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    Mattarella inaugura l'anno accademico dell'Università di Modena e Reggio Emilia

    Un applauso, l’Inno di Mameli e l’Inno alla Gioia hanno salutato l’ingresso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, dove si tiene la cerimonia di inaugurazione dell’847/o anno accademico dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e il 25/o anniversario della sede reggiana dell’Ateneo. Alla cerimonia partecipano anche il ministro dell’Università Anna Maria Bernini, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e altre autorità regionali e cittadine. 
    “Desidero esprimere un saluto di grande cordialità. Ringrazio il ministro per i suoi riferimenti a favore del diritto allo studio e a Marco Biagi. Questo è un ateneo giovane nella formula ma antico e consolidato nell’esperienza. Condivido quello che ha detto il rappresente degli studenti come l’università luogo di formazione”, ha detto Mattarella, intervenendo alla Cerimonia di Inaugurazione dell’ 847° Anno Accademico dell’Università di Modena e Reggio Emilia, nel teatro “Romolo Valli” di Reggio. 
    “E’ evidente l’importanza del ruolo degli atenei nel nostro Paese come ovunque nel mondo: c’è bisogno di quanto consegnano alla società, la trasmissione e l’avanzamento della conoscenza e dello spirito critico, come motore della ricerca”.  

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    Addio a Gerardo Bianco, padre dell'Ulivo e gentiluomo Dc

    (ANSA) – ROMA, 01 DIC – Gentile d’animo, colto, acuto,
    aperto, politico di razza. Se ne è andato a 91 anni nella notte
    a Roma Gerardo Bianco, per nove legislature in Parlamento (7 con
    la Dc), padre dell’Ulivo, vicepresidente della Camera, ministro,
    europarlamentare, uomo di cultura, latinista, meridionalista.   
    Un grande lutto nel mondo della politica, grata per la
    visione aperta e riformatrice che di Bianco era la cifra. “Il
    Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha appreso con
    stato d’animo di tristezza la notizia della scomparsa di Gerardo
    Bianco, leale servitore delle istituzioni, politico
    appassionato, ricco di cultura e umanità”, è il ricordo che
    arriva dal Quirinale.   
    Nella Dc, nel Ppi, nella Margherita e nell’Ulivo, di cui fu
    padre, come gli riconosce il segretario dem Enrico Letta: “Uomo
    libero e coraggioso, saggio e di visione. Con le sue scelte e la
    sua determinazione ha dato un contributo fondamentale alla
    nascita del centrosinistra”. “Antico e moderno insieme”, nel
    ricordo di Dario Franceschini. “Capace di ascolto e forte della
    sua formazione umanistica”, nelle parole del segretario Udc
    Lorenzo Cesa. “Pronto al confronto, con rispetto e con
    incoraggiamento ai più giovani. Curioso e aperto verso il nuovo,
    saggio nei consigli”, dice di lui Lorenzo Guerini. “La sua
    testimonianza un fiore di tolleranza, intelligenza e
    generosità”, lo piange con commozione e rimpianto Pier
    Ferdinando Casini. (ANSA).   

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    Musumeci, 'un migliaio di comuni senza piano di Protezione Civile'

     “Non c’è solo il caso di Casamicciola. Noi, al Dipartimento, temiamo che siano circa un migliaio i Comuni in Italia privi di piano comunale di Protezione Civile perché lo si considera spesso uno strumento inutile, una fotocopia da tenere agli atti. Ma sono tanti i Comuni che non lo hanno adottato e chi lo ha fatto non sempre lo ha sottoposto al costante aggiornamento. E’ il primo strumento sul quale un soccorritore deve approntare la propria azione. E’ un dovere essenziale”. Lo ha detto il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, nella puntata di Porta a Porta.
    “Una delle ipotesi che metterò sul tavolo nel gruppo di lavoro che ho voluto costituire d’intesa con il presidente Meloni e con i colleghi di governo” è quella che “il prefetto potrebbe essere l’autorità maggiormente deputata alla demolizione” degli abusi edilizi, dietro ai quali “spesso si nascondono le organizzazioni criminali”. Lo ha detto il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, nella puntata di Porta a Porta in onda in serata.. “A volte quando il sindaco chiede all’ufficio tecnico di istruire la pratica l’ufficio ha difficoltà a lavorare – sottolinea -. Si potrebbe intervenire anche con il genio militare” .
    “Quella che sembrava una zona circoscritta ora si è ampliata perché la persistente pioggia potrebbe causare nuovi smottamenti. E quindi il pericolo per gli abitanti di quel quartiere, di quella zona, per quelle case che sono rimaste in piedi, potrebbe essere incombente. Per questo si è provveduto ad allargare il perimetro della zona rossa anche se rimangono le resistenze di alcune famiglie per varie ragioni, compreso il timore di sciacallaggio. Sono, invece, oltre 200 gli sfollati che hanno già accettato ospitalità”. Lo ha detto il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, nella puntata di Porta a Porta che andrà in onda stasera.
       

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    Manovra: si studia modifica a Opzione donna, c'è il nodo coperture

    Il governo lavora ad una possibile modifica della norma relativa ad Opzione donna, inserita in manovra. Lo si apprende da diverse fonti della maggioranza. Il tema, secondo quanto viene riferito, dovrebbe essere oggetto anche di una riunione informale con esponenti di maggioranza e la ministra del Lavoro Marina Calderone. Un’eventuale modifica, tuttavia, è legata al problema delle coperture: la norma attuale, che limita l’anticipo pensionistico alle sole lavoratrici svantaggiate, restringe molto la platea e per modificarla servono risorse aggiuntive.
    La clausola che lega l’uscita anticipata dal lavoro al numero dei figli continua a far discutere e il governo è al lavoro per trovare una soluzione. La partita si giocherà tutta in Parlamento, dove la manovra con i suoi quasi 36 miliardi di risorse e un tesoretto limitato di 400 milioni per le modifiche inizia il suo iter: un percorso ad ostacoli con molti nodi ancora aperti, a partire dal superbonus; ma anche una corsa contro il tempo, con l’approdo in Aula alla Camera già fissato per il 20 novembre. L’ultima versione di Opzione donna, oggetto nei giorni scorsi di varie riscritture da parte del governo, appare molto restrittiva rispetto alla versione originaria, limitando la possibilità di andare in pensione anticipatamente a tre sole categorie di lavoratrici (caregiver, invalide almeno al 75% e licenziate o dipendenti di aziende in crisi); l’età è fissata a 60 anni, soglia che può scendere di un anno per ogni figlio fino ad un massimo di due. A preoccupare è proprio quest’ultima clausola, che rischia di penalizzare le donne che non ne hanno. L’argomento è stato al centro di riunioni informali alla Camera tra la ministra del lavoro Marina Calderone e alcuni esponenti della maggioranza. La strada appare stretta, legata anche al tema delle coperture, ma si sta cercando una mediazione e tra le ipotesi ci sarebbe quella di eliminare il passaggio, rinviando comunque l’intero tema alla riforma complessiva delle pensioni da fare il prossimo anno. Tema quest’ultimo che vede i sindacati già sul piede di guerra: con i tagli alle rivalutazioni si tolgono al sistema 17 miliardi in tre anni, attacca la Cgil, che con la Uil è già pronta alla mobilitazione (più cauta la Cisl).

    Agenzia ANSA

    Renzi: ‘Surreali le crtiche al Terzo polo’. Letta vede le associazioni e annuncia una contromanovra del Pd. Berlusconi rilancia su assunzioni e pensioni (ANSA)

    La manovra approderà nell’Aula della Camera il prossimo 20 dicembre alle 10.30 con la discussione generale, secondo quanto ha stabilito la conferenza dei Capigruppo di Montecitorio. Le votazioni avranno inizio dalle 14. 
    PENSIONI -Nel 2023 “a fronte di 726,4 milioni” che finanziano gli interventi sulle pensioni pevisti in manovra (Quota 103, Opzione donna, Ape sociale), “si sottraggono al sistema 3,7 miliardi tra taglio della rivalutazione delle pensioni in essere (-3,5 miliardi) e abrogazione del fondo per l’uscita anticipata nelle Pmi in crisi (-200 milioni). Se si considera il triennio, le mancate rivalutazioni ammonteranno a 17 miliardi”. Queste le stime dell’Osservatorio previdenza di Cgil e Fondazione Di Vittorio, secondo cui “le risorse che saranno effettivamente spese saranno poco più di un terzo: 274,3 milioni, con un risparmio di 452,1 milioni”. “Per sostenere le piattaforme unitarie sul lavoro, fisco e welfare anche oltre la manovra e per chiedere al governo di modificare le scelte in corso di discussione in Parlamento, la Uil chiede a Cisl e Cgil di avviare un percorso di mobilitazione regionale eo territoriale e di categorie sui posti di lavoro. Percorso da articolare in accordo con i territori e non escludendo nessuno degli strumenti di mobilitazione sindacali”: così il documento approvato dall’esecutivo nazionale Uil, secondo cui la legge di bilancio “contiene molte scelte” che giudica “sbagliate” e “iniquo” il blocco della rivalutazione per le pensioni.
    La Cgil prevede che nel corso del 2023 le persone ce accederanno a Quota 103, Ape sociale e Opzione donna saranno nel complesso 25.615 corrispondenti al 40% delle uscite stimate dal governo (90.172) nel Ddl Bilancio 2023. In un report sulle misure in materia previdenziale la Cgil stima per le tre misure una spesa complessiva di 274,3 milioni di euro, ” di gran lunga inferiore rispetto a quella stanziata dal governo (pari a 726,4 milioni) e, di conseguenza, un futuro risparmio di 452,1 milioni”. Le misure previdenziali approvate dal Consiglio dei ministri “sono molto limitate, largamente insufficienti e, in alcuni casi, addirittura peggiorative rispetto al quadro normativo vigente”. Lo sostiene il segretario confederale del sindacato Christian Ferrari presentando un Report sulle misure del Governo secondo il quale a fronte di 726,4 milioni di euro che finanziano i diversi interventi (Quota 103, Opzione donna, Ape sociale e altro), si sottraggono al sistema ben 3,7 miliardi di euro tra taglio della rivalutazione delle pensioni in essere (-3,5 miliardi solo nel 2023) e abrogazione del fondo per l’uscita anticipata nelle PMI in crisi (-200 milioni). Se si considera il triennio, le mancate rivalutazioni ammonteranno a 17 miliardi. In realtà, le risorse che saranno effettivamente spese – sulla base della dell’analisi della Cgil – saranno poco più di un terzo: 274,3 milioni, con un risparmio di 452,1 milioni poiché solo una parte minoritaria della platea stimata dal Governo accederà alle misure per l’uscita. “Non vengono affrontate in alcun modo – afferma Ferrari – le criticità presenti nel nostro sistema pensionistico, e men che meno si prefigurano le condizioni per una riforma complessiva del nostro impianto previdenziale. Nessun superamento della legge Fornero, dunque, e nemmeno la possibilità di accedere al pensionamento con 41 anni di contribuzione. Gli slogan e le promesse elettorali, ancora una volta, si configurano come vera e propria pubblicità ingannevole. In sostanza, non solo non c’è alcun miglioramento né allargamento delle tutele e dei diritti previdenziali, ma c’è un intervento regressivo rispetto alla situazione attuale'”. “Si fa cassa sulle spalle di lavoratori e pensionati – dice – per tagliare le tasse a professionisti da 85.000 euro annui. Intanto, nessuna risposta ai giovani, a chi svolge lavori gravosi e, soprattutto, alle donne, che hanno pagato il prezzo più salato delle “riforme” degli ultimi 15 anni”.
    LA MOBILITAZIONE CGIL – ll Comitato direttivo della Cgil “dà mandato alla segreteria nazionale, nel confronto con Cisl e Uil, di mettere in campo tutte le iniziative di mobilitazione necessarie, nessuna esclusa, per sostenere le piattaforme unitarie e le nostre richieste tese ad ottenere le risposte necessarie ad affrontare questa fase che rischia di peggiorare rapidamente la condizione delle persone, aumentare le disuguaglianze sociali e territoriali, bloccare lo sviluppo del Paese”. Così l’ordine del giorno approvato dal parlamentino della Cgil, in cui si richiama il giudizio sulla manovra considerata “sbagliata e da cambiare”. l Comitato direttivo impegna, quindi, “tutte le strutture della Cgil a sostenere il percorso di mobilitazione che sarà definito dalla segreteria nazionale” nei prossimi giorni. Alla luce del testo definitivo del disegno di legge di bilancio “condivide e conferma il giudizio già espresso dalla segreteria nazionale della Cgil” nel documento con le prime valutazioni della scorsa settimana: “una manovra sbagliata e da cambiare che non risponde alle reali emergenze del Paese, a partire dalla condizione materiale dei lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati, cittadini e cittadine”.
    SUPERBONUS – Tra i nodi che rischiano di complicare il lavoro del governo c’è il problema dei crediti incagliati del superbonus. Forza Italia è in pressing da tempo per allargare le maglie delle nuove norme e ora anche FdI chiede di allungare i tempi. Spunta, tra le proposte di modifica al decreto aiuti quater, l’ipotesi di posticipare il deposito delle Cilas – la comunicazione di inizio lavori che consente di utilizzare ancora il 110% da parte dei condomini – almeno al 31 dicembre e sbloccare i crediti d’imposta già maturati attraverso lo strumento degli F24: la palla, spiega il relatore e senatore di Fratelli d’Italia Guido Quintino Liris, è al Mef per le coperture. Resta da capire anche il destino della norma sul Pos contenuta in manovra, oggetto di interlocuzioni con Bruxelles e tema strettamente legato all’attuazione del Pnrr.

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    Pichetto: 'A breve 139 interventi contro dissesto per 350 milioni'

    “Le istruttorie condotte dalle Autorità di bacino distrettuali e dagli Uffici ministeriali, sulla scorta delle proposte formulate dalle Regioni e Province autonome, porteranno, a breve, al finanziamento di 139 interventi” contro il dissesto idrogeologico, “con oltre 350 milioni di euro a carico del bilancio del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica”. Lo ha detto il ministro Gilberto Pichetto al question time alla Camera.
    “Il 49% del territorio dell’isola” di Ischia “è classificato a pericolosità elevata e molto elevata per frane nei Piani di Assetto Idrogeologico e sono oltre 13.000 gli abitanti residenti nelle aree a maggiore pericolosità per frane. Purtroppo, è amaro ricordare che per la “messa in sicurezza della zona costiera” e per “la riduzione dell’erosione e la stabilizzazione dei versanti nel comune di Casamicciola” sono stati stanziati 12 anni fa dal Ministero dell’Ambiente complessivamente 3 milioni e 100 mila euro, ma gli interventi risultano ancora in fase di progettazione”.
    “Nel disegno di legge di bilancio è stata inserito un articolo che ha previsto la costituzione di apposito fondo per il contrasto al consumo di suolo, al fine di consentire la programmazione ed il finanziamento di interventi per la rinaturalizzazione di suoli degradati o in via di degrado in ambito urbano e periurbano, con una dotazione complessiva di 160 milioni di euro”, ha detto ancora il ministro Pichetto, al question time alla Camera.

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    Dl Nato: via libera del Senato, passa alla Camera

    L’Aula del Senato ha dato il via libera al decreto in materia di proroga della partecipazione di personale militare a iniziative Nato e misure per il servizio sanitario della Calabria, nonché di Commissioni presso l’Aifa. I voti favorevoli sono stati 86, i contrari 28 e gli astenuti 46. Il provvedimento, in scadenza il 27 gennaio, passa ora all’esame della Camera.

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    Ucraina: dl proroga invio armi a Kiev al 2023 in Cdm

    Il Consiglio dei ministri in programma domani, a quanto si apprende in ambienti di governo, dovrebbe esaminare anche il decreto legge annunciato dal ministro della Difesa Guido Crosetto per prolungare al 2023 il sostegno, tra cui anche la possibilità di inviare aiuti militari, dell’Italia all’Ucraina.

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    Cambia il decreto rave, escluse le manifestazioni

    Arriva l’emendamento del governo al decreto rave, che riscrive il testo e cambia anche il numero dell’articolo, non più il 434 bis, ma il 633 bis. L’emendamento limita il reato a “chiunque organizza e promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici e privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento” quando “dall’invasione deriva un concreto pericolo” per la salute o l’incolumità pubblica a causa dell’inosservanza delle norme su droga, sicurezza e igiene. Si specifica così il tipo di occupazione, escludendo quelle degli studenti o le altre manifestazioni pubbliche.
    In questo modo il nuovo reato 633 bis risulta riferito a situazioni precise, viene collegato alla violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene negli eventi e a quelle sulle sostanze stupefacenti. L’ipotesi di maggiore rigore viene circoscritta agli organizzatori e promotori dei rave party; i partecipanti saranno, invece, sempre punibili ma solo in base all’articolo 633 del codice penale, che rigarda l’invasione di terreni o edifici. Il nuovo testo riformula anche la norma che già prevedeva la confisca obbligatoria, estendendo il provvedimento anche ai profitti dei rave party, per fungere da ulteriore deterrente. Non cambia invece la pena, che resta da 3 a 6 anni, restano in questo modo possibili le intercettazioni, circoscritte alle eventuali indagini sull’organizzazione dell’evento.
    Resta la pena massima di 6 anni per chi organizza o promuove l’occupazione di terreni o edifici per lo svolgimento dei rave, prevede l’emendamento del governo. Resta pertanto possibile attivare le intercettazioni telefoniche nelle indagini sui presunti organizzatori e promotori dell’evento. Oltre alla reclusione da 3 a 6 anni, è prevista una multa da mille a 10mila euro ed è “sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, nonché delle cose che ne sono il prodotto o il profitto”. 
    “Con quest’emendamento al decreto-legge anti-rave, il Governo perfeziona la norma, rendendo più efficace il contrasto delle condotte illecite che si vuole perseguire”: così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dopo il deposito di un emendamento del Governo alla legge di conversione del dl 31 ottobre 2022.
    L’emendamento presentato al decreto anti-rave da Forza Italia che prevede l’impossibilità per il Pm di fare ricorso in caso di sentenza di assoluzione passa il vaglio di ammissibilità in Commissione Giustizia del Senato. All’inizio, infatti, si pensava che potesse essere considerato estraneo per materia. Ma siccome anche il Governo ha presentato proposte di modifica alla parte del decreto che riguarda la riforma Cartabia, cioè il processo civile, l’emendamento del capogruppo in Commissione Pierantonio Zanettin resta e verrà messo ai voti giovedì prossimo 6 dicembre.