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    >>>ANSA/Meloni un'ora con Sisi,apre sul gas ma resta caso Regeni

    (dell’inviata Silvia Gasparetto)
    (ANSA) – SHARM EL-SHEIKH, 07 NOV – Si trova per un’ora faccia
    a faccia con Abdel Fattah El-Sisi in un bilaterale ufficiale in
    Egitto. Oltre a lei solo Giuseppe Conte, negli ultimi anni, da
    quando Giulio Regeni è stato rapito, torturato e ucciso. Giorgia
    Meloni arriva a Sharm el Sheikh per portare la posizione
    dell’Italia sulla lotta al cambiamento climatico, ma la cornice
    della Cop27, il suo esordio sulla scena mondiale, è l’occasione
    per mettere sul tavolo tutti i temi dell’agenda internazionale,
    dalla risposta “all’aggressione russa” all’Ucraina alla
    cooperazione energetica da rafforzare con tutti i partner, a
    partire proprio dall’Egitto. Sul tavolo, accanto al gas, c’è il
    caso ancora irrisolto del ricercatore triestino, così come
    quello di Patrick Zachi. Due questioni su cui in Italia c’è “la
    massima attenzione” mette in chiaro la premier e su cui l’Egitto
    si dice pronto a “collaborare”, come ha fatto molte volte in
    passato senza arrivare, però, a quella “verità e giustizia” che,
    almeno formalmente, anche Il Cairo dice di volere.   
    Con il presidente egiziano si ferma più di un’ora. Le
    questioni sono molteplici, i rapporti tra i due paesi ai minimi
    proprio per il mancato rispetto, da parte del Cairo, dei diritti
    umani. Anche se le relazioni commerciali non sono mai venute
    meno, compresa la collaborazione in campo energetico. Le
    diplomazie lavorano a lungo per preparare l’incontro. Quella
    italiana con discrezione, quella egiziana pronta a raccontare
    passo passo ogni dettaglio. Già da due giorni fonti egiziane
    davano per scontato il faccia a faccia, confermato con una nota
    stringata, dopo il Cairo e solo a cose fatte, da Palazzo Chigi.   
    Il bilaterale si svolge nella cittadella della Conferenza sul
    clima, dopo una visita lampo della premier al Padiglione Italia.   
    Lì c’è anche Stefano Boeri, che presenta il suo progetto di
    bosco verticale per i paesi con clima arido (pensato intanto per
    Dubai). E poco dopo Cdp presenterà il Fondo italiano per il
    clima, lo gestisce insieme al ministero dell’Ambiente e della
    sicurezza energetica, 840 milioni l’anno fino al 2026, poi 40
    milioni l’anno, con cui l’Italia, rivendica Meloni nel suo
    intervento in plenaria, “triplica” gli sforzi per il clima. Ma
    il contrasto all’aumento delle temperature, soprattutto per i
    paesi in via di sviluppo – su cui comunque l’Italia conferma il
    suo impegno, anche alla decarbonizzazione, guardando però a una
    “transizione giusta” che non lasci “indietro nessuno” e che
    coniughi sostenibilità ambientale, economica e sociale – passa
    un po’ in secondo piano vista la fitta agenda della premier. La
    girandola di incontri si apre la mattina con il presidente
    israeliano Isaac Herzog, con cui pone l’accento sull’impegno
    comune contro l’antisemitismo. Prosegue con il primo ministro
    Etiope, Abiy Ahmed, con il quale sottolinea l’importanza della
    stabilità nel Corno d’Africa e spinge la collaborazione
    sull’energia. Prosegue con il primo ministro inglese Rishi
    Sunak. I due leader discutono sulla necessità di una “risposta
    unitaria” sull’Ucraina e sulla necessità di rafforzare il legame
    transatlantico.   
    Gli strumenti per frenare la crisi energetica occupano quasi
    tutti i colloqui, compreso quello con il cancelliere tedesco
    Olaf Scholz, insieme al quale affronta anche il delicato tema
    della gestione dei migranti, mentre è ancora in corso il braccio
    di ferro con le navi Ong che chiedono di sbarcare tutti i
    passeggeri in Sicilia (non solo i “fragili” e non si risolve la
    querelle sulle richieste di asilo). Nel pomeriggio la premier
    incontra anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres,
    e il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, diventato il
    primo paese per forniture di gas all’Italia dallo scoppio della
    guerra in Ucraina.   
    Anche con l’Egitto, come ha ricordato il portavoce di Al
    Sisi, l’Italia ha intensificato “la cooperazione congiunta nel
    dossier della sicurezza energetica” grazie alla “partnership con
    l’Eni”, che giusto a metà aprile di quest’anno ha siglato un
    nuovo accordo per 3 miliardi di metri cubi di Gnl egiziano
    aggiuntivo, non senza sollevare polemica politica – che riparte
    anche oggi – proprio per le implicazioni del caso Regeni. Ma la
    realpolitik impone di correre per rendersi indipendenti dal gas
    russo. E non a caso l’approvvigionamento energetico è uno dei
    punti su cui pone l’accento Palazzo Chigi, insieme a clima e
    migranti. E al “rispetto dei diritti umani”. (ANSA).   

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    Midterm: gli americani alle urne, nella notte i primi risultati

    (ANSA) – WASHINGTON, 08 NOV – Urne aperte in Usa per le
    elezioni di Midterm, con cui ogni 4 anni si rinnova l’intera
    Camera dei Rappresentanti (435 deputati) e un terzo del Senato
    (35 senatori su 100). Oltre 41 milioni di americani hanno già
    usato il voto anticipato per corrispondenza, un record assoluto.   
    Questa modalità di votazione tradizionalmente favorisce i dem ed
    è motivo di contestazione da parte dei repubblicani. Altro
    primato di questa tornata alle urne i soldi spesi nella campagna
    elettorale: 17 miliardi di dollari.   
    Le elezioni di metà mandato di solito penalizzano il partito
    che occupa la Casa Bianca: dal 1934 solo due presidenti,
    Roosevelt e Bush figlio (nel 2002), hanno guadagnato seggi. I
    sondaggi prevedono che i repubblicani riconquistino la Camera,
    con una probabile onda rossa, il loro colore: attualmente i dem
    hanno 222 seggi (4 in più del quorum) contro i 212 del Grand Old
    Party. Il destino del Senato (ora 50 a 50 ma il voto della
    vicepresidente Kamala Harris spezza la parità a favore dei dem)
    è appeso ad alcune sfide testa a testa in Stati ‘battleground’:
    Pennsylvania, Georgia, Arizona e Nevada, ma appaiono duelli
    incerti anche quelli in Wisconsin, New Hampshire e North
    Carolina.   
    I primi risultati sono attesi dopo le 18 orario Est Coast
    (l’una di notte in Italia) ma per i risultati finali complessivi
    saranno necessari forse diversi giorni, soprattutto in alcuni
    Stati.   
    Joe Biden, ai minimi di popolarità (poco sopra il 40%), ha
    giocato la campagna lanciando il messaggio che sono in gioco la
    democrazia e i diritti (a partire da quello d’aborto) e vantando
    i successi della sua agenda sul fronte del welfare,
    dell’ambiente, dell’educazione. Se perde anche una camera
    rischia di diventare un’anatra zoppa per il resto del mandato. I
    repubblicani invece hanno cavalcato l’inflazione alle stelle, i
    timori di una recessione e l’allarme criminalità, con Donald
    Trump king maker di molti candidati negazionisti delle elezioni
    del 2020 e pronto a ricandidarsi alla Casa Bianca per la terza
    volta. (ANSA).   

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    Wall Street scommette rosso, Michael Moore scommette blu

       Wall Street scommette che i repubblicani conquisteranno nelle elezioni di Midterm almeno una delle due Camere, se non entrambe. Lo riferisce la Cnn che, sottolineando il rally di venerdì e il trend positivo della Borsa americana alla vigilia del voto, ricorda come la grande finanza preferisca il cosiddetto ‘governo diviso’, con la Casa Bianca ad un partito e il Congresso ad un altro. La speranza è quella di uno stallo a Washington, con l’incapacità del parlamento di introdurre leggi che possano danneggiare i profitti delle aziende.
       In controtendenza, però, il regista e attivista americano Michael Moore prevede uno tsunami blu dem, che consentirà al partito dell’Asinello di mantenere il controllo del Congresso americano. Il premio Oscar, che fu tra i pochi a prevedere nel 2016 la vittoria di Donald Trump, tiene da settimane un diario online intitolato ‘Mike’s Midterm tsunami truth’ per confutare la previsione che a vincere sarà il Grand Old Party. Secondo Moore, a spingere i democratici sarà un’affluenza massiccia di giovani e donne, quest’ultime sull’onda della cancellazione da parte della Corte suprema della storica sentenza Roe vs Wade che sanciva il diritto d’aborto. Una previsione che ha ribadito sino agli ultimi giorni. 
       Eppure un sondaggio del Wall Street Journal sembra indicare che il partito repubblicano sta guadagnando sostegno da un crescente numero di elettori tradizionalmente vicini ai dem, soprattutto afroamericani e latinos. Il 17% degli afroamericani afferma che sceglierebbe per il Congresso un candidato del Grand Old Party rispetto ad uno dem nelle rilevazioni di agosto e ottobre da parte del quotidiano: si tratta di una quota più ampia dell’8% che votò per Donald Trump nel 2020 e dell’8% che sostenne candidati Gop nelle elezioni di metà mandato del 2018. Tra gli ispanici invece i dem avevano un vantaggio solo del 5% sui repubblicani a ottobre, contro gli 11 punti di agosto. Nel 2020 i latinos preferirono Joe Biden su Trump con uno scarto del 28% e i dem con un margine del 31%. 

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    Meloni ad al Sisi: 'Forte attenzione su casi Regeni e Zaki'

    La presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Sharm el-Sheikh per la cerimonia inaugurale degli incontri di alto livello della Cop27, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite. La premier – accompagnata nella giornata dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto – è stata accolta dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi e dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.
    Nel quadro degli incontri bilaterali a margine del vertice sull’implementazione del cambiamento climatico, Giorgia Meloni ha incontrato anche il padrone di casa, il presidente della Repubblica Araba d’Egitto, Abdel Fattah al Sisi. Durante l’incontro si è parlato di approvvigionamento energetico, fonti rinnovabili, crisi climatica e immigrazione L’incontro – si legge in una nota di Palazzo Chigi – ha dato occasione alla premier Meloni di sollevare il tema del rispetto dei diritti umani e di sottolineare la forte attenzione dell’Italia sui casi di Giulio Regeni e Patrick Zaki. 
    “L’incontro ha toccato la questione dello studente italiano Regeni e della cooperazione per raggiungere la verità e ottenere giustizia”,  ha precisato all’ANSA il portavoce ufficiale della Presidenza egiziana, ambasciatore Bassam Radi, riferendosi ai temi al centro del bilaterale senza aggiungere altro sulla questione.
    Il presidente egiziano al-Sisi ha espresso la propria “aspirazione” che la visita della premier Meloni in Egitto dia un “nuovo impulso” alle relazioni fra Roma e il Cairo: lo ha riferito all’ANSA il portavoce della presidenza egiziana, l’ambasciatore Bassam Radi, dando conto dell’incontro bilaterale fra i due leader.
    La premier, parlando al vertice Cop27, ha detto che sul clima l’Italia farà la sua parte. Serve una “giusta transizione energetica – ha detto -. Sappiamo come sono i disastri climatici, lo abbiamo visto, soprattutto per il dissesto idrogeologico. Lottare contro il cambiamento climatico è uno sforzo comune”.
    “L’Italia ha aumentato il contributo dei propri finanziamenti alla lotta al cambiamento climatico – ha detto ancora Meloni – abbiamo triplicato il nostro impegno” su questo fronte con un impegno di “1,4 miliardi di dollari in 5 anni”
    Meloni ha avuto un cordiale incontro bilaterale anche con il Cancelliere della Repubblica federale di Germania, Olaf Scholz. L’incontro, spiega Palazzo Chigi, ha fatto seguito alla conversazione telefonica che  avevano avuto il 28 ottobre.
    I due Capi di governo hanno discusso dei principali temi europei e internazionali, dalla guerra di aggressione russa all’Ucraina alla conseguente crisi energetica e alla gestione dei flussi migratori. Meloni e Scholz hanno inoltre confermato l’intenzione di consolidare le relazioni bilaterali tra l’Italia e la Germania.
    La premier  ha incontrato il presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog. E, nel corso della mattinata ha avuto un faccia a faccia anche con il primo Ministro del Regno Unito, Rishi Sunak e con il primo ministro della Repubblica federale democratica di Etiopia, Abiy Ahmed.
    A Abiy Ahmed Meloni ha espresso soddisfazione per la recente conclusione dell'”Accordo per una pace duratura attraverso la cessazione delle ostilità” tra il Governo etiopico e il Fronte di Liberazione del Popolo Tigrino ed ha sottolineato l’importanza di una sua efficace attuazione per il bene del popolo etiopico e la stabilità del Corno d’Africa. Meloni e Abiy hanno richiamato gli storici rapporti bilaterali e discusso delle opportunità di rafforzamento dei legami economici soprattutto in campo energetico. Il Presidente Meloni ha sottolineato come la collaborazione con l’Africa sia centrale per la politica estera italiana.
    Nel colloquio, Meloni e Sunak – comunica Palazzo Chigi – hanno discusso le principali sfide che la Comunità internazionale deve affrontare, prima fra tutte l’esigenza di una risposta unitaria all’aggressione russa all’Ucraina, e hanno sottolineato l’importanza della cooperazione tra Italia e Regno Unito in ambito G7 e NATO. Insieme l’Italia e il Regno Unito potranno rafforzare il legame transatlantico. Hanno inoltre ribadito la volontà di lavorare insieme per sviluppare ulteriormente le relazioni bilaterali tra Roma e Londra.
    Lo scambio con Isaac Herzog – comunica sempre Palazzo Chigi – si è concentrato sull’eccellente collaborazione bilaterale e sulla transizione energetica. Il premier si è detta pronta a collaborare con il futuro nuovo Governo israeliano per rafforzare il partenariato italo-israeliano nell’ambito industriale e tecnologico e nel settore delle tecnologie pulite per l’ambiente. E’ stata condivisa una forte assonanza sulla difesa dei valori comuni a partire dalla lotta all’antisemitismo.

    I leader a Sharm El-Sheikh

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    Usa: McCarthy, se vinciamo controlli su aiuti a Kiev

    (ANSA) – WASHINGTON, 07 NOV – Garantire la sicurezza del
    confine col Messico, tagliare la spesa, controllare gli aiuti a
    Kiev e lanciare una serie di indagini sull’amministrazione
    Biden, senza escludere eventuali impeachment: e’ il programma in
    caso di vittoria a Midterm annunciato in una intervista alla Cnn
    da Kevin McCarthy, leader dei repubblicani alla Camera, di cui
    potrebbe diventare speaker se il suo partito riconquistasse la
    maggioranza alla House.   
    “Sono un grande sostenitore dell’Ucraina ma penso che sia
    necessario introdurre un controllo. C’e’ sempre bisogno non di
    un assegno in bianco ma di garantire che le risorse vadano dove
    servono e che il Congresso abbia la capacita’ di dibatterne
    apertamente”, ha detto.   
    “La prima cosa che vedrete sara’ una legge per controllare
    la frontiera”, ha quindi proseguito, ricordando l’arrivo
    quest’anno di quasi 2 milioni di persone. Quanto alle indagini
    parlamentari, ha aggiunto, il focus sara’ sul caotico ritiro
    dall’
    Afghanistan, sulle origini del Covid e su come l’amministrazione
    si e’ comportata con i genitori negli incontri dei board
    scolastici, lasciando aperta inoltre la porta per eventuali
    impeachment. “Non useremo mai l’impeachment per scopi politici
    ma questo non significa che se esce qualcosa non sara’ usata in
    qualsiasi altro momento”, ha precisato McCarthy, che deve fare i
    conti con le pressioni dei falchi trumpiani per mettere in
    stato d’accusa Biden e alcuni suoi ministri. (ANSA).   

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    Nordio: ipotesi reclutamento regionale magistrati

    “Per la criticità legata ai trasferimenti dei magistrati e del personale in altre regioni, l’idea di un reclutamento a livello regionale potrebbe essere proficua per farli rimanere in sede. Vi sono difficoltà di carattere normativo e costituzionale che cercheremo di affrontare”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, nel corso dell’incontro pubblico con gli uffici giudiziari veneziani.
    Nordio ha aggiunto che “la possibilità di applicare la Legge speciale per Venezia, è un problema che non era mai venuto in mente, nemmeno a me, per un reclutamento più sollecito, e ci penseremo”. 
    “In questo momento il ministro non si deve occupare, benché le polemiche sui provvedimenti siano inevitabili e ovvie in democrazia, dei massimi sistemi” ha spiegato  Nordio. “Abbiamo un codice penale – ha aggiunto – che è firmato da Benito Mussolini e un codice di procedura firmato da un eroe della Resistenza che è stato demolito dalla Corte costituzionale, c’è quasi una schizofrenia sul sistema penale”.
    Sulle crisi di organico delle sedi giudiziarie, per Nordio “a questa sofferenza possono e si debbono porre rimedi, parte dei quali dipendono da noi, parte da altri organismi. L’altro giorno ho avuto un incontro fruttuoso con il vicepresidente del Csm, e abbiamo affrontato il problema del reclutamento dei magistrati, e abbiamo prospettato soluzioni, dalla celebrazione dei concorsi ad altre, che sono arcinote”. Sul personale amministrativo “è come per un aereo supersonico, dove prima del pilota ci sono 100 ore di manutenzione a terra, o per un chirurgo che necessita di anestesisti e barellieri. Se si fa fare al magistrato l’amministrativo, perde tempo. Il ministero qui può agire in modo più intenso, perchè non c’è ìl ‘monopolio’ del Csm sul reclutamento”, ha sottolineato.
    Venezia sede più disagiata, Cartabia non ne aveva idea “La mia visita non è soltanto un tributo emotivo a un luogo dove ho esordito, ma è il riconoscimento che la sede di Venezia è la più sofferente e disagiata dell’intero Paese, ha tratti così specifici che erano ampiamente noti”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, nel corso della sua visita al Tribunale di Venezia. “Forse – ha proseguito – sono il primo ministro che provenga dalla magistratura con l’esercizio della Procura, per di più in questa città. Ci sono i problemi di giustizia penale e quelli di Venezia, da quelli più banali come il trasporto dei fascicoli per via acquea, che ha sorpreso la mia amica Marta Cartabia, rimasta allucinata perché non aveva la più pallida idea di come funzionasse. Io idea ce l’ho – ha concluso – non è pallida ma è consolidata”.
    “Prima bisogna far funzionare il sistema, poi ragionarci” ha detto il Guardasigilli . “C’è massima attenzione per questo settore – ha aggiunto – e occorre valutare tutte le situazioni che incidono sull’economia. I ritardi nei processi, secondo studi qualificati, ci costano 2 punti di Pil, e questo va rimediato perché la soluzione può e deve essere un fortissimo incentivo alla ripresa economica”.  

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    Presto l'euro digitale La proposta dell'Ue entro il 2023

    La Commissione europea vuole presentare una proposta legislativa sull’euro digitale “entro la prima metà del 2023” per poi avviare i negoziati con “il Parlamento europeo e gli Stati membri”. Lo ha annunciato il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, nel suo intervento alla conferenza congiunta con la Bce sull’euro digitale.
    “Le società e le economie europee si stanno rapidamente digitalizzando, dobbiamo abbracciare l’era digitale” e “anche il nostro sistema monetario deve adattarsi a un futuro digitalizzato”, ha evidenziato. In Europa “c’è una chiara domanda di pagamenti digitali”, accresciuta durante la pandemia: “la Bce – ha riportato Dombrovskis – stima che i pagamenti non in contanti effettuati nell’area dell’euro nel 2021 siano aumentati del 12,5% a 114 miliardi e il valore totale sia stato di 197,0 trilioni di euro”. I pagamenti con carta che “rappresentavano quasi la metà di queste transazioni”.
    “Il denaro è ancora molto importante nella vita delle persone, ma il suo utilizzo è in declino in molte parti del mondo” e “un euro digitale integrerebbe i contanti”. Il vicepresidente Ue ha segnalato anche la volontà di trovare “un buon equilibrio” tra le sfide e le opportunità portate da questa prospettiva. Nella sua proposta, Bruxelles intende “preservare l’attuale ruolo delle banche come intermediari”, disegnare “una moneta digitale efficace, che possa essere utilizzata anche al di fuori dell’area dell’euro” e di offrire “privacy e inclusione”, ha spiegato.
    “La privacy è fondamentale e una delle principali preoccupazioni del pubblico. La protezione dei dati è un diritto fondamentale, quello che l’Europa difende”, ha evidenziato Dombrovsks. Ha poi assicurato che l’impegno della Commissione Ue per garantire “caratteristiche di privacy molto forti, in particolare per i pagamenti peer-to-peer di prossimità più piccoli, simili ai pagamenti in contanti odierni” pur senza “compromettere l’integrità del sistema finanziario” che deve essere tutelato da “rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo”. Per quanto riguarda l’inclusione, le funzionalità dell’euro digitale “dovranno essere intuitive, di facile comprensione e con la possibilità di utilizzare” la valuta anche “offline”. Quindi, “il cash non scomparirà”. Agli Stati membri spetterà però il compito di “promuovere le competenze digitali e l’alfabetizzazione finanziaria, nonché la copertura della banda larga”, ha concluso.
    “Le premesse sono chiare: abbiamo un fortissimo aumento dei pagamenti digitali in Ue e ovunque, e dobbiamo evitare che la concorrenza che arriva dalle valute digitali delle banche centrali” nel resto del mondo “o da stablecoin differenti indeboliscano il sistema dell’euro – ha commentato anche il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni – La sfida per la Commissione europea è avere prossimamente una proposta legislativa che rifletta il lavoro che la Bce sta facendo”, ha spiegato. Intervenire velocemente sul tema quindi potrebbe essere fondamentale. Uno degli aspetti centrali nel progettare l’euro digitale è “evitare il rischio di ingerenza nella sovranità di altre giurisdizioni” e “questo porta alla possibilità di accordi anche con altre giurisdizioni” anche per “evitare conseguenze indesiderate per il nostro sistema – ha spiegato – Il lavoro sta procedendo molto bene e penso che saremo in grado di trovare i giusti equilibri ed evitare il rischio restare indietro” nello sviluppo della valuta digitale. “Le sfide ci sono, ma dobbiamo affrontarle se vogliamo mantenere e rafforzare la nostra dimensione globale”, ha evidenziato.