Bruxelles – Il viaggio della Global Sumud Flotilla si fa sempre più complicato. Il gruppo d’imbarcazioni è stato colpito nella notte mentre si trovava al largo di Creta, in acque internazionali. L’obiettivo della spedizione è forzare il blocco navale israeliano davanti a Gaza e portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese.
Secondo le prime ricostruzioni, sarebbero undici le imbarcazioni danneggiate, sulle 51 totali. “A partire dall’una e fino alle quattro del mattino abbiamo ricevuto attacchi costanti: prima con materiale urticante, poi con bombe sonore (rilasciate da droni, ndr)”, ha affermato l’eurodeputata Benedetta Scuderi (AVS), presente sulla nave Morgana diretta a Gaza. Non ci sono stati feriti, ma lo spavento per Scuderi e per gli altri attivisti è stato molto: “Ci potevamo fare anche molto male se ci fossimo trovati fisicamente nel punto in cui questi dispositivi sono caduti”. Diretti verso Gaza, ci sono anche gli esponenti del PD, Arturo Scotto e Annalisa Corrado.
L’utilizzo di velivoli comandati da remoto contro la Flotilla non è una novità. È la terza volta che le barche vengono colpite, e questa è stata finora l’azione più intensa. Un precedente si era verificato il 9 settembre, quando era stata colpita una barca al porto tunisino di Sidi Bou Said, un secondo attacco avvenne il 10 settembre, sempre in acque tunisine.
A chiedere la mobilitazione delle istituzioni UE ci ha pensato il deputato europeo Sandro Ruotolo (PD): “Chiediamo alla Presidente del Parlamento europeo e alla Presidente della Commissione di intervenire subito nei confronti di Israele per garantire la sicurezza di chi è a bordo. Nessuno tocchi la flotilla! È il momento di una condanna internazionale chiara del governo Netanyahu. È il momento di boicottare i prodotti israeliani”.
La posizione aggressiva di Israele nei confronti della spedizione umanitaria è stata ribadita ieri. In un post su X, il Ministero degli Esteri di Tel Aviv ha sollecitato la “Hamas flotilla” a non provare a superare il blocco navale, proponendo invece un approdo sicuro nello scalo di Ashkelon, a 10 chilometri da Gaza. Gli organizzatori della spedizione hanno rifiutato.
The Hamas flotilla refuses Israel’s proposal to unload aid peacefully at the nearby Ashkelon Marina. Instead, it chooses the illegal path — sailing into a combat zone and breaching the lawful naval blockade.
This proves their true aim: serving Hamas rather than delivering aid to… pic.twitter.com/yD3mbYIrSS
— Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) September 23, 2025
Il possibile scontro con la Marina israeliana potrebbe avvenire nei prossimi giorni. Le imbarcazioni si trovano ora al largo di Creta e, al netto degli incidenti della notte, non dovrebbero mancare più di tre o quattro giorni di navigazione per raggiungere la Striscia.
La preoccupazione per un confronto diretto con le navi da pattugliamento dell’esercito israeliano (IDF) è elevata. Davanti alla Striscia operano corvette missilistiche Sa’ar-6, oltre ad imbarcazioni più piccole incaricate di contrastare incursioni leggere.
Nonostante questa notte non ci siano stati feriti, la Farnesina si è già espressa auspicando che “qualsiasi operazione che possa essere affidata alle forze armate di Gerusalemme sia condotta rispettando il diritto internazionale e un principio di assoluta cautela”. Il ministro Antonio Tajani ha chiesto all’ambasciata a Tel Aviv di assumere informazioni e di rinnovare la richiesta già fatta al Governo di Gerusalemme di garantire la tutela assoluta del personale imbarcato.