Bruxelles – Integrazione telefonica e allargamento, il roaming adesso fa discutere e costringe la Commissione europea a spingere sull’acceleratore, soprattutto per creare il quadro giuridico necessario del caso. I Paesi dei Balcani occidentali – Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia del nord, Montenegro, Serbia – sono indietro in un processo per cui l’impegno dell’esecutivo comunitario appare svanito, e di cui si chiede conto.
Sono i sovranisti di Patriots for Europe (PfE) a chiedere che ne è di quella dichiarazione del 2022 che annunciava l’abbattimento dei sovra-costi per telefonate e utilizzo di internet entro il 2027. Denunciano con tanto di interrogazione parlamentare il rischio di “doppio standard”, visto come il team von der Leyen abbia accelerato per eliminare i costi aggiuntivi con l’Ucraina.
La questione al centro della richiesta di spiegazioni non è logica delle parti, con l’opposizione che prova a mettere pressioni sulla maggioranza. La questione in realtà si pone, perché come ammette la commissaria per l’Allargamento, Marta Kos, c’è un nodo di diritto da dover risolvere.
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