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    Tajani: 'Martedì nuova riunione sull'autonomia'

    “Martedì ci sarà una riunione e in uno dei prossimi cdm verrà presentata la proposta del centrodestra” sull’autonomia. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani arrivando alla presentazione delle liste dei candidati di Fi per il Lazio.
    “Grazie al lavoro di Forza Italia – ha aggiunto Tajani replicando a chi gli chiedeva se ci fossero rischi legati alla questione dell’autonomia – abbiamo trovato una soluzione di grande equilibrio che garantisce sia il nord che il sud, e che verrà tradotta in un ddl” da presentare in uno dei prossimi Cdm”.

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    Tajani martedì nuova riunione sull'Autonomia

    (ANSA) – ROMA, 20 GEN – “Martedì ci sarà una riunione e in
    uno dei prossimi cdm verrà presentata la proposta del
    centrodestra” sull’autonomia. Lo ha detto il ministro degli
    Esteri Antonio Tajani arrivando alla presentazione delle.liste
    dei candidati di Fi per il Lazio (ANSA).   

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    Milleprorghe: Gasparri, emendamento Fi-Lega su balneari

    (ANSA) – ROMA, 20 GEN – “Prosegue l’attività di sostegno del
    gruppo di Forza Italia nei confronti delle imprese balneari che
    rappresentano un tessuto importante per il turismo e l’economia
    del nostro Paese e che, purtroppo, hanno subito danni anche a
    causa delle ultime calamità climatiche. Dobbiamo trovare una
    soluzione rapida, e nei modi dovuti, per tutelare le aziende del
    settore. Per questo abbiamo presentato due emendamenti al Dl
    Milleproroghe, a firma Ronzulli, Gasparri, che prorogano le
    scadenze previste nel decreto concorrenza dell’allora governo
    Draghi, di uno o due anni, tempo entro il quale, secondo noi,
    vanno trovate soluzioni definitive una volta per tutte”. Così il
    vicepresidente del senato Maurizio Gasparri.   
    “Gli emendamenti sono stati condivisi anche dalla Lega con i
    senatori Marti e Centinaio. Una trasversalità reciproca la
    nostra, visto che anche io ho firmato l’emendamento presentato
    da Marti, Centinaio e altri senatori leghisti. Sul tema ho avuto
    modo di confrontarmi anche con il senatore Malan capogruppo FdI
    in Senato”. (ANSA).   

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    Pd: Provenzano, nuovo gruppo dirigente faccia referendum su nome

    (ANSA) – ROMA, 20 GEN – “Sul nome del partito avrei voluto un
    referendum per i nostri iscritti, ma lo chiederemo al prossimo
    gruppo dirigente”. Lo ha detto il deputato e vicesegretario del
    Pd, Peppe Provenzano, a Radio Immagina, parlando del percorso
    costituente e aggiungendo che i lavori del comitato “hanno
    prodotto un aggiornamento del profilo politico e valoriale
    necessario a fronteggiare meglio le questioni che minacciano la
    democrazia: disuguaglianze, diritti, cambiamento climatico. Su
    questo credo che si sia fatto un lavoro importante. Adesso mi
    aspetto da parte di tutti i candidati che ci dicano, che
    chiariscano come politicamente vogliono realizzare quei principi
    e quei valori che adotteremo domani insieme nel nuovo manifesto
    del Pd”. (ANSA).   

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    Intercettazioni:Foti,conciliare informazione con diritto privacy

    (ANSA) – ROMA, 20 GEN – “Io credo che si debba conciliare il
    diritto dell’ informazione a quello della privacy e della
    possibilità di una persona di difendersi senza dover essere
    messa alla gogna. Sono state divulgate intercettazioni senza
    reato e io dico che quelle che non hanno rilevanza non devono
    essere diffuse posto che la Costituzione prevede anche la
    riservatezza delle conversazioni”. Lo afferma Tommaso Foti,
    capogruppo di Fdi alla Camera commentando le parole del
    sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro che ha
    annunciato misure “anche per i giornali” in merito alla
    diffusione delle intercettazioni. (ANSA).   

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    Intercettazioni, Delmastro: 'Allo studio misure sui giornali'

    “Bisogna intervenire da una parte con l’Ispettorato generale per verificare che non vi siano fuoriuscite di notizie dalle Procure stesse, dall’altra parte con una norma più stringente. E poi lo dico onestamente, sì, anche sui giornali”. Così Andrea Delmastro, parlamentare di Fratelli d’Italia e Sottosegretario di Stato per la Giustizia, ad Agorà Rai Tre, sugli interventi per combattere la divulgazione delle intercettazioni. Alla domanda su cosa intenda per interventi sui giornali risponde: “Sono allo studio proprio perché ci rendiamo conto che bisogna agire con la massima prudenza rispetto ad un diritto che è il diritto di cronaca”.
    “Le intercettazioni sono un elemento di indagine e devono essere circoscritte ad essa anche per il buon funzionamento delle indagini stesse. Per i reati di mafia e terrorismo sono fondamentali. Il governo ha approvato un dl Rave che conteneva il ripristino dell’ergastolo ostativo quindi un primo colpo alla mafia lo ha inferto questo esecutivo. Fdi non ha votato la riforma Cartabia e la modifica approvata ieri in Cdm colma dei buchi”, ha affermato Tommaso Foti, capogruppo di Fdi alla Camera a Coffee break su La7.
    “Il governo è passato dal dire che i mafiosi non parlano al telefono a dire che le intercettazioni servono per i reati di mafia e terrorismo fino ad arrivare ad aprire ai reati come la corruzione – così la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato Barbara Floridia intervenendo a Start su SkyTG24 -, con una serie di capriole e retromarce davvero imbarazzanti. Le intercettazioni sono uno strumento essenziale per le indagini sempre, è assurdo che magistratura e forze dell’ordine possano esserne private rispetto ad oggi. Contro gli abusi esiste già una legge, basta applicarla”.
    Il dibattito sulla regolamentazione delle intercettazioni rischia di essere “di fatto già superato dalla criminalità organizzata che parla in maniera esplicita di traffici di droga e armi su nuove e sofisticate piattaforma informatiche. Il rischio da contrastare è che voli più veloce delle leggi”: a dirlo è il procuratore della Repubblica di Perugia Raffaele Cantone, già a lungo presidente dell’Anac. Il quale – soffermandosi con l’ANSA sull’attuale dibattito in corso – va oltre il confronto che c’è ad esempio sul captatore informatico trojan. “Senza intercettazioni sarebbe praticamente impossibile fare indagini sui fatti di corruzione” ribadisce comunque Cantone. Sottolineandone nuovamente l’importanza, come fatto anche per l’ultima indagine condotta dal suo Ufficio e che interessa alcuni dipendenti dell’Agenzia delle entrate di Perugia. “La corruzione – evidenzia – è un reato per sua natura difficile da far emergere. Non ci sono infatti testimoni, non ci sono denunce e nemmeno parti offese. Spesso ci sia arriva da altre indagini, come, per citarne uno, il caso di mafia capitale. Senza intercettazioni si rischia di poter intervenire solo su fatti secondari”. Cantone giudica “indispensabile” l’utilizzo del trojan (un virus informatico che può trasformare il microfono del cellulare in uno strumento di ascolto anche per le intercettazioni ambientali) “in particolare per tutte quelle indagini dove c’è una forte omertà”. “Il suo impiego – spiega – è ormai regolato in maniera molto chiara e precisa. Ma questo tema è di fatto già superato dalla criminalità che si muove sulle nuove piattaforme. Episodi già emersi anche in alcune nostre indagini”. “La criminalità organizzata è molto più all’avanguardia di quanto si pensi e noi dobbiamo capire come affrontarla” conclude Cantone.      

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    Nordio: 'Parlamento non sia supino'. Piantedosi: intercettazioni. non si cambia

    Lunghi applausi dalla maggioranza e dal Terzo Polo e qualche brusio e contestazione da parte del resto dell’opposizione. Con in testa il leader del M5S Giuseppe Conte che lo accusa di depotenziare gli strumenti contro la mafia e la corruzione e di proporre una giustizia che distorce i principi costituzionali. Alla Camera va in scena la relazione del ministro Carlo Nordio sullo stato della giustizia e il clima si accende. Accade quando il Guardasigilli torna sul tema delle intercettazioni e va all’attacco dei pm antimafia , invitando il Parlamento a non farsi dettare la linea da loro.
    Il ministro Matteo Piantedosi  sottolinea che “le intercettazioni sono importanti, sicuramente per i reati di terrorismo e di mafia e per tutto ciò che può portare ad indagini su reati importanti. Non credo che Nordio abbia mai messo in discussione questo principio, al di là poi di affermazioni che si prendono in contesti diversi. Porto la testimonianza presa in Consiglio dei Ministri: il governo non intende toccare il sistema delle intercettazioni o rivederlo depotenziando gli strumenti di indagine, men che meno su mafia e terrorismo, La discussione lanciata” da Nordio, “e credo che su questo siamo tutti d’accordo, è sull’abuso”.
    Nordio richiama anche alla memoria gli “errori giudiziari” di cui sono stati vittima due comandanti dei Ros, i generali Mori e Ganzer. “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” premette, assicurando che non saranno toccate dalla riforma le intercettazioni di mafia e terrorismo ma anche quelle dei reati satelliti. E poi torna su quello che considera il cuore del problema: gli “abusi e gli errori delle intercettazioni” su cui bisogna intervenire “radicalmente”. Altrimenti “cadremo veramente in una sorta di democrazia dimezzata”, perché “la segretezza delle informazioni è l’altra faccia della nostra libertà”. L’indice è puntato sulle intercettazioni giudiziarie, che per i vari passaggi previsti dalla legge “finiscono per essere a conoscenza di decine di persone. L’abuso è in questo mare magnum”, che fa finire sui giornali “notizie che diffamano e vulnerano l’onore di privati cittadini”. Il ministro ricorda che “l’articolo 15 della nostra Costituzione dice chiaro e tondo che la segretezza delle comunicazioni è inviolabile e può essere eccezionalmente limitata”. Una regola però ribaltata dalla prassi di “lasciare pubblicare tutto”, anche attraverso i brogliacci della polizia giudiziaria, “molto spesso inaffidabili” anche se “non per cattiveria e malafede di chi li trascrive”. Poi l’affondo ai pm, con l’invito al Parlamento a reagire: Nordio afferma di non stupirsi delle posizioni “ferocemente negative” espresse dai procuratori ,” perché ognuno di noi vede la realtà attraverso la lente dei propri pregiudizi”. L’Italia però, avverte, “non è fatta di pubblici ministeri e questo Parlamento non deve essere supino e acquiescente a quelle che sono le associazioni dei pm”. Ce n’è anche per l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, ora deputato con M5s, che giudica “gravissima” la stretta sulle intercettazioni perchè finirà con il ripercuotersi negativamente sul contrasto ai clan. Nordio risponde a lui, ma anche al procuratore di Palermo, che ha parlato di “borghesia mafiosa”, quando dice: “sentendo voi sembra che la mafia sia annidata nello Stato in tutte le sue articolazioni. Ma allora dov’era l’Antimafia, se siamo arrivati a questo risultato?” Il clima si fa teso di nuovo quando il ministro ricorda il giusto omaggio reso ai Ros per la cattura del boss Messina Denaro, ma anche i casi del generale Mori, “padre” di quel reparto, la cui carriera è stata “rovinata” da un processo durato 17 anni e da cui è stato assolto con formula piena e la vicenda di Ganzer, pure lui prosciolto dopo una condanna a 17 anni. Stavolta la sfida è diretta all’ex Pg di Palermo Roberto Scarpinato: “qualcuno ieri ha detto che Nordio è un po’ dottor Jekyll e mister Hyde, ma io vorrei che quando si devono tributare questi ossequi a questo benemerito organismo ci si ricordasse di tutte le vittime”. Mentre al Pd che con i 5s lo accusa di stendere il tappeto rosso ai colletti bianchi che delinquono, Nordio replica parlando della “processione” in via Arenula dei loro sindaci per “implorarlo” di cancellare il reato di abuso d’ufficio.

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    Csm: fumata bianca per elezione del membro laico, è Felice Giuffrè

    Felice Giuffrè ha superato il quorum dei tre quinti dei componenti dell’Assemblea (pari a 364 voti) per far scattare l’elezione.
    Con l’elezione di Felice Giuffrè, il Parlamento archivia la pratica dei componenti laici del Consiglio superiore della magistratura. Il nuovo Consiglio Superiore della magistratura si insedierà martedì 24 gennaio alle ore 11 al Quirinale. Sarà così il nuovo organismo a partecipare alle varie inaugurazioni dell’anno giudiziario sia in Cassazione, sia nei distretti di Corte d’Appello. Lo si apprende da fonti parlamentari che ricordano come nei saloni del Quirinale ci saranno anche i consueti saluti al Csm uscente
    L’organo di autogoverno dei magistrati ora è dunque nel suo plenum, e già è aperto il toto-vicepresidente. Giuffrè, siciliano e docente di Diritto pubblico all’Università di Catania, martedì non era riuscito ad essere eletto: nella prima votazione a Montecitorio il giurista aveva incassato solo 295 voti, meno del minimo di 364 (i tre quinti dei componenti dell’Assemblea) richiesti dalla legge. Ce la fecero Enrico Aimi, Isabella Bertolini, Daniela Bianchini, Ernesto Carbone, Claudia Eccher, Rosanna Natoli, Michele Papa, Fabio Pinelli e Roberto Romboli, che con 531 consensi è stato il più votato. E proprio il costituzionalista pisano Romboli, che è vicino al Partito Democratico, viene considerato da “radio Transatlantico” come uno dei candidati con più chance per essere eletto vicepresidente del Csm: su di lui, infatti, in molti a Montecitorio ritengono che potrebbero convergere parecchi voti dei consiglieri togati di Palazzo dei Marescialli.
    La votazione per il componente mancante era stata inizialmente convocata per martedì prossimo da Lorenzo Fontana, che presiede il Parlamento in seduta comune in quanto presidente della Camera dei deputati. Ma dopo la bufera scatenatasi dopo la decisione di Fratelli d’Italia di cambiare in corsa il proprio candidato, Giuseppe Valentino, risultato indagato in un processo di ‘ndrangheta, una moral suasion esercitata del Quirinale ha determinato una accelerazione, con l’anticipo del nuovo voto a 48 ore dal precedente. Mattarella, infatti, vorrebbe vedere l’organo di autogoverno dei magistrati nel pieno delle sue funzioni nel più breve tempo possibile dopo i 4 mesi di prorogatio della consiliatura retta a Palazzo dei Marescialli da David Ermini. Un’accelerazione che sarebbe stata determinata anche da altre importanti ed imminenti scadenze che incombono sul panorama Giustizia e che si è pensato sarebbe bene affrontare con il nuovo Csm al completo: a cominciare dalle inaugurazioni dell’anno giudiziario alla Corte di Cassazione e in tutte le Corti d’Appello d’Italia. Nel congratularsi con Giuffrè, il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti si dice ora “sicuro” che tutti i laici eletti adempiranno “con doveroso senso di responsabilità al compito che il Parlamento in seduta comune gli ha assegnato”.