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    Il Pd non partecipa all’elezione dei Csm speciali

    (ANSA) – ROMA, 28 APR – I deputati del Pd non parteciperanno
    nell’Aula della Camera alla votazione per schede per eleggere i
    membri laici dei Consigli di presidenza della Giustizia
    Amministrativa, della Giustizia tributaria e della Corte dei
    conti. Lo annuncia all’Assemblea di Montecitorio la capogruppo
    Chiara Braga denunciando una “totale violazione parità di
    genere: solo due donne su sei componenti da eleggere”.   
    “E’ una cosa per noi del Pd inaccettabile, e dispiace che non
    sia lo stesso per altre forze dell’opposizione. Per questo non
    partecipiamo alla votazione e ci auguriamo che questa scelta sia
    condivisa dal resto della opposizione”, sostiene. (ANSA).   

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    La Camera approva lo scostamento di bilancio e il Def

    (ANSA) – ROMA, 28 APR – L’Aula della Camera ha approvato la
    risoluzione di maggioranza sul Def con 221 voti a favore e 115
    contrari.   
    Poco prima, a maggioranza qualificata, era stata approvata la
    risoluzione di maggioranza sullo scostamento del pareggio di
    bilancio (221 voti a favore, 116 contrari) su cui ieri il
    governo era andato sotto. (ANSA).   

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    Renzi, fughe dal Pd non per il look della Schlein ma per le idee

    (ANSA) – ROMA, 28 APR – “Elly Schlein viene attaccata per
    l’intervista a Vogue. Troppo pop, dicono i critici. Una decina
    d’anni fa fui attaccato per lo stesso motivo. Trovo assurdo
    attaccarla per la sua personal shopper o la sua armocromista.   
    Sarò vecchia maniera ma non mi interessa sapere quanto prende la
    sua consulente di immagine o chi la paga. A me interessa la
    politica”. Lo scrive su Facebook il leader di Italia viva,
    Matteo Renzi.   
    “Le differenze con la Schlein – spiega – non sono sul trench
    ma sull’utero in affitto, sul termovalorizzatore e sul nucleare,
    sul concetto di lavoro e sulle tasse, sui sussidi, sul merito
    nella scuola, sull’Ucraina e sull’esercito europeo, sulla
    giustizia e sul garantismo. La fuga dal Pd non nasce dalle
    interviste a Vogue ma dalla mancanza di chiarezza sui
    contenuti”, conclude. (ANSA).   

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    La Camera boccia il Def, corsa contro il tempo per rivotarlo

    Dopo sei mesi la coalizione che sostiene il governo va sotto in Parlamento per la prima volta. Sono mancati 6 voti al centrodestra alla Camera, dove è stata così respinta la risoluzione di maggioranza sullo scostamento di bilancio, i 3,4 miliardi per il 2023 a copertura del taglio del cuneo nel decreto da varare nel Consiglio dei ministri del primo maggio.
    “È stato un brutto scivolone” ma non “un segnale politico”, il commento a caldo di Giorgia Meloni, che ha ricevuto la notizia mentre era impegnata a Londra nel bilaterale con Rishi Sunak. Dovrebbe però resistere il piano del Cdm nella festa dei lavoratori, perché una riunione lampo del governo ha nuovamente approvato il Def, e Camera e Senato completeranno l’esame al massimo entro sabato. Un iter rapido, che ha preso corpo nelle interlocuzioni fra governo e Colle.

    Bilancio, la Camera boccia la risoluzione di maggioranza

    Anche per questo le opposizioni, dopo le accuse di “dilettantismo” della segretaria dem Elly Schlein e l’invito del M5s alla premier di recarsi al Quirinale, alla fine non sembrano intenzionate a fare particolare ostruzionismo. Al Senato fila tutto liscio (votano a favore 5 del Terzo polo fra cui Matteo Renzi), a Montecitorio no. “I deputati o non sanno o non si rendono conto”, lo sfogo del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, lasciando irritato l’Aula.
    In Transatlantico si fanno i conti degli assenti non giustificati: 25 alla fine, 11 della Lega, 9 di FI e 5 di FdI. Senza contare quelli in missione. L’irritazione è forte nella maggioranza, fra gli azzurri volano commenti al veleno da chi ha subito l’ultima riorganizzazione, nei confronti di chi è stato promosso e non era in Aula. “Una brutta figura”, per un “eccesso di sicurezza”, il pensiero di Meloni, secondo cui “tutti vanno richiamati alle loro responsabilità. Credo che si debba fare una valutazione ulteriore, e concentrare l’attenzione sui parlamentari in missione, su chi ha un doppio incarico”. Dopo questo incidente vuole “organizzare meglio tutta la filiera”, serve più comunicazione “tra di noi, con i capi delegazione, con i capigruppo, perché tutti devono essere coinvolti. Io ho in testa un calendario di riforme chiaro e abbastanza serrato, e credo che sia un lavoro su cui vanno coinvolti tutti quanti e mi prendo io la responsabilità di farlo. Sto già organizzando”. Tra gli assenti anche ministri e deputati esperti. Anche se in missione, Giulio Tremonti, ex ministro delle Finanze, decide di partecipare alla votazione, forse annusando il rischio. D’altronde, secondo Openopolis, da inizio legislatura a inizio marzo su 47 votazioni chiave in 12 casi il margine della maggioranza è stato sotto i 20 voti, spesso salvato dalle defezioni delle opposizioni.
    Questa volta sul Def arriva lo scivolone, quasi inedito secondo parlamentari di lungo corso. Che sia “sciatteria” o la “prova conclamata delle divisioni della maggioranza”, si “dimostra la totale inadeguatezza di questo Governo e di questa maggioranza”, l’attacco di Schlein. “Impreparazione e irresponsabilità politica”, dicono dal Terzo polo. “Il frutto di questa incapacità lo pagheremo noi”, avverte Giuseppe Conte, mentre il centrodestra corre ai ripari. Nella capigruppo della Camera chiede la ripetizione del voto. Soluzione irrituale. Dai vertici arriva l’input a rispettare la richiesta del Colle a fare presto, chiudendo la vicenda nel rispetto dei regolamenti parlamentari, che sono chiarissimi. Tutto quindi da rifare, con un nuovo passaggio in Cdm, convocato a stretto giro. Riunione di 5 minuti: il Def non cambia, si approva una nuova Relazione al Parlamento con saldi di finanza pubblica confermati, che sottolinea le finalità di sostegno al lavoro e alle famiglie oggetto degli interventi programmati per il Consiglio dei ministri già fissato per il 1° maggio.
    Fra le 9 e le 16 Senato e Camera, in un venerdì di passione, dovrebbero approvare lo scostamento. Tutti precettati nel centrodestra, i piani di ponte lungo saltano per molti. Intanto il pre-Consiglio preparerà i provvedimenti per il Cdm del 1° maggio. “Manterremo il nostro impegno” dice da Londra la premier: “È il giorno della festa dei lavoratori e vogliamo un segnale sul mondo del lavoro. Abbiamo convocato anche i sindacati per domenica sera, mi dispiace ma questi erano i tempi. Tutto è organizzato, confido di potermela cavare”.

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    Diritti, politica, e look, l’intervista di Schlein a Vogue

     Politica, ma anche vita privata e ricordi personali. La segretaria del Pd Elly Schlein ne ha parlato in un’intervista al magazine Vogue Italia. Per prendere decisioni difficili “non c’è un iter particolare – ha risposto Schlein – ma un metodo, che è quello dell’ascolto anche delle opinioni diverse. Io ho sempre voluto che nella mia squadra ci fosse qualcuno che non la pensava come me, che fosse un po’ più conservatore, così da decidere con equilibrio”.
    In tema di diritti Lgbtq+, “noi non abbiamo nemmeno una legge contro l’odio e la discriminazione – ha detto Schlein – quella che ha portato avanti Alessandro Zan, con cui lavoriamo tutti i giorni” è stata “affossata dalla destra con quel vergognoso applauso nell’Aula del Senato”. “Ci stiamo battendo per il matrimonio egualitario.    Love is love: questo è lo slogan con cui accompagniamo le associazioni nella battaglia. Ma mancano anche i diritti delle figlie, dei figli delle coppie omogenitoriali, per cui abbiamo molti passi avanti da fare. E occorre farlo con una mobilitazione permanente, cercando il supporto dei sindaci e tentando di portare avanti questa battaglia in Parlamento”, anche per non “vivere nel Medioevo dei diritti e andare verso l’Europa e verso il futuro”. Fra gli accenni più personali, Schlein ha raccontato che: la sera cerca “di decomprimere” guarda “una serie tv oppure giocando alla PlayStation”. Le “scelte di abbigliamento – ha poi spiegato – dipendono sicuramente dalla situazione in cui mi trovo. A volte sono anticonvenzionale, altre volte più formale. In generale dico sì ai colori e ai consigli di un’armocromista, Enrica Chicchio”.    Infine, commentando le foto della compagna, Paola Belloni, pubblicate da un magazine: “È stato un outing – ha detto Schlein – che è sempre una forma di violenza come lei ha chiarito. Io concordo pienamente”.    

    “Un guardaroba giocato su pochi elementi: tanto colore e pezzi chiave facilmente abbinabili che rendono agevoli incontri e spostamenti. Sono orgogliosa di lavorare con Elly Schlein e scegliere con lei le giuste cromie, dietro le quali si veicolano messaggi importanti”. Lo scrive su Facebook Enrica Chicchio, l’armocromista citata da Elly Schlein nell’intervista a Vogue per i consigli sull’abbigliamento.
    “In queste foto per Vogue italia – continua, postando gli scatti dell’articolo – abbiamo optato per un un trench color glauco, una delicata tonalità di verde, grigio e azzurro da molti definita salvia. Questa tinta è il risultato di un adattamento ambientale (tipico delle piante mediterranee): sposa il suo incarnato delicato e richiama il verde che nei nostri ricordi si accompagna a giornate immerse in quella natura che va protetta e custodita. Non mi piace il concetto di ‘power dressing’, non è più il tempo del potere e della prevaricazione per affermarci sugli altri. Abbiamo bisogno di autenticità, di un look che rappresenti noi stessi. L’ unica armatura di Elly è il potere delle sue idee. Saranno la sua passione e adesione ai suoi ideali a difendere il suo (difficile) lavoro”. 

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    Meloni e Sunak firmano memorandum su difesa e migranti

    Rafforzare il dialogo e la cooperazione strategica tra Italia e Regno Unito in piena coerenza e complementarità con l’adesione italiana all’UE. È l’obiettivo, riferiscono fonti italiane, di un Memorandum of understanding firmato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e il primo ministro del Regno Unito, Rishi Sunak, in occasione della visita di Meloni a Londra. L’intesa mette a sistema iniziative congiunte in ambiti di collaborazione prioritari (sicurezza e difesa, energia, clima e ambiente, migrazione, economia, scienza e innovazione) e permette di consolidare le ampie convergenze con Londra sul piano internazionale.
    Meloni a Sunak: ‘D’accordo con il tuo lavoro sui migranti’

    La firma di un accordo sulla cooperazione bilaterale, viene spiegato, “corona l’ottimo stato delle relazioni fra le due nazioni e rilancia il dialogo strategico a tutto tondo con un partner e alleato chiave come il Regno Unito, soprattutto alla luce delle molteplici sfide a livello globale, in particolare la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, che rappresenta una minaccia concreta alla sicurezza e ai valori comuni”. Italia e Regno Unito, sottolineano fonti italiane, sono uniti da una storica amicizia oltreché da forti legami economici e condividono una visione comune su molte questioni internazionali a partire dal forte impegno per la sicurezza e la stabilità dell’Europa, dell’Euro-Atlantico e della più ampia comunità internazionale attraverso un approccio multilaterale con al centro le Nazioni Unite.
    “È un nuovo inizio” nelle relazioni tra Italia e Regno Unito. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è rivolta al primo ministro britannico, Rishi Sunak, prima dell’incontro bilaterale a Downing Street. “Sono molto felice di essere qui – ha aggiunto -, sono convinta che possiamo fare un buon lavoro insieme”. “Grazie Giorgia benvenuta a Londra”, le ha detto in italiano Sunak, ringraziandola poi anche in inglese, di fronte a telecamere e fotografi: “È un grande piacere averti qua”.
    “La lotta ai trafficanti e all’immigrazione clandestina è qualcosa che i due governi stanno facendo molto bene: sto seguendo il tuo lavoro sono assolutamente d’accordo con il tuo lavoro”, ha detto ancora la presidente del Consiglio.
    “I valori di Regno Unito e Italia sono allineati”, ha detto il premier britannico nell’incontro a Downing Street con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il primo ministro ha aggiunto che i due Paesi collaborano sulle stesse sfide, come l’invasione illegale dell’Ucraina e il contrasto all’immigrazione illegale, ricordando la stretta “amicizia” tra Londra e Roma, alleate nella Nato. Ha citato la collaborazione militare nell’ambito del Global Combat Air Program e detto che c’è “molto da discutere oggi” per rafforzare i legami fra i due Paesi. Sunak ha concluso in italiano: “Grazie Giorgia, benvenuta a Londra”.
    La visita più lunga in un Paese europeo: Giorgia Meloni è a Londra, con la delegazione al seguito, per una visita di due giorni. Ad accoglierla in aeroporto l’ambasciatore d’Italia nel Regno Unito, Inigo Lambertini.
    Meloni e Sunak si erano già visti a novembre, a margine della Cop27 di Sharm el Sheikh, a poche settimane dall’insediamento di entrambi e con cui ha condiviso il debutto internazionale al G20 di Bali.
    Meloni ha poi lasciato Downing Street al termine dell’incontro bilaterale durato circa due ore. Con Sunak sono diretti a Westminster. La premier è salita in macchina con Sunak senza rispondere ai cronisti italiani che le chiedevano se avesse intenzione di anticipare il rientro a Roma visto quanto accaduto alla Camera sul Def.
    Memorandum Italia-Gb, su migranti ‘cambio di passo’ Un “partenariato strategico” fra Italia e Regno Unito per contenere l’immigrazione e favorire una svolta nella cooperazione internazionale contro i “traffici illegali” di esseri umani: denunciati alla stregua di un’emergenza. C’è anche questo nel memorandum d’intesa bilaterale post Brexit fra Italia e Regno Unito firmato a Londra da Giorgia Meloni e Rishi Sunak, leader conservatori della leva dei quarantenni da pochi mesi al governo, protagonisti di un colloquio a Downing Street all’insegna di una sintonia generalizzata che sulla questione dei migranti sfiora l’identità di vedute: figlia di una situazione la quale vede i due Paesi esposti rispettivamente sulla rotta mediterranea degli sbarchi e su quella della Manica.
    Il memorandum è una sorta di documento cornice suddiviso in numerosissimi punti e in 7 capitoli preceduti da una premessa sui “valori condivisi” esaltati da Rishi al momento di accogliere “Giorgia” (con tanto di abbraccio sorridente e benvenuto in italiano) come il frutto naturale di “decenni di amicizia” fra l’isola e la penisola. Amicizia consolidata dalla comune appartenenza “al G7 e alla Nato”, dall’allineamento sulla risposta alle crisi del presente (in primis alla linea dura di fronte alla Russia per “l’invasione illegale dell’Ucraina”), e ribadito – anche dopo il divorzio di Londra da Bruxelles – dalla formalizzazione recentissima del progetto congiunto di un nuovo caccia europeo di prossima generazione. Il testo include sezioni sul rafforzamento della collaborazione nell’ambito della politica estera, della sicurezza globale e dalla difesa; dei cambiamenti climatici, dell’energia e dell’ambiente; della giustizia e delle indagini di polizia; della democrazia e della promozione del dialogo con le società civili in giro per il mondo; della politica economica, della scienza e dell’innovazione.
    Ma un capitolo a parte è dedicato unicamente proprio all’allarme sulle migrazioni, separato da tutto il resto. Come a sottolineare la specifica sensibilità politica (oltre che elettorale) dei due governi in materia: affrontata da poco in entrambi i Paesi con iniziative legislative e politiche – stringenti quanto severe nelle intenzioni – che non hanno mancato di suscitare dibattito, contestazioni e polemiche anche roventi. Il capitolo è suddiviso in 5 passaggi impegnativi. Il primo evoca il comune riconoscimento “dell’importanza di contrastare urgentemente la sfida dell’immigrazione illegale”; il secondo annuncia la volontà di coordinarsi per far crescere la cooperazione sia su scala bilaterale, sia nei rapporti fra Regno Unito, Ue, Frontex e agenzie internazionali varie; il terzo fa riferimento esplicito all’obiettivo condiviso di “un cambio di passo nel nostro approccio alla politica migratoria”, che punti a renderne “prioritaria la dimensione esterna” come “soluzione strutturale per prevenire la migrazione illegale e stabilizzare i flussi”; il quarto rilancia la strategia di aiutare i Paesi di provenienza, a cominciare “dall’Africa e dai Balcani”, in modo da “affrontare le cause profonde” del fenomeno con azioni congiunte di sostegno allo sviluppo; infine, il punto 5 delinea la prospettiva di dare “un seguito concreto” a queste indicazioni di principio definendo “rapidamente una serie d’iniziative specifiche sull’immigrazione attraverso un Partenariato Strategico” ad hoc fra Roma e Londra.

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    Oltre il dovere, Mattarella premia la lotta al Covid

    Con il cuore oltre l’ostacolo, ovvero ben oltre lo svolgimento del proprio dovere e senza esitare ad anteporre il bene collettivo a quello individuale. E’ questo l’atteggiamento che è prevalso tra gli operatori della sanità durante l’emergenza del Covid-19 e che oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto premiare con il conferimento delle medaglie al “merito della sanità pubblica” ed ai “benemeriti della salute pubblica”. Un riconoscimento che arriva in un momento di acceso dibattito sulla gestione della pandemia, questione in merito alla quale il prossimo 10 maggio i giudici interrogheranno l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza. Dalla Marina militare ai Carabinieri, dall’Aeronautica militare alla Guardia di finanza e l’Esercito, Mattarella ha conferito la medaglia d’oro per l’impegno dimostrato dai Corpi nella difesa della salute pubblica in una situazione di “grave rischio sanitario”, con la costruzione di ospedali da campo, il trasporto in urgenza dei pazienti e la complessa gestione della campagna vaccinale.
    Ad essere premiati anche l’Istituto superiore di sanità (Iss), gli oltre 100mila volontari della confederazione nazionale Misericordie d’Italia, la Croce rossa italiana, la Protezione civile. E poi L’ordine dei medici Fnomceo, i farmacisti, gli infermieri, gli psicologi, le ostetriche, gli assistenti sociali, i chimici ed i tecnici sanitari. Tra le medaglie d’oro “ai benemeriti della salute pubblica” quella ad Andrea Piccioli, direttore dell’Iss, per aver coordinato, “offrendosi come volontario, il team sanitario incaricato dell’evacuazione aeromedica in alto contenimento biologico di un gruppo di cittadini italiani ed europei provenienti dalla città di Wuhan”, ciò “andando ben oltre i propri obblighi, doveri e compiti, nel momento in cui la pandemia era ancora agli inizi”.
    Vari i volontari cui è stato assegnato il riconoscimento, come Claudio Filippi del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta che, dismessa la propria divisa di agente della polizia municipale, durante la prima ondata pandemica faceva da ‘ponte’ tra i malati ricoverati sulla nave ospedale Splendid, ancorata nel porto di Genova, ed i familiari: il suo compito era trasportare medicinali, tamponi, provette per analisi, ma anche ritirare e consegnare effetti personali per i degenti. E Claudio non dimentica quei bigliettini di carta consegnati a mano, unico legame tangibile tra i malati ed i loro cari. A ringraziare sanitari e volontari per l’impegno durante la pandemia anche il ministro della salute Orazio Schillaci (“hanno anteposto la salute collettiva a quella individuale”), il quale ha ricordato la psichiatra Barbara Capovani, uccisa da un ex paziente, assicurando che ogni strada sarà percorsa per fermare la violenza contro i sanitari. L’impegno, ha detto, è anche quello di garantire a tutti le migliori cure in tempi congrui: “Per i meno abbienti le attese si traducono in rinunce alle cure, non lo possiamo più consentire”.
    La ferita della pandemia, tuttavia, non si è ancora rimarginata ed in molti chiedono di fare maggiore chiarezza sulla gestione dell’emergenza. In questo contesto, Giuseppe Conte e Roberto Speranza saranno interrogati dal Tribunale dei ministri di Brescia il prossimo 10 maggio nell’ambito dell’inchiesta che vede entrambi indagati per la gestione della prima fase della pandemia nel febbraio 2020. Slitta invece in commissione Affari sociali della Camera il voto agli emendamenti del testo unico per l’istituzione della commissione di inchiesta sulla gestione dell’emergenza da Covid-19. L’esame è stato infatti rinviato ad una prossima seduta della commissione, in data da definirsi. Per l’esame del provvedimento si potrebbero però preannunciare tempi non immediati. Sono infatti oltre 100 gli emendamenti presentati al testo all’esame.  

    Le onorificenze per il Merito della Sanità pubblica

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    Schlein, sul Def siamo al dilettantismo ma lo paga l’Italia

    (ANSA) – ROMA, 27 APR – “Delle due l’una: o siamo di fronte a
    un episodio di imperdonabile sciatteria o alla prova conclamata
    delle divisioni della maggioranza. In entrambi i casi si
    dimostra la totale inadeguatezza di questo governo e di questa
    maggioranza, che dovranno risponderne davanti al Paese”. Lo
    afferma la segretaria del Pd Elly Schlein. “Sono andati sotto
    per mancanza dei voti necessari sullo scostamento di bilancio,
    ovvero una decisione fondamentale che impatta sui conti pubblici
    e quindi sulle famiglie e sulle imprese. Siamo al dilettantismo,
    il problema è che lo pagano l’Italia e la sua credibilità”.   
    (ANSA).