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    Giappone: regalo dall'Italia al campione del sumo

    (ANSA) – TOKYO, 23 GEN – In occasione del primo campionato di
    Sumo dell’anno, tra i più importanti appuntamenti del calendario
    sportivo giapponese, l’Ambasciatore d’Italia Gianluigi Benedetti
    ha consegnato al vincitore del torneo, l’Ozeki Takakeisho, il
    “Premio Italia Hatsubasho”, istituito per testimoniare la
    vicinanza e l’amicizia profonda che legano l’Italia al Giappone.   
    L’Ambasciatore Benedetti ha consegnato al campione un piatto
    in vetro di grande dimensione, realizzato a mano dagli artigiani
    della storica azienda vetriera di Murano, Venini.   
    “È stato per me un grandissimo onore e un privilegio poter
    premiare a nome dell’Italia, cosa mai avvenuta prima, il
    campione di una straordinaria, nobile e affascinante disciplina
    dalle antichissime origini ed è stato un piacere consegnare al
    vincitore un manufatto di una delle aziende simbolo
    dell’eccellenza dell’artigianato e del design Made in Italy” ha
    commentato l’Ambasciatore Benedetti.   
    Per il suo valore simbolico, considerato il significato che il
    Sumo riveste nella cultura e nella società giapponese – oltre
    all’aspetto sportivo, “il Premio Italia Hatsubasho – ha aggiunto
    l’ambasciatore – è una conferma dell’eccezionale andamento delle
    relazioni bilaterali, recentemente rilanciate in occasione
    dell’incontro a Roma tra il Presidente del Consiglio Meloni e il
    Primo Ministro Kishida che hanno concordato di elevare il
    partenariato bilaterale a livello strategico”. (ANSA).   

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    Benzina:Silvestri(M5s), sciopero colpa di inadeguatezza governo

    (ANSA) – ROMA, 23 GEN – “Le accuse rivolte ai benzinai da
    parte del governo, additati come i responsabili della
    speculazione per l’aumento dei prezzi del carburante, dimostra
    come questo esecutivo scelga sempre di colpire gli anelli più
    fragili della catena per coprire le proprie inadeguatezze e
    incompetenze”. Lo afferma in una nota Francesco Silvestri,
    capogruppo alla Camera M5S.   
    “Lo sciopero dei benzinai, così come tanti altri
    provvedimenti e posizioni sbagliate del governo Meloni, causerà
    gravi danni ai cittadini, costretti a fare i conti con un
    esecutivo che, non solo non riesce a risolvere i problemi, ma ne
    causa di nuovi. Giorgia Meloni e la sua maggioranza dovrebbero
    immediatamente ammettere di aver cercato un capro espiatorio per
    cercare di nascondere gli effetti delle loro scelte politiche e
    chiedere scusa alla categoria dei benzinai, e dopo di loro a
    tutti gli italiani”, conclude. (ANSA).   

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    Oggi alla Camera il sesto pacchetto dl armi all'Ucraina

    Inizia oggi nell’Aula della Camera l’esame del decreto legge che prolunga per tutto il 2023 l’autorizzazione al governo ad inviare armi all’Ucraina, un provvedimento già approvato dal Senato e che dovrebbe ricevere il via libera definitivo da Montecitorio entro giovedì. Si tratta di un passaggio che dovrebbe confermare quanto avvenuto a Palazzo Madama e in Commissione, vale a dire la compattezza della maggioranza sul sì al provvedimento, con la Lega che però solleva dubbi sull’efficacia delle sanzioni alla Russia, e una nuova differenziazione nelle opposizioni, con Pd e Terzo Polo a sostegno dell’appoggio militare a Kiev, e M5s e Avs contrari all’invio di armi, tra le quali – ha confermato il ministro Antonio Tajani – dovrebbero esserci i nuovi missili terra-aria di costruzione franco-italiana.
    M5s e Nicola Fratoianni hanno presentato due emendamenti, bocciati dalle Commissioni, che chiedevano che ciascun invio di armi sia autorizzato dal Parlamento. Una dialettica, che però non si traduce in una divisione nel voto, si registra nel centrodestra con la Lega che contesta l’efficacia delle sanzioni contro la Russia: lo ha fatto Simone Billi in Commissione così come Massimiliano Romeo in Senato. Ma il problema sarà nel campo delle opposizioni: a fronte, anche oggi, del convinto sì dei due candidati alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini ed Elly Schlein al sostegno militare a Kiev, si contrapporrà un nuovo “niet” di Giuseppe Conte che però, come al Senato non farà ostruzionismo.
    Finora, con altrettanti decreti ministeriali, ci sono stati nel 2022 cinque invii di armi e in una intervista al Corriere della Sera il ministro Tajani ha spiegato che è in preparazione “il sesto pacchetto”, nel quale dovrebbero esserci i missili terra-aria Samp-T, di fabbricazione italo-francese, essenziali per la difesa aerea dell’Ucraina per abbattere i missili russi e i droni forniti dall’Iran” ma anche “altre azioni a cui lavoriamo riservatamente”.
    L’Italia, del resto “sostiene ogni pista possibile per arrivare a una pace giusta, che significa l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina”, ha sottolineato osservando che se è vero che “il conflitto deve finire al più presto, allora per i Paesi alleati dell’Ucraina deve essere ben chiaro che dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare questa nazione nella sua battaglia per l’indipendenza”.

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    Ucraina, sesto pacchetto del dl armi alla Camera. Pd-M5s ancora divisi

    Inizia lunedì mattina nell’Aula della Camera l’esame del decreto legge che prolunga per tutto il 2023 l’autorizzazione al governo ad inviare armi all’Ucraina, un provvedimento già approvato dal Senato e che dovrebbe ricevere il via libera definitivo da Montecitorio entro giovedì. Si tratta di un passaggio che dovrebbe confermare quanto avvenuto a Palazzo Madama e in Commissione, vale a dire la compattezza della maggioranza sul sì al provvedimento, con la Lega che però solleva dubbi sull’efficacia delle sanzioni alla Russia, e una nuova differenziazione nelle opposizioni, con Pd e Terzo Polo a sostegno dell’appoggio militare a Kiev, e M5s e Avs contrari all’invio di armi, tra le quali – ha confermato il ministro Antonio Tajani – dovrebbero esserci i nuovi missili terra-aria di costruzione franco-italiana.
    “Siamo proprio curiosi di vedere come si comporteranno le varie opposizioni, Pd, 5 Stelle, Verdi e gli altri – ha commentato il capogruppo di Fdi Tommaso Foti – con la certezza che quel fronte sia destinato a spaccarsi”. Concetto ripetuto anche da Giovanni Donzelli, Emanuele Loperfido ed Elisabetta Gardini. La “certezza” espressa da Foti si basa anche su quanto avvenuto la scorsa settimana nelle Commissioni Esteri e Difesa: qui M5s, con Marco Pellegrini, ha affermato che “il decreto, prorogando l’invio di armi, allontana l’obiettivo di salvaguardare le vite umane e prolunga la durata di un conflitto”.
    Tesi subito contestata dai Dem con Piero Fassino, che ha sottolineato come piuttosto sia la parità militare di Kiev e Mosca a costringere Putin a trattare. Opinione sostenuta anche dagli esponenti del centrodestra. M5s e Nicola Fratoianni hanno presentato due emendamenti, bocciati dalle Commissioni, che chiedevano che ciascun invio di armi sia autorizzato dal Parlamento. Una dialettica, che però non si traduce in una divisione nel voto, si registra nel centrodestra con la Lega che contesta l’efficacia delle sanzioni contro la Russia: lo ha fatto Simone Billi in Commissione così come Massimiliano Romeo in Senato. Ma il problema sarà nel campo delle opposizioni: a fronte, anche oggi, del convinto sì dei due candidati alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini ed Elly Schlein al sostegno militare a Kiev, si contrapporrà un nuovo “niet” di Giuseppe Conte che però, come al Senato non farà ostruzionismo. Finora, con altrettanti decreti ministeriali, ci sono stati nel 2022 cinque invii di armi e in una intervista al Corriere della Sera il ministro Tajani ha spiegato che è in preparazione “il sesto pacchetto”, nel quale dovrebbero esserci i missili terra-aria Samp-T, di fabbricazione italo-francese, essenziali per la difesa aerea dell’Ucraina per abbattere i missili russi e i droni forniti dall’Iran” ma anche “altre azioni a cui lavoriamo riservatamente”. L’Italia, del resto “sostiene ogni pista possibile per arrivare a una pace giusta, che significa l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina”, ha sottolineato osservando che se è vero che “il conflitto deve finire al più presto, allora per i Paesi alleati dell’Ucraina deve essere ben chiaro che dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare questa nazione nella sua battaglia per l’indipendenza”. Il Parlamento, ha infine rassicurato, “sarà sempre informato di ogni iniziativa e di ogni eventuale futuro invio di materiale militare. Ricordo che il decreto Ucraina ha esteso al 2023 la possibilità di forniture. Rispetteremo l’impegno preso”.

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    Meloni in arrivo oggi a Algeri, lunedì bilaterale con Tebboune

    La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è atterrata ad Algeri per la visita ufficiale bilaterale nella Repubblica Algerina Democratica e Popolare, il primo impegno del genere da quando è alla guida del governo. Meloni inizierà la due giorni in Algeria deponendo una corona di fiori al Monumento del Martire. Alle 17.45 è in programma la visita alla nave della Marina Militare italiana Carabiniere, che è approdata al porto di Algeri. In serata assieme al primo ministro algerino Aimen Benabderrahmane parteciperà a una cena ufficiale in un ristorante di un grande hotel della capitale,
    Lunedì alle 10 farà una tappa simbolica al Giardino Mattei, per rendere omaggio al fondatore dell’Eni, poi andrà alla fortezza-museo Bastion 23, storico monumento nella casbah. Alle 11.30 il cerimoniale prevede l’arrivo al palazzo El Mouradia, per l’incontro ufficiale con il presidente della Repubblica algerina, Abdelmadjid Tebboune. Giorgia Meloni è stata accolta all’aeroporto di Algeri dal primo ministro della Repubblica algerina, Aimen Benabderrahmane, e dall’ambasciatore d’Italia ad Algeri, Giovanni Pugliese. Sono stati eseguiti gli inni nazionali italiano e algerino, poi il passaggio in rassegna della Guardia repubblicana e delle tre forze armate algerine. 

    Agenzia ANSA

    Premier e Guardasigilli si incontreranno per definire il cronoprogramma delle iniziative necessarie a migliorare lo stato della giustizia italiana (ANSA)

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    Mattarella concede la grazia parziale a ex guardia giurata

    Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha concesso una grazia “parziale” a Crocifisso Martina, ex guardia giurata di Torchiarolo (Brindisi) , attualmente detenuto nel carcere di Matera dove sta scontando una condanna definitiva a 14 anni di reclusione per l’omicidio di Marco Tedesco, avvenuto la notte del 23 gennaio 2007 nel corso di un tentativo di rapina.    L’intervento di Mattarella, giunta dopo la richiesta di grazia inviata al Colle dalla figlia Martina, permetterà all’uomo di scontare sei anni in meno di pena e di uscire pertanto dal carcere non più nel 2036, ma, anche grazie ad alcuni sconti di pena, nel 2026.
    Martina era stato condannato dai giudici della Corte d’Assise di Lecce a 14 anni di reclusione nel dicembre del 2013. L’ex guardia giurata aveva sorpreso Marco Tedesco, all’epoca dei fatti 28enne, quella notte del gennaio 2007 mentre, insieme con tre complici, stava compiendo una rapina nella stazione di carburanti Q8 sulla superstrada tra Lecce e Brindisi. Inizialmente Martina era stato accusato di omicidio colposo ed eccesso di difesa ma poi il giudice monocratico di Campi salentina, Stefano Sernia, aveva inviato gli atti nuovamente alla Procura per riformulare l’accusa in omicidio volontario. Martina ha sempre sostenuto di aver sparato perchè i malfattori erano armati, anche se la loro arma non venne mai trovata. Quella sera intervenne insieme con una seconda guardia giurata che fu prosciolta dalle accuse.

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    Meloni: 'Piena fiducia in Nordio, l'ho fortemente voluto

    “Dopo le notizie infondate circa le presunte divisioni tra il Presidente del Consiglio e il ministro Giorgietti, tra il Presidente del Consiglio e il ministro Piantedosi, oggi è la volta del ministro Nordio. Spiace deludere, ma il clima nel Cdm è ottimo e tutti i ministri lavorano in piena sinergia con palazzo Chigi.Nello specifico, il presidente Meloni ribadisce la sua piena fiducia nel Guardasigilli, che ha fortemente voluto a Via Arenula e con il quale mantiene contatti quotidiani”. Lo afferma una nota di Palazzo Chigi. “In questo quadro, il presidente Meloni e il ministro Nordio si incontreranno in settimana per definire il cronoprogramma delle iniziative necessarie a migliorare lo stato della giustizia italiana”. Li riferisce una nota di Palazzo Chigi in cui la premier assicura “piena fiducia” nel guardasigilli.”Il Governo è determinato – si spiega nella nota -, infatti, a portare avanti e ad attuare il programma di coalizione votato dai cittadini per dare all’Italia una giustizia giusta, veloce e vicina a cittadini e imprese”.   

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    Dietrofront di Fdi sui balneari, Fi e Lega: 'Avanti su proroga'

    Fdi spiazza gli alleati di maggioranza sui balneari, uno dei temi che ha compattato il centrodestra anche sotto il governo Draghi, allora diviso tra Fi e Lega che sostenevano l’esecutivo e Fdi che gli si opponeva. Il partito di Giorgia Meloni ha infatti deciso di non inserire tra gli emendamenti al Milleproroghe segnalati dal proprio gruppo al Senato quello che mirava ad eliminare il termine del 31 dicembre 2023 per la validità delle concessioni balneari prorogandole senza una fine certa. Un obiettivo perseguito anche da analoghi emendamenti di Fi e Lega, che però confermano la linea “segnalando” i due emendamenti azzurri (uno proroga le concessioni di un anno, l’altro di due) sottoscritti dal partito di via Bellerio che tra l’altro con il leader Matteo Salvini è tornato sull’argomento rivelando di aver parlato su questo con la premier Giorgia Meloni. Da Forza Italia, però, si preferisce evitare di parlare di “rottura” nella maggioranza anche se non si nascondono le possibili difficoltà cui andrà incontro la stessa Meloni. “Poi siamo sempre disponibili a vederci e trovare una soluzione tra di noi”, aggiungono fonti del partito di Berlusconi.
    A fronte dei 1.200 emendamenti al Milleproroghe presentati dai partiti nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato, i gruppi si sono impegnati a indicare entro lunedì alle 15 i “segnalati”, cioè quelli che verranno davvero discussi e votati. Ebbene Fdi ha anticipato i tempi indicando i propri emendamenti segnalati, e tra questi non vi è quello sui balneari. Questo abrogava il termine del 31 dicembre 2023 indicato da Consiglio di Stato e confermato dal ddl concorrenza del governo Draghi per la validità delle attuali concessioni. Questo termine implica l’approvazione entro l’anno in corso della riforma e della successiva messa a gara delle concessioni.
    La prima firma di Lavinia Mennuni, senatrice vicina a Meloni, dava autorevolezza all’emendamento, che avrebbe rappresentato una prova muscolare contro Consiglio di Stato e Ue. Mennuni ha presentato anche un secondo emendamento che sposta solo in avanti il termine di un anno. Simile a questo secondo emendamento è la proposta Fi-Lega, firmata da Licia Ronzulli, Maurizio Gasparri, Gianmarco Centinaio e Roberto Marti che fa slittare la proroga di due anni, al 31 dicembre 2025, ma mantiene un termine. Gli stessi Centinaio e Marti hanno presentato un altro emendamento che istituisce un tavolo tecnico presso il Ministero delle Infrastrutture per varare la riforma, in attesa della quale rimangono valide le concessioni, senza un termine perentorio: proprio come prevede l’emendamento Mennuni.
    Il braccio di ferro con il Consiglio di Stato e Ue solleva dei dubbi, di cui si è fatto portavoce il sindaco di Rimini, Roberta Frisoni, che definisce “palliativo” questo prolungamento del limbo normativo. In questo contesto Matteo Salvini ha detto di mirare a “chiudere positivamente entro l’estate” il dossier “coinvolgendo le associazioni di categoria”. “Ho parlato ieri con Giorgia Meloni e abbiamo un’idea che coincide, quindi conto che anche questo dopo anni e anni di attesa sia un dossier che il nuovo governo vada a chiudere”, ha detto, salvo il dietrofront del gruppo di Fdi giunto dopo pochi minuti. “Dalla maggioranza di destra giunge l’ennesimo segnale di confusione”, ha commentato Osvaldo Napoli di Azione, sottolineando il nuovo caso di divisione del centrodestra. “Siamo all’actor studio” ha invece ironizzato Raffaella Paita, capogruppo di Iv, sull’improvvisa inversione a U di Fdi. “Anche sui balneari il Governo Meloni arranca, indeciso a tutto”, stigmatizza Benedetto Della Vedova (+Europa) che chiede la messa a gara delle concessioni. (ANSA).