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    Meloni, non è scandaloso dire che siamo nati da uomo e donna

    (ANSA) – ROMA, 12 MAG – “Vogliamo vivere una nazione nella
    quale essere padri non sia fuori moda, ma un valore sociualmente
    riconoscito tutto, in cui riscoprano la bellezza di essere
    genitori che è una cosa bellissima che non ti toglie niente e
    che ti dà tantissimo”. Lo ha detto Giorgia mloni agli stati
    generali della Natalità.   
    “Per decenni – ha aggiunto – la cultura dominante ci ha detto il
    contrario. Vogliamo che non sia più scandaloso dire che siamo
    tutti nati da un uomo e una donna, che non sia un tabù dire che
    la natalità non è in vendita, che l’utero non si affitta e i
    figli non sono prodotti da banco che puoi scegliere e poi magari
    restituire”. (ANSA).   

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    Meloni, donne non libere se devono scegliere fra figli e lavoro

    (ANSA) – ROMA, 12 MAG – “Se le donne non avranno la
    possibilità di realizzare il desiderio di maternità senza
    rinunciare a quello professionale non è che non avranno pari
    opportunità, non avranno libertà”. Lo ha detto la presidente del
    Consiglio, Giorgia Meloni, agli Stati generali della natalità.   
    (ANSA).   

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    Meloni, parlare di natalità è un atto rivoluzionario

    (ANSA) – ROMA, 12 MAG – “Grazie per questo invito. Per questa
    iniziativa bella e coinvolgente che sta diventando tradizione,
    grazie oltre le parole di rito: viviamo in un’epoca nella quale
    parlare di natalità, maternità, famiglia è sempre più difficile
    sembra un atto rivoluzionario”. Lo ha detto la premier Giorgia
    Meloni agli stati generali della Natalità. “Eravamo stati
    avvertiti: batterci per dimostrare che le foglie d’estate sono
    verdi o due più due fa quattro, bisogna avere coraggio per
    sostenere cose fondamentali per la nostra società, ma a questa
    sala non il coraggio non difetta”. (ANSA).   

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    Mattarella: “Coesione sociale si misura dando futuro ai giovani”

    “La coesione sociale del Paese si misura sulla capacità di dare un futuro alle giovani generazioni creando un clima di fiducia”. A sostenerlo è il presidente della Repubblica in un messaggio inviato al presidente nazionale del Forum delle associazioni Familiari APS Gianluigi De Palo. “Politiche abitative, fiscali e sociali appropriate, conciliare l’equilibrio tra vita e lavoro sono questioni fondamentali per lo sviluppo delle famiglie”, aggiunge il Capo dello Stato
    “Alle istituzioni compete la responsabilità di attuare politiche attive che permettano alle giovani coppie di realizzare il loro progetto di vita, superando le difficoltà di carattere materiale e di accesso ai servizi che rendono ardua la strada della genitorialità”. E’ quanto scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio al presidente del Forum delle associazioni familiari Aps Gianluigi De Palo. “Si tratta di una puntuale prescrizione della Costituzione che all’articolo 31 richiama la Repubblica ad agevolare “con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi con particolare riguardo alle famiglie numerose. Proteggendo “la maternità, l’ infanzia, la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. 

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    ++ Rimborsi a consiglieri E-R, ex capogruppo Pd in carcere ++

    (ANSA) – BOLOGNA, 12 MAG – In carcere per un peculato da
    ventimila euro nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi spese del
    consiglio regionale dell’Emilia-Romagna tra il 2010 e il 2011:
    si sono aperte le porte del carcere di Forlì per Marco Monari,
    ex capogruppo del Pd, con la decisione della Cassazione che ha
    respinto il ricorso della difesa, facendo diventare definitiva
    la condanna a quattro anni e cinque mesi. Ne dà notizia il Resto
    del Carlino. Si tratta dell’unico consigliere regionale finito
    in carcere nell’ambito di quell’inchiesta che colpì tutti i
    gruppi dell’Assemblea legislativa, con esiti giudiziari
    differenti e alterni, con diverse assoluzioni. (ANSA).   

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    Rai e Gdf, Meloni chiude il secondo round delle nomine 

    Giorgia Meloni chiude in 20 minuti il secondo round delle nomine: in un Cdm lampo cambia il capo della polizia e nomina, a cascata, il prefetto di Roma. E soprattutto completa l’operazione sulla Rai, avviata la scorsa settimana con il decreto che cambia le regole per le fondazioni liriche (e con le dimissioni dell’ad Carlo Fuortes) e dà un nome, definitivo, al nuovo comandante della Guardia di Finanza, anche se la formalizzazione arriverà solo al prossimo Cdm. Rimarrà Andrea de Gennaro, quello che che solo due giorni fa ha preso l’interim al posto di Giuseppe Zafarana, passato alla presidenza dell’Eni. E il nome su cui più si era speso, si racconta in ambienti della maggioranza, il braccio destro della premier, Alfredo Mantovano.
    Un gioco a incastri che in molti scommettevano non si sarebbe chiuso così rapidamente, vista l’assenza del ministro dell’Economia: ma già a inizio settimana, in alcuni contatti informali e ristretti, gli alleati avevano stabilito di chiudere nel più breve tempo possibile, anche per evitare, il ragionamento di più di un ministro, di dare l’impressione di una maggioranza divisa sulle partite più importanti. Certo, il braccio di ferro è andato avanti fino all’ultimo: tutti scommettevano che si sarebbe andati alla prossima settimana,anche per evitare di fare uno sgarbo a Giancarlo Giorgetti, impegnato in Giappone con il G7. Ma il bilancio, osservano diversi parlamentari, non è poi così a sfavore della Lega, che incassa il capo della Polizia, Vittorio Pisani, vicino al ministro Matteo Piantedosi. Pisani prende il posto – dopo appena due anni – di Lamberto Giannini, spostato alla prefettura di Roma (ma con poteri speciali per il Giubileo 2025). Il partito di Matteo Salvini, sottolineando diversi osservatori, verrebbe “ampiamente ricompensato” anche con le nomine interne alla Rai, dove l’indicazione come ad di Roberto Sergio non avrebbe trovato ostacoli (va bene anche a Fi).
    Senza contare che poi dalla prossima settimana ci saranno altre indicazioni da dare per le partecipate non quotate, Rfi e Trenitalia. L’ultima partita del grande girone delle nomine che dovrebbe chiudersi entro la fine del mese. Tutto si è deciso dunque rapidamente in riunioni ristrette fino a prima del Consiglio dei ministri (iniziato con quasi un’ora di ritardo). Giorgetti è in Giappone (e alle prese con la grana del Mes), mentre a Roma il Cdm certifica, come si legge anche nel comunicato finale, che “l’accordo politico” è stato raggiunto. Ma, fanno sapere fonti di governo, proprio lo stesso Giorgetti avrebbe chiesto di aspettare la sua presenza per formalizzare la nomina di De Gennaro. Richiesta che non è arrivata invece per la Rai, che pure spetta al Mef come indicazione. Non è un segreto che De Gennaro non fosse il nome su cui puntava il titolare di via XX Settembre che, facendo asse con il ministro della Difesa Guido Crosetto, aveva proposto Umberto Sirico, comandante dei reparti speciali della Gdf. Alla cerimonia per l’avvicendamento, due giorni fa, Giorgetti aveva predicato cautela, lasciando intendere che servisse ancora tempo per trovare la quadra. Ma più forte, alla fine, è stato l’asse tra la premier e il sottosegretario Mantovano, che dall’inizio volevano De Gennaro. E così è stato dopo una impasse che aveva portato a un inusuale interim che andava sciolto rapidamente.

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    La Polizia a Vittorio Pisani, il cacciatore di latitanti

    Chissà se il pensiero di Vittorio Pisani, nominato nuovo capo della Polizia, oggi è andato a quel 18 dicembre del 2013, quando i giudici del tribunale di Napoli lo assolsero dalle accuse di abuso di ufficio, falso, rivelazione di segreto e favoreggiamento. Un verdetto accolto con commozione in aula dopo due anni durissimi. Quella vicenda giudiziaria aveva frenato l’ascesa dell’investigatore. Ma dieci anni dopo Pisani sale sulla sedia più alta del Dipartimento per la pubblica sicurezza. Prende il posto di Lamberto Giannini, che sconta anche il ‘peccato originale’ di essere legato al suo predecessore Franco Gabrielli, inviso a parte della maggioranza di centrodestra, dalla Lega al sottosegretario Alfredo Mantovano. Il nuovo capo della Polizia ha, inoltre, la piena fiducia del titolare del Viminale, Matteo Piantedosi, che ha portato la nomina in Consiglio dei ministri. E, contrariamente a quanto avvenuto per il vertice della Guardia di finanza, il nome è passato senza scossoni. La premier Giorgia Meloni ha elogiato “due servitori dello Stato di grande competenza ed esperienza che contribuiranno a rafforzare la sicurezza dei cittadini e la difesa delle istituzioni”.    Con Pisani i ‘mobilieri’ tornano a guidare la Polizia, dopo Giannini e Gabrielli, entrambi provenienti dalla Digos.    Calabrese come un altro suo celebre predecessore, Gianni De Gennaro, il nuovo capo è nato a Catanzaro il 22 maggio di 56 anni fa. Il padre era un agente della Stradale. Si diploma presso l’Istituto superiore di Polizia e nel 1987 riceve il premio ‘Luigi Calabresi’ quale miglior allievo vice commissario.    Si laurea in Giurisprudenza e va subito alla squadra Mobile di Napoli, dove passa gli anni ’90 fino a diventarne il capo. Al suo attivo la cattura di boss di camorra come i casalesi Michele Zagaria e Antonio Iovine: le storie di quelle indagini saranno raccontate nella fiction Rai ‘Sotto copertura’. Nelle sue investigazioni si serve di una rete importante di confidenti.    “Sono l’arma in più”, spiegava. Sul tema ha anche scritto un libro nel 2007: “Informatori, notizie confidenziali e segreto di polizia”. I confidenti sono però anche un’arma a doppio taglio, con la quale ci si può sporcare le mani. Salvatore Russo, da lui reclutato, diventato collaboratore di giustizia, lo indica come favoreggiatore dei fratelli Iorio, imprenditori della ristorazione, riciclatori di denaro della camorra. Nel 2011 Pisani viene rinviato a giudizio dalla Dda di Napoli e subisce l’onta del divieto di dimora nel capoluogo campano. In quell’occasione, l’allora ministro dell’Interno, il leghista Roberto Maroni, lo chiama per assicurargli “stima e fiducia”.    Due anni dopo l’assoluzione; in seguito Lo Russo viene condannato per calunnia.    Nel suo lungo periodo napoletano Pisani dà anche parere negativo sulla scorta da assegnare a Roberto Saviano. “A noi della Mobile – raccontò in un’intervista – fu data la delega per riscontrare quel che Saviano aveva raccontato a proposito delle minacce ricevute. Dopo gli accertamenti demmo parere negativo sull’assegnazione della scorta”. Nonostante il parere la tutela allo scrittore venne poi assegnata.    La carriera di Pisani è costellata di encomi per le operazioni di polizia contro la criminalità organizzata. Dal 1999 approda allo Sco di Roma, ma nel 2004 torna a Napoli fino alla disavventura giudiziaria. Passata la tempesta torna a scalare le posizioni: nel 2014 diventa direttore del Servizio immigrazione; dal 2019 è vicedirettore dell’Aisi.    A far posto a Pisani è Lamberto Giannini, cui viene assegnata la prefettura di Roma. Un evidente ‘downgrade’, nonostante il Giubileo del 2025 da gestire. Lui mostra comunque lo spirito del servitore di Stato. “Amarezza? No”, assicura non negandosi ai cronisti. “Adesso guardo alla nuova sfida che mi attende nella mia città, che conosco molto bene, so quanto impegno ci vuole, ho già preso contatto con il sindaco. C’è – aggiunge – il grandissimo orgoglio di aver guidato la polizia, dopo un lungo percorso iniziato come agente ausiliario, è una pagina indelebile della mia vita”. 

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    Visita lampo di Zelensky a Roma, vedrà Meloni e il Papa

    Il presidente ucraino Volodimyr Zelensky, si apprende in ambienti parlamentari della maggioranza, dovrebbe incontrare probabilmente la premier Giorgia Meloni a Roma domenica prossima. La visita è ancora in via di definizione.
    Da diverse fonti qualificate internazionali si è appreso di una serie di visite in Paesi europei, nei prossimi giorni del presidente ucraino.
    Zelensky è stato a Helsinky, in Finlandia, e all’Aia, nei Paesi Bassi e nei prossimi giorni, come annunciato dai media tedeschi, sarà prima a Berlino per incontrare il cancelliere Scholz e il presidente Steinmeier.In questo programma si potrebbe inserire anche Roma, che al momento non viene confermata da fonti dell’Esecutivo italiano.
    “È possibile che il Papa incontri il presidente ucraino nella giornata di sabato”. Lo dicono fonti vaticane all’ANSA, rispondendo in merito alle indiscrezioni secondo le quali il presidente Volodymir Zelensky possa fare una visita lampo a Roma. Si tratta al momento solo di un’ipotesi e non ci sono dunque conferme ufficiali sull’ora e sul luogo di questo eventuale incontro. Il Papa ha ricevuto il premier ucraino Denys Shmyhal un paio di settimane fa mentre aveva ricevuto Zelensky, prima della guerra, nel febbraio 2020.

    Agenzia ANSA

    ‘A Kiev consegnate armi per 30 miliardi di dollari’, scrive Bloomberg. Kiev, bombe a grappolo russe sulla regione di Zaporizhzhia. ‘Otto feriti, tra cui 3 operatori sanitari delle ambulanze’. Zelensky, serve ancora tempo per avviare la controffensiva. Prigozhin, ‘Zelensky mente, controffensiva già cominciata’. Mosca, giudici Cpi nella lista dei ricercati dalla Russia dopo il mandato di arresto per Putin. Gli Usa accusano il Sudafrica di aver fornito armi alla Russia, nonostante si fosse dichiarato neutrale (ANSA)