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    La direzione del Pd slitta al pomeriggio

    (ANSA) – ROMA, 11 GEN – L’inizio della Direzione nazionale
    del Pd è posticipato al pomeriggio. Resta confermato, dalle ore
    12, l’appuntamento in memoria di David Sassoli. È quanto
    riferiscono fonti del Nazareno. Al Nazareno è in corso un
    confronto fra gli staff dei quattro candidati alla segreteria
    sulla possibilità di aprire al voto anche on line per le
    primarie. La Direzione era in programma per le 12.30. (ANSA).   

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    Senato approva dl Ucraina con 125 sì, contrari M5S e Avs

    (ANSA) – ROMA, 11 GEN – Con 125 voti favorevoli, 28 contrari
    e 2 astensioni il decreto legge Ucraina è stato approvato dal
    Senato. Il provvedimento, che proroga la cessione di materiali
    militari all’Ucraina fino al 31 dicembre 2023, passerà alla
    Camera per l’ok definitivo.   
    Come hanno specificato poi fonti del gruppo M5s, i senatori
    del Movimento hanno votato No, come quelli di Verdi-Sinistra
    italiana che avevano annunciato la loro contrarietà in Aula. Il
    Pd, invece, ha votato a favore. “Questo decreto aiuta l’Ucraina
    a difendersi”, ha affermato il senatore Pierferdinando Casini
    annunciando, in Aula, il
    voto favorevole del gruppo Dem al provvedimento. (ANSA).   

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    Cospito continua digiuno, Nordio 'massima attenzione'

    Mentre a Sassari arrivava il Garante nazionale delle persone private della libertà, Mauro Palma, per incontrare in carcere l’anarchico abruzzese Alfredo Cospito, in regime 41bis e in sciopero della fame da 86 giorni, a Firenze due manifestanti, un ragazzo e una ragazza di area antagonista, riuscivano a raggiungere il tetto sopra il salone dei 500 di Palazzo Vecchio a Firenze e a calare uno striscione con scritto il “41 bis uccide Stato assassino”. Sulle condizioni di salute del detenuto, è “massima” l’attenzione del ministro della giustizia Carlo Nordio che sottolinea come al momento “non è arrivata alcuna richiesta di revoca del regime speciale 41bis né da parte del detenuto, né da parte dell’autorità giudiziaria, che a fronte dell’aggravamento delle condizioni di salute può disporre una sospensione della pena o chiedere al Ministro una revoca del regime speciale”. Il Guardasigilli spiega anche che Cospito tutti i giorni è sottoposto a un controllo medico e che “il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria garantisce ogni eventuale assistenza sanitaria”.
    Dal tetto di Palazzo Vecchio, i due manifestanti, saliti da un lucernaio, dicono che non se ne andranno “finché le nostre richieste non raggiungeranno Roma e chi ne compete. Vogliamo Alfredo vivo”. Cospito, come ha spiegato il Garante dopo la visita in carcere, è pronto ad andare avanti “fino alle estreme conseguenze”. “Dal punto di vista strettamente sanitario ho trovato le sue condizioni rassicuranti – ha detto Palma, accompagnato da Daniela de Robert, componente del Collegio del Garante -. Al momento è monitorato dall’assistenza sanitaria, ma questa situazione deve fare un passo avanti. Cospito deve capire che questa battaglia deve portarla avanti con altri mezzi, soprattutto con metodi che non siano dannosi per la sua salute”.
    Su altri particolari che riguardano la vicenda, il Garante ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Non si sa se l’anarchico sia a conoscenza delle molteplici manifestazioni che si ripetono in tutta Italia in suo sostegno e contro il 41bis. Se sappia dell’appello in suo favore firmato nei giorni scorsi da 38 fra intellettuali e giuristi tra cui Don Ciotti, Massimo Cacciari e Moni Ovadia. O se sia al corrente del proiettile recapitato per posta un paio di settimane fa al procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo. Procuratore che, con il pm Paolo Scafi, sostiene l’accusa nel processo contro Cospito, accusato per i due ordigni ritrovati nel 2006 davanti all’ex caserma allievi carabinieri di Fossano. Bombe che per potenzialità avrebbero potuto causare una strage. Per quei fatti Cospito è stato condannato a 20 anni, ma dopo un passaggio in Cassazione il procedimento è tornato alla Corte d’appello di Torino, con l’ipotesi di reato riconfigurata in strage ai danni dello Stato, e la richiesta di condanna all’ergastolo con 12 mesi di isolamento diurno. Contro l’applicazione del regime del ‘carcere duro’, che è la prima volta che viene applicato nei confronti di un anarchico, la difesa di Cospito ha fatto ricorso in Cassazione e dovrà essere fissata la data dell’udienza, ma serve tempo. Da Magistratura Indipendente intanto è arrivata la condanna all’atto intimidatorio contro Saluzzo: “Auspichiamo con forza che si giunga a un rapido accertamento delle responsabilità di quanto è accaduto, che è contro le regole del vivere civile, prima ancora che quelle dello Stato di diritto, e chiediamo che vengano adottate tutte le iniziative necessarie per garantire l’incolumità del collega”. (ANSA).   

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    Pd cerca intesa su voto online, Letta non vuole forzature 

    Scongiurare la conta interna sul voto online e, dunque, una spaccatura netta nel partito. Alla vigilia della direzione dem, che dovrà ratificare il regolamento per le nuove primarie, la girandola di riunioni e telefonate tra i candidati e il Nazareno ha l’arduo compito di arrivare alla riunione con un pacchetto di proposte condivise: “Stiamo trattando alla ricerca di una soluzione unitaria”, fa sapere la segreteria in serata. Quando l’accordo sperato è ancora un work in progress. Il Nazareno non sosterrà proposte “che non siano sostenute da tutti” e avverte: “Niente forzature e niente lacerazioni. Serve senso di responsabilità per non guastare un percorso con fratture che in questo momento vanno assolutamente evitate”.
    Nella sede del Pd nazionale, i rappresentanti dei quattro candidati (Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo, Paola De Micheli e Elly Schlein) si incontrano sia al mattino, sia nel tardo pomeriggio. Tra i due round, si inseriscono le esternazioni della segreteria nazionale e un giro di telefonate del segretario Enrico Letta con i diretti interessati. “L’obiettivo, in linea con il profilo di terzietà e garanzia che Letta intende mantenere, è arrivare alla direzione con una soluzione condivisa tra tutti i candidati sulle regole del Congresso e la data delle primarie – spiega il Nazareno -. Questa è stata fin dall’inizio la nostra stella polare”. Nel chiacchiericcio del Transatlantico come ipotesi di mediazione tra le parti si parla di voto on line solo per gli iscritti, ma nel corso dell’ultima riunione serale uno dei partecipanti, uscendo, prospetta anche una possibile fumata nera: “Per ora è ancora muro contro muro. Speriamo che la notte porti consiglio…”.
    Se sullo slittamento delle primarie dal 19 al 26 di febbraio (per non accavallarsi con le regionali) si è raggiunta un’intesa nei fatti, è la proposta di Schlein di aprire ad una partecipazione anche on line a non trovare condivisione. “Non si cambiano le regole a gioco in corso”, il refrain tra i suoi competitor. Ma i sostenitori della deputata sono fiduciosi che, andando al voto in direzione (con un odg o un emendamento), riusciranno comunque a conquistare la maggioranza. Uno scenario del genere provocherebbe una spaccatura interna difficile da rimarginare ed, in ogni caso, tutte regole licenziate dalla direzione dovrebbero ripassare per l’assemblea. Chiara Gribaudo, sostenitrice di Schlein si dice “personalmente favorevole alle primarie online. Quello che non mi piace è il dibattito mediatico”. Anche Alessandro Zan, della stessa mozione, si augura “che la direzione Pd decida per il voto anche online”.
    Sui temi è il lavoro il filo conduttore tra i candidati: Bonaccini rilancia sul salario minimo legale; Schlein guarda a un “nuovo modello di sviluppo per i territori che non metta in più in contraddizione fra il diritto al lavoro e quello alla salute”; la prima proposta dell’ex ministra De Micheli è “stipendi più alti e riduzione del cuneo fiscale”. Interviene anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: “In questi anni si è determinata una rottura fra il mondo del lavoro e la politica. E questo penso sia il tema politico di cui si devono occupare”.

       

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    Benzina: Cdm valuta ipotesi norma su trasparenza

    Il Consiglio dei ministri sta valutando l’ipotesi di intervenire già stasera con una misura contro il caro bollette, magari inserendo in un provvedimento all’ordine del giorno una norma a favore di una maggiore trasparenza nel mercato dei carburanti a vantaggio del consumatore.E’ terminata la riunione a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, e il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. Giuseppe Zafarana. L’incontro è durato circa un’ora e mezza. Al centro della riunione fare il punto e valutare ogni possibile ulteriore azione di contrasto alle speculazioni in atto sui prezzi dei carburanti.”La previsione, dai dati che abbiamo rilevato nei primi 8 giorni dell’anno, è che dovrebbe esserci una stabilizzazione su questi prezzi” dei carburanti. Lo ha detto a Porta a Porta il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “Ci sono una serie di situazioni che vanno monitorate – ha aggiunto -, per capire se parliamo di autostrade o di zone dove c’è un solo distributore, come nelle isole. Per un prezzo sopra i 2 euro, ci vuole una giustificazione specifica. C’è una richiesta da parte dell’Antitrust di una verifica di quei casi dove c’è stata un’eccedenza, ricordando che il prezzo è libero”.”La scelta del governo di non prorogare il taglio delle accise non è stata presa a cuor leggero. Una scelta molto meditata e molto sofferta, una misura che però costa oltre un miliardo al mese. Il governo ha deciso di utilizzare quelle risorse per aumentare le pensioni minime, per tagliare il cuneo fiscale, quindi tutte misure sociali. E’ chiaro che se ci sarà la possibilità , e i conti lo consentiranno, appena possibile potremo ridurre anche il costo della benzina. Ma ricordo che abbiamo impegnato 30 miliardi per ridurre il costo delle bollette”. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, in una intervista a Rai news 24. Alla domanda se si intendesse un intervento sulle accise sui carburanti, Ciriani ha confermato: “sì, sulle accise che incidono sul costo della benzina”.Il presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Roberto Rustichelli, ha scritto al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, chiedendo la collaborazione del Corpo al fine di acquisire la documentazione inerente ai recenti controlli effettuati sui prezzi dei carburanti, con particolare riferimento alle violazioni accertate. Lo si legge in una nota dell’Antitrust che analizzerà se ci siano state o meno pretiche commerciali scorrette e violazioni alla concorrenza.

    Agenzia ANSA

    ‘Aumenti in linea con accise. Il governo convochi tavolo di crisi’. Codacons, gasolio in autostrada anche oltre 2,5 euro. Presentato l’esposto all’Antitrust. Blangiardo: ‘Effetto benzina su inflazione, peso su fasce deboli’ (ANSA)

    Nella prima settimana di gennaio il ministero dell’Ambiente ha rilevato nel consueto monitoraggio nazionale un aumento dei prezzi sostanzialmente in linea con il rialzo dovuto alla mancata proroga del taglio delle accise. Stando a quanto pubblicato sulla pagina web del Mase dedicata all’andamento dei prezzi settimanali, tra il primo e l’8 gennaio la benzina in modalità self è salita da 1,644 euro a 1,812 euro al litro con un aumento di 16,8 centesimi. Il gasolio è passato da 1,708 a 1,868 euro, con un rialzo dei 16 cents. Dal primo gennaio il rialzo delle accise è stato di 18 centesimi.”In queste ore stiamo monitorando gli incrementi dei prezzi sui combustibili in modo da dare tutte le informazioni al governo per vedere se ci sono delle ottimizzazioni possibili e per ridurre il più possibile anche gli aumenti”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi, a margine dell’inaugurazione della nuova piazza pubblica sopraelevata di Cinisello Balsamo, nell’hinterland milanese. “Abbiamo fornito i rilievi che sono stati condotti e c’è un differenziale in certi casi molto importante”, aggiunge Tomasi, precisando che “questo non viene gestito da Autostrade per l’Italia ma dalle società petrolifere”. In particolare, precisa l’a.d., “ci sono differenziali anche di 33-34 centesimi per litro in media tra il self service e il servito. E ancora oggi c’è circa un 20% degli utenti che continua a utilizzare il servito”.

    Caro-benzina, Tomasi: ‘Al lavoro con il governo per monitorare gli aumenti’

     “Speculare sui prezzi dei carburanti? È un’accusa senza fondamento, perché tra l’ultima settimana di dicembre e i primi giorni di gennaio il prezzo industriale dei carburanti, stante la sostanziale stabilità dei mercati internazionali, non è variato e la differenza che vediamo oggi è dovuta al solo aumento delle accise”. Così in una intervista alla Stampa il presidente dell’Unem Claudio Spinaci. “Al momento – spiega il capo dei petrolieri italiani – siamo a circa 18-19 centesimi in più rispetto a quelli di fine anno. Non vedo dove sarebbe la speculazione se la differenza è pari all’aumento delle accise Iva compresa. Siamo in pratica tornati ai prezzi del 23 marzo dopo il taglio delle accise, ma senza il taglio. Il benchmark per i carburanti non sono le quotazioni del greggio ma le quotazioni internazionali dei prodotti raffinati”. Dunque, rispetto ai rialzi, “il problema resta l’elevata tassazione. In Germania il gasolio alla produzione costa oltre 15 cent in più, ma al consumo ne costa 3 in meno. È un diritto-dovere del governo esercitare gli opportuni controlli – afferma ancora Spinaci – ma i numeri non mentono” anche se “qualcuno oltre la media o che fa il furbo ci sarà anche. Quanto all’accusa di ‘cartello’, appare anacronistica visto il numero di operatori che è cresciuto a dismisura”. Per calmierare i prezzi bisogna ripristinare gli sconti? “Sarebbe insostenibile, il taglio è costato circa un miliardo al mese ed è il motivo per cui è stato eliminato. Il gettito delle accise contribuisce al bilancio, sono soldi che andrebbero recuperati o con altre entrate o con tagli ai servizi. Occorre quindi un intervento strutturale del sistema fiscale che riavvicini le accise del nostro Paese a quelle europee”.

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    Wp, foto satellitari mostrano file ai crematori in Cina

      File di persone fuori dai crematori che aspettano di entrare con i loro cari uccisi dal Covid. Sono le immagini satellitari shock pubblicate in esclusiva dal Washington Post.
    Le foto riguardano sei metropoli – tra le quali Pechino, Nanchino e Chengdu – e sono state catturate all’inizio e alla fine di dicembre. La differenza tra i due momenti è evidente. Nell’immagine ripresa il 24 dicembre, ad esempio, in uno dei crematori della capitale è comparso un nuovo parcheggio per far fronte all’afflusso di clienti.
    Secondo la ricostruzione del Washington Post, il parcheggio nel crematorio di Tongzhou, alla periferia di Pechino, è stato realizzato attorno al 22 dicembre.    Due giorni dopo, il giorno in cui è stata ripresa l’immagine dal satellite, c’erano oltre 100 auto parcheggiate con la polizia a regolare il traffico. Il quotidiano americano rivela, inoltre, che stando ad un rapporto del giornale governativo Youth Daily, poi cancellato, nella struttura si cremavano 150 cadaveri al giorno.    

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    Meloni in Vaticano da Papa Francesco: 'Forte emozione e un onore dialogare con lui'

    La premier Giorgia Meloni in Vaticano con la famiglia, la figlia Ginevra e il compagno Andrea Giambruno, per l’incontro con Papa Francesco. Il faccia a faccia tra il Pontefice e la presidente del Consiglio è durato 35 minuti. Ad accogliere Giorgia Meloni nel Cortile di San Damaso, dove le guardie svizzere erano schierate nel picchetto d’onore, è stato il reggente della Casa pontificia, padre Leonardo Sapienza. Ad attenderla, prima del previsto incontro con il Papa, anche l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede Francesco Di Nitto.
    “Oggi in udienza da Sua Santità in Vaticano. Un onore e una forte emozione avere l’opportunità di dialogare con il Santo Padre sulle grandi questioni del nostro tempo”. Lo scrive su twitter la premier, Giorgia Meloni postando una foto sua con accanto la figlia Ginevra e Papa Francesco.

    Oggi in udienza da Sua Santità @Pontifex_it in Vaticano. Un onore e una forte emozione avere l’opportunità di dialogare con il Santo Padre sulle grandi questioni del nostro tempo. pic.twitter.com/4t59MG4UDA
    — Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) January 10, 2023

     
    I temi legati “alla lotta alla povertà, alla famiglia, al fenomeno demografico e all’educazione dei giovani” e tra quelli di carattere internazionale, Europa, Ucraina e migranti, sono stati al centro dei colloqui tra il premier Giorgia Meloni e la Segreteria di Stato vaticana, nell’ambito dell’udienza con Papa Francesco. Lo riferisce il Vaticano.

    Agenzia ANSA

    “La Chiesa non è una istituzione mondana, noi non dobbiamo modernizzarci” dice l’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (ANSA)

    Meloni in Vaticano per l’udienza privata da Papa Francesco

    Meloni ha regalato al Papa una copia de “La Santa Messa spiegata ai bambini” di Maria Montessori, del 1955, un volumetto contenente “Il Cantico delle creature” e “I Fioretti” di San Francesco d’Assisi, del 1920 e un angelo dalla sua collezione privata. Il Pontefice ha donato invece a Meloni un’opera in bronzo dal titolo “Amore sociale”, raffigurante un bimbo che aiuta un altro a rialzarsi, con la scritta “Amare Aiutare”. Papa Francesco ha dato alla premier anche alcuni documenti: il Messaggio per la Pace di quest’anno, il Documento sulla Fratellanza Umana, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, il volume sull’Appartamento Pontificio e il libro “Un’Enciclica sulla pace in Ucraina”.
    Alle 12:00 la premier incontrerà a Palazzo Chigi il Primo Ministro del Giappone, Fumio Kishida. Al termine della visita sono previste dichiarazioni alla stampa.

    Agenzia ANSA

    Il Primo Ministro del Giappone a Palazzo Chigi (ANSA)

    Nel tardo pomeriggio si terrà invece il Consiglio dei ministri, alle 18.30.

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    Card.Muller: 'Francesco non deve assolutamente dimettersi'

    “Io sono assolutamente contrario anche a una rinuncia di Papa Francesco e penso che si debba riflettere di più anche sulle dimissioni dei vescovi a 75 anni.    La Chiesa non è una istituzione mondana, noi non dobbiamo modernizzarci”. Lo dice l’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Gerhard Muller in un dibattito sul Papato emerito, in cui ha argomentato la sua posizione contraria alle dimissioni dei Papi. “Non si va in pensione”.