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    Presidente Saied a due ministri Ue, Tunisi ‘non accetta diktat’

    (ANSA) – TUNISI, 11 MAG – In Tunisia, “non è possibile
    abbandonare il ruolo sociale dello Stato” e pertanto “nessun
    diktat può essere accettato”: lo ha detto il presidente
    tunisino, Kais Saied, chiedendo il “rispetto della volontà del
    popolo” e della “sovranità dello Stato”, ai ministri degli
    Esteri del Belgio, Hadja Lahbib, e del Portogallo, Joao Gomes
    Cravinho, a Tunisi per due giorni in rappresentanza dell’Ue.   
    L’incontro al Palazzo di Cartagine – si legge in una nota
    della presidenza – è stato però l’occasione per Saied di
    riaffermare l’attaccamento della Tunisia ai legami storici e
    privilegiati che la legano all’Unione europea, nonché “il fermo
    impegno a rafforzare ulteriormente i rapporti di cooperazione e
    partenariato in vari ambiti, in un ambito bilaterale e
    multilaterale, oltre all’azione congiunta per sviluppare nuovi
    meccanismi e mezzi che migliorino le opportunità di mutuo
    accordo e la formulazione di soluzioni efficaci per varie
    questioni, in un quadro di rispetto reciproco e “interesse
    comune”.   
    L’incontro ha affrontato anche diversi altri temi, tra cui la
    cooperazione finanziaria e di investimento di fronte alle sfide
    economiche e sociali che la Tunisia deve affrontare, nonché le
    questioni dell’immigrazione, degli scambi scientifici e
    culturali e della lotta al terrorismo.   

    . (ANSA).   

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    Il Papa, basta corsa alle armi e colonialismo economico

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 11 MAG – “Persecuzioni, guerre,
    fenomeni atmosferici e miseria sono tra le cause più visibili
    delle migrazioni forzate contemporanee. I migranti scappano per
    povertà, per paura, per disperazione”. Lo ricorda il Papa nel
    messaggio per la Giornata dei migranti che si celebrerà il 24
    settembre.   
    Per fermare “le migrazioni forzate è necessario l’impegno
    comune di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità. Un
    impegno che comincia col chiederci che cosa possiamo fare, ma
    anche cosa dobbiamo smettere di fare. Dobbiamo prodigarci per
    fermare la corsa agli armamenti, il colonialismo economico, la
    razzia delle risorse altrui, la devastazione della nostra casa
    comune”, rileva il Pontefice. (ANSA).   

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    Caro affitti: Mollicone, convocheremo ministri e studenti

    (ANSA) – ROMA, 11 MAG – “Sul problema del caro-affitti
    presenteremo una risoluzione in Commissione Cultura e
    Università. Convocheremo le associazioni studentesche e i
    ministri competenti, così come le autorità degli enti locali e
    delle Regioni. Dobbiamo risolvere questo problema che affligge
    moltissimi studenti italiani in tutta la Nazione per la completa
    realizzazione del diritto allo studio, tema che è stato
    trascurato fino ad oggi. A Milano in media una camera singola
    costa 628 euro al mese, a Bologna 467 e a Roma 452”. Lo
    dichiarano il Presidente della Commissione Cultura e Università
    della Camera Federico Mollicone (FdI) e il capogruppo di FDI in
    Commissione, Alessandro Amorese. (ANSA).   

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    Sala, ‘sul problema del caro affitto non possiamo attendere’

    (ANSA) – MILANO, 11 MAG – “È chiaro che l’intervento del
    governo sul caro affitti sarebbe importantissimo ma noi non
    possiamo aspettare visto che il problema c’è. Oggi abbiamo una
    riunione con rettori e una rappresentanza di studenti e stasera
    dopo cena parteciperò ad un’assemblea all’Università Statale con
    il rettore per incontrare gli studenti e spiegare quello che
    stiamo facendo”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe
    Sala, a Rai Radio 1.   
    “Stiamo lavorando per portare alla nascita di nuovi
    studentati, ci battiamo contro il fenomeno Airbnb perché se hai
    dieci o venti case e le togli dal mercato immobiliare per noi
    non va bene – ha ricordato -. Qualche forma di contrasto va
    trovata. Poi lavoriamo per favorire il social housing, per le
    nuove residenze che si costruiscono il 30% si lascia al social
    housing. Si tratta di residenze miste di cui una parte è
    edilizia convenzionata il cui prezzo è fissato con un accordo
    con il comune”. (ANSA).   

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    Mattarella, si deve agevolare la formazione della famiglia

    (ANSA) – ROMA, 11 MAG – “Alle istituzioni compete la
    responsabilità di attuare politiche attive che permettano alle
    giovani coppie di realizzare il loro progetto di vita, superando
    le difficoltà di carattere materiale e di accesso ai servizi che
    rendono ardua la strada della genitorialità”. E’ quanto scrive
    il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio
    al presidente del Forum delle associazioni familiari Aps
    Gianluigi De Palo.   
    “Si tratta di una puntuale prescrizione della Costituzione
    che all’articolo 31 richiama la Repubblica ad agevolare “con
    misure economiche e altre provvidenze la formazione della
    famiglia e l’adempimento dei compiti relativi con particolare
    riguardo alle famiglie numerose. Proteggendo “la maternità, l’
    infanzia, la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale
    scopo”. (ANSA).   

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    Nuovo scontro Italia-Francia, Meloni: ‘Non usateci per i vostri conti interni’

    Un nuovo scontro con Parigi sulla gestione dei migranti. Citato da Le Figaro in un articolo sulla crisi tra le due capitali, il capo del partito del presidente Macron, Stéphane Séjourné, attacca la premier italiana accusandola di fare demagogia con una politica ‘ingiusta, disumana e inefficace’. E sostiene che “l’estrema destra francese prende per modello l’estrema destra italiana.  Immediata la replica di Giorgia Meloni. ‘Non è l’ideale usare noi per conti interni – dice la premier italiana da Praga dove si trova per un bilaterale – però ognuno fa le scelte che vuole fare’.
    “Io credo che si utilizzi la politica degli altri governi per regolare i conti interni. Non mi sembra una cosa ideale sul piano della politica e delgalateo, però ognuno fa le scelte che vuole fare”. Lo ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Praga, commentando le critiche al governo italiano arrivate dalla Francia dal capo del partito di Emmanuel Macron Renaissance, Stéphane Séjourné
    “Io immagino che vedrò Macron nei prossimi giorni”, tra G7 e Consiglio d’Europa “le occasioni saranno molte. Non mi risulta – ha anche detto la premier – che ci siano problemi bilaterali tra Italia e Francia”. Secondo Giorgia Meloni, “queste dichiarazioni così aggressive a favore di telecamera mi pare parlino all’opinione pubblica francese, non sono preoccupata da queste critiche”.

    Meloni: ‘Non c’e’ un problema bilaterale con la Francia’

    L’attacco dalla Francia”L’estrema destra francese prende per modello l’estrema destra italiana. Si deve denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza. Meloni fa tanta demagogia sull’immigrazione clandestina: la sua politica è ingiusta, disumana e inefficace”. Così il capo del partito di Emmanuel Macron Renaissance, Stéphane Séjourné, citato da Le Figaro in un articolo sulla crisi tra Italia e Francia dal titolo “Nonostante le loro differenze, Meloni agitata come uno spauracchio anti-Le Pen dal governo”. “Messaggio che l’eurodeputato prevede di ripetere il 25 maggio a Roma, dove organizza un seminario del gruppo Renew a sostegno del Pd”, si legge. Ed un affondo è arrivato anche dalla Spagna. Con Yolanda Díaz, vicepremier e ministra del Lavoro nel governo socialista di Sánchez, che sostiene che con l’ultimo decreto Lavoro, l’esecutivo Meloni ha mostrato di voler “governare contro lavoratori e lavoratrici”, per “tornare” al modello dei “contratti spazzatura”. 
    La replica della premier”Evidentemente c’è qualche problema che devono risolvere. Ma non credo sia un problema che hanno con noi. Evidentemente c’è qualche problema di tenuta del consenso che bisogna affrontare, ma è un problema interno. Non mi ci voglio infilare, capisco le difficoltà”. Lo ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Praga, a chi le domandava dei ripetuti attacchi da parte del governo francese. A chi le domandava se avesse mandato un messaggio al presidente francese Emmanuel Macron, la premier ha risposto: “No, no, a me interessa quello che dicono gli italiani del lavoro che faccio”.  “Cosa sta succedendo con Parigi? Io non ho novità – ha aggiunto Meloni – quindi devo presumere che siano discussioni legate alla politica interna. È l’unica spiegazione sensata di quello che sta accadendo. Io non credo sia molto proficuo utilizzare le relazioni internazionali per risolvere i propri problemi di politica interna, poi ognuno fa le scelte che vuole fare. Io non ho novità continuo a fare serenamente il mio lavoro”. La premier si è poi riferita all’affondo arrivato da Madrid: “L’Italia ha appena segnato il record storico di numero di occupati e di contratti stabili – ha detto -, forse non si conosce bene il lavoro che sta facendo il governo italiano”.
    In precedenza, il vicepremier Matteo Salvini aveva respinto l’attacco francese. “Toni inaccettabili e offensivi – scrive su twitter -. La Francia non può dare lezioni a nessuno. Portino rispetto al governo italiano”. E su Twitter l’altro vicepremier, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha replicato a Madrid scrivendo che “spiace che la vicepremier spagnola Yolanda Diaz interferisca nella vita politica italiana dando giudizi inaccettabili sulle scelte del governo. Le difficoltà elettorali del suo partito non giustificano offese ad un partner e alleato europeo. Non è questo il modo di collaborare”.  E sull’attacco arrivato da Parigi, il ministro per gli affari europei Raffaele Fitto ha osservato che “il nervosismo per le crescenti preoccupazioni di politica interna ha oggi fatto registrare un’altra vittima, il Presidente del Gruppo Renew al Parlamento europeo, Stéphane Séjourné”. “Privo di argomentazioni politiche valide e spaventato dal giudizio dei suoi concittadini Séjourné ha pensato bene di giocarsi la carta di un attacco non provocato ed ingiustificato al Presidente Meloni che non solo contraddice ogni regola di bon ton istituzionale non aiutando il corretto dialogo tra i Governi, ma, sono certo, non gli servirà a risolvere i molti problemi politici che ha”. 

    Meloni: ‘Polemiche Spagna? Non conoscono il nostro lavoro’

    Critiche alla premier italiana anche dalla Spagna sul lavoroCon l’ultimo decreto sul lavoro, ha detto al Congresso dei deputati spagnolo Yolanda Díaz, vicepremier e ministra del Lavoro nel governo socialista di Pedro Sánchez, l’esecutivo italiano di Giorgia Meloni ha mostrato di voler “governare contro lavoratori e lavoratrici”, per “tornare” al modello dei “contratti spazzatura”. Dìaz ha accusato gli ultraconservatori di Vox di voler fare lo stesso nel Paese iberico in futuro.

    Agenzia ANSA

    ‘In Italia il governo va contro i lavoratori come vuol fare Vox’ (ANSA)

    Agenzia ANSA

    Il portavoce del governo francese, Olivier Véran, tenta di placare la lite fra Italia e Francia sul tema migranti in seguito alle accuse alla premier Meloni da parte del ministro Darmanin: ‘Non voleva ostracizzare l’Italia’. Il ministro degli Esteri italiano: ‘Parole che vanno nella giusta direzione. Il comunicato della Francia non è sufficiente, è stato tiepido, le offese invece molto forti’. Beaune dà ragione ‘sul piano politico’ a Darmanin (ANSA)

    Agenzia ANSA

    ‘In Italia il governo va contro i lavoratori come vuol fare Vox’ (ANSA)

       

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    Missione di Meloni a Praga, asse con i conservatori europei sui migranti

    Sulla questione migranti “c’è la necessita di azioni concrete da parte della Commissione europea”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni congiunte con il primo ministro della Repubblica Ceca, Petr Fiala, a Praga. Nel corso del bilaterale, il leader ceco ha detto che “sui migranti Meloni porta tante proposte in Europa, noi appoggiamo le proposte dell’Italia, abbiamo uguale visione”. Ed ha aggiunto che serve una “lotta più attiva contro i trafficanti”.
    La gestione dei migranti”Portare avanti una cooperazione non predatoria con i Paesi africani diventa anche lo strumento più serio per affrontare la crisi migratoria che stiamo vivendo. Il primo ministro Fiala, che è intelligente e lungimirante, capisce come ormai sia inevitabile affrontare la questione a livello europeo, e prima che investa il territorio europeo. Perché altrimenti è inevitabile che continueremo a discutere tra noi su un problema che in ogni caso rimane in Europa”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni congiunte con il primo ministro della Repubblica Ceca, Petr Fiala, a Praga.
    “Il modo più serio per risolvere questo problema, come ho posto in Consiglio europeo, è spostarsi sull’attenzione della difesa della dimensione esterna, lavorare a una seria politica di rimpatri e lavorare insieme alle nazioni di provenienza e di transito dei migranti irregolari, per garantire un diritto che non abbiamo sempre garantito: il diritto a non essere costretti a scappare dalla propria terra per trovare condizioni di vita più favorevoli – ha aggiunto Meloni -. Questo necessita azioni concrete da parte della Commissione europea, e ci aspettiamo che vengano portate avanti prima del prossimo Consiglio europeo che si occuperà di questa materia”.
    L’energia”Sicurezza, significa catene di approvvigionamento, sicurezza nelle forniture, essere proprietari del proprio destino. C’è un lavoro importante chel’Europa affronta in materia di dipendenza energetica e che deve risolvere”, dice la presidente del Consiglio nelle dichiarazioni congiunte con il primo ministro della Repubblica Ceca, Petr Fiala, a Praga. Cui riferisce di aver anche spiegato “un lavoro importante che l’Italia intende fare insieme e per conto dell’Europa nel suo complesso, con il Piano Mattei per l’Africa – ha aggiunto -. Per diversificare la produzione di energia, coinvolgere le nazioni mediterranee”. 
    Sul Patto di stabilità c’è da lavorareSui temi europei, secondo Giorgia Meloni sul Patto di stabilità, “c’è un lavoro da fare rispetto al documento presentato dalla Commissione”. “C’è un dibattito aperto sulle nuove regole della governance, sul Patto di stabilità e crescita – sottolinea -, e con la Repubblica Ceca siamo d’accordo che le nuove regole non possano tenere in considerazione le grandi sfide: se abbiamo scelto di immaginare come sfida strategica la transizione verde e digitale non possiamo non immaginare anche che nelle nuove regole sul Patto di stabilità gli investimenti necessari per portare a termine queste transizioni non vengano considerati. Esattamente come accade per la difesa, in un momento in cui l’Europa si rende conto della necessità di investire di più in difesa per investire di più nella sua libertà. E questo non può non essere tenuto in considerazione nel calcolo del rapporto deficit/Pil”.
    “Ci troviamo d’accordo sulla flessibilità necessaria dei fondi esistenti, per non creare disparità nel mercato unico, nel momento in cui altre nazioni chiedono l’allentamento della norma sugli aiuti di Stato. E su una transizione verde che deve essere economicamente e socialmente sostenibile, non deve essere mossa da intenti utopici o ideologici, ma deve essere pragmatica”, spiega la presidente del Consiglio nelle dichiarazioni congiunte con il primo ministro ceco a Praga. “Siamo entrambe nazioni che difendono la neutralità tecnologica, crediamo negli obiettivi della transizione verde, ci impegniamo a raggiungerli ma – ha aggiunto la premier – vogliamo essere liberi di lavorare su tutte le tecnologie che possono consentirci di raggiungere quei risultati. È un lavoro che abbiamo fatto insieme sull’industria automobilistica, una battaglia che portiamo avanti”.
    Il sostegno a KievQuanto all’aggressione russa a Kiev, Meloni spiega che c’è il sostegno fermo e determinato agli ucraini, a 360 gradi fin quando sarà necessario. “Ma abbiamo parlato anche di ricostruzione – aggiunge -,  a conferma che scommettiamo sul futuro di pace e libertà e sul futuro europeo dell’Ucraina”.
    La via della Seta”Questa è una decisione che ancora non abbiamo preso, è un dibattito aperto”. Così la premier Giorgia Meloni a Praga interpellata a proposito del rinnovo da parte italiana del memorandum sulla Via della Seta. “È una decisione delicata” ha aggiunto, ricordando che “non ho condiviso” a suo tempo “la scelta che fece il governo Conte” di aderire alla Nuova via della Seta.