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    Renzi, Meloni tolga il vincolo sulle curve del Franchi

    (ANSA) – FIRENZE, 24 APR – Lo stadio “di questa città non può
    essere di proprietà delle soprintendenze. L’abbattimento delle
    curve si può superare. Svelo al soprintendente Ranaldi che in
    questo Paese vige una Costituzione per cui la norma dello stato
    è più importante del decreto ministeriale che mette il vincolo.   
    Noi chiediamo un incontro a Giorgia Meloni. Meloni e Fitto hanno
    detto che a loro sta a cuore Firenze: allora nel primo strumento
    normativo, se non vogliono usare l’emendamento Renzi perché
    suona male, eliminino il vincolo sulle curve. Si faccia il
    progetto dell’architetto Casamonti”. Lo ha detto il leader di Iv
    Matteo Renzi, in una conferenza stampa in piazza della Signoria
    a Firenze dedicata al rifacimento dello stadio dopo la
    bocciatura di 55 milioni di euro di fondi Pnrr da parte della
    Ue.   
    “L’importante è che” dal centrodestra si firmi
    “l’emendamento, io firmo l’emendamento Marcheschi-Donzelli se
    pensano che l’emendamento Renzi suoni male”. Il leader Iv, su
    Twitter, ha poi sottolineano che “l’Unione europea conferma
    quello che tutte le persone di buon senso hanno sempre pensato.   
    Non si possono usare i soldi del Pnrr per rifare lo stadio della
    Fiorentina. I soldi dell’Europa devono andare alle case popolari
    e alle scuole, non per gli stadi di Serie A. Adesso c’è solo una
    strada: autorizzare la Fiorentina a fare i lavori al Franchi a
    proprie spese seguendo il progetto che la società ha già
    presentato con l’abbattimento delle curve”. (ANSA).   

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    25 aprile: Anpi, il governo e Meloni si dissocino dal Ventennio

    “Mi ha colpito che il presidente del Senato Ignazio La Russa domani si recherà a Praga a rendere omaggio a Jan Palach che è sicuramente un eroe della libertà ma ci sono altri 364 giorni all’anno per farlo”. Lo ha detto il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, al telefono con l’ANSA commentando i programmi per il 25 aprile del presidente del Senato. “Domani nel Paese dove c’è stato l’eccidio delle Fosse Ardeatine o l’eccidio di Marzabotto o di Sant’Anna di Stazzema sarebbe stato più logico portare un fiore lì”, ha concluso.

    Agenzia ANSA

    Incontro al Quirinale con una rappresentanza delle Associazioni combattentistiche e d’arma. SPECIALE – L’Italia ricorda la Liberazione, le cerimonie per il 25 aprile (ANSA)

    “Siamo in una situazione surreale dove il presidente del Senato ha detto quello che ha detto prima su via Rasella e poi sulla Costituzione, a questo si aggiungono le non dichiarazioni sul fascismo della premier Giorgia Meloni da quando si è insediata. Nell’anniversario della marcia su Roma non ha detto una parola e ha proseguito nel suo silenzio sui temi del fascismo”, ha sottolienato Pagliarulo. Alla vigilia del 25 aprile il presidente dell’Anpi auspica che dal partito di Giorgia Meloni e dai suoi esponenti nel governo “si compia una chiara e irreversibile dissociazione dalla storia e dalla cultura politica del Ventennio che ha provocato enormi danni all’Italia”. Secondo Pagliarulo “è evidente che c’è una riserva” a parlare di questi temi da parte dei dirigenti di Fratelli d’Italia che provengono da una storia politica legata indirettamente o direttamente al Movimento sociale italiano.

    25 aprile, la storia d’amore tra Afrodite e Achille durante la Liberazione

    Il 25 aprile La Russa al campo di concentramento di Praga – Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il 25 aprile si recherà al campo di concentramento di Theresienstadt (Praga). E’ quanto si legge nell’agenda del presidente di palazzo Madama. La Russa, la mattina si recherà all’ Altare della Patria poi partirà alla volta di Praga per partecipare alla riunione dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi Membri dell’Unione europea (Praga) e poi alle 15 sarà alla commemorazione, con la deposizione di una corona al Monumento di Jan Palach in Piazza San Venceslao.

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    25 aprile, l’ex sindaco di Predappio: ‘Mai riuscito a creare il museo del fascismo’

    Domani, martedì 25 aprile, Giorgio Frassineti, l’ex sindaco di Predappio, sarà ospite a Tintoria, il podcast di Daniele Tinti e Stefano Rapone co-prodotto da The Comedy Club. “Non sono mai riuscito a creare il museo del fascismo ma quante volte mi hanno chiesto un selfie”, così Giorgio Frassineti, in una intervista esclusiva e originale a Tintoria, ha raccontato i suoi anni da sindaco e di come abbia provato senza successo – anche con l’aiuto delle istituzioni – a chiudere i negozi di souvenir che attirano a Predappio tantissimi nostalgici. Il suo più grande rimpianto? Non essere riuscito a istituire un grande Museo del Fascismo, così come avviene in tutto il mondo in cui le nazioni riescono serenamente a fare i conti con le ferite della storia. Sulla vicenda di questo tentativo uscirà un documentario, The Mayor – Me, Mussolini and the Museum, di Piergiorgio Curzi e Sabika Shah Povia, che uscirà in Italia e in Europa nei prossimi mesi.

    L’ex sindaco di Predappio: ‘Mai riuscito a creare il museo del fascismo’

    Frassineti – che ora è tornato a insegnare geografia – ha parlato in modo schietto e concreto della sua esperienza da sindaco, fornendo un punto di vista privilegiato sui modi a disposizione per storicizzare il fascismo e isolare la nostalgia. «Probabilmente dobbiamo ritarare le nostre azioni per combattere questo fenomeno, dobbiamo puntare all’arma più forte, che è la cultura. E io ci ho provato… ma ho combinato dei guai. Solo con la cultura – e il museo sarebbe servito a questo – possiamo affrontare questo periodo storico e capire che parlare con gente che ancora si veste da gerarca nazista è qualcosa di ridicolo. A Predappio vediamo di queste sfilate diverse volte l’anno».
    Un Frassineti inedito grazie al confronto con i due comici: nei suoi anni da sindaco è stata una star dei primi cittadini – «Mi hanno intervistato tutte le più importanti televisioni del mondo, tranne Al Jazeera. È stato un peccato, mi ero anche fatto crescere la barba» – racconta anche di aver fatto i complimenti a Rachele Mussolini dopo la sua elezione al Consiglio Comunale di Roma: «Prendere i voti è sempre difficile e le persone non possono pagare tutta la vita per il cognome che portano».
    Tintoria è il podcast condotto da Daniele Tinti e Stefano Rapone co-prodotto da The Comedy Club, che coniuga intrattenimento puro e divulgazione. Ospitando personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, ha l’obiettivo non solo dell’intrattenimento, ma anche di entrare in contatto con punti di vista e prospettive sempre nuovi. Con oltre 150 puntate e più di 10 milioni di visualizzazioni, è diventato un punto di riferimento nel mondo dei podcast comedy italiani.

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    Achille e Afrodite, lettera d’amore di due partigiani

    (ANSA) – MACERATA, 24 APR – “Dita adorata la fine che
    prevedevo è arrivata, muoio ammazzato per la mia Patria. Addio
    Dita, non dimenticarmi mai e ricorda che tanto ti ho amata”.   
    Inizia così la lettera che Achille Barilatti, militare
    antifascista di Macerata, scrisse alla sua amata la notte prima
    di essere fucilato, al cimitero di Muccia, il 23 marzo del 1944.   
    Ma chi era questa donna di cui Achille si era innamorato?
    Settantanove anni dopo, Annalisa Cegna, direttrice dell’Istituto
    storico di Macerata, svela all’ANSA la vera identità di Dita,
    una verità che è stata ritrovata tra i documenti custoditi
    nell’Archivio di Stato di Macerata.   
    “Dita – spiega Cegna – era il diminutivo di Afrodite Marasli,
    greca di Costantinopoli, dove nacque nel 1916”. “Di lei –
    aggiunge la direttrice – sappiamo che era stata catturata
    dall’Esercito italiano ad Atene nel 1943, portata nelle carceri
    di Roma e poi internata a Pollenza, nelle Marche, in uno dei
    vari campi dì concentramento femminili che erano stati creati
    nel Centro Italia”.   
    “Dal campo – racconta ancora Cegna – immaginiamo che Afrodite
    fosse riuscita a fuggire oppure liberata, per poi incontrare
    Achille sulle montagne e avviare con lui una storia d’amore
    molto affascinante, anche per i loro nomi che affondano nella
    mitologia greca”.   
    Alla donna, sempre attraverso l’ultima lettera, il
    sottotenente entrato nella Resistenza – catturato assieme ai
    ragazzi di Montalto uccisi dai fascisti – aveva affidato il suo
    ultimo desiderio: “Vai da mia madre a Passo di Treia appena
    potrai”; “muoio da forte come onestamente ho vissuto. Addio
    Dita, addio gnau mio”, aveva concluso, svelando così anche
    l’affettuoso nomignolo.   
    “Questa lettera così tragica, ma carica di amore, è l’ultima
    traccia che ci colloca Afrodite nelle Marche, dopodiché di lei
    non sappiamo più nulla”, dice la direttrice Cegna. “Oggi avrebbe
    107 anni – aggiunge – Ci auguriamo che possa essere ritornata in
    Grecia, dalla sua famiglia, con la quale non aveva mai
    interrotto i rapporti”. Tanto che nel fascicolo a lei dedicato
    c’è anche la ricevuta di 2 mila lire che aveva ricevuto dalla
    madre. (ANSA).   

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    25 aprile: Calenda, le istituzioni nascono dalla Liberazione

    (ANSA) – ROMA, 24 APR – “Spero il governo tutto si riconosca
    nel fatto che le istituzioni repubblicane e democratiche nascono
    dalla Liberazione e che nessuno faccia distinguo, a parte La
    Russa che è un caso a parte. Spero che domani sia una festa di
    tutti”. Lo afferma Carlo Calenda, leader di Azione, a Sky Tg 24.   

    Per Calenda “non esiste” un pericolo del ritorno del fascismo
    in Italia: “in Italia c’è il pericolo che il fascismo venga
    considerato come una dittatura morbida. E’ un problema culturale
    che va combattuto a scuola dando il senso delle istituzioni
    repubblicane. Il fascismo è stato complice del crimine più
    grande della umanità”, sostiene.   
    Quanto al suo 25 aprile, Calenda annuncia: “Sarò alle 10 al
    Pantheon con le associazioni partigiane del mondo Azionista per
    una iniziativa per la liberazione e di sostegno al popolo
    ucraino, e poi porto i miei figli per una visita privata alle
    Fosse Ardeatine”. (ANSA).   

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    Ue: Gasparri, chiederò un voto sull’incarico di Di Maio

    (ANSA) – ROMA, 24 APR – “Sullo scandalo Di Maio chiederò un
    voto del Parlamento. Pubblicamente sconfessato dal governo del
    suo Paese, che con garbo ma con chiarezza ha detto che non è il
    candidato dell’esecutivo italiano, fortemente censurato dalle
    forze politiche che rappresentano la maggioranza democratica
    dell’Italia, Luigi Di Maio, dopo una vita da seminatore di odio
    e poi da poltronaro voltagabbana, rinunci ad un incarico per il
    quale è palesemente inadeguato. Privo di basi culturali
    elementari, ignaro della storia, della geografia, del
    congiuntivo, incapace di distinguere un Paese dall’altro,
    frequentatore di gilet gialli parigini, già sodale di seminatori
    di odio, forse convinto che si parli di una pizzeria su qualche
    Golfo italiano e non di una complessa area che richiede nozioni
    a lui ignote, anela a lauti compensi”. Lo dichiara il senatore
    di Forza Italia Maurizio Gasparri
    “So bene che la designazione compete a poco trasparenti
    circuiti europei, ma in queste ore porró comunque il problema
    nel parlamento italiano, cercando con una risoluzione di far
    emergere una pubblica censura istituzionale, per impedire una
    costosa nomina, che offende la democrazia, la cultura, la
    competenza, la grammatica e la geografia. Quello di Luigi Di
    Maio è un penoso caso umano, che va archiviato. In caso diverso
    in ogni sede politica, istituzionale, diplomatica, interna e
    internazionale porró, non da solo, ogni giorno la questione. Ho
    già informato alcuni rappresentanti diplomatici dell’area del
    Golfo dei danni che causerebbe nei rapporti internazionali una
    tale ridicola figura. E ho trovato condivisione e sconcerto”,
    conclude. (ANSA).   

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    Salvini, ‘Di Maio? Ci sono curriculum migliori’

    (ANSA) – FIRENZE, 24 APR – “Con tutti i diplomatici di
    carriera che hanno fatto tanto in Italia ed in Europa mandare a
    mediare il signor Di Maio Luigi è curioso. Non è l’unica
    iniziativa curiosa da parte delle istituzioni europee che sono
    più ideologiche che pragmatiche. Penso alle direttive case
    green, auto green, carni sintetiche, formaggi finti, vini
    farlocchi. Conto che ci ripensino perché in Italia ed in Europa
    ci sono mediatori con curriculum assolutamente superiori
    rispetto al pur rispettabile ex ministro degli Esteri. Non è una
    questione personale”. Lo ha detto Matteo Salvini, a margine di
    un sopralluogo a un cantiere per il potenziamento della A1.   
    (ANSA).   

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    Genocidio armeno, il ricordo di Delmastro e Salvini

    (ANSA) – ROMA, 24 APR – “Il 24 aprile gli armeni ricordano il
    genocidio perpetrato dai turchi tra il 1915 e il 1919. Per me è
    stato un onore essere tra i promotori, nella scorsa legislatura,
    della legge sul riconoscimento del genocidio armeno. Non solo un
    milione e mezzo di armeni perse la vita in quello che molti
    storici individuano come il primo genocidio moderno, ma per anni
    si è tentato persino di cancellarne la memoria”. A ricordarlo in
    una nota è Andrea Delmastro Delle Vedove, deputato di Fratelli
    d’Italia e sottosegretario alla Giustizia secondo il quale “non
    possiamo dimenticare perché non c’è futuro senza memoria”,
    conclude il parlamentare. Analogo il commento su Twitter del
    leader della Lega e ministro dei Trasporti Matteo Salvini che
    parla di “un dramma troppo spesso ignorato, da tramandare e da
    ricordare”. (ANSA).