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    'Usa, Zelensky non escluda pubblicamente negoziati con Putin'(2)

    (ANSA) – WASHINGTON, 05 NOV – Le fonti riferiscono al
    Washington Post che i funzionari statunitensi condividono la
    valutazione delle loro controparti ucraine secondo cui Putin,
    per ora, non è serio riguardo ai negoziati di pace. Tuttavia
    ritengono che il veto espresso da Zelensky sul leader del
    Cremlino abbia creato preoccupazione in alcune parti
    dell’Europa, dell’Africa e dell’America Latina, dove gli effetti
    della guerra in termini di costo della vita e carenze alimentari
    si fanno sentire più distintamente.   
    “Le difficoltà causate dal conflitto Ucraina sono una
    questione molto reale per alcuni dei nostri partner”, ha detto
    uno dei funzionari americani. (ANSA).   

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    Opposizioni divise, due mondi tra Roma e Milano

    Si scrive “pace” ma si legge “elezioni regionali”, “unità delle opposizioni in Parlamento”, “congresso del Pd” ed altro ancora. Le due manifestazioni di Roma e Milano per la pace in Ucraina, hanno assunto infatti significati ulteriori rispetto alle istanze dei due eventi, che hanno comunque segnato una nuova divisione tra le minoranze politiche del Paese.
    In questo contesto il Pd di Enrico Letta ha tentato di tenere insieme non solo le due piazze, con la presenza di esponenti Dem in entrambe i luoghi, ma anche i partiti partecipanti alle due manifestazioni, da M5s al Terzo Polo, che si sono scambiati bordate. Ad aprire le polemiche ci ha pensato il leader di M5s Giuseppe Conte, che ha declinato la manifestazione di Roma come uno stop all’invio di armi all’Ucraina – in contrasto con la posizione pro Ucraina del Pd – e ha messo in dubbio che gli organizzatori dell’evento di Milano fossero “per la guerra” anziché per la pace.
    Le repliche non si sono fatte attendere con Ettore Rosato che ha bollato come “codardi” quanti abbandonano Kyiv al proprio destino, mentre Carlo Calenda ha dato del “qualunquista e quindi di destra” a Conte.
    Al di là della netta diversità di vedute sulla strategia per giungere ad un cessate il fuoco, lo scontro tra M5s e Terzo Polo è a tutto campo. Conte, premiato dai sondaggi post elettorali che vedono affiancare il Movimento ad un Pd in calo, ha puntato a questa manifestazione per un ulteriore balzo in avanti dei consensi grazie ad una collocazione marcatamente pacifista. Se l’obiettivo di tornare sopra il 20% si realizzasse, sarebbe il Movimento a diventare l’asse centrale di un potenziale centrosinistra, e non più il Pd. Il che permetterebbe di dettare le condizioni per le prossime scelte, in Parlamento e alle regionali.
    La tornata delle amministrative, nel Lazio e in Lombardia, è una ulteriore chiave di lettura delle partecipazioni dei vari partiti ai due cortei per la pace. I Dem stanno inseguendo M5s per trovare una candidatura comune nel Lazio, senza la quale si consegnerebbe la vittoria alla destra, che però sarebbe comunque probabile se della coalizione di centrosinistra non facesse parte anche il Terzo Polo. Ecco quindi il ruolo da “cane pastore” che Letta e Nicola Zingaretti stanno svolgendo, cercando di tenere insieme i possibili alleati: di qui la presenza di Letta e moltissimi dirigenti Dem a Roma, ma anche di altri importanti parlamentari a Milano, come Alessandro Alfieri o Carlo Cottarelli, indicato tra i papabili alla candidatura per le regionali in Lombardia. All’Arco della Pace, a Milano, tuttavia, significativa nella stessa ottica la presenza accanto a Calenda e Matteo Renzi di Letizia Moratti, che appena a gennaio era una delle candidate del centrodestra per il Quirinale, ed oggi sembra guardare al Terzo Polo in vista della corsa per il Pirellone, o in prima persona o – come ha proposto Calenda – in ticket con Cottarelli.
    Paradossalmente la posizione “neutralista” di Conte sulla guerra in Ucraina, rafforza quella del Terzo Polo che sollecita i Dem ad abbandonare ogni dialogo con M5s: e infatti diversi esponenti di Azione-Iv, da Calenda a Raffaella Paita, hanno incalzato oggi Letta a smarcarsi dalle affermazioni di Conte. E almeno fisicamente al corteo di Roma la distanza tra Letta e Conte è apparsa marcata, dato che i due si sono evitati. Oltre alle Regionali ci sono imminenti passaggi parlamentari, come il decreto rave del governo e le elezioni dei membri laici del Csm tra un mese, che spingono il Pd a sollecitare un accordo tra tutte le opposizioni.
    I Dem hanno anche rivendicato la presenza in entrambe le piazze, anche se le rispettive piattaforme erano diverse. La presenza a Roma di Letta e dei dirigenti Pd è stato anche un modo per tenere vivi i rapporti con le associazioni promotrici, laiche e cattoliche, a cui il partito guarda come interlocutrici per allargare la base del confronto del Congresso che nelle prossime settimane entrerà nel vivo proprio attraverso una fase aperta alle realtà esterne. Letta è stato contestato da un gruppetto di manifestanti, ma alla fine il segretario ha detto che l’episodio non ha “sporcato” la sua presenza e che “si è sentito a casa”.   

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    Meloni: non disperderemo risorse in bonus inutili

    “Il Governo ha giurato il 22 ottobre e in meno di due settimane ha raggiunto due obiettivi importanti: liberare oltre 30 miliardi di euro (9,1 miliardi per il 2022 e 21 miliardi per il 2023) per mettere in sicurezza famiglie e imprese dal caro bollette e compiere il primo passo sul fronte della sicurezza energetica nazionale”. Lo scrive sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Concentreremo le risorse a disposizione – spiega – per aiutare gli italiani a far fronte all’aumento del costo dell’energia, senza disperdere risorse in bonus inutili”.”Avevamo promesso agli italiani che, una volta al Governo, ci saremmo dedicati con serietà e determinazione all’emergenza energetica ed è esattamente quello che stiamo facendo, dimostrando che anche in Italia se si vuole è possibile fare quello che serve per il bene dei cittadini”. Lo scrive sui social la presidente del Consiglio all’indomani del Cdm in cui sono state approvate la Nadef e un provvedimento “per implementare la produzione di gas nazionale”.

    Il Governo vara la Nadef, ‘tesoretto’ per nuovi aiuti

    “Tanti annunci, molte promesse. Ma la sostanza è che la prima scelta di finanza pubblica del Governo Meloni è aumentare il deficit. Che farà aumentare il debito. Che renderà l’Italia meno sovrana e autonoma e più dipendente dagli altri”. Lo scrive su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta.

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    Un migliaio in piazza a Milano per la pace, anche Moratti

    (ANSA) – MILANO, 05 NOV – Non ci sono bandiere della pace ma
    tanti vessilli dell’Ucraina e dell’Unione europea e tanti
    striscioni “contro l’aggressione russa” e a favore delle
    sanzioni europee. Sono circa un migliaio le persone che stanno
    partecipando alla manifestazione organizzata dal Terzo polo
    all’Arco della Pace di Milano a sostegno della “resistenza” di
    Kiev. Tanti gli esponenti di Azione e Italia Viva, come Mara
    Carfagna, Elena Bonetti, Mariastella Gelmini, Matteo Richetti,
    Lisa Noja e ovviamente Carlo Calenda e Matteo Renzi. Diversi
    rappresentanti anche del Pd come il capogruppo a Palazzo Marino
    Filippo Barberis, l’assessore alla Casa Pierfrancesco Maran, il
    senatore Alessandro Alfieri, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori
    intervenuto in collegamento, la consigliera regionale lombarda
    Carmela Rozza e l’ormai ex dem (passato adesso in Azione)
    Carmine Pacente. Presenti anche Marco Cappato e l’ormai ex
    vicepresidente della Lombardia Letizia Moratti che ha salutato
    nel retropalco l’economista e senatore dem Carlo Cottarelli, un
    ‘assaggio’ del ticket prospettato ieri da Calenda per le
    regionali in Lombardia. “Ma non vogliamo politicizzare la
    piazza”, scandiscono gli organizzatori della manifestazione
    mentre la folla ripete “Slava Ukraini”. Perché “non può esistere
    una pace senza giustizia, serve la vittoria militare
    dell’Ucraina”. Alla manifestazione anche diverse associazioni di
    cittadini ucraini (Giovani per l’Ucraina, Comunità Ucraina di
    Milano, Associazione cristiana degli Ucraini in Italia), ma
    anche l’Associazione dei giovani iraniani in Italia, la
    Federazione Italiana Associazioni Partigiane (Fiap), i ragazzi
    del Movimento ‘Rivoluzioniamo la scuola’. La giornata è stata
    aperta da un intervento del sindaco di Leopoli, Andrij Ivanovyc
    Sadovyj. (ANSA).   

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    “Abusivi dal 1945”, scritta su sede Pd che fu “Casa Fascio”

    (ANSA) – SERRA SAN QUIRICO, 05 NOV – “Abusivi dal 1945”.   
    La scritta in rosso è stata apposta con un pennarello sulla
    vetrina della sede del circolo Pd di Serra San Quirico (Ancona),
    locali che un tempo ospitavano la “Casa del Fascio” e lo slogan
    dem “questa è casa tua” è stato modificato in “..era casa tua”.   
    Lo denuncia il commissario regionale del Pd, il sen. Alberto
    Losacco, sottolineando come ciò accada nel “paese in provincia
    di Ancona, il cui sindaco mesi fa si vantava pubblicamente
    d’essere a capo di una giunta fascista”.   
    Il riferimento è alla polemica suscitata, nell’agosto scorso,
    dalle affermazioni del sindaco Tommaso Borri durante una seduta
    consiliare: “decidiamo noi, perché questa è un’amministrazione
    fascista. A verbale decido io cosa mettere”
    “La frase – aveva replicato il primo cittadino – era stata detta
    sarcasticamente in risposta ad attacchi ripetuti in cui si è
    insinuata questa idea, sia durante il Consiglio sia durante
    lunghi mesi di post su Facebook che conservo, in cui si dà a me
    del padrone e all’Amministrazione della non democratica. Nulla
    di più lontano da ciò che è ed è stato in questi anni il mio
    impegno come sindaco”.   
    “Saremmo abusivi, secondo loro, – attacca Losacco – perché la
    sede del Pd di trova negli stessi locali di quella che fu la
    ‘Casa del Fascio’. Se qualcuno crede di intimidirci ha fatto
    male i suoi conti: non c’è e non ci sarà mai spazio per chi
    vuole portare indietro le lancette della storia”. (ANSA).   

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    Studenti contro il decreto rave, “così repressione nelle scuole”

    La stretta sui rave party, prevista dal nuovo Governo Meloni con un decreto, continua a turbare i sonni dei giovani italiani e degli studenti in particolare che temono che le misure possano essere applicate anche a picchetti, occupazioni di aule e di scuole e a varie forme di dissenso.
    A creare polemiche è soprattutto quella che gli studenti definiscono ‘la vaghezza del testo’: “si dà alle forze dell’ordine uno strumento repressivo che va ben oltre i cosiddetti rave”, accusa Luca Ianniello, per la Rete degli studenti medi. Anche Anita Maglio, dell’Unione degli studenti della Campania, ritiene che la formulazione del provvedimento sia “cosi ampia e generica che è chiaro che le scuole, come le piazze e le strade, rientrano nella fattispecie e quindi per gli studenti sarà un ulteriore pericolo di rischio di sanzioni penali se occuperanno e legittimamente manifesteranno il loro dissenso nelle scuole, soprattutto in questo periodo in cui gli istituti saranno sempre più privatizzati e chiusi al protagonismo degli studenti”.
    “Non è un caso – osserva Alice Beccari dell’Uds – che la legge arrivi dopo l’occupazione della facoltà di Scienze politiche della Sapienza: quando la premier ostentava simpatia per i giovani che avrebbero protestato contro il suo governo e nello stesso momento gli studenti della Sapienza venivano repressi con la violenza dalle forze dell’ordine. Il diritto allo sciopero e a manifestare è un sancito dalla Costituzione e come tale deve essere salvaguardato, ma dal governo Meloni arriva già chiara la volontà di una morsa stringente che colpisce non solo gli studenti tutti, ma ogni parte sociale che lotta ogni giorno contro questo sistema. Noi non ci faremo intimorire, il 18 novembre saremo in piazza senza alcuna paura della vostra repressione!”.
    Di tutt’altro avviso Fabio Roscani, presidente di Gioventù nazionale, movimento giovanile che strettamente collabora con il partito e la comunità di Fratelli d’Italia. “Il ministro Bernini – puntualizza – ha detto chiaramente che la norma non riguarderà scuole e università. Chi continua a sostenere il contrario alimenta una polemica pretestuosa. L’invasione di edifici è già punita, la norma anti rave la circostanzia solo”. Piuttosto l’esponente di Gioventù nazionale fa presente che “l’ultima volta che in Italia abbiamo visto reprimere il dissenso dei ragazzi che volevano manifestare pacificamente, c’era un ministro dell’Interno ed un governo sostenuto dalla sinistra, che utilizzando a pretesto le misure anticovid ha emesso circolari che impedivano i cortei, nonostante l’emergenza covid fosse stata dichiarata finita”
       

    Agenzia ANSA

    Il governo è pronto ad accettare modifiche costruttive sul decreto legge sui rave ma su un punto non c’è discussione: “vogliamo impedire che non si rispettino le leggi”, sottolinea la premier. Pnrr da affrontare con garbo, via libera alle trivelle. Presto l’incontro con i sindacati (ANSA)

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    Conte: 'A Roma cittadini in piazza per il negoziato'

     “Oggi qui non ci sono bandiere ma cittadini che dicono al governo che vogliamo il negoziato di pace, che la strategia finora seguita non funziona: qui c’è la maggioranza silenziosa del paese”. Lo afferma il leader del M5s, Giuseppe Conte in piazza a Roma sottolineando che “I cittadini devono essere ascoltati, adesso devono parlare le opinioni pubbliche visto che i governanti hanno elaborato una strategia che non ci porta ad una via d’uscita”.
    “A Crosetto dico che visto che è stata votata una risoluzione in Parlamento, non si azzardi a decidere un nuovo invio armi senza un confronto in Parlamento”, ha detto, aggiungendo: ‘L’altra piazza di Milano non ho capito se è per la pace e per la guerra”.

    Manifestazione per la Pace, Conte: ‘Qui in piazza cittadini per negoziato’

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    Rave, il governo apre a modifiche, “ma le leggi si rispettano”

    Il governo è pronto ad accettare modifiche costruttive sul decreto legge sui rave ma su un punto non c’è discussione: “vogliamo impedire che non si rispettino le leggi dello Stato italiano. La storia di chi non vuole rispettare le leggi e’ finita!”. Giorgia Meloni affronta la sua prima conferenza stampa dopo un Consiglio dei ministri pesante, dedicato al varo della Nadef, gonfio di numeri e cifre e interamente concentrato sulle misure per contrastare il caro-bollette.
    Una conferenza stampa pacata che si scalda solo quando viene introdotto il tema del discussissimo decreto Piantedosi che ha elevato a reato penale, con pene severissime, i raduni illegali.
    “Se qualcuno ha norme migliorative lo ascoltiamo”, ha premesso spiegando che è proprio compito dell’attività parlamentare migliorare i provvedimenti. Ma subito dopo pianta alcuni paletti che sono la cifra del governo di centrodestra: “qualsiasi cosa tu voglia fare – stigmatizza Meloni – tu devi rispettare le leggi. E questa Italia di chi non vuole farlo per noi è finita”. E aggiunge: Ci hanno detto che vogliamo vietare le manifestazioni, nulla di più lontano da me. Poi ci hanno detto anche che ‘questi poveri ragazzi non si possono più divertire e dovranno andare all’estero’…”.

    Agenzia ANSA

    ‘Se serve precisare i confini della nuova fattispecie penale’. Sindacati: ‘Garanzie del ministro che il testo sarà chiarito’. (ANSA)

    Dopo aver snocciolato una serie di dati sui provvedimenti decisi come i nove miliardi e mezzo da utilizzare già da gennaio per combattere il caro-energia e l’idea di avere prezzi calmierati per aziende più energivore, ha preso la parola il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per assicurare che il governo si presenta al Parlamento con “un atteggiamento prudente e responsabile”. “Lo spazio in deficit per il 2023 permetterà di liberare 23 miliardi di euro da destinare – ha precisato Giorgetti – alle misure contro il caro energia. Il deficit passerà infatti dal 3,4% tendenziale al 4,5% programmatico”.
     Non è mancato un passaggio sul suo recente viaggio a Bruxelles per una prima presa di contatto con i vertici dell’Unione. La premier ha assicurato che ha chiesto all’Unione europea di fermare le speculazioni sul gas perchè serve un approccio combinato per fermare la corsa dei prezzi energetici: “dovremo ragionare di tutte le risorse già esistenti e di come spenderle meglio”, ha assicurato.
    Sul fronte italiano la presidente del Consiglio ha confermato il via libera a nuove trivellazioni. Più in dettaglio si sta studiando la possibilità di liberare alcune estrazioni di gas italiano facilitando le concessioni in essere e immaginandone nuove. “Chiederemo ai concessionari che dovessero aderire di mettere a disposizione, in cambio, da gennaio gas tra 1 miliardo e 2 miliardi di metri cubi da destinare ad aziende energivore a prezzi calmierati”. Sul Pnrr, tema delicatissimo per Bruxelles, “abbiamo segnalato – ha aggiunto – che con il mutato contesto alcune cose sono più difficili da realizzare, abbiamo un aumento stimato del costo delle materie prime del 30-35%. Credo sia una materia da affrontare con garbo e intelligenza”, ha osservato. A Bruxelles “non ho trovato chiusure preconcette e entriamo nel merito”. Ora la situazione è più complessa, c’è un lavoro molto importante da fare per accelerare sui tempi”.
    La premier ha confermato di voler procedere con cautela sulle misure ed ha i annunciato che già la prossima settimana incontrerà i sindacati e le parti sociali sulla legge di Bilancio. C’è stato tempo anche per “ringraziare” il consiglio dei ministri che ha dovuto assorbire anche un provvedimento di spending review dei ministeri: “nessuno ha obiettato, io mi aspettavo una discussione animata che non c’è stata”.
    Infine, ha confermato anche la strada della continuità sull’Ucraina e quindi il via libera all’invio di armi. “Lavoriamo per mantenere tutti gli impegni che ci vengono richiesti e non credo che ci saranno problemi in maggioranza. Credo che la credibilità della nostra nazione a far fronte ai suoi impegni è condizione per poi chiedere solidarietà. Faremo tutto quello che bisogna fare e non prevedo problemi su questo tema”, ha confermato