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    Zingaretti: 'Domani firmerò le mie dimissioni'

    Domani mattina “firmerò le mie dimissioni”. Lo ha detto il governatore del Lazio Nicola Zingaretti durante la conferenza per il rapporto di fine mandato.”Firmerò le mie dimissioni dopo l’intervento alla Corte dei Conti al decimo giudizio di parifica del rendiconto della Regione Lazio”, ha aggiunto Zingaretti.”Ho ascoltato la conferenza stampa di ieri. Io penso che in questo modo Conte rompe l’alleanza di centrosinistra che governa il Lazio, senza motivo, perché la Regione non ha mai autorizzato e mai autorizzerà nessun inceneritore. Lo abbiamo deciso noi da anni e non lo decide certo Giuseppe Conte. Non serve che ce lo ricordi”. Lo ha detto Zingaretti, a margine del suo evento di fine mandato, in piazza di Pietra.”L’assenza delle colleghe M5s” al rapporto di fine mandato di Zingaretti “è uno sgarbo istituzionale. E segna una rottura definitiva”. Lo ha detto l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato candidato per la corsa a governatore del Lazio.Al rapporto di fine mandato del Presidente uscente della Regione Nicola Zingaretti, le uniche assessore assenti sono le esponenti M5s Roberta Lombardi e Valentina Corrado. L’assessora Lombardi ha però riposto: “Sono assente giustificata. sto a Rimini. Anche perché non avrei motivo per non rivendicare i risultati di questo ultimo scorcio di legislatura. Oggi approviamo definitivamente come giunta anche il piano energetico regionale e il piano di transizione di Civitavecchia”, ha ribadito.

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    Midterm, L'America si sveglia col Senato in bilico -IL PUNTO

     ‘Too close to call’, ovvero una competizione talmente serrata da non poter ancora dare un esito definitivo: si svegliano così gli Stati Uniti dopo la notte elettorale di Midterm, in cui comunque non si è materializzata quell’onda rossa che nelle previsioni della vigilia vedeva al Congresso un netto passaggio di potere a favore dei repubblicani.
    Invece il cambio di maggioranza sembra certo soltanto alla Camera, e anche in questo caso in maniera più modesta di quanto pronosticato. Il Senato invece resta in bilico mentre si consuma un clamoroso testa a testa in Georgia tra il reverendo dem Rafael Warnock e l’ex campione di football Herschel Walker: con entrambi sotto il 50% necessario per essere eletti al primo turno e con una manciata di voti a separarli quando il 96% dei voti è stato scrutinato, si profila un secondo turno per attribuire il seggio, il prossimo 6 dicembre.
    Mancano poi ancora all’appello Arizona, Nevada, Wisconsin e Alaska. I democratici possono festeggiare una vittoria importante in Pennsylvania, con il vice governatore dem John Fetterman che al Senato ha prevalso sul chirurgo Mehmet Oz, quel ‘dottor Oz’ televisivo che Trump aveva fortemente voluto andando contro anche qualche parere nel partito. Fetterman, in via di recupero dopo un ictus che lo ha colpito durante le primarie, consegna così al partito del presidente Joe Biden un risultato cruciale in uno swing state decisivo per le elezioni del 2024. Anche sul fronte repubblicano la notte elettorale ha già incoronato il suo vincitore: l’italo-americano Ron DeSantis, riconfermato a valanga governatore di una Florida sempre meno swing state e sempre più rosso Gop. Un successo che rafforza le sue ambizioni presidenziali e irrita Donald Trump per la corsa alla Casa Bianca. E infatti il tycoon ha fatto sapere di essere pronto a spiattellare “cose non belle” su DeSantis perché lo conosce “più di chiunque altro, forse più di sua moglie”.
    A Trump è andata bene invece con il finanziere-scrittore JD Vance, autore del libro ‘Hillbilly Elegy’ divenuto poi un film, ma – ancora in Pennsylvania – pesa la sconfitta del suo alleato (negazionista) Doug Mastriano, battuto dal dem Josh Shapiro nella corsa a governatore. I democratici si aggiudicano anche i governatori nei feudi di California (Gavin Newsom) e New York (Kathy Hochul), ma perdono in Georgia, con Stacey Abrams sconfitta per la seconda volta. Un flop in serie come quello di Beto O’Rourke in Texas per il Senato, terza debacle consecutiva. Se qualche elemento di analisi si può già avanzare, quindi, per i repubblicani quella appena trascorsa non è la notte che avrebbero voluto e qualche osservatore già ritiene che nelle private stanze del Grand Old Party di questo si chiederà conto proprio a Trump, “ma mai in pubblico”. Alla Casa Bianca invece si tira un sospiro di sollievo per il bagno di sangue scampato, nella consapevolezza però che il merito non va a Joe Biden, la cui popolarità è a picco, ma alla tenuta sul territorio di alcuni senatori democratici che hanno sfidato la forza di gravità politica.

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    Terremoto nelle Marche, Meloni in contatto con le autorità

    La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è in costante contatto con il dipartimento della Protezione civile e con il presidente della regione Marche per seguire l’evoluzione della situazione a seguito del terremoto avvenuto al largo della costa marchigiana. E’ quanto scritto in una nota diffusa da Palazzo Chigi. 

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    Lazio: Zingaretti, domani firmerò mie dimissioni

    (ANSA) – ROMA, 09 NOV – Domani mattina “firmerò le mie
    dimissioni”. Lo ha detto il governatore del Lazio Nicola
    Zingaretti durante la conferenza per il rapporto di fine
    mandato. Assenti le esponenti M5s Roberta Lombardi e Valentina
    Corrado. In campo per le regionali c’è già l’assessore alla
    sanità Alessio D’Amato che ha ottenuto l’endorsement di Carlo
    Calenda ma che stamane ha escluso di essere solo il candidato
    del Terzo Polo: “sarò candidato unitario”. (ANSA).   

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    Giorgetti: domani il via libera al nuovo decreto contro il caro energia

    “Sì, sì, il decreto lo approviamo domani sera”. Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, interpellato a margine dell’audizione in Parlamento sulla Nadef, ha riusposto a chi gli chiedeva quando il governo approverà il nuovo decreto per gli aiuti contro il caro energia, aggiungendo che “sono allo studio interventi per predisporre uno strumento che renda possibile la rateizzazione degli oneri per l’energia elettrica”. 
    Il ministro ha quindi sottolineato che “le stime interne prefigurano per l’ultima parte dell’anno una variazione negativa del Pil, che sconterebbe un arretramento del valore aggiunto dell’industria e un rallentamento della crescita del settore dei servizi”.

    Agenzia ANSA

    Il ministro dell’Economia Giorgetti: ‘La spesa assorbirà 50 miliardi nel 2022-25. Per gli oneri derivanti dall’effetto di indicizzazione all’inflazione’ (ANSA)

    In audizione, il ministro ha sottolineato che “l’aggiornamento dei tassi di interesse, che scontano le recenti evoluzioni dei mercati anche a seguito delle decisioni adottate dalla Bce, ha determinato, rispetto alle stime di settembre, un incremento della spesa per interessi in valore nominale pari a circa 2 miliardi nel 2022, 3,6 miliardi nel 2023, 2,6 miliardi nel 2024 e 4,7 miliardi nel 2025”. 
    La pressione fiscale invece “è prevista al 43,8 per cento del Pil nel 2022, inferiore di 0,1 punti percentuali rispetto alla stima di settembre. Nel triennio 2023-2025 si stima un andamento decrescente di questo indicatore che, con unariduzione annua media di circa 0,4 punti percentuali, si attesterà al 42,5 per cento del Pil nel 2025”. 
    “Le difficoltà che abbiamo affrontato nel corso degli ultimi anni hanno dimostrato che l’Italia ha una capacità di adattamento e di ripresa notevole”, ha commentato ancora Giorgetti, secondo il quale “il governo intende sostenerne i sacrifici, con un approccio prudente e responsabile che permetta al contempo di migliorare le prospettive economiche del nostro Paese e garantire la sostenibilità della finanza pubblica”.
    In vista della manovra, ha detto ancora, il governo ha allo studio “l’estensione della soglia di ricavi e compensi” per le partite Iva che aderiscono al regime forfetario e “un regime sostitutivo opzionale (cd flat tax incrementale) per i titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti”. 

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    In California, Michigan e Vermont sì al diritto all'aborto

    (ANSA) – ROMA, 09 NOV – Nelle elezioni di Midterm negli Stati
    Uniti i cittadini sono stati chiamati a scegliere anche in tema
    di aborto – questione politicamente cruciale dopo la recente
    sentenza della Corte suprema – e, stando alle proiezioni dei
    media americani, risulta al momento che California, Michigan e
    Vermont hanno votato a favore del riconoscimento del diritto di
    aborto nella costituzione degli Stati. La carta viene così
    modificata per “garantire a tutti il diritto fondamentale alla
    libertà di riproduzione”, che include appunto il diritto
    all’aborto. (ANSA).   

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    Israele: Herzog riceve risultati voto, inizia consultazioni

    (ANSAmed) – TEL AVIV, 09 NOV – Il capo dello Stato Isaac
    Herzog ha ricevuto oggi i risultati ufficiali delle elezioni
    legislative del primo novembre ed in giornata avvierà le
    consultazioni con le liste rappresentate alla Knesset per
    stabilire a chi affidare l’incarico della formazione del nuovo
    governo.   
    “I risultati del voto sono chiari e tutti devono rispettarli”
    ha detto, riferendosi alla netta affermazione del blocco delle
    destre guidato da Benyamin Netanyahu. “Non è un segreto che io
    ho sempre creduto e credo tuttora in una formula di unità. Ma
    contrariamente a quanto pubblicato io non ho agito e non opero
    nemmeno adesso per la costituzione di un governo di unità
    nazionale. Lascio ogni incombenza al sistema politico”. Nel
    pomeriggio Herzog riceverà i rappresentanti del Likud, di Yesh
    Atid (il partito centrista di Yair Lapid), di ‘Campo
    istituzionale’ (il partito centrista di Benny Gantz) e del
    partito ortodosso Shas. Le consultazioni proseguiranno fino a
    venerdì. Domenica Herzog annuncerà l’affidamento dell’incarico
    per la formazione del nuovo governo. (ANSAmed).   

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    Midterm: McCarthy, chiaro che ci riprenderemo la Camera

    (ANSA) – ROMA, 09 NOV – Il leader della minoranza
    repubblicana alla Camera, Kevin McCarthy si dice fiducioso che
    il suo partito conquisterà la maggioranza alla ‘camera bassa’
    del Congresso. È chiaro che riprenderemo la Camera”, ha detto
    dopo essere stato rieletto, ottimista nella possibilità dei
    repubblicani di ribaltare i seggi necessari per ottenere il
    controllo, anche se probabilmente con una maggioranza inferiore
    a quanto previsto dagli osservatori. (ANSA).