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    L'ex speechwriter di Putin: 'golpe entro un anno'

       Vladimir Putin rischia di essere detronizzato da un colpo di stato entro un anno. A sostenerlo è Abbas Gallyamov, speechwriter del leader del Cremlino fino al 2010 e profondo conoscitore della sua personalità che, in un’intervista alla Cnn, spiega perché il fallimento della guerra in Ucraina sta accelerando il declino politico dello zar.
        “L’economia russa soffre sotto il peso delle sanzioni occidentali, la guerra è persa. Ogni giorno sempre più cadaveri rientrano in patria. I russi cominciano a domandarsi perché stia succedendo tutto questo. E la loro risposta è: ‘Perché siamo governati da un vecchio tiranno, un vecchio dittatore'”, ha detto Gallyamov, ipotizzando che “un golpe militare potrebbe accadere nei prossimi dodici mesi”. Tra un anno, ha spiegato, “la situazione politica cambierà, la guerra sarà davvero impopolare e il presidente sempre più odiato”.
        Per l’ex speechwriter è molto probabile che lo zar cancelli le elezioni presidenziali previste per marzo 2024 e dichiari la legge marziale: “Se non vincerà la guerra in Ucraina, sarà in difficoltà di fronte al popolo russo. I russi non hanno bisogno di lui se non è forte. A questo punto potrebbe annullare il voto e dichiarare la legge marziale”. Quanto alle condizioni del leader del Cremlino, l’ex collaboratore sostiene che fisicamente stia meglio rispetto ad aprile e maggio. Ma il problema è comportamentale. “Agisce in modo imprevedibile ed illogico. Un giorno promuove un generale, il giorno dopo lo degrada. Un momento concede troppo potere a Yevgeny Prigozhin, il momento dopo glielo leva”, spiega l’analista riferendosi al fondatore del gruppo di mercenari Wagner che sta acquisendo sempre più potere sull’esercito russo in Ucraina. Non solo, secondo Gallyamov l’immagine da ‘macho’ che Putin ha sempre voluto dare di sé si sta “disintegrando”. “E’ diventato troppo emotivo”, sostiene. “Prima era un uomo razionale, riusciva a controllarsi.
        Adesso è come se le sue mani si muovessero da sole. E agli occhi del popolo, da grande stratega si sta trasformando in un dittatore di serie B”.    In conclusione, per l’ex speechwriter di Putin data la situazione basterebbe veramente poco “per accendere la miccia” di un colpo di stato, considerando anche il malcontento e la frustrazione che serpeggiano da mesi nelle file dell’esercito di Mosca. “I comandanti delle forze armate di una nazione autoritaria sono opportunisti”, spiega Gallyamov. “Una volta che inizia una rivolta, la lealtà del giorno prima svanisce e i leader militari si schierano dalla parte di chi ha più chance di vincere”. 

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    Sì delle Commissioni al dl Ong, giovedì in Aula

    Le commissioni Affari costituzionali e Trasporti della Camera hanno dato il via libera al decreto sulle navi delle Ong, votando il mandato ai relatori.
    A favore la maggioranza, contrari tutti i gruppi dell’opposizione, che esprimeranno ciascuno un relatore di minoranza.
    Il decreto approda in aula giovedì per la discussione generale, mentre le votazioni slitteranno a dopo le regionali del 12 e 13 febbraio.   

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    Ultimo giorno di tesseramento al Pd, Giarrusso è fuori

    Porte chiuse e sistema online inaccessibile. Dalle 12 di stamattina il Partito Democratico non accetta più nuovi iscritti. Chi ha la tessera in tasca potrà partecipare nei circoli al voto dei candidati alla Segreteria, chi no è fuori dal percorso costituente. E l’escluso di cui si è molto parlato negli ultimi giorni è proprio Dino Giarrusso, l’eurodeputato ex M5s che aveva sorpreso tutti con l’annuncio del suo ingresso nel partito. Per Stefano Vaccari il regolamento è chiaro: “Non può iscriversi chi risulta eletto in altri gruppi, e non solo dell’europarlamento: è l’articolo 15 sul tesseramento”.
    Il responsabile Organizzazione Dem scrive dunque l’ultima parola del caso, i cui strascichi si sono sentiti fino a oggi.
    Ultimo, in ordine di apparizione, l’attacco di Matteo Renzi: “Facendosi dettare la linea dall’ex grillino, il PD diventa ufficialmente ex riformista”. Ma Vaccari rassicura tutti: “Nessun pericolo che Giarrusso prenda la tessera, lo dico anche ad Alessandro Gassmann”. Che si era speso in una dura invettiva sui social.
    Chi non ha ancora la tessera ma invece potrà discutere nei circoli Dem sono gli iscritti ad Art.1. A una condizione, però: aver sottoscritto entro oggi l’impegno ad aderire al tesseramento del “Nuovo PD” una volta concluso il percorso costituente. Dei circa 13.000 iscritti ad Art.1, i protagonisti del “ricongiungimento familiare”, secondo fonti parlamentari, sono in tutto 9000. Finora, l’unico numero trapelato da una riservatissima Commissione nazionale per il Congresso. Di altre adesioni dell’ultimo minuto dalle fila degli ex-pentastellati non c’è traccia. “Non ho contezza di richieste in tal senso”, commenta in Transatlantico Vaccari, che mette a tacere anche le voci sui possibili ingressi degli ex ministri Di Maio e Spadafora.
    Per il numero totale dei nuovi iscritti, invece, si dovrà aspettare almeno il 2 febbraio, dicono dal Nazareno. Il tempo tecnico di ricevere e accorpare le comunicazioni dai circoli, dove continuano invece i tesseramenti per chi era già nel Pd lo scorso anno. In attesa dei grandi numeri, Vaccari prova a instillare fiducia: “Il dato finale sarà la risposta alle Cassandre, a dire il vero qualcuna anche interna alla nostra stessa comunità, che preconizzavano un partito morto e sepolto”.
    Il deputato è certo di “un dato significativo, seppure in calo rispetto agli oltre 320 mila iscritti del 2021”.
    Mentre si aspettano i dati sulle nuove tessere del puzzle-Pd, alcuni importanti documenti sono già stati depositati: le mozioni dei quattro candidati alla corsa verso la segreteria.
    Limati i programmi, ora la campagna può entrare nel vivo. Tra circoli e piazze.   

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    Dalla Camera via libera all'istituzione della commissione Antimafia

    Via libera pressochè unanime dell’Aula della Camera alla proposta di legge sulla istituzione della commissione parlamentare antimafia in questa legislatura. Il testo, approvato a Montecitorio con 288 voti a favore, nessun contrario ed un astenuto, ora passa al Senato.
    La Commissione è composta da venticinque senatori e venticinque deputati, scelti rispettivamente dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati, in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di almeno un deputato per ciascun gruppo esistente alla Camera dei deputati e di almeno un senatore per ciascun gruppo esistente al Senato della Repubblica.
    I componenti sono nominati tenendo conto anche della specificità dei compiti assegnati alla Commissione, che può organizzare i suoi lavori attraverso uno o più comitati. La Commissione può ottenere copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l’autorità giudiziaria o altri organi inquirenti nonché copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari.
    L’autorità giudiziaria può trasmettere copie di atti e documenti anche di propria iniziativa.
    I componenti della Commissione, i funzionari e il personale di qualsiasi ordine e grado addetti alla Commissione stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere atti di inchiesta oppure ne viene a conoscenza per ragioni di ufficio o di servizio sono obbligati al segreto. La Commissione può avvalersi dell’opera di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria, di collaboratori interni ed esterni all’amministrazione dello Stato. Le spese per il funzionamento della Commissione sono stabilite nel limite massimo di 300.000 euro per l’anno 2023 e per ciascuno degli anni successivi. 

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    Ex mercenario della Wagner descrive le brutalità in prima linea

       Andrei Medvedev, l’ex mercenario del gruppo Wagner che ha disertati e ha chiesto asilo alla Norvegia, in un’intervista esclusiva alla Cnn da Oslo ha raccontato la bruitalità alla quale ha assistito in Ucraina. Ha spiegato che i combattenti Wagner venivano spesso mandati in battaglia con poche indicazioni, e il trattamento riservato alle reclute riluttanti era spietato. “Riunivano quelli che non volevano combattere e gli sparavano davanti ai nuovi arrivati”, ha rivelato. “Ad esempio, hanno portato due prigionieri che si sono rifiutati di andare a combattere e hanno sparato loro davanti a tutti, poi li hanno seppelliti nelle trincee scavate dalle reclute”.    Il 26enne, che afferma di aver precedentemente prestato servizio nell’esercito russo, si è unito a Wagner come volontario. È entrato in Ucraina meno di 10 giorni dopo aver firmato il suo contratto nel luglio 2022, prestando servizio vicino a Bakhmut, la città in prima linea nel Donetsk. Medvedev ha parlato alla Cnn da Oslo dopo aver attraversato il suo confine in un’audace defezione che, stando al suo racconto, lo ha visto sfuggire all’arresto “almeno dieci volte” e schivare i proiettili delle forze russe. A suo parere, al gruppo Wagner mancava una strategia: “Non c’erano vere tattiche. Abbiamo solo ricevuto ordini sulla posizione dell’avversario ma non c’erano ordini precisi su come comportarci. Pianificavamo come procedere passo dopo passo”. 

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    Carfagna, Meloni cede alla Lega su Autonomia

    (ANSA) – ROMA, 31 GEN – “Per l’autonomia di Calderoli vale la
    proprietà commutativa: cambiando l’ordine delle bozze il
    risultato non cambia. Anche nell’ultima versione la riforma
    resta uno schiaffo ai cittadini del Sud e rischia di essere una
    presa in giro per quelli del Nord. Perché delle due l’una: o in
    assenza di determinazione dei Lep l’autonomia non verrà attuata
    oppure verrà realizzata senza che un solo Lep sia finanziato. In
    entrambi i casi spiace vedere come la Meloni abbia totalmente
    ceduto alla propaganda della Lega”. Così Mara Carfagna,
    presidente di Azione, che aggiunge: “Restano irrisolte tutte
    quelle criticità che non solo le opposizioni, ma anche imprese e
    moltissimi amministratori locali, denunciano da tempo. Inoltre,
    la possibilità per le Regioni di chiedere la potestà di tutte le
    23 materie previste dalla riforma del Titolo V, senza tener
    conto che intanto il mondo è cambiato, è una follia. Pandemia e
    crisi energetica ci hanno insegnato che scuola, infrastrutture,
    rapporti con l’Ue, politica energetica, commercio con l’estero
    devono restare potestà statale. Il problema – conclude Carfagna
    – non è l’attuazione dell’autonomia differenziata, che anzi ci
    vede favorevoli. Il problema è l’autonomia modello Calderoli,
    che non rispetta il dettato costituzionale ed è destinata a
    disegnare un’Italia ancora più spaccata”. (ANSA).   

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    Cospito: Donzelli attacca quattro deputati del Pd, bagarre alla Camera

    Bagarre nell’Aula della Camera dopo che Giovanni Donzelli di Fdi cita parti delle affermazioni di Alfredo Cospito riportate dal quotidiano Repubblica in relazione al 41 bis. Insorgono il Pd e Avs contro l’esponente di Fdi, che parlava durante l’esame della proposta di legge sulla istituzione della commissione Antimafia. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiesto di “ricostruire subito quanto riferito in Aula”.
    “Cospito è un terrorista e lo rivendicava con orgoglio dal carcere. Dai documenti che si trovano al Ministero della Giustizia, Francesco Di Maio del clan dei casalesi diceva, incontrando Cospito: ‘Pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato’, che sarebbe l’abolizione del 41 bis. Cospito rispondeva: ‘Dev’essere una lotta contro il 41 bis’. Ma lo stesso giorno, il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi, Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando. Io voglio sapere se la sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi”, ha detto Donzelli in Aula.
    Cospito, Donzelli: ‘Sinistra sta con lo Stato o con i terroristi?’

    Immediata la replica del vicesegretario Pd (e deputato) Peppe Provenzano che ha accusato Donzelli di “sporcare un momento di grande unità che il Parlamento ha il dovere di costruire sui temi di lotta alla mafia”. “Ci sono molte ragioni per le quali potremmo invitare Donzelli a vergognarsi e non le ripeterò tutte in quest’aula, ne dirò solo due. La prima è che il suo intervento non c’entra nulla con l’articolo uno della proposta di legge che stiamo esaminando. La seconda è che sta sporcando la profonda unita’ che stiamo cercando di costruire sui temi della lotta alla mafia. Unità”, puntualizza.
    Duro intervento anche del segretario del Pd Enrico Letta: “Il gruppo di maggioranza relativa ha il compito di far si che si trovino percorsi utili per tutti sui temi condivisi. Ma ciò si è interrotto con l’intervento fuori luogo di Donzelli. Mi aspettavo che il capogruppo Foti intervenisse per biasimarlo e invece lo ha difeso. Noi rispettiamo il vostro lavoro, voi rispettate il nostro. Sulla lotta alla mafia il rispetto deve essere massimo”. 
    Ed anche Debora Serracchiani, chiamata in causa direttamente, ha detto la sua: “Sbaglia chi pensa di poterci dividere tra buoni e cattivi su temi così delicati. E’ stato un grave errore intervenire questa mattina con parole che avrebbero dovuto essere evitate nel modo più assoluto”. Parlando fuori da Montecitorio ha poi sottolineato che “l’aula di oggi era chiamata in modo unanime ad approvare la proposta di legge istitutiva della commissione antimafia. Su questo pensiamo che ci debba essere unità. Questa unità è stata insozzata dalle parole di Donzelli, che sono gravissime e hanno contenuto e carattere di rilevanza penale. Visto che Donzelli ha importanti ruoli istituzionali, ci chiediamo se questa sia la posizione del presidente Meloni. Chiediamo alla presidente Meloni di prendere una posizione chiara. Ci dica la presidente Meloni se la pensa allo stesso modo”.
    Il dem Federico Fornaro ha chiesto di istituire stituire “una commissione, un giurì d’onore secondo il regolamento della Camera, che giudichi la fondatezza dell’accusa di Donzelli, che ha leso l’onorabilità dell’onorevole Serracchiani e del Pd. Al capogruppo Foti dico, Donzelli deve scusarsi”. 
    Richiesta accolta dal presidente della Camera Lorenzo Fontana. “E’ stata richiesta la nomina di una commissione incaricata di verificare quanto accaduto e la correttezza delle affermazioni”, ha detto Fontana annunciando un giurì d’onore. “Invito tutti i gruppi sulla base della rilevanza dei temi che abbiamo da affrontare in Aula a voler riprendere un ordinato esame su provvedimento rispetto ai quali non mi pare ci sia alcuna divergenza politica”, ha concluso.
    “Nessun sindacato” sulle parole pronunciate nell’Aula della Camera sul caso Cospito dai deputati, “ma serve rispetto reciproco”, ha anche detto Fontana. “Stamani facendo riferimento sia all’ultima parte dell’intervento di Donzelli sia quelli di altri deputati di opposizione la dialettica politica è andata senza dubbio oltre il rispetto del principio di rispetto”.

    Conferenza stampa sul caso Cospito. Il Guardasigilli: ‘Di fronte alla violenza non si tratta, l’ondata di gesti vandalici giustifica il mantenimento del 41bis’. Tajani: ‘Ci auguriamo che tutti sostengano l’azione del governo contro la violenza’. Piantedosi: ‘C’è il rischio di ricompattamento di frange diverse dagli anarchici’ (ANSA)

    “Donzelli ha fatto una critica assai aspra all’opposizione accusando quattro parlamentari di una certa condotta. Il minimo è che ci sia una replica nei suoi confronti…”, ha spiegato il vicepresidente Giorgio Mulè, invitando a “rileggere il resoconto”. Intanto, i deputati Pd intervengono a raffica, chiedendo a Donzelli di scusarsi con i quattro deputati del Pd che ha accusato di aver incontrato Cospito. 
    Non sono però arrivate le scuse da parte dell’esponente della maggioranza che ha contrattaccato: “Le scuse? No. Andrò volentieri al giuri’ d’onore per chiedere al Pd di chiarire le sue parole. Mi auguro che la sinistra italiana che sta balbettando su Cospito chieda scusa agli italiani”.

    Cospito, Donzelli: ‘Non mi scuso, pronto al giuri’ d’onore’

     

    LA RICHIESTA DI DIMISSIONIDai banchi delle opposizioni arriva la richiesta di dimissioni dal Copasir per Donzelli. Il primo ad accusare l’esponente di Fratelli d’Italia nel suo ruolo di vicepresidente del Copasir è Federico Fornaro del Pd.  “Donzelli ha citato espressamente documenti depositati al ministero della Giustizia e ha citato colloqui nel carcere di Sassari tra detenuti al 41 bus. Anche in base al ruolo di Donzelli, che è vicepresidente del Copasir, chiediamo che ci dica come ha fatto ad avere questi documenti rendendo Cospito il legame tra gli anarchici e la mafia, facendogli così un grande favore”, ha chiesto Fornaro in Aula alla Camera.
    A stretto giro la replica di Donzelli. “Non è possibile che abbia avuto quelle informazioni che ho citato dal Copasir perchè per gli atti c’è un registro apposito su cui si firma quando si consultano, e io non ho mai consultato alcun documento del Copasir”, ha chiarito Donzelli. “Come mi sono arrivati quei documenti? Sono depositati al Ministero della Giustizia, non secretati e consultabili da qualsiasi deputato. Sono stati consegnati dal Dap. Lo dico senza alcuna polemica e senza entrare nel merito. Se mai avessi usato il Copasir per quegli atti certamente mi sarei dovuto dimettere”, ha concluso.
    La risposta non è bastata a convincere le opposizioni. “Inaccettabile quello che Donzelli ha detto questa mattina ed è ancor più grave che abbia fatto riferimento a documenti riservati del ministero della Giustizia che avrebbe visionato. A che titolo ha preso visione di questi documenti? In qualità di vicepresidente del Copasir, di dirigente di Fratelli d’Italia, di amico del sottosegretario Delmastro? Per fare chiarezza presenteremo un’interpellanza urgente”. Lo ha annunciato Maria Elena Boschi, deputata di Azione – Italia Viva – Renew Europe, intervenendo in Aula “Noi che negli anni passati siamo stati attaccati in modo populista anche da Donzelli senza che si levasse una parola in nostra difesa, ora esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi ed amici del Pd, non per la comune militanza di un tempo, ma perché Donzelli ha violato le regole istituzionali e lo sanno anche i colleghi di maggioranza che tacciono per amor di coalizione. Ora – conclude – Donzelli dovrebbe chiedere scusa e lasciare il ruolo di vicepresidente del Copasir”.
    “Quelle informazioni prodotte dal Dap sono nella esclusiva disponibilità del Ministro della Giustizia. Ecco perché ora è anche dovere di Nordio chiarire. E Donzelli deve dimettersi dal Copasir, perché con uno come lui nessuno può sentirsi al sicuro”. Così il vicesegretario del Pd e vicepresidente del Gruppo alla Camera, Peppe Provenzano, su Twitter.
    “Il vicepresidente del Copasir e deputato Donzelli intervenendo in aula ha parlato questa mattina di documenti su presunti legami e contatti tra la mafia e gli anarchici attraverso colloqui in carcere tra Alfredo Cospito e mafiosi. Donzelli ha reso pubblici i contenuti di intercettazioni tra mafiosi e Cospito. Il ministro Nordio come può consentire che atti segreti siano divulgati dal deputato Donzelli. Donzelli rendendo pubbliche i contenuti delle intercettazioni ha danneggiato il lavoro di intelligence della forze dell’ordine .ma noi chiediamo quali siano le fonti di queste informazioni, perché se le avesse ricevute in qualitá di membro del Copasir avrebbe violato il segreto di Stato. Scriveremo formalmente al ministro di Grazia e Giustizia e al presidente del Copasir perché se Donzelli avesse violato il segreto non può più fare il vice-presidente del Copasir. Vogliamo sapere se nel rendere pubblici i contenuti delle intercettazioni in corso sia stato commesso un illecito e per questo presentiamo esposto alla procura della Repubblica di Roma.” Cosí in una nota il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli.