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    Bonaccini: Tandem con Picierno, 'è da combattimento come me'

    “Pina Picierno è una donna da combattimento come lo sono io. Come tutta la squadra che stiamo definendo insieme”. Lo ha detto il candidato alla segreteria Pd, Stefano Bonaccini, a una iniziativa a Roma, annunciando il tandem con Pina Picierno per la corsa alla segreteria del Pd. “Preferisco la metafora del tandem a quella del ticket. Pina è donna, giovane, eletta al sud. Averla qua è la conferma della dimensione europea”.    
    Cuperlo candidato divide la sinistra del partito? “Mi viene da dire che quello più di sinistra mi sento io. Battute a parte: Gianni è un caro amico, non credo che ci sia qualcuno che può danneggiare qualcun altro”. Lo ha detto il governatore dell’Emilia Romagna e candidato alla segreteria del Pd nell’iniziativa a Roma. 
    “Mando un saluto e un abbraccio a Schlein, De Micheli e Cuperlo. Da parte mia non sentirete mai una parola irrispettosa, ma solo di amicizia e affetto”, ha aggiunto.   
    Giuseppe Conte? “Tutti i potenziali alleati sono affidabili nel momento in cui, sottoscritto un accordo, poi si rispetta”, ha detto Bonaccini. “Il punto non è alleanze a tavolino, ma sui programmi. Sono contrario ad alleanze fatte solo per battere gli altri”. “Voglio un Pd che riscopra una vocazione maggioritaria, che non è autosufficienza, ma se mi alleo con qualcuno lo faccio da una posizione di forza, non di subalternità”.   

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    Le ore del dolore, Ratzinger accudito dalle Memores e da un frate

    Le fidate ‘memores domini’, le consacrate laiche della fraternità di Comunione e Liberazione, con lui. La breve distanza dalla riproduzione della Grotta di Lourdes, dove, fino a quando ha potuto, ha mantenuto la sua tradizione di una passeggiata e una preghiera tutti i pomeriggi alle 17 di fronte alla Vergine. Benedetto XVI, da quando ha cominciato a programmare il suo “ritiro dalle scene”, non ha mai avuto dubbi: il luogo ideale dove vivere da papa Emerito e concludere la sua esistenza era il Monastero Mater Ecclesiae, sulla sommità dei Giardini Vaticani.
    Fatto costruire da Giovanni Paolo II agli inizi degli anni ’90 per ospitarvi gruppi di suore contemplative che si sono alternati negli anni, ne ha preso possesso Ratzinger nel 2013 dopo la clamorosa rinuncia e un periodo di breve allontanamento dal Vaticano trascorso nella residenza estiva dei Papi di Castel Gandolfo. Il tempo per ristrutturare il monastero con tutti i comfort e le facilities adatte a un Pontefice emerito, un anziano uomo che già cominciava a soffrire qualche problema di deambulazione che ben presto lo avrebbe costretto ad aiutarsi anche con un girello per mantenere la stabilità e compensare anche la progressiva cecità da un occhio.
    La quiete del Mater ecclesiae, circondato solo dal verde, dal passaggio di qualche gatto randagio e ogni tanto di qualche tecnico vaticano per la manutenzione dei cavi della linea elettrica che passano lì vicino, si è rivelato in effetti subito il luogo perfetto per assolvere a quella missione di monaco orante che Benedetto XVI ha voluto interpretare come Papa emerito. I soli ad avere accesso stabile venendo a costituire una vera e propria comunità attorno al Papa emerito, così come era stata la famiglia pontificia, sono state le quattro memores di Cl e il fidato Georg Gaenswein che per alcuni anni ha svolto la mattina l’incarico di prefetto della Casa pontificia e nel pomeriggio assisteva Ratzinger.
    Finchè le condizioni di Ratzinger lo hanno permesso, e soprattutto prima della micidiale pandemia Covid, al monastero per anni si è tenuto anche un certo via vai di amici, cardinali, vescovi, intellettuali, studiosi anche giornalisti che dal Papa emerito si sono recati in visita per confrontarsi sulla fede, per portare un proprio libro o scritto, per condividere una preghiera, molti anche una foto o un selfie. In questi ultimi giorni di peggioramento delle condizioni di salute, al monastero si è visto giorno e notte uno dei frati del servizio sanitario vaticano che in realtà assiste Benedetto XVI da molti anni.
    Discreto, silenzioso, sempre con la sua valigetta da pronto soccorso in mano, il frate è una delle personalità più a stretto contatto con l’entourage di Ratzinger in queste ore. Ora con lui in queste ore c’è anche il fidato Gaenswein, rientrato in fretta da un breve periodo di congedo che aveva preso per salutare la famiglia per le festività natalizie.  

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    Ong, anche 5 donne tra le 100 persone condannate a morte in Iran

    (ANSA) – ROMA, 28 DIC – Almeno 100 persone, tra le quali 5
    donne, sono state condannate a morte o accusate di reati
    capitali dopo le proteste in Iran, afferma un gruppo per i
    diritti umani. Lo ha riferito Iran Human Rights (Ihr) con sede
    in Norvegia, come riporta Bbc.   
    In realtà si ritiene che il numero reale di manifestanti che
    rischiano la pena di morte sia molto più alto perché le famiglie
    sono state sottoposte a pressioni per rimanere in silenzio.   
    Finora due giovani sono stati giustiziati mentre secondo Ihr,
    sono stati uccisi almeno 476 manifestanti, tra cui 64 bambini e
    34 donne. (ANSA).   

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    Amnesty, 'Guantanamo va chiusa, luogo di torture e sparizioni'

    (ANSA) – ROMA, 28 DIC – “La struttura di detenzione militare
    di Guantanamo Bay è una macchia evidente e di vecchia data della
    situazione dei diritti umani degli Stati Uniti. Trasferimenti
    segreti, torture, sparizioni forzate, totale diniego del diritto
    a un giusto processo. Questo è quello che perpetuano da 21 anni
    le autorità degli Stati Uniti a Guantánamo, la prigione
    costruita con l’obiettivo di ottenere informazioni
    d’intelligence a spese dei diritti umani”. Lo riporta Amnesty
    International che lancia un appello per chiedere la chiusura di
    Guantanamo.   
    “Sono passati 21 anni dall’apertura di Guantánamo ma poche
    cose sono cambiate – prosegue Amnesty -. Oggi, all’interno di
    questa struttura di detenzione, ci sono 35 uomini di religione
    musulmana, la maggior parte senza essere stati incriminati o
    processati. Molti, come Toffiq al-Bihani, sono stati torturati
    dal governo degli Stati Uniti. Al-Bihani doveva essere
    trasferito da tempo, ma ancora oggi rimane dietro le sbarre,
    senza accusa né processo”.   
    Secondo Amnesty International “dentro quel centro disumano
    non dovrebbe esserci nessuno. Tutti coloro che sono ancora
    detenuti devono essere rimessi in libertà e trasferiti. Firma
    l’appello per chiedere la chiusura di Guantanamo”. (ANSA).   

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    Zelensky, finora liberati più di 1.800 città e villaggi

    (ANSA) – ROMA, 28 DIC – L’Ucraina è riuscita a liberare più
    di 1.800 città e villaggi dagli occupanti russi. Lo ha detto il
    presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso annuale
    alla Verkhovna Rada (Parlamento).   
    “Siamo già riusciti a liberare più di 1.800 città e villaggi
    ucraini dall’occupante. E ringrazio tutti gli Stati che ci
    aiutano a superare la tirannia russa proprio sul campo di
    battaglia”, ha detto Zelensky, citato da Ukrinform.   
    “I soldati ucraini hanno cacciato gli invasori da Kiev, e
    questo è stato il primo punto di svolta nella guerra su vasta
    scala, ha mostrato la forza della nostra resistenza”, ha
    affermato ancora il leader ucraino, ricordando che i soldati
    hanno liberato l’isola dei Serpenti e “da allora ogni occupante
    sa quale unica risposta ascolterà dagli ucraini a una qualsiasi
    delle sue invasioni”. (ANSA).   

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    Pensioni: Freni, verso 41 anni di contributi senza limiti età

     “Quota 41 è un metodo, non uno spot.    Solo ragioni di costo hanno richiesto l’inserimento di un coefficiente anagrafico a 62 anni, ma il futuro è verso l’azzeramento progressivo del limite di età. Quindi si potrà andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età”. E’ la prospettiva per la flessibilità in uscita per le pensioni delineata in una intervista al Messaggero dal sottosegretario all’Economia Federico Freni.    “Purtroppo Opzione donna – ha detto ancora – non era sostenibile economicamente. Ma si tratta di una misura che intercetta un bisogno di tutela cui non possiamo e non vogliamo negare risposte. Vedremo di trovare una quadra migliorativa”.    Sempre in ambito di previdenza, Freni evidenzia che si è scelto “di supportare in modo deciso i redditi medio bassi, limitando la rivalutazione previdenziale solo a determinate fasce. È stata una scelta politica”, ma “nei prossimi mesi l’andamento dell’inflazione sarà il parametro per le nostre scelte”.    Quanto ai rilievi della Ragioneria alla manovra, “rispetto agli ultimi 5 anni – osserva il sottosegretario – quest’anno la nota è stata di gran lunga la meno dura: un solo stralcio e alcuni rilievi marginali. Ricordo anni, anche in tempi recentissimi, con oltre 60 rilievi e quasi 15 stralci. Ma è fisiologico che sia così: è giusto che vi sia sempre un controllo a valle che garantisca l’equilibrio contabile”.