Papa Francesco è arrivato a Kinshasa
(ANSA) – ROMA, 31 GEN – Papa Francesco è arrivato a Kinshasa,
nella Repubblica Democratica del Congo, prima tappa del suo
viaggio in Africa. (ANSA).
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(ANSA) – ROMA, 31 GEN – Papa Francesco è arrivato a Kinshasa,
nella Repubblica Democratica del Congo, prima tappa del suo
viaggio in Africa. (ANSA).
(ANSA) – ROMA, 31 GEN – “L’aula di oggi era chiamata in modo
unanime ad approvare la proposta di legge istitutiva della
commissione antimafia. Su questo pensiamo che ci debba essere
unità. Questa unità è stata insozzata dalle parole di Donzelli,
che sono gravissime e hanno contenuto e carattere di rilevanza
penale. Visto che Donzelli ha importanti ruoli istituzionali, ci
chiediamo se questa sia la posizione del presidente Meloni.
Chiediamo alla presidente Meloni di prendere una posizione
chiara. Ci dica la presidente Meloni se la pensa allo stesso
modo”.
Così Debora Serracchiani, in un punto stampa fuori da palazzo
Montecitorio dopo la bagarre in aula. (ANSA).
(ANSA) – ROMA, 31 GEN – Da tre anni, più di 1 milione di
ragazze hanno perso l’opportunità di frequentare la scuola
secondaria. Nel 2023, se l’istruzione secondaria rimarrà chiusa,
secondo le stime, 215.000 ragazze che hanno frequentato il sesto
grado l’anno passato vedranno ancora una volta negato il loro
diritto all’apprendimento. Lo denuncia, in una nota, l’Unicef
spiegando però che “ci sono alcuni segnali positivi: circa
200.000 ragazze continuano a frequentare le scuole secondarie in
circa 12 province”.
· Inoltre nell’ultimo anno, il numero di classi per
l’istruzione su base comunitaria che si svolgono in case
private/luoghi pubblici è raddoppiato, passando da 10.000 a
20.000. Queste classi ospitano circa 600.000 bambini, di cui il
55% sono ragazze.
“Oltre a chiedere l’abrogazione del divieto di lavorare in
Afghanistan per le operatrici umanitarie delle Ong nazionali e
internazionali] abbiamo chiesto e sostenuto la piena inclusione
delle ragazze e delle donne nella vita pubblica, in particolare
nell’istruzione pubblica secondaria e terziaria. I numeri sono
allarmanti” ha detto il vice-direttore generale dell”Unicef
Omar Abdi alla conferenza stampa delle Nazioni Unite.
I segnali positivi sono “il risultato – ha aggiunto – sia
dell’impegno delle autorità de facto sia della pressione delle
comunità locali per mantenere aperte le scuole e le classi su
base comunitaria. Finché le comunità continueranno a chiedere
l’istruzione, dobbiamo continuare a sostenere sia l’istruzione
pubblica che le altre forme di istruzione, classi per
l’istruzione su base comunitaria, classi di recupero, formazione
professionale. Senza l’istruzione, c’è poca speranza per un
futuro migliore per le ragazze e le donne dell’Afghanistan”.
(ANSA).
(ANSA) – ROMA, 31 GEN – Il bilancio delle vittime
dell’attentato suicida di ieri a una moschea di Peshawar è
salito a quota 92, segnando uno degli attacchi più letali degli
ultimi anni in un Pakistan che si trova ad affrontare quella che
un analista ha definito “una crisi di sicurezza nazionale”: lo
ha reso noto il vice commissario di Peshawar, Shafiullah Khan,
riporta la Cnn. Oltre 80 persone sono ancora ricoverate in
ospedale, ha aggiunto. (ANSA).
Il disegno di legge sull’Autonomia differenziata, a quanto si apprende, dovrebbe essere all’ordine del giorno della riunione preparatoria, in programma alle 13, del Consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi giovedì. Il testo, si apprende da diverse fonti di governo, non è stato però ancora diramato ai ministeri. “L’autonomia martedì va in pre-Consiglio dei ministri – aveva spiegato sabato il ministro per l’Autonomia e gli Affari regionali Roberto Calderoli -, e poi ragionevolmente andrà in Consiglio dei ministri”.
Le Camere hanno sessanta giorni di tempo per esaminare l’intesa fra Regione e Stato per l’attribuzione di nuove funzioni. Rispetto alle ipotesi delle scorse settimane, raddoppiano i tempi di questo passaggio nella bozza del ddl sull’Autonomia differenziata all’esame del pre-Cdm. Si prevede che la valutazione dell’intesa spetti, oltre che al Mef, anche i ministri competenti per materia. Inoltre, lo schema di intesa va trasmesso immediatamente alla Conferenza unificata, e non dopo la sottoscrizione. Lo schema di intesa definitivo va approvato dalla Regione, poi entro 30 giorni è deliberato dal Consiglio dei ministri.
L’intesa con cui lo Stato attribuisce funzioni di autonomia differenziata a una Regione ha una durata “non superiore a dieci anni”. Con le stesse modalità con cui viene realizzata, “su iniziativa dello Stato o della Regione interessata, l’intesa può essere modificata”. “L’intesa – si legge nella bozza – può prevedere inoltre i casi e le modalità con cui lo Stato o la Regione possono chiedere la cessazione della sua efficacia, che è deliberata con legge a maggioranza assoluta delle Camere”. La bozza prevede che “alla scadenza del termine di durata, l’intesa si intende rinnovata per un uguale periodo, salvo diversa volontà dello Stato o della Regione, manifestata almeno sei mesi prima della scadenza”. “Ciascuna intesa – si legge ancora nel testo – individua i casi in cui le disposizioni statali vigenti nelle materie di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, oggetto di intesa con una Regione, approvata con legge, continuano ad applicarsi nei relativi territori della Regione fino alla data di entrata in vigore delle disposizioni regionali disciplinanti gli ambiti oggetto dell’intesa”.
Il 12 febbraio e il 7 marzo: sono due le date da segnare sul calendario che decideranno il destino di Alfredo Cospito. La prima indica la scadenza del mese di tempo che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha per rispondere all’istanza di revoca del 41 bis presentata dal legale dell’anarchico abruzzese.
Il 7 marzo, invece, i giudici della Cassazione dovranno decidere sul ricorso presentato sempre dalla difesa di Cospito contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma che ha confermato il regime del “carcere duro” per quattro anni. Si muove dunque su due piani, quello politico-amministrativo e quello giudiziario, la strategia dell’avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini.
L’istanza di revoca è sul tavolo del Guardasigilli dal 12 gennaio. Il 41bis era stato firmato il 4 maggio scorso dall’allora ministro Marta Cartabia su richiesta concorde della Direzione distrettuale antimafia di Torino e della Direzione nazionale antimafia, dopo che Cospito aveva fatto pervenire dal carcere “documenti di esortazione alla prosecuzione della lotta armata di matrice anarco-insurrezionalista”.
Ora Nordio a suo volta non può decidere senza un parere dei magistrati competenti. E a questo proposito, nei giorni scorsi si è svolto un incontro alla Dna a cui hanno preso parte anche le autorità giudiziarie che si sono occupate di vicende relative all’anarchico. Nell’istanza presentata al ministro, l’avvocato di Cospito fa riferimento a “fatti nuovi” non “sottoposti alla cognizione del Tribunale di Sorveglianza di Roma”, e in particolare le motivazioni di una sentenza con la quale la Corte d’Assise di Roma ha assolto dall’accusa di associazione con finalità di terrorismo tutti gli imputati appartenenti a un centro sociale di Roma, e con cui Cospito aveva avuto “confronti epistolari”.
Dal momento che scopo del 41bis non è infliggere una punizione aggiuntiva ma fare in modo che il detenuto non possa impartire ordini all’esterno, l’assoluzione – nel ragionamento della difesa – suffragherebbe il fatto quelle comunicazioni non servivano manipolare una cellula esterna. “Bisogna domandarci – ha osservato il Garante nazionale Mauro Palma – se per Cospito serve il 41 bis o se per esempio non può bastare una censura rispetto ad eventuali scritti o forme di comunicazione, credo che ci siano elementi per analizzare questo ulteriore passo”. Quanto all’altra strada, quella del ricorso in Cassazione, i tempi sono più lunghi. La Suprema Corte aveva inizialmente fissato l’udienza al 20 aprile, per poi anticiparla al 7 marzo in ragione dello stato di salute di Cospito. Se i giudici accogliessero il ricorso, annullando l’ordinanza, sarebbe probabilmente necessaria una nuova decisione del tribunale di Sorveglianza.
(ANSA) – MILANO, 30 GEN – “Quando abbiamo una biblioteca qui,
aperta a tutti, vuol dire che nella cultura e nella lettura c’è
una grande speranza”. Lo ha detto la senatrice a vita Liliana
Segre nel corso della ‘Memoria della deportazione dalla Stazione
Centrale di Milano’ al Memoriale della Shoah, l’iniziativa per
ricordare l’anniversario della sua deportazione avvenuta il 30
gennaio del 1944 promossa dalla Comunità di Sant’Egidio per il
ventisettesimo anno.
“Anche se io sono pessimista per quello che penso sul
ricordo della Shoah – ha aggiunto -, quando ho iniziato a
frequentare questa biblioteca e a sentire che tante persone
vengono qui, penso che una volta di più la salvezza sia nel
libro”.
“Questo luogo mi ricorda tante persone e tanti fatti, tante
parole. Mi ricordo gesti orribili ma anche cose belle di chi ha
voluto trasformarlo – ha concluso -. Non abbiamo trovato nessuno
quando ci hanno deportato a fermare i camion che venivano qua a
sbarcare le persone per infilarle in quei vagoni. Il ricordo non
è solo tragico perché oltre a essere un luogo vistato da ragazzi
meravigliosi, inoltre da tutta questa ricerca di memoria oggi è
nata una cosa straordinaria che è la biblioteca”.
Una ragazza che è salita sul palco a leggere una poesia si è
rivolta a Liliana Segre e le ha detto: “Noi siamo le nuove
candele della memoria, la Shoah non sarà una riga sui libri di
storia ma una memoria viva”. (ANSA).
Nelle scelte per l’anno scolastico 2023/2024 aumentano ancora le iscrizioni agli Istituti tecnici, che salgono al 30,9%, rispetto al 30,7% dello scorso anno. Gli Istituti professionali passano dal 12,7% al 12,1%. Restano in testa alle preferenze i Licei, con i loro diversi indirizzi, che quest’anno vengono scelti dal 57,1% dei neoiscritti (l’anno scorso erano stati il 56,6%).
Questi i primi dati sulle iscrizioni online alle classi prime delle Scuole secondarie di II grado per l’anno scolastico 2023/2024, che si concluderanno alle 20.00 di questa sera. Le iscrizioni online riguardano anche le classi prime della primaria, della secondaria di I grado e i percorsi di istruzione e formazione professionale erogati dai centri di formazione professionale accreditati dalle Regioni e le scuole paritarie che, su base volontaria, aderiscono alla procedura telematica.
I Licei continuano a essere preferiti da oltre la metà delle iscrizioni con il 57,1%, rispetto al 56,6% di un anno fa. Il Classico viene scelto dal 5,8% (un anno fa era al 6,2%). Il 26,1% opta per gli scientifici (26% un anno fa). In questo ambito, lo Scientifico tradizionale raccoglie il 14,1% delle preferenze (rispetto al 14% del 2022/2023). Il Linguistico sale dal 7,4% al 7,7%. Cresce il Liceo delle Scienze Umane, dal 10,3% all’11,2%. L’Artistico passa dal 5,5% al 4,9%. I Licei ad indirizzo Europeo ed Internazionale raccolgono lo 0,4% (0,5% un anno fa), i Musicali e Coreutici passano dallo 0,7% allo 0,9%.
Le iscrizioni ai Tecnici salgono dal 30,7% al 30,9%. Il Settore Economico cresce, dal 10,3% del 2022/2023 all’11,5%. La scelta principale è quella per l’indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing”, preferito dall’8,7% delle studentesse e degli studenti, mentre il 2,8% opta per l’indirizzo “Turismo”.
Il Settore Tecnologico, scelto un anno fa dal 20,4%, quest’anno ha il 19,4% delle preferenze. Nel Tecnologico, gli indirizzi più gettonati sono “Informatica e Telecomunicazioni” (6%), “Meccanica, Meccatronica ed Energia” (2,8%) e “Chimica, Materiali e Biotecnologie” (2,4%).
L’iscrizione ai Professionali passa dal 12,7% di un anno fa al 12,1%. Gli indirizzi più scelti sono “Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera” (4%), “Manutenzione e Assistenza Tecnica” e “Servizi per la Sanità e l’assistenza Sociale” (entrambi all’1,6%) e “Servizi Commerciali” (1,3%).
Tre conferme per le Regioni con il maggior numero di iscrizioni a Licei, Istituti tecnici e Istituti professionali.
Anche quest’anno sono rispettivamente Lazio (69,7% per i Licei), Veneto (38,8% per i Tecnici) ed Emilia-Romagna (15,6% per i Professionali).
Nella scuola elementare, viene avanzata domanda di tempo pieno (per un totale di 40 ore settimanali) dal 48,4% delle famiglie. Segue la scelta delle 27 ore settimanali, con il 31,1% delle richieste.
In media, oltre il 92% degli utenti si ritiene soddisfatto del funzionamento delle iscrizioni online, sia per la semplicità della procedura che per il tempo risparmiato. Per accedere alla procedura online era necessario possedere un’identità digitale: Spid (Sistema pubblico di identità digitale), Cie (Carta di identità elettronica) o eIdas (electronic IDentification authentication and signature). Il sistema “Iscrizioni online” consentirà alle famiglie di seguire in tempo reale l’iter della domanda di iscrizione inoltrata non solo tramite la posta elettronica e il portale dedicato, ma anche attraverso le notifiche dell’App Io, l’app dei servizi pubblici. (ANSA).