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    Ue: in preparazione un nuovo pacchetto di aiuti sul grano ucraino

    La Commissione europea sta preparando un nuovo pacchetto di aiuti che potrebbe arrivare a 75 milioni di euro dalla riserva di crisi Pac, per alleviare la pressione sui prezzi dei cereali nei Paesi confinanti con l’Ucraina. E’ quanto si apprende da fonti vicine al dossier. Il tema dello stop al grano ucraino, annunciato nel weekend da Polonia e Ungheria a tutela dei propri produttori, sul tavolo del Comitato Speciale Agricoltura.
    Gli Stati interessati dovrebbero essere Bulgaria, Polonia, Ungheria, Romania e Slovacchia. In riferimento alla situazione dei prezzi dei cereali dovuti alle importazioni dall’Ucraina via “corridoi della solidarietà”, l’Ue ha già attinto dalla riserva di crisi della Pac, da 500 milioni l’anno, per erogare oltre 56 milioni a Varsavia, Sofia e Bucarest. In particolare alla Polonia erano andati 29,5 milioni di euro. In precedenza, altri 17,5 milioni di euro dalla riserva erano andati allo stesso Paese per le misure anticrisi dell’influenza aviaria. Sempre dalla stessa riserva erano stati stanziati anche 27,7 milioni di euro per l’aviaria in Italia.
    Su un nuovo pacchetto di sostegni per alleviare la pressione sui prezzi dei cereali nei Paesi confinanti con l’Ucraina “speriamo che la proposta venga presentata molto rapidamente nei prossimi giorni”, ha detto una portavoce della Commissione europea nel corso del briefing con la stampa confermando che l’esecutivo Ue è al lavoro su una iniziativa al riguardo.

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    Berlusconi è in degenza ordinaria

    (ANSA) – MILANO, 17 APR – “Al momento lo stato clinico e la
    risposta alle cure hanno consentito il trasferimento del
    Presidente Silvio Berlusconi in un reparto di degenza
    ordinaria”: lo sottolinea il bollettino dei medici che lo hanno
    in cura al San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo e Fabio
    Ciceri.   
    “Proseguono le cure e il monitoraggio dei parametri
    funzionali” spiegano i due professori. (ANSA).   

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    Violante, la destra riconosca il valore del 25 aprile

    (ANSA) – ROMA, 17 APR – “Mi aspetto che ci sia …….. da parte
    di chi sta a sinistra un atteggiamento che rivendica giustamente
    ma non proprietario …… dall’altra parte auspico che ci sia un
    riconoscimento del valore di quella data”. Queste le parole sul
    25 aprile di Luciano Violante, Presidente Fondazione Leonardo –
    Civiltà delle Macchine, ad Agorà su Rai Tre.   
    Parlando del Pd Violante ha poi aggiunto: Il Pd ha dentro di
    sé i cattolici democratici. Se non ci fossero non sarebbe più il
    Pd. Quella cultura è essenziale per una politica riformatrice
    nel nostro Paese”. (ANSA).   

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    Berlusconi: 13mo giorno, atteso per oggi il bollettino medico

    È atteso per oggi il bollettino medico sulle condizioni di salute del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano per curare un’infezione polmonare insorta nel quadro di una leucemia mielomonocitica cronica.
    L’ex premier da ieri non si trova più nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale, dove è rimasto per 12 giorni, dopo il ricovero dello scorso 5 aprile. Il ricovero del Cavaliere prosegue in un altro reparto. Per lui oggi è il tredicesimo giorno all’ospedale San Raffaele.   

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    Mattarella in Polonia trova tensioni con l’Ue sul grano

    È una visita complessa ed importante quella che Sergio Mattarella compie in Polonia dove è arrivato ieri sera. Ad accogliere il presidente della Repubblica a Varsavia ci sono, evidenti, le scorie della “guerra del grano”, simbolo concreto della posizione fuori sincrono della Polonia – spalleggiata in pieno dall’Ungheria – che pur sostenendo con rigore l’Ucraina di Volodymyr Zelensky, in nome della protezione del suo comparto agricolo ha proibito l’importazione di cereali dall’Ucraina. Provocando l’immediata durissima reazione di Bruxelles: “la politica commerciale è di competenza esclusiva dell’Ue e, pertanto, non sono accettabili azioni unilaterali”, ha chiarito un portavoce della Commissione Ue
    In questo clima il presidente della Repubblica potrà toccare con mano nei colloqui politici di Varsavia il labile confine tra solidarietà e protezione degli interessi nazionali. Nei Paesi centro-orientali d’Europa è evidente la contraddizione tra uno spinto atlantismo anti-russo e la tiepida adesione alle regole europee. Mattarella avrà un ruolo di ascolto non essendo il responsabile della politica estera del governo italiano, ma è evidente come la sua autorevolezza e la forza del suo convinto europeismo saranno pesati con attenzione anche dal governo conservatore polacco.
    L’obiettivo del Quirinale è quello di approfondire un confronto franco e leale per cercare di avvicinare due idee d’Europa attraverso un dialogo che tra Roma e Varsavia procede nonostante le differenze su modi e velocità dell’integrazione europea. Peserà molto sugli incontri italo-polacchi l’avvicinarsi delle elezioni politiche fissate per il prossimo ottobre. I toni della campagna elettorale sono già infuocati in un Paese nel quale la parola sovranismo domina la scena. La crisi del grano ucraino è solo l’ultimo anello di una catena di incomprensioni tra Varsavia e Bruxelles, che si possono riportare all’idea stessa di Stato sovrano e di cessione di poteri, fino al diverso passo nella difesa dei diritti umani.
    Naturalmente la guerra in Ucraina avrà un ruolo importante nelle discussioni bilaterali, sia perché l’attività bellica è in una fase cruciale in attesa della primavera, sia perchè anche in Polonia si registrano smottamenti nella tenuta dell’opinione pubblica rispetto alla guerra che si combatte ai loro confini. La protesta degli agricoltori per il danno causato dalla moratoria di un anno concessa dall’Unione europea all’Ucraina, per introdurre il loro grano in Europa senza dazi o quote, ha addirittura portato alle dimissioni del ministro dell’Agricoltura. Se è già difficile in tempi normale adottare misure che impongono sacrifici concreti alla popolazione figuriamoci quanto lo diventa con le elezioni alle porte.

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    Papa Francesco: ‘Su Wojtyla illazioni offensive e infondate’

    “Certo di intepretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo, rivolgo un pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate”. Lo ha detto papa Francesco al Regina Caeli, applaudito dai fedeli riuniti in Piazza San Pietro. 
       

    Agenzia ANSA

    Ma il Vaticano: ‘Contro Wojtyla accuse indegne e infamanti’ (ANSA)

    La Presidenza della Cei, a nome dei Vescovi italiani, si unisce al “pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate”, rivolto oggi da Papa Francesco dopo la recita del “Regina Caeli”. “Non ci possono essere mezzi termini, infatti, per definire i recenti attacchi verso San Giovanni Paolo II – si legge in una nota -. Nella Domenica della Divina Misericordia, istituita nel 2000 da Wojtyla, ricordiamo proprio le Sue parole: ‘Il messaggio della divina misericordia è così, implicitamente, anche un messaggio sul valore di ogni uomo. Ogni persona è preziosa agli occhi di Dio, per ciascuno Cristo ha dato la sua vita, a tutti il Padre fa dono del suo Spirito e offre l’accesso alla sua intimità’ (Omelia, 30 aprile 2000)”. 
    “Grazie a Papa Francesco per le sue parole di questa mattina. Le illazioni vergognose verso San Giovanni Paolo II vanno respinte al mittente con sdegno e confermano, a proposito del caso di Emanuela Orlandi, che il giusto e doveroso anelito di giustizia è incompatibile col fango della menzogna.” Lo scrive sul suo profilo Facebook, Pier Ferdinando Casini.
    “E’ giusto che Papa Francesco abbia difeso Wojtyla dalle accuse fatte attraverso un audio reso pubblico lo scorso 9 dicembre. Per questo motivo ho deciso di depositare quell’audio al promotore di giustizia Alessandro Diddi”, ha affermato Pietro Orlandi suo suo profilo Facebook.
    “Io, tantomeno l’avvocato Sgrò – aggiunge -, abbiamo mai accusato Wojtyla di alcunché come qualcuno vorrebbe far credere. L’unico nostro intento è quello di dare giustizia a mia sorella Emanuela e arrivare alla verità qualunque essa sia”.

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    Tensione sui migranti, maggioranza alla prova del Senato

    Le opposizioni pronte a dare battaglia, in commissione e in Aula. Le associazioni che scendono in piazza martedì, cui già si è unita Magistratura democratica. I sindaci del Pd che guidano le grandi città che lanciano l’allarme sul rischio di smantellamento del sistema di accoglienza e chiedono al governo di ripensarci e, anzi, di valutare l’introduzione dello ius scholae per garantire diritti e integrazione ai migranti. C’è tensione attorno alla annunciata ulteriore stretta sulla protezione speciale che sarà da domani alla prova del voto dopo il serrato confronto per trovare una intesa nella maggioranza.
    Le votazioni in commissione Affari costituzionali sono in calendario a mezzogiorno, ma il tempo stringe perché il cosiddetto decreto Cutro, il provvedimento sui flussi e la gestione dei migranti varato nella cittadina calabrese all’indomani del naufragio costato la vita a oltre 90 migranti, è atteso in Aula tra martedì e mercoledì. Ci sono quasi 350 proposte di modifica delle opposizioni sulla carta da votare, e il sub-emendamento della maggioranza che restringe ulteriormente le maglie alla protezione speciale. E i famosi 21 emendamenti che la Lega tiene ancora sul tavolo aspettando di vedere come si evolvono i lavori della commissione.
    Praticamente impossibile, secondo i pronostici dei partiti, completare l’esame in commissione. La parola, se non si riuscirà a dare il mandato al relatore, passerebbe così all’Aula dove dovrebbe essere ripresentato da parte della maggioranza il solo emendamento frutto dell’accordo. A meno di “scherzi” che soprattutto in casa Fdi temono da parte dell’alleato leghista. Che però, dicono alcuni senatori, non avrebbe intenzione di ripresentare i 21 in Aula perché il testo che riduce ancora i casi per cui concedere della protezione speciale “va bene a tutti, anche a noi”. “La protezione speciale non esiste a livello europeo, l’Italia non può accogliere da sola i migranti che arrivano da ogni dove”, ribadisce Matteo Salvini, mentre da Fi Maurizio Gasparri, primo firmatario della proposta di maggioranza, sottolinea che era “urgente e indispensabile” intervenire perché “negli anni infatti l’uso strumentale della protezione umanitaria ha praticamente attuato una sanatoria permanente”.
    Ecco allora che la protezione speciale potrà essere rinnovata solo per 6 mesi e non si potrà più trasformare in permessi di lavoro. E lo stesso vale quelli per calamità e per cure mediche, a loro volta fortemente ridimensionati. Scelte che agitano i sindaci delle grandi città: in un documento congiunto sul decreto Cutro i primi cittadini di Roma, Roberto Gualtieri, di Milano Beppe Sala, di Napoli Gaetano Manfredi, di Torino Stefano Lo Russo, di Bologna Matteo Lepore, di Firenze Dario Nardella chiedono al governo di fermarsi almeno “sull’esclusione dei richiedenti asilo dal Sai”, sistema che andrebbe invece rafforzato mentre i Cas andrebbero “trasformati in hub di prima accoglienza” da cui fare passare i migranti all’arrivo, prima di essere trasferiti “in modo rapido” al sistema dell’accoglienza”. Va superata, secondo i sindaci Dem, la logica “dell’emergenza” – proprio mentre il governo nomina il commissario ad hoc per i migranti, Valerio Valenti, respinto dalle 4 Regioni guidate dal centrosinistra – e ripensate le vie legali per l’immigrazione a partire dalla “regolarizzazione degli immigrati già presenti in Italia, anche attraverso il ricorso allo ius scholae”. Su cui arriva, però, l’ennesimo no sempre di Salvini: “io – dice il vicepremier – sono contrario allo ius soli e allo ius scholae. Non può essere la cittadinanza un omaggio lungo il percorso senza che chi la riceve possa scegliere al compimento dei 18 anni”. 

    Agenzia ANSA

    Lo prevede un’ordinanza a firma del capo della Protezioni Civile, Fabrizio Curcio. Toscana, Campania, Emilia Romagna e Puglia – non hanno dato l’intesa all’ordinanza (ANSA)