More stories

  • in

    Migranti: Papa, salvare vite ma Ue non lasci Italia sola

     “La vita va salvata, il Mediterraneo è un cimitero, forse è il cimitero più grande” ma “l’Italia, questo governo, non può fare nulla senza l’accordo con l’Europa, la responsabilità è europea”, “ogni governo dell’Unione europea deve mettersi d’accordo su quanti migranti può ricevere” e “l’Unione europea deve prendere in mano una politica di collaborazione e di aiuto, non può lasciare a Cipro, alla Grecia, all’Italia e alla Spagna la responsabilità di tutti i migranti che arrivano alle spiagge”. Lo ha detto il Papa, nella conferenza stampa con i giornalisti al seguito, parlando della situazione di queste ore nel Mediterraneo. .   

  • in

    Migranti: Pd, 'su Humanity scelte illegittime, Piantedosi venga in Aula'

    Opposizioni all’attacco del governo sulla gestione delle 4 navi delle ong con a bordo un migliaio di migranti. Il Pd parla di “scelte illegittime” e chiede al ministro dell’Interno matteo Piabntedosi di riferrre in Parlamento.
    “Il governo deve rispondere di una gestione inaccettabile. In queste ore a Catania non si stanno seguendo le regole internazionali e nazionali, si sta agendo con procedure che non hanno precedenti nè giustificazione e che sono gravemente lesive dei diritti di persone che hanno la sola “colpa” di essere scappate dall”inferno”, dichiara la capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani che chiede al ministro Piantedosi di venire in Aula alla Camera a riferire sulle scelte fatte a Catania. “Scelte che sembrano illegittime, in violazione del diritto internazionale e inaccettabili dal punto di vista umanitario”.
    Stessa richiasta dal segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. “Stiamo semplicemente assistendo ad una palese violazione delle norme del diritto internazionale, non solo ad una opera di cinismo dal punto di vista etico, politico. La selezione dei naufraghi è una violazione ed è inaccettabile. Punto”, afferma a SkyTG24. “Lo sbarco deve essere garantito a tutti, poi viene il tema della redistribuzione e dell’accoglienza. È un po’ difficile che il governo italiano chieda agli altri Paesi uno sforzo maggiore, quando è per primo questo governo a violare la legge. Il ministro dell’interno dovrà venire al più presto in Parlamento – conclude Fratoianni – a rispondere del suo operato”.
    “I migranti salvati in mare dalle navi ONG non sono ostaggi dello Stato italiano e, peraltro, rappresentano solo una piccola parte dei migranti che sbarcano sulle nostre coste: facciamoli scendere tutti”, sottolinea il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova. Per il presidente di +Europa Riccardo Magi “l’azione sconsiderata del ministro Piantedosi ha prodotto una situazione illegale e paradossale. E’ incredibile che un ministro dell’Interno, di concerto con i ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti e con quello della Difesa, abbia emanato un atto amministrativo così platealmente in contrasto con le legge italiana che impone che lo straniero rintracciato in occasione dell’attraversamento irregolare della frontiera interna o esterna o giunto nel territorio nazionale a seguito di operazioni di salvataggio in mare è condotto per le esigenze di soccorso e di prima assistenza presso appositi punti di crisi e per le operazioni di rilevamento dattiloscopico e segnaletico”.
    A Venezia si è registrata la contestazione di alcuni attivisti della Ong Mediterranea verso il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che partecipava alla cerimonia di insediamento del nuovo Rabbino della Comunità Ebraica nella città lagunare. All’uscita del ministro dalla sinagoga, gli attivisti hanno esposto un cartello con la scritta “Fateli sbarcare subito”. “E’ ora di finirla con questa sceneggiata al porto di Catania – ha detto Beppe Caccia – dove ci sono 1.075 persone che chiedono solo di essere sbarcate. Una volta sbarcate, si faranno tutte le operazioni di riconoscimento. Ma la si smetta con una sceneggiata sulla pelle di persone disperate”.

    Agenzia ANSA

    ‘Ma obblighi presa in carico competono allo Stato di bandiera’ (ANSA)

  • in

    Il Papa, 'Pregate perché finisca la guerra in Ucraina'

       Nell’ultima giornata della sua visita apostolica, Papa Francesco ha detto oggi che  “non voglio dimenticare la martoriata Ucraina. Prego e vi chiedo di pregare perché la guerra finisca”.  Parlando ai vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose della comunità cattolica locale nella chiesa del Sacro Cuore di Manama, in Bahrein, ha rivolto un pensiero anche alla situazione in Etiopia – “incoraggio tutti a sostenere” il dialogo perché ci sia “una pace duratura” – e nel Libano:  “Vedendo presenti i fedeli del Libano, assicuro la mia preghiera e vicinanza a quell’amato Paese, così stanco e provato, e a tutti i popoli che soffrono in Medio Oriente”, ha detto.
       I cristiani non possono “far finta di non vedere le opere del male, restare nel quieto vivere per non sporcarci le mani. Al contrario, abbiamo ricevuto uno Spirito di profezia per portare alla luce, con la nostra testimonianza di vita, il Vangelo”, ha sottolineato Bergoglio. “La profezia ci rende capaci di praticare le beatitudini evangeliche nelle situazioni di ogni giorno, cioè di edificare con ferma mitezza quel Regno di Dio nel quale l’amore, la giustizia e la pace si oppongono a ogni forma di egoismo, di violenza e di degrado”, ha aggiunto.
       Il pontefice ha chiesto anche ai cristiani di non dare spazio ad “egoismo”, “divisioni”, “liti”, “maldicenze” e “chiacchiere”. “Le divisioni del mondo, e anche le differenze etniche, culturali e rituali, non possono ferire o compromettere l’unità dello Spirito”. E lo Spirito, “sorgente di unità e di fratellanza contro ogni egoismo”, ispira “l’unico linguaggio dell’amore, perché i diversi linguaggi umani non restino distanti e incomprensibili; abbatte le barriere della diffidenza e dell’odio, per creare spazi di accoglienza e di dialogo; libera dalla paura e infonde il coraggio di uscire incontro agli altri con la forza disarmata e disarmante della misericordia”. 
       L’incontro con la comunità cattolica è l’ultimo appuntamento di Papa Francesco in Bahrein. Il potenfice si trasferirà dopo all’aeroporto di Awali dove, dopo la cerimonia di congedo, lascerà l’Isola del Golfo alle 13. L’arrivo del volo che porterà Papa Francesco a Roma è previsto per le 16.35. 

  • in

    Pace: Yunus, non ci chiediamo perché avvengono guerre

    (ANSA) – TORINO, 06 NOV – “Parliamo della guerra. Non ci
    chiediamo perché le guerre avvengono. Siamo in un arsenale che
    produce armi, il ruolo lo gioca l’industria militare stessa
    nelle guerre e le nostre ambizioni personali portano a quello:
    dobbiamo affrontare queste questioni, tornare indietro e
    costruire una civiltà basata sull’amore e non sulla guerra.   
    Queste sono le questioni che Ernesto ha affrontato in questi
    anni”. Ad affermarlo è stato il premio Nobel per la Pace 2006,
    Muhammad Yunus, economista e imprenditore, inventore del moderno
    microcredito, in visita al Sermig (Servizio missionario giovani)
    Arsenale della Pace a Torino, accolto dal fondatore, Ernesto
    Olivero. Yunus è a Torino in vista del Global Social Business
    Summit, che ha fondato nel 2009 e che si terrà da domani per la
    prima volta a Torino. (ANSA).   

  • in

    Regionali, Calenda: 'Per noi D'Amato e Moratti sono le scelte giuste'

    “Appoggiare due persone che in Lombardia e nel Lazio hanno fatto bene sulla campagna vaccinale e la sanità come Alessio D’Amato e Letizia Moratti è la scelta giusta per il Terzo Polo. Vengono da storie diverse ma hanno lavorato sulla stessa linea di serietà nell’emergenza”. Così su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda. “Rimaniamo aperti alla discussione con tutti per costruire coalizioni ampie che parlino a mondi diversi e a programmi inclusivi. Ma è ora di rompere gli indugi e iniziare a lavorare”, ha concluso Calenda sottolineando che in Lombardia il “ticket Moratti-Cottarelli sarebbe perfetto”. 

  • in

    'Usa, Zelensky non escluda pubblicamente negoziati con Putin'(2)

    (ANSA) – WASHINGTON, 05 NOV – Le fonti riferiscono al
    Washington Post che i funzionari statunitensi condividono la
    valutazione delle loro controparti ucraine secondo cui Putin,
    per ora, non è serio riguardo ai negoziati di pace. Tuttavia
    ritengono che il veto espresso da Zelensky sul leader del
    Cremlino abbia creato preoccupazione in alcune parti
    dell’Europa, dell’Africa e dell’America Latina, dove gli effetti
    della guerra in termini di costo della vita e carenze alimentari
    si fanno sentire più distintamente.   
    “Le difficoltà causate dal conflitto Ucraina sono una
    questione molto reale per alcuni dei nostri partner”, ha detto
    uno dei funzionari americani. (ANSA).   

  • in

    Opposizioni divise, due mondi tra Roma e Milano

    Si scrive “pace” ma si legge “elezioni regionali”, “unità delle opposizioni in Parlamento”, “congresso del Pd” ed altro ancora. Le due manifestazioni di Roma e Milano per la pace in Ucraina, hanno assunto infatti significati ulteriori rispetto alle istanze dei due eventi, che hanno comunque segnato una nuova divisione tra le minoranze politiche del Paese.
    In questo contesto il Pd di Enrico Letta ha tentato di tenere insieme non solo le due piazze, con la presenza di esponenti Dem in entrambe i luoghi, ma anche i partiti partecipanti alle due manifestazioni, da M5s al Terzo Polo, che si sono scambiati bordate. Ad aprire le polemiche ci ha pensato il leader di M5s Giuseppe Conte, che ha declinato la manifestazione di Roma come uno stop all’invio di armi all’Ucraina – in contrasto con la posizione pro Ucraina del Pd – e ha messo in dubbio che gli organizzatori dell’evento di Milano fossero “per la guerra” anziché per la pace.
    Le repliche non si sono fatte attendere con Ettore Rosato che ha bollato come “codardi” quanti abbandonano Kyiv al proprio destino, mentre Carlo Calenda ha dato del “qualunquista e quindi di destra” a Conte.
    Al di là della netta diversità di vedute sulla strategia per giungere ad un cessate il fuoco, lo scontro tra M5s e Terzo Polo è a tutto campo. Conte, premiato dai sondaggi post elettorali che vedono affiancare il Movimento ad un Pd in calo, ha puntato a questa manifestazione per un ulteriore balzo in avanti dei consensi grazie ad una collocazione marcatamente pacifista. Se l’obiettivo di tornare sopra il 20% si realizzasse, sarebbe il Movimento a diventare l’asse centrale di un potenziale centrosinistra, e non più il Pd. Il che permetterebbe di dettare le condizioni per le prossime scelte, in Parlamento e alle regionali.
    La tornata delle amministrative, nel Lazio e in Lombardia, è una ulteriore chiave di lettura delle partecipazioni dei vari partiti ai due cortei per la pace. I Dem stanno inseguendo M5s per trovare una candidatura comune nel Lazio, senza la quale si consegnerebbe la vittoria alla destra, che però sarebbe comunque probabile se della coalizione di centrosinistra non facesse parte anche il Terzo Polo. Ecco quindi il ruolo da “cane pastore” che Letta e Nicola Zingaretti stanno svolgendo, cercando di tenere insieme i possibili alleati: di qui la presenza di Letta e moltissimi dirigenti Dem a Roma, ma anche di altri importanti parlamentari a Milano, come Alessandro Alfieri o Carlo Cottarelli, indicato tra i papabili alla candidatura per le regionali in Lombardia. All’Arco della Pace, a Milano, tuttavia, significativa nella stessa ottica la presenza accanto a Calenda e Matteo Renzi di Letizia Moratti, che appena a gennaio era una delle candidate del centrodestra per il Quirinale, ed oggi sembra guardare al Terzo Polo in vista della corsa per il Pirellone, o in prima persona o – come ha proposto Calenda – in ticket con Cottarelli.
    Paradossalmente la posizione “neutralista” di Conte sulla guerra in Ucraina, rafforza quella del Terzo Polo che sollecita i Dem ad abbandonare ogni dialogo con M5s: e infatti diversi esponenti di Azione-Iv, da Calenda a Raffaella Paita, hanno incalzato oggi Letta a smarcarsi dalle affermazioni di Conte. E almeno fisicamente al corteo di Roma la distanza tra Letta e Conte è apparsa marcata, dato che i due si sono evitati. Oltre alle Regionali ci sono imminenti passaggi parlamentari, come il decreto rave del governo e le elezioni dei membri laici del Csm tra un mese, che spingono il Pd a sollecitare un accordo tra tutte le opposizioni.
    I Dem hanno anche rivendicato la presenza in entrambe le piazze, anche se le rispettive piattaforme erano diverse. La presenza a Roma di Letta e dei dirigenti Pd è stato anche un modo per tenere vivi i rapporti con le associazioni promotrici, laiche e cattoliche, a cui il partito guarda come interlocutrici per allargare la base del confronto del Congresso che nelle prossime settimane entrerà nel vivo proprio attraverso una fase aperta alle realtà esterne. Letta è stato contestato da un gruppetto di manifestanti, ma alla fine il segretario ha detto che l’episodio non ha “sporcato” la sua presenza e che “si è sentito a casa”.   

  • in

    Meloni: non disperderemo risorse in bonus inutili

    “Il Governo ha giurato il 22 ottobre e in meno di due settimane ha raggiunto due obiettivi importanti: liberare oltre 30 miliardi di euro (9,1 miliardi per il 2022 e 21 miliardi per il 2023) per mettere in sicurezza famiglie e imprese dal caro bollette e compiere il primo passo sul fronte della sicurezza energetica nazionale”. Lo scrive sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Concentreremo le risorse a disposizione – spiega – per aiutare gli italiani a far fronte all’aumento del costo dell’energia, senza disperdere risorse in bonus inutili”.”Avevamo promesso agli italiani che, una volta al Governo, ci saremmo dedicati con serietà e determinazione all’emergenza energetica ed è esattamente quello che stiamo facendo, dimostrando che anche in Italia se si vuole è possibile fare quello che serve per il bene dei cittadini”. Lo scrive sui social la presidente del Consiglio all’indomani del Cdm in cui sono state approvate la Nadef e un provvedimento “per implementare la produzione di gas nazionale”.

    Il Governo vara la Nadef, ‘tesoretto’ per nuovi aiuti

    “Tanti annunci, molte promesse. Ma la sostanza è che la prima scelta di finanza pubblica del Governo Meloni è aumentare il deficit. Che farà aumentare il debito. Che renderà l’Italia meno sovrana e autonoma e più dipendente dagli altri”. Lo scrive su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta.