Bruxelles – Il piano di pace per l’Ucraina reso pubblico la scorsa settimana solleva “legittime preoccupazioni in merito all’impegno degli Stati Uniti a favore del diritto internazionale e della sicurezza dell’Europa e dell’Ucraina”. Il Parlamento europeo non usa mezzi termini e – in una risoluzione adottata oggi (27 novembre) a larghissima maggioranza – bacchetta “l’ambivalenza politica” di Washington, che va “a scapito dell’obiettivo di una pace duratura”.
Il testo della risoluzione sulla posizione dell’UE sul piano di pace per l’Ucraina è stato redatto da cinque gruppi lungo un ampio spettro politico: Conservatori e riformisti (ECR), Partito popolare europeo (PPE), Renew, Socialisti e democratici (S&d) e Verdi. Ai voti, è stato sostenuto da 401 eurodeputati. Tra i 70 contrari e i 90 astenuti, ci sono la quasi totalità dei Patrioti per l’Europa e dell’Europa delle Nazioni Sovrane – i due gruppi di ultradestra – e di The Left, il gruppo di sinistra radicale. Tra gli italiani, gli unici a non appoggiare la risoluzione sono state le delegazioni di Lega e Movimento 5 Stelle.
Pur riconoscendo “gli sforzi dell’amministrazione statunitense” per porre fine alla guerra, l’Eurocamera punta il dito contro “l’ambivalenza politica di Washington nei confronti di Kiev“. Per questo, si legge nel testo adottato, l’emiciclo di Strasburgo “esorta l’UE e gli Stati membri a dar prova di leadership in questo cruciale momento geopolitico”, a “continuare a collaborare con gli Stati Uniti e i partner che condividono gli stessi principi”, per garantire “che i negoziati per una pace giusta e duratura in Ucraina si fondino sui principi del diritto internazionale” e “siano condotti in buona fede”.
Gli eurodeputati hanno ribadito i principi su cui dovrà basarsi un eventuale accordo di pace, sulla falsa riga di quanto affermato ieri in Aula dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Prima di tutto “un cessate il fuoco efficace”, sostenuto da “solide garanzie di sicurezza” per Kiev da parte dell’UE e degli Stati Uniti – equivalenti alle clausole di mutua assistenza previste dall’articolo 5 della NATO e all’Articolo 42.7 del Trattato UE -, dopodiché nessuna limitazione alla “capacità dell’Ucraina di difendere la propria sovranità, indipendenza e integrità territoriale”.
Nel testo si afferma inoltre che “nessun territorio ucraino temporaneamente occupato sarà legalmente riconosciuto dall’UE e dai suoi Stati membri come territorio russo”. C’è poi il nodo della ricostruzione dell’Ucraina: l’Eurocamera ha messo in chiaro che qualsiasi accordo di pace “deve prevedere un pieno risarcimento da parte della Russia per i danni materiali e immateriali” causati nel Paese aggredito. Da qui l’appello ad “adottare e attuare, senza ulteriori ritardi, un prestito di risarcimento garantito dai beni russi congelati”. Infine, il Parlamento europeo ha chiesto di non fare passi indietro sulle sanzioni a Mosca, da non revocare “prima dell’attuazione di un accordo di pace basato su negoziati”.
Gli emendamenti al testo proposti da un lato da The Left, dall’altro dai Patrioti, sono stati rispediti al mittente. Tra cui qualsiasi riferimento allo scandalo di corruzione in corso in Ucraina e al rischio di escalation derivante dalla corsa agli armamenti avviata in Europa.
Per Lucia Annunziata, eurodeputata eletta nelle liste del Partito Democratico, “l’esclusione dell’Europa dal tavolo delle trattative è servita a trovare un’inedita unità in Parlamento, con una chiarezza e degli impegni presi che finora non si erano mai visti”. Eppure – ha avvertito Annunziata – “non dobbiamo nasconderci che si discute, a posteriori, un piano proposto dagli Stati Uniti in cui per ora non è chiarito il ruolo europeo nelle trattative”.
La delegazione del Movimento 5 Stelle ha bollato la risoluzione come “un tentativo maldestro di mettere i bastoni fra le ruote nel processo di pace in corso”, perché stabilisce condizioni che “rendono i negoziati difficili, se non impossibili”. Per i pentastellati, “dopo quasi quattro anni dall’inizio del conflitto meglio una brutta pace che una sporca guerra”.

