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    Cospito parla dal carcere: “Non dico agli anarchici cosa fare”

    Alfredo Cospito parla dal carcere tramite un politico che lo visitato a Opera e non condanna le violenze compiute dagli anarchici negli ultimi giorni. “Ho chiesto a Cospito di condannare le azioni violente di questi giorni, che ci allontanano dalla possibilità di ottenere una revisione del 41bis. Non mi ha detto di approvare questi gesti, ma prevalendo il suo essere anarchico, non si sente di dire nulla a chi li sta compiendo, nemmeno di condannarli”, ha detto all’ANSA il consigliere regionale lombardo di +Europa/Radicali Michele Usuelli che oggi ha visitato la casa di reclusione di Opera. “Questo rappresenta un errore grave per il raggiungimento del risultato finale – ha concluso Usuelli -. Per ora non si sente di mandare messaggi ma ne riparleremo”.
    E’ il momento della difesa per Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia e parlamentare di FdI, per il quale le opposizioni hanno chiesto le dimissioni a seguito delle dichiarazioni del suo collega di partito e vicepresidente del Copasir, Giovanni Donzelli, in merito ad una visita di una delegazione del Pd nel carcere di Sassari dove era detenuto in regime di 41 bis l’anarchico Alfredo Cospito. 
    “Trovo incredibile che oggi si continui a parlare di questo e non del fatto che Valitutti ha detto che coloro che stanno assumendo queste decisioni sono nel mirino degli anarchici e che assaggeranno le armi rivoluzionarie. Questo tema passa sotto traccia”, ha detto Delmastro a Porta a Porta, in onda stasera, tornando sul caso dell’intervento in aula di Donzelli.
    Cospito “diceva che bisogna fare il salto di qualità nell’azione distruttiva, ‘non più contro le strutture ma contro gli uomini, perché il vento della paura cambi posizione'”. Così il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, citando a memoria a Tagadà su La7 un messaggio di Cospito a un convegno di anarchici a Bologna.
    Intanto il Giurì d’onore, annunciato ieri dal presidente della Camera Lorenzo Fontana su richiesta delle opposizioni, verrà convocato “entro una settimana”. Lo si apprende in ambienti parlamentari. 
    Delmastro afferma che le informazioni riferite a Donzelli “non erano secretate” ed erano all’interno di “una relazione del Dap”.  “Non ho dato documenti, Donzelli mi ha fatto delle domande e gli ho risposto, non penso ci sia inopportunità, lo faccio tutti i giorni con tutti i deputati”, ha aggiunto. La Procura ha aperto un fascicolo?” È così perché qualcuno ha detto che erano intercettazioni e captazioni ambientali. Mi sentiranno e si chiuderà il fascicolo”. “Anche Mulè è caduto nella trappola culturale della sinistra – ha aggiunto rispondendo a una domanda sulle critiche del deputato di Forza Italia – quella è una relazione del Dap, che viene fatta al governo per fare le scelte più opportune. Non è un’intercettazione o una captazione”. “Se mi avesse fatto le stesse domande Giachetti o qualunque deputato, avrei risposto le stesse cose a lui, se avessi avuto un question time sarei stato tenuto a dirle anche in maniera più articolata. Perché l’alternativa era dire ‘no, non ci sono emergenze’, e avrei mentito. L’altra alternativa era dire ‘non so’, e avrei omesso. Io non mento e non ometto”. “Era un’informativa del Dap che riguardava l’osservazione in carcere, né intercettazioni, né captazioni, tanto meno un’inchiesta”, ha sottolineato aggiungendo che non ha avuto, o avrà un confronto con la premier Giorgia Meloni. “Oggi ‘è stata un’ulteriore alzata di livello da parte delle anime belle del terrorismo, hanno detto che moriranno quelli che non cedono sul 41 bis. Secondo voi, il giorno che sono minacciato di morte dai terroristi posso anche solo pensare di dimettermi?”.

    Agenzia ANSA

    La politica nel sangue, con tanta gavetta e percorsi comuni che si sovrappongono nel tempo dentro le organizzazioni di destra. Fino a diventare esponenti di punta di Fratelli d’Italia, partito nato nel 2012 come erede della vecchia Alleanza nazionale. (ANSA)

    Resta alta la tensione dopo l’intervento di Giovanni Donzelli ieri in aula inmerito ad una visita fatta da alcuni parlamentari dem all’anarchico Alfredo Cospito, condannato al 41 bis in carcere a Sassari. Il Partito Democratico ha chiesto a Donzelli di dimettersi dal ruolo di vicepresidente del Copasit in quanto, a dir loro, per finalità politiche avrebbe rivelato informazioni coperte da segreto e frutto di intercettazioni ambientali in carcere. Ed ha esteso la richiesta di dimissioni anche al sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro per avere fornito tali informazioni. Donzelli non intende fare alcun passo indietro in quanto, a dir suo, le informazioni erano nella disponibilità di qualsiasi parlamentare. La posizione dei due parlamentari viene blindata da Matteo Salvini. “Non penso che si possano mettere in discussione incarichi così importanti per una polemica parlamentare di un pomeriggio”: afferma  il vicepremier e ministro delle Infrastrutture. “Conto che finisca il tutto con una stretta di mano”, aggiunge. “Tutti contribuiscano a non accendere il clima e a stemperare i toni”.
    Intanto la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine alla luce di un esposto presentato dal parlamentare dei Verdi Angelo Bonelli in relazione alla vicenda del deputato di Fdi Giovanni Donzelli che in aula ha “reso pubbliche intercettazioni ambientali del Dap tra esponenti della ‘ndrangheta e della camorra con Alfredo Cospito”. Nell’esposto si ipotizza il reato di rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio.
    Questa mattina il Pd ha reitrato la richiesta di dimissioni, estendendole anche al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro e chiedendo un intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Abbiamo avuto conferma che l’on. Donzelli non ha avuto accesso agli atti presso il Ministero come aveva goffamente provato a giustificarsi in aula. La rivelazione deriva, per sua stessa ammissione, dall’on. Delmastro Delle Vedove, che, in qualità di sottosegretario alla giustizia con delega al Dap , ha accesso a informative coperte da segreto. Ne ha svelato il contenuto perché il collega Donzelli potesse usarle strumentalizzandole contro il Pd. Dunque, non c’è più solo un problema Donzelli che non può restare secondo in più in un ruolo delicato come il Copasir (la sicurezza degli italiani è in pericolo se il vice presidente del Copasir è un divulgatore di notizie riservate e facendolo non si rende nemmeno conto di avere commesso un illecito). C’è anche un caso Delmastro Delle Vedove che non può restare un secondo di più al Ministero. La presenza di un soggetto che rivela le informazioni più riservate e delicatissime per la lotta alla mafia e al terrorismo non può rimanere un secondo in più a via Arenula. Se però la presidente Meloni non interviene allora c’è un caso Meloni perché, visti i rapporti che ha con i due, se non li invita alle dimissioni, siamo autorizzati a pensare che abbia approvato o tollerato il piano e la strategia dei due esponenti di Fratelli d’Italia”. Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera.
    “Se avessi mai io, o qualsiasi componente del Copasir dovesse rivelare delle informazioni ottenute grazie al proprio ruolo nel Copasir, durante le sedute del Copasir o studiando i documenti del Copasir lo dovesse rivelare all’esterno farebbe bene a dimettersi. Ma non è questo il caso perché non c’entra nulla. E’ evidente come sono andate le cose”. E’ la risposta dell’on. Giovanni Donzelli ad Agorà Rai Tre alla domanda se si dimetterà dal Copasir. “Quelle che ho riferito non erano intercettazioni, ma una conversazione captata in carcere e inserita in una relazione del ministero della Giustizia del cui contenuto, in quanto parlamentare, potevo essere messo a conoscenza. Paradossale che i parlamentari del Pd, invece di spiegare perché sono andati a trovare Cospito e cosa pensano del 41 bis, attacchino me”. Ha detto, in un’intervista al Corriere della Sera, Donzelli. “Non ho divulgato intercettazioni, ma ho parlato di quanto riportato in una relazione al ministero di Giustizia di cui, in quanto parlamentare, potevo conoscere il contenuto. Non ho violato segreti”. “Non mi hanno dato nessun documento riservato – prosegue – Volendo approfondire la vicenda Cospito, ho chiesto notizie dettagliate al sottosegretario Andrea Delmastro”. “Io ho chiesto solo ai parlamentari del Pd di essere chiari sul tema del 41 bis e nello specifico di Cospito al 41 bis. Loro balbettano. Usciti dal carcere, hanno detto che la pena deve essere umana. Ma Cospito non patisce alcun trattamento disumano. Si scusino loro. Con gli italiani”, ha aggiunto Donzelli.
    Ed a sostegno dei due parlamentari interviene il fuoco di fila della maggioranza. “Sulla segretezza o meno delle citazioni dell’onorevole Donzelli, a leggere i verbali d’aula, mi pare che non vi è alcun virgolettato e quindi non vi è alcun passo che è stato preso da questa o da quella relazione. Vi può essere un’esemplificazione di quelle che sono informazioni acquisite per le vie brevi per le quali non vi è alcun elemento di segretezza. Le informazioni sono diverse dalle intercettazioni”, ha detto Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, entrando a Montecitorio. Più duro il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulè: ‘Spetterà al Giurì d’onore stabilire se e quanto le espressioni di Donzelli siano andate fuori dal seminato. Non è una commissione a cui si ricorre spesso, a dimostrazione di quanto sia stata grave l’iniziativa di Donzelli, che ha sporcato un importante momento di condivisione nella lotta alla mafia’, afferma in un’intervista alla Stampa.

    Agenzia ANSA

    La visita il 12 gennaio scorso. A far parte della delegazione Serracchiani, Orlando, Lai e Verini (ANSA)

    Non ci sarà alcun dibattito in Aula al Parlamento Ue sul caso Cospito. La proposta di Ecr di avere una dichiarazione della Commissione sulla vicenda e una risoluzione del Pe è stata respinta. Il gruppo S&d, con Elisabetta Gualmini, in Aula si è detto favorevole al dibattito ma ha proposto di eliminare ogni riferimento alla sinistra. “Il terrorismo non è né di destra né di sinistra”, ha spiegato Gualmini. Anche i Verdi hanno proposto un titolo alternativo. Vincenzo Sofo di Fdi ha respinto tuttavia la proposta di modifica. “La loro sola preoccupazione è cancellare la parola sinistra”. Tutte e tre le mozioni sono state bocciate.

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    Cos'è il Glsdb, la bomba razzo che colpisce a 360 gradi

    Ancora qualche giorno e Kiev potrebbe disporre di una nuova arma capace di raddoppiare il raggio di gittata dei sistemi missilistici attualmente a disposizione che hanno comunque avuto sino ad ora un ruolo strategico nel rallentare se non respingere l’offensiva russa. Le “ground launched small diameter bombs” (bombe di piccolo diametro lanciate da terra, Glsdb), possono infatti colpire un bersaglio fino a 150 chilometri “entro un metro di raggio e con un’angolazione a 360 gradi”, recita la pagina ufficiale del produttore, la Saab.
    Il gruppo svedese ha realizzato il nuovo sistema in collaborazione con Boeing, sviluppando la GBU-39/B Small Diameter Bomb (SDB), la bomba della compagnia americana montata sui caccia militari. In sostanza la Glsdb è una munizione di precisione, una bomba da 90kg ‘motorizzata’ accoppiata con un sistema di lanciarazzi multiplo, l’M26 Multiple Launch Rocket System (MLRS), che consente all’arma di colpire bersagli di vario tipo quasi in simultanea.
    Capaci di seguire i rilievi del terreno, utilizzabili in qualsiasi condizione meteo e a qualsiasi ora del giorno, e con un sistema di laser per tracciare il bersaglio, come enfatizzano ancora i produttori, questi sistemi consentirebbero alle forze armate ucraine di andare ben oltre gli 80 chilometri di gittata dei lanciarazzi americani Himars attualmente a disposizione.
    Kiev sarebbe così in grado di colpire oltre le linee del fronte, fino anche nella Crimea annessa da Mosca. Gli arsenali americani avrebbero a disposizione un nutrito surplus di ordigni Glsdb non utilizzati in Afghanistan. Il costo stimato per ciascuna bomba è di circa 40mila dollari.
    Washington sembra tuttavia rimanere sorda di fronte alle richieste di Kiev sui ben più temibili ed efficaci sistemi ATacMS, missili superficie-superficie tattici a corto raggio Srbm, che hanno un raggio d’azione fino a 300 chilometri, dal costo stimato oltre un milione di dollari.   

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    La relazione del Dap. I boss a Cospito, 'vai avanti'

    Documenti riservati interni non coperti da segretezza. E’ questa la natura della relazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) sui colloqui durante l’ora d’aria captati dell’anarchico Alfredo Cospito al 41 bis, finita al gabinetto del ministero della Giustizia e che in queste ore è al centro di polemiche politiche.    La relazione parte dal Gruppo operativo mobile (Gom), reparto mobile del Corpo di polizia penitenziaria che risponde direttamente al capo del Dap, e riguarda l’esame delle registrazioni da parte degli agenti che hanno il compito di custodire e gestire le registrazioni relative ai colloqui che avvengono tra il detenuto al 41 bis e i familiari, oltre a quelli tra il detenuto e la cosiddetta “dama di compagnia” (così viene definito nel gergo carcerario il compagno con cui la persona ristretta al 41 bis trascorre, a rotazione, l’ora di socialità). Per Cospito quando era ristretto a Sassari, prima del trasferimento ad Opera, uno di questi era il boss della ‘ndrangheta Francesco Presta, che lo esortava riferendosi al 41 bis: “devi mantenere l’andamento, vai avanti”. E Cospito rispondeva: “fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche altre associazioni. Adesso vediamo che succede a Roma”.
    E ancora il boss replicava: “Sarebbe importante che la questione arrivasse a livello europeo e magari ci levassero l’ergastolo ostativo”. Dello stesso tenore era il colloquio con Francesco Di Maio, esponente del clan dei Casalesi, altro detenuto con cui condivideva l’ora d’aria: “Pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato”, era il riferimento di Di Maio all’abolizione del 41 bis.    Tutte queste conversazioni sarebbero avvenute nel cortiletto di pochi metri quadri del carcere di Bancali e sono state tutte registrate, materiale audio custodito dal personale del Gom nel carcere di Sassari (dove fino a pochi giorni fa si trovava l’anarchico). I colloqui, che evidenziavano quindi argomenti di estremo rilievo per gli agenti, erano stati in seguito posti all’attenzione del capo del Dap attraverso una relazione, che sarebbe anche corredata dalle registrazioni stesse.    Il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha poi inviato una relazione all’ufficio di gabinetto del ministro della Giustizia. Secondo quanto si apprende la stessa mail contenente il documento sarebbe stata inviata contestualmente anche a Delmastro: si tratterebbe dunque di uno stesso documento di posta elettronica che aveva come destinatario due indirizzi diversi, il sottosegretario e l’ufficio di gabinetto del ministro. Seppur non coperto da segreto istruttorio, perché non si tratta di atti che fanno parte di un fascicolo di indagine, la relazione – come ha precisato lo stesso ministro Nordio – contiene elementi sensibili. Per questo il titolare del ministero della Giustizia indica “una pluralità di aspetti che meritano approfondimenti: bisogna vedere di che tipo di atti si tratti, quale livello di segretezza essi abbiano, se e chi potesse averne conoscenza e se il destinatario potesse divulgarli e condividerli con terzi”.    

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    Donzelli e Delmastro, due vite per la politica

    La politica nel sangue, con tanta gavetta e percorsi comuni che si sovrappongono nel tempo dentro le organizzazioni di destra. Fino a diventare esponenti di punta di Fratelli d’Italia, partito nato nel 2012 come erede della vecchia Alleanza nazionale. Nati entrambi negli anni ’70, a un anno di distanza l’uno dall’altro, Giovanni Donzelli – attuale deputato e responsabile organizzazione di Fdi – e Andrea Delmastro Delle Vedove – anch’egli di FdI e attuale sottosegretario alla Giustizia – hanno condiviso negli anni un senso di appartenenza maturato grazie alla militanza sin da giovanissimi nell’arcipelago della destra, due binari paralleli destinati prima o poi a incrociarsi.
    Toscano, nato a Firenze nel 1975, Donzelli ha mosso i primi passi nella politica a soli 19 anni, aderendo al Fronte universitario d’azione nazionale (Fuan) del Movimento sociale italiano. Da universitario, i primi successi arrivano proprio all’interno dell’ateneo di Firenze, dove nel 1997 viene eletto presidente nazionale di Azione Universitaria e portavoce nazionale della Giovane Italia. Poi anni di oscura militanza che sbocciano di colpo con l’elezione nel 2004 a consigliere comunale a Firenze con Alleanza Nazionale, venendo poi rieletto alle amministrative del 2009 con Il Popolo della Libertà. A cui fa seguito il salto nella Regione Toscana, dove nel 2010 viene eletto consigliere nelle liste del PdL in provincia di Pisa.
    Una parabola incoraggiante, che lo convince a partecipare nel 2012 al progetto di Fratelli d’Italia, dove diviene Coordinatore dell’esecutivo nazionale. Polemista brillante e attento a tutti gli accadimenti sul territorio, Donzelli viene “premiato” dal clamore di alcune iniziative che porta avanti con tenacia – tra cui il cosiddetto caso Forteto, nel 2012, o la presentazione da consigliere regionale di una proposta di legge parlamentare d’iniziativa regionale denominata ‘Taglia-business immigrati’, nel 2016 – con l’approdo nel 2018 tra gli scranni di Montecitorio, naturalmente in quota FdI. Successo che riesce a replicare alle politiche anticipate nel 2022, divenendo poi Segretario della Camera e vicepresidente del Copasir.
    Fronte della gioventù e Azione giovani sono anche per Delmastro Delle Vedove le prime tessere di un mosaico politico di successo. Ma diversamente da Donzelli l’attuale parlamentare FdI è stato ispirato dalle orme del padre Sandro, ex deputato nazionale di Alleanza Nazionale. Piemontese di Gattinara (Vercelli), classe 1976, anch’egli ha scoperto il sacro fuoco della politica in giovane età, divenendo assessore e consigliere comunale a Biella, a poco più di 20 anni. Una parabola che da quel momento lo ha lanciato sulla ribalta nazionale dopo essere stato eletto consigliere provinciale nel 1999 (a Biella), riuscendo – dopo alcune bocciature alle amministrative – ad entrare alla Camera nel 2018 con FdI, imponendosi al collegio uninominale di Biella. Infine il bis alle politiche anticipate del 25 settembre 2022 e la nomina a sottosegretario alla Giustizia nel governo Meloni. (ANSA).   

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    Papa: la storia di Dream che offre cure gratis e accoglienza

    (ANSA) – KINSHASA, 01 FEB – Offrire cure gratis ma anche
    accoglienza alle persone rimaste sole: è l’esperienza di Dream,
    il centro promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, che ha
    presentato al Papa la sua esperienza nella Repubblica
    Democratica del Congo. “Al Centro Dream – ha spiegato il
    rappresentante dell’organizzazione parlando nel corso
    dell’incontro tra il Pontefice e le organizzazioni caritative –
    rispondiamo alla chiamata di tanti bambini, donne e uomini, che
    affrontano quotidianamente la sfida di accedere alle cure.   
    Questo Centro, eretto alla periferia della città, ha aperto le
    sue porte nel 2011 per prendersi cura gratuitamente delle
    persone affette da Aids”. Ma da lì l’esperienza è stata
    ampliata: “Molti bambini orfani, persone anziane, vulnerabili e
    abbandonate, vi hanno trovato non solo un Centro di Cura ma
    soprattutto una casa, meglio una seconda famiglia”. Oltre ai
    malati di Aids, oggi il Centro Dream accoglie pazienti con altri
    problemi di salute come malnutrizione, ipertensione, diabete.   
    “Diverse persone hanno, ad oggi, beneficiato di questo servizio:
    più di 1.800 persone sono regolarmente seguite al centro, più di
    11.000 bambini sono nati sani da madri positive, migliaia di
    persone – ha raccontato il volontario di Sant’Egidio al Papa –
    hanno beneficiato di servizi di prevenzione delle malattie e
    promozione della salute, consulenza, sensibilizzazione sanitaria
    in scuole e mercati e, ancora, vaccinazione contro Covid-19;
    oltre allo screening del cancro cervicale”. Inoltre molti
    bambini orfani e altri bambini vulnerabili sono sostenuti per la
    loro scolarizzazione, il quartiere intorno al centro gode di
    libero accesso all’acqua potabile. I più fragili e vulnerabili
    hanno accesso all’integrazione alimentare. (ANSA).   

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    Papa ricorda ambasciatore Attanasio, seminatore speranza

    (ANSA) – KINSHASA, 01 FEB – Il Papa, nell’incontro con le
    vittime delle violenze nell’est della Repubblica democratica del
    Congo, ha ringraziato e benedetto “tutti i seminatori di pace
    che operano nel Paese”. “Alcuni hanno perso la vita mentre
    servivano la pace, come l’ambasciatore Luca Attanasio – ha
    ricordato il Papa -, il carabiniere Vittorio Iacovacci e
    l’autista Mustapha Milambo, assassinati due anni fa nell’Est del
    Paese. Erano seminatori di speranza e il loro sacrificio non
    andrà perduto”. (ANSA).   

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    Cospito: Baldino(M5s),Donzelli? mandato politico da P.Chigi

    (ANSA) – ROMA, 01 FEB – “Ci risulta difficile pensare che un
    luogotenente della presidente del Consiglio Meloni, come
    Donzelli, si sia avventurato su questo scosceso crinale senza
    una regia politica. Lo sappiamo che il mandato politico arriva
    da Palazzo Chigi, dove evidentemente si sente forte l’esigenza
    di recuperare credibilità sulla legalità, su cui non avete fatto
    altro che indietreggiare. Ne sentivate proprio l’urgenza, ecco
    quanto ci tenevate alla legalità”. Così Vittoria Baldino,
    deputata del M5s, intervenendo nell’aula di Montecitorio nl
    dibattito sul caso Cospito dopo l’informativa del Guardasigilli
    Nordio. (ANSA).   

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    Serracchiani, Pd non ha mai messo in discussione 41-bis

    (ANSA) – ROMA, 01 FEB – “Il Pd non ha mai messo in
    discussione il 41 bis”. A ribadirlo nell’Aula della Camera è la
    capogruppo Pd Debora Serracchiani dopo l’intervento del ministro
    della Giustizia Nordio chiamato a riferire su quanto accaduto
    ieri alla Camera sul caso Cospito. Il deputato di FdI Giovanni
    Donzelli ieri aveva attaccato il Pd per aver visitato in carcere
    l’anarchico Alfredo Cospito chiedendo: “La sinistra dica se sta
    con lo Stato o con il terrorismo e la mafia”. Nordio ha ribadito
    che lo Stato non “intende rinunciare al 41-bis”. E i Dem
    ribattono di non aver mai messo in discussione questo ma di
    essere andati a visitare Cospito “per ragioni d’umanità” visto
    che il detenuto è in sciopero della fame da oltre 100 giorni.   
    (ANSA).