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    Spoil system all'Aifa, Magrini lascerà direzione agenzia

    Lo spoil system sarà applicato all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Il direttore generale Nicola Magrini, secondo quanto si apprende, ha ricevuto una lettera dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, per la conclusione del suo incarico. Magrini proseguirà nel suo attuale incarico ai fini della gestione ordinaria dell’Aifa fino al 23 gennaio.

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    Ira blogger russo, cellulari soldati Makiivka una diffamazione

    (ANSA) – ROMA, 04 GEN – Il più accreditato blogger militare
    russo Semyon Pegov si è scagliato contro la spiegazione
    ufficiale di Mosca secondo cui la caserma di Makiivka, nel
    Donetsk, sarebbe stata attaccata a causa dell’uso diffuso di
    telefoni cellulari da parte dei soldati russi (contrariamente al
    divieto) che ha consentito all’Ucraina di “rintracciare le
    coordinate della posizione dei militari: questo è “un palese
    tentativo di diffamare e incolpare”, ha detto, citato dalla Cnn.   
    Pegov, che scrive sotto lo pseudonimo di WarGonzo ed è stato
    personalmente insignito dell’Ordine del Coraggio dal presidente
    russo Vladimir Putin al Cremlino il 20 dicembre, ha affermato
    che il bilancio delle vittime a Makiivka è probabilmente di gran
    lunga superiore agli 89 ora ufficialmente riconosciuti dalla
    Russia.   
    “Il numero dei dispersi è purtroppo notevolmente più alto”,
    ha detto, aggiungendo: “Non posso rivelare le mie fonti, ma
    penso che siano affidabili”.   
    Oggi Pegov ha affermato inoltre che, mentre l’uso dei
    telefoni cellulari in prima linea non è “ovviamente” una buona
    cosa, “l’attribuzione della responsabilità all’uso dei cellulari
    non è troppo convincente. Le coordinate trapelano e i movimenti
    delle truppe vengono regolarmente ‘comunicati’ ai servizi di
    intelligence ucraini. La rete funziona, non dorme, e non dormono
    nemmeno i droni ucraini che possono fornire non solo
    informazioni sull’accumulo di truppe, ma anche confermarlo
    visivamente”. Secondo Pegov infine l’esercito ucraino non
    avrebbe utilizzato missili Himars di fabbricazione americana a
    meno che non fosse certo del suo obiettivo: “Questa è un’arma
    costosa ad alta precisione. Prima di colpire con Himars, il
    nemico ovviamente verifica le informazioni. L’Ucraina non spara
    solo per fortuna”, ha affermato. (ANSA).   

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    La Geo Barents è arrivata a Taranto con 85 migranti a bordo

    E’ giunta nel porto di Taranto la Geo Barents di Medici Senza Frontiere con 85 migranti a bordo. La nave è la prima di una Ong ad aver operato un salvataggio dopo l’entrata in vigore del decreto che stabilisce un nuovo codice di condotta sulle attività di salvataggio in mare da parte delle Organizzazioni non governative. Nel caso di violazione delle norme introdotte dal provvedimento sono previste multe fino a 50mila euro, oltre al sequestro o anche la confisca in caso di reiterazione. Intanto, nelle ultime 24 ore, su pescherecci e barchini 822 migranti sono sbarcati sulle coste siciliane. 
    Sul provvedimento è tornata in queste ore la premier, Giorgia Meloni, che su Instagram scrive: “è finita l’Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e fa finta di non vedere chi le viola sistematicamente”. Il diritto internazionale – ha commentato la presidente del Consiglio – “non prevede che ci sia qualcuno che può fare il traghetto nel Mediterraneo o in qualsiasi altro mare e fare la spola per trasferire gente da una nazione all’altra”.

    Migranti, Meloni: ‘Ecco le nuove regole, basta spola con gli scafisti’

        Nel caso di violazione delle norme introdotte dal provvedimento, sono previste multe fino a 50mila euro, oltre al sequestro o anche la confisca in caso di reiterazione. Tra le “condizioni” dettate dal decreto c’è quella di “avviare tempestivamente iniziative volte a informare le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale e, in caso di interesse, a raccogliere i dati rilevanti da mettere a disposizione delle autorità”: un modo per poter indirizzare la domanda di ospitalità direttamente al Paese di cui la nave batte bandiera.
        La prima imbarcazione di una Ong ad attraccare con il decreto in vigore è la Geo Barents di Medici Senza Frontiere, che ha effettuato un primo salvataggio su richiesta del Coordinamento del soccorso marittimo, recuperando 41 persone per poi farne salire altre 44 in un successivo trasbordo da una nave mercantile, sempre su richiesta delle autorità italiane. La Geo Barents si era poi diretta verso un’ulteriore meta di soccorso dopo la segnalazione da parte di Alarm Phone di un’imbarcazione in pericolo, ma non avrebbe trovato imbarcazioni né eventuali naufraghi. “Come abbiamo sempre fatto, il team di Msf a bordo ha dato ai sopravvissuti tutti materiali dell’Unhcr per fare domanda d’asilo”, spiega l’organizzazione umanitaria. Nelle prossime ore la nave sarà al porto di Taranto. Fra quanti scenderanno nella città pugliese, anche i testimoni di scene agghiaccianti: “Un ragazzo ci ha raccontato di aver visto con i propri occhi persone essere uccise davanti a lui perché non avevano abbastanza soldi per pagare il viaggio”, ha detto Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi a bordo della Geo Barents, sottolineando che “questa è la realtà di quello che avviene in Libia, di quello che avviene nel Mediterraneo centrale in cui ogni momento è importante tra la vita e la morte”.    Altri salvataggi sono stati effettuati nell’arco di poche ore al largo della Sicilia, dove un peschereccio con a bordo circa 546 migranti è stato intercettato e soccorso da motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza a circa 26 miglia dalle coste di Siracusa. I naufraghi sono stati fatti trasbordare sui mezzi navali italiani e trasferiti nei porti di Messina (196), Catania (198) e Roccella Ionica (152). A distanza di circa due ore, dopo un’operazione di soccorso in mare compiuta a circa 20 miglia di distanza dalla costa ionica reggina dalla Guardia di finanza, nello scalo marittimo roccellese sono giunti altri 78 profughi. Altri arrivi si erano verificati a Lampedusa poco prima: in 198 sono sbarcati a Lampedusa e a soccorrere cinque barchini sono state ancora le motovedette italiane. L’hotspot dell’isola resta sovraccarico e sono stati disposti almeno duecento trasferimenti.
        Non ci sono solo rotte del Mediterraneo. Un aumento esponenziale degli ingressi di migranti alla sola frontiera di Trieste, dai 1.194 degli ultimi tre mesi del 2021 ai 5.690 dello stesso periodo relativo al 2022, secondo i dati diffusi dal Prefetto di Trieste. I numeri comprendono i rintracci di immigrati entrati illegalmente in Italia e coloro che si sono presentati spontaneamente alle forze dell’ordine una volta entrati nel territorio nazionale.   

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    Calderoli: 'Non spacco l'Italia'. Ma l'opposizione va all'attacco

    La proposta di rilancio delle autonomia da parte del ministro Roberto Calderoli, ieri in visita in Calabria, riaccende la polemica politica. Proprio l’esponente della Lega Nord annuncia querele nei confronti di chi definisce “spacca Italia” la sua proposta di legge sull’autonomia differenziata. Il riferimento esplicito è a due articoli del Messaggero e del Mattino che determinano la reazione dei comitati di redazione dei due quotidiani: “Le minacce del ministro sono inacccettabili”. Se da un lato il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, apre al confronto ma pone in guardia sul calcolo delle eventuali coperture (“si dovesse confermare la spesa storica, per quel che mi riguarda sarebbe un risultato inaccettabile”), l’ex ministro Francesco Boccia parla di “presa in giro per al Mezzogiorno” e di “strappo istituzionale molto grave”. Sostegno a Calderoli arriva dal ministro Lollobrigida: “Non so perché si intende come una forzatura la proposta di un ministro che è lì per fare proposte nel più breve tempo possibile’.

    Autonomia:Calderoli,io spacca Italia? Basta,è diffamazione”Adesso basta con gli attacchi che sfociano in offese e anche di peggio. Sono stato paziente per settimane ma adesso si è passato il limite, sono stanco di leggere sui quotidiani Il Mattino o il Messaggero frasi tipo lo ‘spacca Italia’ del ministro Calderoli riferito al disegno di legge sull’autonomia differenziata o lo strappo di Calderoli. Io da ministro ho giurato sulla Costituzione, che sancisce l’unità nazionale, per cui scrivere che voglio spaccare l’Italia significa darmi dello spergiuro. Questa è diffamazione, forse addirittura calunnia, perché mi si attribuisce un’inventata volontà di spaccare il Paese”. Lo afferma il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli. “Ricordo poi che io sono il ministro per le Regioni, di tutte le Regioni italiane, non di alcune sì e altre no e proprio per questo sto girando l’Italia in lungo e in largo per incontrare di persona tutti i governatori regionali.  Altro che spacca Italia… Ora basta, i giornalisti hanno un codice deontologico da rispettare, c’è un limite alla cronaca che non può trascendere in offesa o in bugia. Non intendo querelare nessuno per ora, non sono il tipo che querela, ma se mi capiterà di leggere ancora frasi offensive e calunniose nei confronti del mio lavoro da ministro, frasi come queste sullo spacca Italia, allora sarò costretto a procedere alle vie legali. Totale e sacrosanta libertà di critica dei giornalisti, ci mancherebbe, ma non di inventare qualcosa che non esiste e di diffamare, chiaro? (ANSA).
    Occhiuto: “Inaccettabile se c’è conferma spesa storica””Non ho pregiudizi verso l’autonomia differenziata. Certamente c’è il problema delle coperture dei Lep e se alla fine dell’approfondimento che farà la Cabina di Regia si dovesse confermare la spesa storica, per quel che mi riguarda sarebbe un risultato inaccettabile”. Lo ha detto a Radio Radicale il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. “Non ho pregiudizi verso l’autonomia differenziata. Tutt’altro – ha spiegato Occhiuto – e l’ho ribadito al Ministro Calderoli. Ho un pregiudizio verso un modo di governare il Sud che in passato è stato sempre viziato da un approccio difensivo, meramente rivendicativo nei confronti del resto del Paese, che non ha prodotto nulla se non perequazione. Io credo invece che chi governa il Sud debba cogliere le sfide offerte dall’attuazione della Costituzione.
     Boccia: “Difenderemo sud, aree interne e montagna””Parlare di autonomia differenziata senza mai dire preventivamente quante e quali risorse saranno destinate al Sud sarebbe l’ennesima presa in giro al Mezzogiorno. Calderoli è lo stesso che nel 2009 con la riforma sul federalismo fiscale fece i disastri che stiamo continuando a pagare ancora adesso. Vorrei evitare che per il Sud si replicasse, dopo 15 anni, lo stesso film. Quindi, prima le risorse e la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) su scuola, sanità, assistenza e trasporto e poi l’autonomia. Il tema è politico: definire i Lep attraverso la cabina di regia con un Dpcm è inaccettabile, la vita delle persone non può essere definita con un provvedimento amministrativo. Così come il testo deve essere prima condiviso con la Conferenza Stato Regioni e con la Conferenza Unificata, senza fughe in avanti unilaterali. Sarebbe uno strappo istituzionale molto grave”. Così Francesco Boccia, senatore PD e responsabile Regioni e Enti locali della Segreteria nazionale, in diretta a Radio radicale. “È evidente – aggiunge – che questo improvviso attivismo di Calderoli è ad uso e consumo della campagna elettorale per le regionali in Lombardia, mi auguro che i compagni di maggioranza del Mezzogiorno di Calderoli sappiano farsi valere, invece di essere conniventi con una riforma che spaccherebbe il Paese in due, a danno del sud, delle aree interne e delle aree di montagna”.
    Lollobrigida, da Calderoli nessuna forzatura. Nostro è un governo efficiente ”Non so perché si intende come una forzatura la proposta di un ministro che è lì per fare proposte nel più breve tempo possibile”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, a margine della presentazione della candidatura di Francesco Rocca alla presidenza della Regione Lazio. ”Credo che si faccia il proprio dovere di accelerare processi in linea non solo col programma di centrodestra, ma anche con le enunciazioni di tante forze che non fanno parte del centrodestra e sulle quali si sono fatte tante chiacchiere. È un governo efficiente che dice una cosa, prova a farla e magari poi ci riesce anche”, ha sottolineato Lollobrigida.
    Messaggero e Mattino: “Inaccettabili le minacce di Calderoli”I Comitati di redazione de “Il Mattino” e “Il Messaggero” “stigmatizzano le dichiarazioni rilasciate dal ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, alle principali agenzie di stampa. Dichiarazioni nelle quali il ministro attacca in maniera scomposta, e assolutamente non adatta al ruolo istituzionale ricoperto, il lavoro delle colleghe e dei colleghi dei nostri giornali, sul tema del disegno di legge sulla cosiddetta “autonomia differenziata”, presentato dallo stesso ministro”. I Cdr – si legge in una nota – “considerano inaccettabili le minacce di agire con querele per “diffamazione” rivolte contro le redazioni riguardo agli articoli pubblicati su questo tema, “colpevoli” esclusivamente di riportare legittime valutazioni sul progetto di riforma attualmente in discussione. Ricordiamo al ministro che il diritto/dovere di cronaca (e di critica) rientra nei capisaldi dell’informazione libera e democratica, così come il diritto/dovere di chi copre incarichi istituzionali di occuparsi al meglio dei temi legati alla propria attività politica e amministrativa. Attività che non comprende, come è noto, la minaccia di ritorsioni e azioni legali contro i giornalisti e contro chi legittimamente valuta, commenta (e se necessario critica) l’attività di chi ricopre questi ruoli di responsabilità pubblica. Va stigmatizzata, in questo contesto, l’abitudine di utilizzare le querele temerarie come arma di pressione contro la libera stampa, per tentare di “imbavagliare” ogni legittima forma di critica”.

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    Il governo si prepara al 2023 tra riforme e rischi per l'economia

    Si prende qualche giorno lontana dagli impegni ufficiali, salvo quelli legati all’addio al papa emerito Joseph Ratzinger. Ma alla ripresa delle attività di governo e Parlamento si preparano giorni complicati per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Chiusa la partita della manovra ora c’è tutto un intero anno da programmare e senza più la scusa del poco tempo a disposizione andranno tenute a bada, prima di tutto, le legittime aspirazioni delle forze della sua stessa maggioranza.
    L’economia, per ora, non preoccupa, anche se i rischi di una inflazione che continui a correre sono ben presenti. L’aumento della benzina era previsto, con la fine degli sconti sulle accise, ma per il momento viene considerato fisiologico e dovrebbe rientrare. Il governo, insomma, non pensa a nuovi tagli sui carburanti mentre tiene sotto controllo l’andamento dei prezzi dell’energia, pronto eventualmente a intervenire in primavera. Le risorse restano difficili da reperire senza mettere mano al deficit e serviranno anche per proseguire, come ha indicato la stessa Meloni nella conferenza stampa di fine anno, con la riforma del fisco e il taglio del cuneo per i lavoratori dipendenti. Un dossier che comunque dovrebbe entrare nel vivo non prima di febbraio.
    Per il momento la premier si tiene lontana anche dal dibattito sull’autonomia – infiammato dall’accelerazione di Roberto Calderoli che ha già fatto avere la sua bozza a Palazzo Chigi – così come da quello sulle riforme, demandato al tentativo di prima mediazione della ministra Elisabetta Casellati. Oltre all’autonomia, la Lega tornerà con ogni probabilità a chiedere di andare avanti sul fronte della sicurezza, con il pacchetto che guardava a misure specifiche sulle baby gang, per l’anti-terrorismo e per la violenza di genere. Mentre Forza Italia punterà tutto su giustizia e, più a stretto giro, sulla difesa dei balneari. Sulla questione si tornerà probabilmente già a metà gennaio – quando arriverà anche il tempo degli emendamenti al decreto Milleproroghe. Nel frattempo Meloni dovrebbe affidare la delega sulle concessioni balneari al ministro del Mare, Nello Musumeci, probabilmente già al prossimo Consiglio dei ministri che non dovrebbe tenersi però, nella settimana dell’Epifania ma nella successiva.
    Sempre a gennaio arriverà il momento di definire le scelte legate allo spoil system: si tratta di scelte delicate che esporranno facilmente l’esecutivo a critiche come quelle scatenate dal cambio del commissario alla ricostruzione post sisma del centro Italia, dove al posto di Giovanni Legnini arriverà l’ex sindaco di Ascoli Piceno, e senatore di Fdi, Guido Castelli. Ma i 90 giorni previsti dalla legge Bassanini (su cui Meloni avrebbe già dato il compito al ministero della Pubblica amministrazione di approfondire le eventuali modifiche) stanno per scadere e bisognerà decidere di mantenere o cambiare alcune caselle chiave, a partire dal direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera (nel mirino della maggioranza fin dall’inizio della legislatura) e dai direttori delle agenzie fiscali. Mentre Dogane e Demanio sono in bilico alle Entrate – posizione strategica anche in vista della riforma del fisco – avrebbe buone possibilità di essere riconfermato Ernesto Maria Ruffini.
    Ma le prime novità il 2023 potrebbe portarle sul fronte del Pnrr: il governo resta intenzionato a rivedere l’intero meccanismo di governance del piano con un decreto che dovrebbe arrivare nella seconda metà di gennaio. Nel frattempo Meloni, che si sta preparando a chiedere ufficialmente a Bruxelles una revisione insieme al ministro Raffaele Fitto che coordina tutto il lavoro, potrebbe parlarne già a inizio della prossima settimana con la presidente della Commissione. Ursula von der Leyen sarà a Roma lunedì, per la presentazione di un libro su David Sassoli. E non si esclude che ci possa essere un nuovo incontro tra le due.   

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    La liturgia dei funerali, Benedetto e i suoi ricordi

     Nell’addio alla vita terrena Benedetto XVI porterà con sé i ‘ricordi’ del suo Pontificato, dalle monete coniate durante i suoi otto anni al soglio di Pietro ai pallii, i paramenti liturgici che hanno accompagnato la sua carriera ecclesiale. All’interno del feretro sarà posto un cilindro metallico contenente il ‘rogito’, un testo che ripercorre le tappe principali del suo Pontificato, segnato dalle storiche dimissioni a sorpresa del 2013. Prima della sepoltura, però, gli sarà reso l’ultimo omaggio durante i funerali che si svolgeranno in piazza San Pietro, al termine dei tre giorni di camera ardente all’interno della Basilica. Un rito che sarà presieduto da papa Francesco e che, con ogni probabilità, sarà celebrato dal decano del collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re.    L’inedita cerimonia, la prima organizzata per un papa Emerito, seguirà una liturgia particolare, sulla quale per giorni ha lavorato il cerimoniale vaticano. L’obiettivo è stato quello di garantire tutti gli onori che si devono ad un ex Pontefice, ma con qualche accorgimento per limare i passaggi dedicati al papa regnante, come avviene tradizionalmente. E così il rito, per esempio, sarà orfano delle suppliche finali, della supplica della diocesi di Roma e delle Chiese orientali che – come ha spiegato il direttore della sala stampa della Santa Sede – “sono molto specifiche del papa ‘attivo'”.    Il feretro con la salma di Benedetto XVI lascerà la Basilica giovedì mattina alle 8.50 per raggiungere il sagrato e consentire ai fedeli di recitare il Rosario. Alle 9.30 prevista la messa, presieduta da Bergoglio che successivamente dedicherà al papa Emerito la sua omelia. Infine, al termine del rito della ‘Ultima Commendatio et Valedictio’, il feretro sarà trasportato nelle grotte vaticane. Lì sarà tumulato, durante una cerimonia privata, all’interno della nicchia che prima era appartenuta a san Giovanni XXIII e Giovanni II, le cui spoglie sono state traslate all’interno della Basilica di San Pietro in seguito alle rispettive canonizzazioni.    All’interno della bara, che sarà in cipresso, zinco e rovere, saranno deposte le monete e le medaglie coniate durante il suo Pontificato e i pallii vestiti durante la carriera ecclesiale.    All’esterno saranno infine apposti i sigilli della prefettura della Casa pontificia, quello dell’ufficio celebrazioni liturgiche e del capitolo vaticano di San Pietro. Attese in piazza San Pietro decine di migliaia di fedeli, oltre a delegazioni e rappresentanti dei governi e delle confessioni religiose di tutto il mondo.    A seguire l’evento ci saranno, infine, oltre 600 giornalisti accreditati per quella che sarà, senza dubbio, una cerimonia del tutto inedita.    

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    Zaia, ci sono 4 mie intercettazioni, ma io parlo veneto

    (ANSA) – CORTINA D’AMPEZZO, JAN 3 – “Ho scoperto ci sono
    quattro telefonate mie, io non ero intercettato, mi hanno detto
    che non potevano essere pubblicate, ma non importa, sono
    responsabile di quello che dico, e lo confermo. Ma la roba
    straordinaria è che io parlo in veneto e sono tutte in
    italiano”. Lo ha rivelato stasera Luca Zaia, a proposito delle
    intercettazioni diffuse da Report, intervenendo a un incontro a
    Cortina D’Ampezzo.   
    “Non è una battuta – ha aggiunto – perché toni e modalità sono
    diverse. Al di là delle battute dico al mio dirigente che è un
    po’ che va avanti questa solfa che abbiamo denunciato Crisanti.   
    Non è vero”. (ANSA).   

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    Migranti, Meloni: 'Ecco le nuove regole, basta spola con gli scafisti'

    “Immigrazione illegale e tratta di esseri umani: è finita l’Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e fa finta di non vedere chi le viola sistematicamente”. Lo scrive su Instagram la presidente del Consiglio Giorgia Meloni postando un reel con un estratto degli ultimi ‘appunti di Giorgia’ nel giorno in cui entra in vigore il decreto con la stretta sulle Ong.
    Il diritto internazionale “non prevede che ci sia qualcuno che può fare il traghetto nel Mediterraneo o in qualsiasi altro mare e fare la spola per trasferire gente da una nazione all’altra”. Le norme “vogliono circoscrivere il salvataggio dei migranti a quello che è previsto dal diritto internazionale con alcune regole abbastanza semplici: se tu ti imbatti in una imbarcazione e salvi delle persone le devi portare al sicuro, quindi non le tieni a bordo continuando a fare altri salvataggi multipli finché la nave non è piena” che non è “salvataggio fortuito di naufraghi”.
    In secondo luogo, ci deve essere “coerenza tra le attività che alcune navi svolgono nel Mediterraneo e quello per cui sono registrate: navi commerciali che si mettono a fare la spola per il salvataggio dei migranti è una cosa che stride abbastanza”. Poi servono “screening di chi è a bordo, informazioni chiare sui meccanismi di salvataggio, regole per impedire che nel raccogliere queste persone a bordo non si metta a repentaglio la sicurezza dell’imbarcazione cui ci si avvicina. Regole stringenti che ci consentono di rispettare il diritto internazionale”. Se non vengono rispettate “non c’è autorizzazione a entrare in acque internazionali, e se si viola quell’autorizzazione si procede con fermo amministrativo dell’imbarcazione la prima volta per due mesi, la seconda con sequestro ai fini della confisca. Lo facciamo anche per rispettare i migranti perché qualcuno se sta rischiando la vita ha diritto a essere salvato ma cosa diversa è farsi utilizzare dalla tratta degli esseri umani del terzo millennio e continuare a far fare miliardi di euro a degli scafisti senza scrupoli”.