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    Di Maio-Fico-Raggi eletti Garanti M5s

    Luigi Di Maio, Roberto Fico e Virginia Raggi sono stati eletti membri del Comitato dei Garanti del M5S. La sindaca di Roma si piazza prima con 22.289 preferenze. In seconda posizione Roberto Fico con 11.949 voti, seguito da Luigi Di Maio con 11.748 voti. 
    L’ex ministro e sottosegretario Riccardo Fraccaro entra nel Collegio dei Probiviri del M5S e va a sostituire Raffaela Andreola. Fraccaro ha ottenuto 21.097 voti e ha sconfitto Grazia Di Bari, seconda con 8.976.  
    “Grazie di cuore a tutti, un’altra tappa raggiunta insieme. Un ringraziamento anche ai componenti uscenti del Comitato di Garanzia Vito Crimi, Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri, che hanno portato avanti il loro incarico con grande impegno. Avanti con unità e determinazione in questo nuovo corso con Giuseppe Conte. Il MoVimento 5 Stelle c’è”. Lo scrive su Fb il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

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    Green pass: chi è senza non può essere licenziato. Ecco le misure

    Dal 15 ottobre al 31 dicembre 2021, data di scadenza dello stato d’emergenza, il Green pass sarà obbligatorio per l’accesso a tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati, anche per i lavoratori esterni all’amministrazione o all’azienda. Lo prevede la bozza di decreto legge sul “super” Green pass, ancora suscettibile di modifiche in Consiglio dei ministri.
    La bozza che l’ANSA ha potuto visionare è composta da 8 articoli, con alcune norme ancora incomplete, e disciplina l’obbligo per l’ingresso nei luoghi di lavoro, per tutti i dipendenti e anche per chi acceda a quei luoghi per svolgere la sua “attività lavorativa e formativa”.
    Green pass subito ai guariti dopo la prima dose
    I guariti dal Covid non dovranno più attendere 15 giorni dalla prima dose di vaccino anticovid per avere il green pass ma lo otterranno subito dopo la prima somministrazione. E’ quanto prevede la bozza del decreto che estende la certificazione ai luoghi di lavoro. L’articolo 4 comma 3 modifica infatti la normativa attuale sostituendo il passaggio in cui si affermava che la certificazione era valida “dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione” con le parole “dalla medesima somministrazione”.
    Chi è senza non può essere licenziato
    Chi non ha il Green pass avrà comunque il “diritto alla conservazione del rapporto di lavoro”. Lo specificano le norme della bozza del dl per il “super” Green pass, suscettibile di modifiche in Cdm. La bozza prevede sanzioni, inclusa la sospensione e lo stop allo stipendio, per chi per cinque giorni consecutivi si presenti al lavoro senza Green pass. Ma in ogni caso non si potrà arrivare al licenziamento del lavoratore. 
    Obbligo per eletti e vertici delle istituzioni 
    L’obbligo di Green pass per l’accesso ai luoghi di lavoro si applica anche “ai soggetti titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice”. La bozza di dl Green pass estende così l’obbligo – e relative sanzioni – a sindaci e presidenti di Regione, nonché ai consiglieri. Sugli organi costituzionali, come le Camere, però, il governo non può intervenire dal momento che hanno autodichia, autonomia decisionale, dunque una norma dispone: ” Gli organi costituzionali, ciascuno nell’ambito della propria autonomia, adeguano il proprio ordinamento”. Sparisce il termine del 15 ottobre per adeguarsi, che era nelle prime bozze. 
    Magistrati in tribunale solo con il pass, esclusi gli avvocati 
     L’obbligo di esibire il green pass varrà dal 15 ottobre anche per i magistrati, compresi quelli onorari, gli avvocati e i procuratori dello Stato e i componenti delle commissioni tributarie che devono accedere agli uffici giudiziari. Lo prevede la bozza del decreto approvato dal Cdm nel quale si afferma che le disposizioni non valgono invece per “avvocati e altri difensori, consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei alle amministrazioni della giustizia, testimoni e parti del processo”. L’accesso senza il pass, dice ancora il decreto rappresenta un “illecito disciplinare” e come tale sarà sanzionato
    Obbligo vale anche per autonomi e badanti 
    L’obbligo di Green pass per l’ingresso nei luoghi di lavoro vale per tutti i lavoratori privati, dunque sono inclusi gli autonomi e i collaboratori familiari. E’ quanto spiegano fonti di governo, interpellate al riguardo. L’obbligo dunque si applicherà ad esempio all’idraulico o all’elettricista che svolga il suo lavoro nel pubblico e nel privato, ma anche a colf e badanti. La norma dispone infatti che “chiunque svolge una attività lavorativa nel settore privato è fatto obbligo, ai fini dell’accesso nei luoghi in cui la predetta attività è svolta, di possedere e di esibire su richiesta la certificazione verde”.

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    Elezioni: 15 milioni italiani al voto d'autunno

    Sono 15 milioni in circa 1.700 comuni gli italiani coinvolti dalle consultazioni elettorali di settembre ed ottobre, tra amministrative, regionali e suppletive.
    Agli appuntamenti al seggio il sito del Viminale dedica uno speciale.
    AMMINISTRATIVE – Interessati circa 12 milioni di elettorali di 1.157 Comuni, di cui 115 superiori ai 15mila abitanti. Si parte domenica 19 e lunedi’ 20 settembre in Valle d’Aosta. Si vota, invece, domenica 3 e lunedi’ 4 ottobre per le amministrative nei comuni delle regioni a statuto ordinario e nel Friuli Venezia Giulia, con eventuale turno di ballottaggio domenica 17 e lunedi’ 18 ottobre. Sempre il 3 e il 4 ottobre si svolgono le operazioni elettorali relative alle sezioni 2, 44, 73 e 78 del Comune di Lamezia Terme, dopo che il Tar della Calabria ha disposto l’annullamento e la rinnovazione delle operazioni elettorali avvenute nel 2019, con conseguente annullamento della proclamazione degli eletti alla carica di sindaco e alle cariche di consiglieri comunali. Domenica 10 e lunedi’ 11 ottobre sono chiamati al voto gli elettori per le comunali in Sardegna e Sicilia, con eventuale turno di ballottaggio domenica 24 e lunedi’ 25 ottobre. Lo stesso 10 ottobre si svolgono le elezioni amministrative anche in Trentino-Alto Adige, con eventuale turno di ballottaggio domenica 24 ottobre.
    SUPPLETIVE – Il 3 e 4 ottobre si svolgeranno anche le suppletive della Camera nei collegi uninominali 12-Siena della XII Circoscrizione Toscana e 11-Roma-Quartiere Primavalle della XV Circoscrizione Lazio 1.
    REGIONALI – Domenica 3 e lunedi’ 4 ottobre, infine, si votera’ in Calabria anche per il rinnovo della carica del presidente e del consiglio regionale.

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    Mattarella: 'Italia frugale, da 20 anni in avanzo primario di bilancio'

       Da 20 anni l’Italia è in avanzo primario di bilancio. Questo è un segno di frugalità. Si tratta di far crescere l’economia, non di frenarla, per affrontare efficacemente il debito. A sottolinearlo è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in un colloquio con il presidente ungherese János Áder ricevuto ogi al Quirinale. Si è trattato – si è appreso – di un franco confronto con l’Ungheria sui temi del debito e delle migrazioni. 
       Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato questa mattina al Quirinale, in separate udienze, il Presidente della Repubblica di Malta, George Vella, il Presidente della Repubblica di Finlandia, Sauli Niinistö, il Presidente d’Irlanda, Michael D. Higgins e il Presidente di Ungheria, János Áder.
       Durante i colloqui si è registrata una ampia convergenza con Malta sul dossier libico e quello più ampio del Mediterraneo. Analoga convergenza si è registrata con la Finlandia sul tema dell’ estensione di sovranità a livello europeo. Inoltre – si è appreso – si è confermata una comune adesione con Helsinki al piano di investimenti europeo sul digitale e la transizione ecologica. Condivisione anche con l’Irlanda sul tema delle migrazioni. Infine, è stata esaminata anche la questione degli accordi di frontiera dell’Unione europea con la Gran Bretagna.

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    Da green pass a mascherine, al voto con le regole Covid

    Dal green pass alle mascherine, dal distanziamento agli accessi contingentati: 15 milioni di italiani si apprestano ad andare al voto tra settembre e ottobre con le regole imposte dal Covid. Circolari di Viminale e ministero della Salute riportano le prescrizioni da osservare.
    La novita’ è l’obbligo del green pass per i componenti dei seggi delle sezioni elettorali ospedaliere e di quelle allestite nelle Rsa. Il protocollo sanitario firmato dai ministri dell’Interno e della Salute, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza, punta a contemperare “il diritto al voto con quello alla salute”.
    Per l’allestimento dei seggi vanno previsti “percorsi dedicati e distinti di ingresso e di uscita, chiaramente identificati con opportuna segnaletica, in modo da prevenire il rischio di interferenza tra i flussi di entrata e quelli di uscita”. È, inoltre, necessario evitare assembramenti nei seggi, “prevedendo il contingentamento degli accessi nell’edificio ed eventualmente creando apposite aree di attesa all’esterno dell’edificio stesso”.
    I locali destinati al seggio dovranno essere “sufficientemente ampi per consentire il distanziamento non inferiore a un metro sia tra i componenti del seggio che tra questi ultimi e l’elettore”. Bisogna, pero’ , anche garantire la distanza di due metri al momento dell’identificazione dell’elettore, quando a quest’ultimo sara’ chiesto di rimuovere la mascherina limitatamente al tempo occorrente per il suo riconoscimento.
    Nel corso delle operazioni di voto, ci saranno periodiche operazioni di pulizia dei locali e disinfezione delle superfici di contatto, compresi tavoli, cabine elettorali e servizi igienici. È necessario, inoltre, rendere disponibili prodotti igienizzanti (dispenser di soluzione idroalcolica) da disporre negli spazi comuni all’entrata nell’edificio e in ogni seggio per permettere l’igiene frequente delle mani.
    SI rimette poi “alla responsabilita’ di ciascun elettore il rispetto di alcune regole basilari di prevenzione” come evitare di recarsi al seggio in caso febbre superiore a 37.5 gradi; non essere stati in quarantena o isolamento domiciliare o a contatto con persone positive negli ultimi 14 giorni. Il Comitato tecnico-scientifico non ha quindi ritenuto necessaria la misurazione della temperatura corporea durante l’accesso ai seggi.
    I componenti dei seggi ‘normali’ – cosi’ come gli elettori – devono indossare la mascherina chirurgica e sostituirla ogni 4-6 ore; devono, comunque, mantenere sempre la distanza di almeno un metro dagli altri componenti e procedere ad una frequente e accurata igiene delle mani. L’uso dei guanti e’ consigliato solo per le operazioni di spoglio delle schede. Discorso diverso per i componenti dei seggi ospedalieri e di quelli allestiti nelle rsa: in questi casi dovranno avere il green pass. Cio’ “al fine di garantire adeguate condizioni di sicurezza nell’espletamento delle fasi di raccolta del voto degli elettori positivi al Covid-19 in trattamento ospedaliero o domiciliare e di tutti coloro che si trovano in condizione di quarantena o isolamento fiduciario”.
    Il personale che raccoglie il voto a domicilio dovra’ essere formato e dotato di adeguati dispositivi di protezione individuale. Dovrà inoltre indossare camice/grembiule monouso, guanti, visiera con mascherina chirurgica oppure dispositivi di protezione facciale di tipo FFP2 o FFP3; per gli elettori in quarantena basteranno guanti e mascherina chirurgica. 

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    >>>ANSA/ Boris Johnson terremota il governo, ora è più rosa

    (Aggiorna e sostituisce servizio delle 19,29)
    (di Alessandro Logroscino)
    (ANSA) – LONDRA, 15 SET – Terremoto nel governo Tory
    britannico di Boris Johnson, che ha giocato oggi la carta di un
    mega rimpasto per cercare di rilanciarsi di fronte alle nuove
    incognite sanitarie, economiche e sociali che il Regno Unito si
    appresta ad affrontare nei prossimi mesi. E ai segnali di
    affanno mostrati dagli ultimi sondaggi.   
    L’operazione facce nuove (o seminuove) si è consumata più o
    meno nei tempi previsti dai media e in barba alle mezze smentite
    ufficiali di una settimana fa; ma in una dimensione ancor più
    ampia rispetto alle attese. Con non pochi siluramenti in tronco
    e la retrocessione di Dominic Raab dagli Esteri alla Giustizia
    (seppure compensata dall’ascesa da numero 2 de facto a
    vicepremier de jure della compagine, carica vacante da anni nel
    Paese). Oltre che con un rafforzamento delle quote rosa segnato
    – alla testa di due dicasteri chiave – dalla conferma della
    controversa Priti Patel all’Home Office (Interni) e dalla
    promozione di Liz Truss dal Commercio Internazionale al Foreign
    Office al posto di Raab: seconda donna a diventare capo della
    diplomazia di Sua Maestà in assoluto dopo l’effimera esperienza
    della laburista Margaret Becket fra il 2006 e il 2007 sotto Tony
    Blair.   
    L’impostazione ideologica dell’esecutivo non appare destinata
    in effetti a cambiare granché in un Paese nel quale il Pil è
    tornato a crescere di buona lena, ma non senza ombre che vanno
    dalle incertezze sui piani invernali anti Covid all’impatto
    delle restrizioni revocate e della scommessa vaccinale sul già
    pesante bilancio di morti per pandemia, dalle polemiche
    sull’incremento delle tasse per finanziare sanità e welfare ai
    tagli del meccanismo assistenziale dell’Universal Credit. A
    testimoniarlo contribuisce proprio l’immagine delle due donne
    forti emergenti del team: Patel e Truss (a cui resta affidato
    pure il portafogli delle Pari Opportunità, annesso per la prima
    volta agli Esteri), entrambe in fama di falco e di storiche
    pretoriane della Brexit. Mentre Raab, brexiteer liberale, si
    dovrà accontentare della poltrona di vice, associata a quella di
    ministro della Giustizia e Lord Chancellor, dopo essere finito
    nell’occhio del ciclone per la gestione del ritiro
    dall’Afghanistan e per essere stato sorpreso dalla caduta di
    Kabul in mano ai Talebani mentre si trovava in vacanza al mare a
    Creta.   
    Fra le altre caselle di rilievo, BoJo ha mantenuto forse
    obtorto collo nel ruolo di cancelliere dello Scacchiere, con
    ampi poteri sul Tesoro, sulle Finanze e sui cordoni della borsa
    del governo, il 40enne rampante Rishi Sunak (d’origine indiana
    proprio come Patel in un collettivo che rimane a forte impronta
    multietnica): una figura gradita all’establishment e che
    qualcuno ritiene possa provare prima o poi a fargli le scarpe al
    numero 10 di Downing Street. Mentre ha fatto cadere le testa di
    Gavin Williamson, rimosso dal vertice dell’Istruzione dopo le
    tante critiche ricevute su scuola e pandemia e sostituito da
    Nadhim Zahawi (radici curdo-irachene), promosso per aver
    coordinato con grande successo la campagna sui vaccini da
    viceministro ad hoc. Fuori pure il moderato Robert Buckland,
    caduto alla Giustizia per risultati giudicati insufficienti
    sulla riforma carceraria; e il chiacchierato Robert Jenrick,
    sfiorato da qualche scandalo come ministro delle Aree Urbane e
    degli Enti Locali, pure centrale sul fronte dell’emergenza
    Covid.   
    Ad ereditare le competenze di Jenrick sarà Michael Gove,
    dottor sottile delle parrocchia Tory e coprotagonista con
    Johnson della campagna referendaria per il divorzio dall’Ue del
    2016, la cui stella torna a brillare dopo il tradimento inflitto
    allo stesso Boris 5 anni fa e la mezza pace successiva. Per il
    resto vanno segnalate le conferme di Sajid Javid alla Sanità, di
    Ben Wallace alla Difesa, di Jacob Rees-Mogg a Leader of the
    House ai Comuni, di Suella Braverman come Attorney General e il
    salto d’un altro brexiteer doc, Steve Barclay, da numero due del
    Tesoro a cancelliere del Ducato di Lancaster e ministro
    dell’Ufficio di Gabinetto. Nonché l’ascesa ancora di due donne,
    Anne-Marie Trevelyan, che rimpiazza Truss al Commercio Estero,
    e Nadine Dorries, reduce come Johnson da un drammatico contagio
    Covid nella primavera del 2020, proiettata da sottosegretaria
    alla Sanità a ministra della Cultura, dei Media e dello Sport al
    posto di Oliver Dowden (che va alla presidenza del Partito
    Conservatore).   
    La squadra “che ho nominato oggi – ha proclamato il premier
    su Twitter a pratica conclusa – lavorerà senza risparmio per
    unire e rendere più equo il Paese. Vogliamo ricostruirlo in
    meglio dopo la pandemia e attuare le nostre priorità. Ora tutti
    all’opera”. (ANSA).   

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    Cingolani, nucleare? Oggi non potremmo farlo

    “Oggi noi non potremmo fare nulla di nucleare, perché abbiamo un referendum che dice no alle vecchie tecnologie, e quelle nuove al momento non ci sono ancora”. Lo ha detto stamani a Radio anch’io il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani tornando così su un tema, quello del nucleare, che sta tornando a dividere la maggioranza. Il leader della Lega Matteo Salvini ha dichiarato, infatti, nei giorni scorsi, che vedrebbe di buon occhio anche una centrale in Lombardia. E, sempre sul nucleare, il ministro ha aggiunto: “Non ho cambiato idea. Io ho raccontato che oggi ci sono 4 paesi che stanno studiando sorgenti di energia alternative, i reattori di 4/a generazione. Ho detto che queste fonti non sono mature, che probabilmente nel prossimo decennio capiremo se sono convenienti e sicure. Qualora questo fosse verificato, sarebbe importante capire se possono essere usate”. 
    Per quanto riguarda invece le energie alternative, Cingolani ha spiegato: “La cosa più importante è accelerare sull’installazione di rinnovabili, così ci sganciamo più rapidamente possibile dal costo del gas”. Quindi ha lanciato una sorta di appello: “Stimiamo che il Decreto Semplificazioni porti i giorni necessari per autorizzare un impianto per energia rinnovabile da 1200 giorni a circa 1/5 (240 giorni, n.d.r.)”.
    Sul ‘caro bollette’, invece, ha osservato: “Va riscritto il metodo di calcolo” delle bollette energetiche, “lo stiamo facendo in queste ore”. Ora  “c’è da mitigare l’aumento del trimestre, che c’è in tutto il mondo, e all’80% dipende dall’aumento del gas. Poi c’è da mettere in piedi un intervento più strutturale. Bisogna ragionare su come è costruita una bolletta, va riscritto il metodo di calcolo. Lo stiamo facendo in queste ore”.   

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    Green pass, Sindacati: 'Dal governo obbligo per statali e privati'

    Un decreto unico per estendere l’obbligo di Green pass da metà ottobre ai lavoratori pubblici e privati. Sanzioni per chi entra al lavoro per più giorni consecutivi senza il pass. Convocata in mattinata la cabina di regia, poi il Consiglio dei ministri. Draghi lo illustra ai sindacati, che chiedono tamponi gratis per i lavoratori. È legge il decreto di fine luglio. La Lega vota la fiducia ‘nei fatti’. Salvini frena: ‘No all’obbligo per tutti’.
    “Il governo ci ha informati che approverà un decreto per rendere il Green pass obbligatorio sui posti di lavoro pubblici e privati”. Lo dice il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri dopo l’incontro a Palazzo Chigi.”Abbiamo chiesto la gratuità dei tamponi fino a fine anno”. Lo dicono i segretari di Cgil e Uil Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri; presente per la Cisl, Angelo Colombini. “Il governo ci ha ringraziato del confronto, non ha dato risposte rispetto al provvedimento definitivo, ci auguriamo che tenga conto di queste riflessioni”, spiega Landini, aggiungendo che è stato chiesto al governo di valutare eventualmente anche un periodo transitorio.”Abbiamo ribadito al governo che noi pensiamo che la strada migliore sia quella di un provvedimento legislativo per l’obbligo vaccinale. Siamo stati informati che invece la discussione non prevede almeno per ora questa scelta. Non è esclusa, ma per non prevista”. Ha detto Landini. Sui tempi dell’entrata in vigore dell’estensione del green pass per i lavoratori pubblici e privati dal governo “hanno parlato genericamente del mese di ottobre ma non hanno indicato date. Hanno detto che è una decisione non ancora assunta”. Ha aggiunto il segretario generale della Cgil. Così come, ha proseguito, “non ci hanno detto che sicuramente domani” arriverà il decreto in Cdm, e “che stanno decidendo e valutando” anche alla luce di questo confronto.La cabina di regia di governo sul nuovo decreto per l’estensione dell’obbligo di Green pass è convocata domattina alle 10.30 a Palazzo Chigi.La riunione del Consiglio dei ministri è convocata domani alle 16. Lo si apprende da fonti ministeriali. Ad ora nella convocazione pervenuta ai ministeri non compare l’ordine del giorno della riunione, che dovrebbe avere sul tavolo il decreto per l’estensione del Green pass ai luoghi di lavoro.Sono circa 18 milioni i lavoratori pubblici e privati interessati dalle norme sul green pass: 13,9 milioni già lo hanno, mentre quelli senza sono 4,115 milioni. Sono dati diffusi dal governo. I lavoratori dipendenti del settore privato con il certificato verde sono 11 milioni (80%), 3,7 milioni quelli senza. Dei dipendenti pubblici che già sarebbero obbligati alla vaccinazione, 2,3 milioni hanno il green pass, 115 mila no. Mentre fra i dipendenti pubblici non obbligati, in 600 mila hanno il lasciapassare e 300 mila no. I dati riguardano anche la popolazione inattiva: 10,8 milioni col green pass e 2,7 milioni senza. I disoccupati: 1,8 milioni con e 500 mila senza. I pensionati: 12 milioni con e un milione senza. I ragazzi e le ragazze fra i 12 e i 19 anni: 3 milioni con e 1,5 milioni senza.
    Un decreto unico, per estendere l’obbligo di Green pass da metà ottobre ai lavoratori pubblici e privati. E’ il provvedimento che potrebbe arrivare domani sul tavolo del Cdm, salvo ulteriori approfodnimenti tecnici. A quanto confermano diverse fonti governative, in queste ore prosegue il lavoro dei tecnici di Palazzo Chigi e ministeri per perfezionare le norme, che devono tenere conto di diverse specificità. 
    “Sicuramente ci sarà un’estensione dell’utilizzo del Green Pass. Sulle modalità e i tempi discuteremo nelle prossime ore”, spiega il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Secondo Orlando, è necessario “calmierare i prezzi dei tamponi” ma “non è giusto che la fiscalità generale intervenga a cancellare un costo che deriva da una scelta”.  
    “Ho parlato questa mattina con il ministro Giorgetti: al momento non esiste un progetto definito sull’estensione del Green Pass”, ha dichiarato Matteo Salvini. “La posizione della Lega è chiara – ha aggiunto Salvini -: siamo per la difesa della salute dei cittadini, anche sui luoghi di lavoro. Ma non si può pensare di estendere l’obbligo del Green Pass a 60 milioni di italiani”.”Se il governo impone il Green pass per i luoghi di lavoro pubblici e privati deve consentire il tampone gratuito e rapido. Ma non si possono scaricare i costi sui lavoratori o sulle imprese. Il governo si assuma le sue responsabilità”. Così la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni a “Zona Bianca” di Rete 4 in onda stasera.”Questo governo è nato per due obiettivi – ha detto Giuseppe Conte, presidente del M5s -: completare la campagna vaccinale e mettere in sicurezza il Paese, e per avviare una buona attuazione del Pnrr: una forza politica che ha accettato di partecipare a questo governo e tradisce una di queste due missioni è una forza politica che prende in giro il suo elettorato, non ha idee chiare, e non fa bene al Paese”. “Credo che una forza politica che assume una responsabilità di governo debba essere conseguente”, ha proseguito Conte, in una iniziativa elettorale stamani a Grosseto.Secondo la ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, “si va verso l’obbligo del certificato verde non solo per i lavoratori del pubblico impiego ma anche per quelli del settore privato”. A Radio Rai ha sottolineato che “solo immunizzando la stragrande maggioranza della popolazione possiamo contenere i contagi”. Il governo, aggiunge, “è pronto ad accelerare sul green pass, abbiamo intrapreso una strada chiara, il Consiglio dei ministri di domani sarà sicuramente un momento importante”.