuovo pacchetto di aiuti, atteso la prossima settimana, con la proroga fino a fine anno dei crediti di imposta per le imprese energivore e dello sconto benzina. Ancora in fase di studio l’intervento sul bonus sociale o la replica dell’una tantum da 150 euro, oltre all’introduzione di uno scudo di sei mesi per chi non riesce a pagare le bollette. La nuova Nadef fornirà anche un primo quadro di massima della manovra, che destinerà i tre quarti delle risorse al pacchetto energia.

    “I pochi soldi che ci sono serviranno a coprire il taglio delle bollette per chi è in difficoltà”, torna a ribadire la premier Giorgia Meloni. Per il resto, la legge di bilancio interverrà sul tema pensioni (le ipotesi sono tutte sul tavolo, dal bonus per rimanere al lavoro oltre 63 anni al restyling – o anche proroga – di quota 102) e sul cuneo (dando continuità all’attuale taglio di due punti), varando peraltro,probabilmente con un dl fiscale collegato, una nuova rottamazione. Il governo ha già espresso la volontà di intervenire sulle cartelle, nonostante i buoni risultati raggiunti finora con la strategia di compliance. In linea con gli obiettivi del Pnrr, il potenziamento delle lettere di conformità inviate ai contribuenti per regolarizzare la loro posizione ha permesso di riscuotere 2,1 miliardi di euro, sui 2,45 stimati dal Piano per fine anno. In chiave Pnrr, il governo dovrà anche sbloccare la spending review rimasta al palo rispetto ai target, ma in vista della manovra sono anche molte altre le misure allo studio: dall’estensione della flat tax alla conferma dei fringe benefit, dalla riduzione della tassazione sui premi di produttività alla revisione del superbonus e del Reddito di cittadinanza, con i sussidi limitati a chi non può lavorare e corsi di formazione, come ha confermato Meloni, per gli altri. Proprio il dossier lavoro è destinato a scaldarsi a breve, con già la prima grana sul nodo dei navigator. Il primo banco di prova sarà venerdì con l’incontro tra la neo ministra Marina Calderone e le parti sociali. I sindacati hanno già detto che non si accontenteranno di un dialogo: vogliono una vera trattativa.

    Agenzia ANSA

    Il ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti sottolinea “l’importanza che l’Ue abbia una politica e una strategia energetica comuni maggiormente incisive”. (ANSA)