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    Mattarella: 'Italiani all'estero, un valore inestimabile'

    “La Comunità di italo-discendenti nel mondo viene stimata in circa centottanta milioni di persone, cui si aggiungono gli oltre sei milioni di cittadini italiani residenti all’estero. La portata umana, culturale e professionale di questa presenza è di valore inestimabile nell’ambito di quel soft-power che consente di collocare il nostre Paese tra quelli il cui modello di vita gode di maggior attrazione e considerazione”. Lo sottolinea il Capo dello Stato Sergio Mattarella in un messaggio a Migrantes in occasione della presentazione del Rapporto sugli italiani nel mondo. Al 1° gennaio 2021, la comunità strutturale dei connazionali residenti all’estero è costituita da 5.652.080 unità, il 9,5% degli oltre 59,2 milioni di italiani residenti in Italia. Mentre nell’anno del Covid l’Italia ha perso quasi 384 mila residenti sul suo territorio (dato Istat), ne ha guadagnati 166 mila all’estero (dato Aire): un aumento di presenza all’estero del 3% nell’ultimo anno. E’ quanto risulta dal Rapporto sugli italiani all’estero di Migrantes. Rallentate le partenze a causa della pandemia e dei lockdown, sul dato in crescita influiscono le nuove nascite da cittadini già residenti all’estero.   

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    Conte, meglio Draghi a Chigi, legislatura da finire

    L’obiettivo di questa maggioranza allargata è quello di attuare il Recovery plan e il punto di equilibrio del governo è Mario Draghi. La legislatura quindi non si può interrompere prima della sua scadenza naturale del 2023. Giuseppe Conte esplicita con estrema chiarezza il suo pensiero – e quello della stragrande maggioranza dei parlamentari grillini – su La7 spiegando anche di avere con il premier un rapporto “schietto e franco” e di aver ricucito i rapporti personali con Beppe Grillo. “Il nostro sostegno al governo nasce per mettere in protezione il Paese” e attuare “il Pnrr, premette il pèresidente del MoVimento aggiungendo di “non avere nessuna preclusione per Mario draghi al Quirinale”. Ma ci sono in piedi “obiettivi che non sono ancora stati raggiunti e la stabilità del governo non può non essere un obiettivo prioritari. Draghi infatti é il punto di equilibrio di un sistema politico. La legislatura deve finire perché l’obiettivo prioritario é la realizzazione del PNRR per il quale ci siamo strenuamente battuti. Che Draghi rimanga a Palazzo Chigi é la via prioritaria. Draghi non é fungibile”. La precisazione del leader del maggior gruppo parlamentare di questa legislatura pianta un paletto importante nel dibattito ormai già caldissimo sull’elezione del nuovo presidente della Repubblica, soprattutto nell’indicare ai suoi che non ci saranno certo elezioni anticipate determinate dal M5s.
    Ma se il dibattito sul Colle impazza a Roma la partita di Conte si gioca anche a Bruxelles. La svolta potrebbe arrivare già prima di Natale e, qualche anno fa, in pochi l’avrebbero prevista: l’ingresso del M5S nel gruppo dei Socialisti & Democratici al Parlamento europeo. A Bruxelles se ne parla da tempo ma la prolungata vacatio alla leadership dei 5 Stelle, i tentennamenti del Pd e dello stesso Movimento hanno costantemente rinviato l’ingresso dei pentastellati in un gruppo che, oltre ai Dem, vede tra le sue file il Psoe spagnolo o l’Spd tedesco. La partita, tuttavia, ancora non si è chiusa. Anzi, il rischio che naufraghi ancora una volta ha una sua concretezza, alimentato dalle tensioni interne che accompagna da mesi l’avvicinamento del M5S al centrosinistra e da un problema di cariche nell’ambito del Parlamento Ue. E’ stato direttamente il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, qualche giorno fa, ad imprimere un’accelerazione che vede anche Giuseppe Conte sulla stessa linea. “In Europa dobbiamo stare con i progressisti”, erano state le parole del titolare della Farnesina a Il Mattino.
    E oggi Giuseppe Conte conferma, anche le difficoltà: “sono d’accordo con Di Maio, che ha dato atto di un percorso, non ha dato un annuncio. Darò io l’annuncio quando si concretizzerà questo passaggio e quando matureranno tutte le condizioni ma ci sono delle valutazioni in corso da tempo, abbiamo rafforzato la direzione progressista e i 5 Stelle possono dare un contributo di originalità”. Anche perché, con la scadenza delle presidenze di commissione a dicembre e, successivamente, dello stesso David Sassoli, il tempo stringe. e i nodi restano. Il Movimento, infatti, staziona nel marginale gruppo dei non iscritti ma può, allo stesso tempo, vantare una vicepresidenza, occupata da Fabio Massimo Castaldo. L’ingresso nel gruppo S&D, soprattutto se a gennaio Sassoli lascerà la presidenza, annulla di fatto la possibilità che Castaldo resti dov’è. E l’esponente romano del Movimento, anche per eventuali ruoli alternativi, deve comunque guardarsi dalla concorrenza interna, a partire da Tiziana Beghin, una dei 7 saggi del nuovo Statuto. Il rapporto tra Pd e M5S è ancora piuttosto nebuloso. Sul fronte dei Dem, tuttavia, l’apertura c’è. Dal Nazareno confermano che la discussione è in corso laddove il capodelegazione a Strasburgo, Brando Benifei, aggiunge che nuovi confronti ci saranno in settimana.    

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    'Ha insultato Ataturk', indagato il Nobel Orhan Pamuk

    L’incubo dei procedimenti giudiziari torna a insidiare lo scrittore turco Orhan Pamuk. A finire sotto accusa questa volta non sono dichiarazioni alla stampa, come quelle sul massacro degli armeni del 1915 che gli costarono varie querele in passato, ma le parole scritte in un romanzo di fantasia ambientato durante gli ultimi anni dell’Impero ottomano in un’isola immaginaria dove si è diffusa un’epidemia di peste. Tra le pagine dell’ultimo libro dello scrittore “Veba Geceleri” (“Le notti della peste” in turco, la cui uscita in Italia è prevista a fine 2022) ci sarebbero insulti nei confronti di Mustafa Kemal Ataturk, il fondatore della Repubblica di Turchia. Questa è la tesi accolta dalla procura di Smirne che oggi ha aperto un’inchiesta – dopo un primo procedimento terminato in un non luogo a procedere – a partire dalla denuncia dell’avvocato Tarcan Uluk per cui il presunto attacco al padre fondatore della Turchia costituirebbe un “incitamento all’odio”.
    Nella sua deposizione al pubblico ministero, Orhan Pamuk ha rifiutato le accuse affermando di non aver “scritto nulla che abbia implicazioni con Ataturk”, aggiungendo che nel suo libro non c’è mancanza di rispetto verso i padri della patria al contrario descritti come eroi libertari. Nonostante la grande popolarità di cui gode Pamuk in Turchia, la notizia non ha trovato ampio spazio sui media nel Paese e a sostegno dello scrittore si sono levate soltanto poche voci tra cui quella del pianista Fazil Say che ha definito l’inchiesta “ignobile, ignorante e volgare”.
    Nato a Istanbul nel 1952, Pamuk è tra gli scrittori turchi più noti a livello internazionale. La sua è una carriera costellata di enormi successi – fu il primo cittadino turco a ricevere il premio Nobel nel 2006 – ma anche macchiata da procedimenti giudiziari e attacchi. Nel 2005 finì a processo per “insulto alla Repubblica turca” a causa di un’intervista a un quotidiano svizzero dove esprimeva tristezza per gli armeni e i curdi uccisi nel periodo di transizione tra l’impero ottomano e la repubblica di Turchia. Mentre si recava in aula per un’udienza fu colpito dal lancio di uova di un gruppo di nazionalisti che lo accusava di essere un “traditore della patria”. Recentemente Pamuk ha ricordato con amarezza le forti critiche da parte di “circoli secolaristi” contro il suo appoggio nel 2010 a un referendum per limitare il potere dell’apparato militare, promosso dall’allora primo ministro Recep Tayyip Erdogan, che secondo lo scrittore avrebbe aiutato a portare la Turchia in Unione Europea.
    A causa delle sue posizioni liberali e democratiche, Pamuk è stato frequentemente attaccato da nazionalisti lontani dall’Islam politico del presidente turco. Nello stesso tempo, lo scrittore non ha mai esitato a contestare Erdogan. Quando nel 2020 il leader turco decise di riconvertire in moschea Santa Sofia, lo scrittore affermò che la Turchia non era più un Paese laico. “Non c’è più libertà di pensiero, separazione dei poteri o indipendenza della magistratura” ha affermato il premio Nobel quest’anno contestando apertamente gli arresti di molti giornalisti e colleghi scrittori finiti in carcere a causa di opinioni politiche critiche nei confronti del presidente Erdogan.   

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    Lega: Salvini, da dicembre congressi in oltre mille sezioni

    “Dal primo dicembre partiamo dai congressi in più di mille sezioni. Noi esistiamo come partito, quindi è un percorso che non fai in un quarto d’ora”. Così ha risposto il leader della Lega Matteo Salvini a proposito del congresso nazionale del partito, a margine della riunione del gruppo regionale della Lega a Palazzo Pirelli. Ai giornalisti che gli chiedevano se c’è una data, Salvini ha risposto che “sarà un percorso che cerchiamo di fare in fretta, sperando che la situazioni sanitaria rimanga sotto controllo”. 
    Silvio Berlusconi intanto ha incontrato i coordinatori regionali di Fi sottolineando che “non c’è nessuna egemonia” da parte degli alleati e Forza Italia non cerca altre alleanze perché “l’unità nazionale è temporanea e nel 2023 si tornerà alla sfida tra centrodestra e sinistra”

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    Spadafora fa coming out in tv, sono omosessuale

    “Penso che la vita privata delle persone debba rimanere tale, ma penso anche chi ha un ruolo pubblico, un ruolo politico, abbia qualche responsabilità in più”. E “io l”ho fatto anche per me stesso perché ho imparato forse molto tardi che è molto importante volersi bene e rispettarsi..”. Vincenzo Spadafora, deputato M5S, ospite di Che tempo che fa su Rai tre fa coming out in Tv e si commuove affrontando il tema della sua omosessualità, che per la prima volta dichiara pubblicamente anche nel suo libro ‘Senza riserve, in politica e nella vita”. Ci sono, spiega “due motivazioni” che lo hanno portato a farlo, “una ragione – sottolinea riprendendo il discorso dopo un lungo applauso – è molto politica, per testimoniare il mio impegno politico, per tutti quelli che tutti i giorni combattono per i propri diritti e hanno meno possibilità di farlo rispetto a quante ne ho io grazie al mio ruolo. Ma anche una testimonianza di tipo religioso, io sono un cattolico che crede molto nella propria fede, può sembrare in contraddizione ma non lo è affatto. In politica l’omosessualità viene usata anche per ferire, per colpire l’avversario, con un brusio che io stasera volevo spegnere. Spero di essere considerato per quel che faccio, per quel che sono, e da domani forse sarò più felice perché mi sentirò più libero”. 

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    Appello card. Basetti, nessuno resti solo

    (ANSA) – PERUGIA, 07 NOV – “Io non so quanto potrà durare
    questo periodo di incertezza e di fragilità, ma una cosa
    raccomando a tutti, fate in modo che nessuno resti solo”: è
    l’appello del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei
    e arcivescovo di Perugia dove ha celebrato la messa per la festa
    di Sant’Ercolano. Il porporato si è rivolto alle parrocchie,
    alle istituzioni di volontariato, e “naturalmente” alle
    “istituzioni civili che devono fare tutto il possibile per
    quello che loro compete”.   
    Non bastano però le istituzioni a prendersi cura, ha ammonito
    il cardinale, secondo quanto si legge in una nota diffusa dalla
    diocesi, “ma bisogna che ciascuno di noi allarghi gli spazi del
    proprio cuore per condividere, farsi attento, rendersi
    disponibili”. Perché – ha sostenuto ancora – la persona che ha
    bisogno di sostegno e di aiuto potrebbe essere il nostro vicino
    di casa o un familiare e basterebbe “un saluto, un invito per un
    compleanno, o una festa di famiglia per farlo sentire meno
    solo”.   
    Il presidente della Cei ha voluto rivolgere un “pensiero
    particolarmente affettuoso a tutte le famiglie che maggiormente
    hanno risentito dei disagi causati dal Covid e che vivono, o
    hanno vissuto situazioni di grande prova e tribolazione”.   
    Ricordando, “con dolore”, che “in qualche famiglia ci sono stati
    anche due morti…”. “Vorrei poterle avvicinare una per una – ha
    aggiunto – per chiedere loro come stai, quali sono i problemi
    che ti affliggono?”.   
    Bassetti ha indicato a coloro che hanno responsabilità di cura
    di un popolo, il modello di Sant’Ercolano, vescovo martire,
    defensor civitatis, patrono della città e dell’Università di
    Perugia. “E’ un modello anzitutto per me, suo successore” ha
    sottolineato. L’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve ha
    presieduto la celebrazione eucaristica nella chiesa duecentesca
    intitolata a quello che è uno dei patroni della città. La messa
    si è conclusa con la preghiera a Sant’Ercolano e con
    l’accensione da parte del sindaco Andrea Romizi del cero votivo
    offerto dal Comune di Perugia, che arde di fronte al reliquiario
    di Sant’Ercolano esposto per la sua festa. (ANSA).   

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    Scomparso neonato affidato a soldati Usa all'aeroporto di Kabul

    Mirza Ali Ahmadi e sua moglie Suraya erano all’aeroporto di Kabul il 19 agosto per lasciare il Paese. Travolti dalla calca davanti ai cancelli dell’Abby Gate, insieme a migliaia di altre persone in attesa di entrare in aeroporto, avevano affidato il loro piccolo di due mesi a un militare Usa nel timore che rimanesse schiacciato dalla folla e pensando che sarebbero presto arrivati all’ingresso. Ma da allora del piccolo Sohail non si hanno più notizie. 
    I genitori, disperati, hanno raccontato la loro storia in esclusiva alla Reuters nella speranza di poter ritrovare il soldato e quindi il loro bambino. Mirza Ali, 35 anni, Suraya, 32, e gli altri figli di 17, 9, 6 e 3 anni, sono stati poi evacuati su un volo che prima li ha portati in Qatar e poi in Germania e alla fine sono atterrati negli Stati Uniti. La famiglia si trova ora a Fort Bliss in Texas con altri rifugiati afgani in attesa di essere reinsediati da qualche parte negli Usa. “Quello di cui mi importa ora è ritrovare il mio bambino”, ha detto Suraya, nella speranza che qualcuno li possa aiutare.       

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    Marcia dei “no Green pass” nelle strade di Assisi

    (ANSA) – ASSISI (PERUGIA), 07 NOV – Marcia dei “no Green
    pass” sulle strade di Assisi. La manifestazione è partita da
    Santa Maria degli Angeli per raggiungere la zona della Rocca di
    Assisi.   
    Presenti all’iniziativa diverse centinaia di manifestanti,
    forse anche 500. Il corteo si sta svolgendo nella massima
    tranquillità, presenti diverse famiglie con bambini.   
    Praticamente quasi tutti senza mascherine e piuttosto
    assembrati.   
    “Libertà, libertà” lo slogan che viene ripetuto insieme a “no
    Green pass” e “giù le mani dai bambini” oltre a cori contro il
    presidente del Consiglio Mario Draghi. Ad aprire il corteo un
    grande striscione con scritto “Libertà, lavoro, verità,
    giustizia. Fronte del dissenso Umbria”. (ANSA).