Bruxelles – Era nell’aria da giorni, da quando il segretario di Stato Antony Blinken ne aveva parlato durante una visita a Tel Aviv. L’idea di introdurre un regime di sanzioni contro i coloni israeliani responsabili di violenze contro la popolazione palestinese si è materializzata oggi (11 dicembre) anche sul tavolo dei ministri degli Esteri dell’Ue.
“Non posso dire che c’è stata unanimità”, ha ammesso l’Alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri, Josep Borrell, a margine dei lavori. A quanto si apprende da fonti comunitarie, in prima linea ci sono il Belgio – che aveva già annunciato di voler vietare l’ingresso sul territorio nazionale ai coloni israeliani violenti – assieme a Spagna, Irlanda e Malta, che avrebbero firmato una lettera congiunta per sostenere la proposta di Borrell. Ma tra i 27 c’è chi, come dichiarato oggi dal vicepremier italiano Antonio Tajani, pensa che sia sufficiente la condanna della violenza, perché “non possiamo equiparare i coloni ebrei ad Hamas”. E poi c’è uno spettro di Paesi più possibilisti: Catherine Colonna, ministra degli Esteri francese, ha dichiarato che Parigi “sta riflettendo sull’adozione di misure nazionali”.
Per Borrell però “è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti”. Il capo della diplomazia europea si è messo in scia di Washington e ha fatto la proposta ai ministri Ue: ora il Servizio europeo di Azione esterna (Seae) è al lavoro per presentare “una lista di persone conosciute per la loro attività violenta contro i palestinesi nella West Bank” agli Stati membri, da sanzionare secondo il quadro generale Ue pe la difesa dei diritti umani. Lo stesso attraverso cui l’Ue ha emesso dieci pacchetti di sanzioni contro gli individui e le entità responsabili delle repressioni di piazza in Iran.
La discussione sarà probabilmente riproposta ai 27 capi di Stato e di governo dell’Ue già giovedì e venerdì 14-15 dicembre, in occasione del Consiglio europeo. Borrell è stato molto duro anche sulla recente decisione del governo di Tel Aviv di approvare l’ulteriore costruzione di 1700 unità abitative a Gerusalemme est: “Condanniamo la decisione e prepareremo una dichiarazione a 27 per fissare la nostra posizione”. I ministri degli esteri Ue hanno inoltre insistito sulla necessità di mobilitare il più presto possibile i fondi comunitari alla Palestina che – dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre – erano stati sottoposti a una revisione approfondita. Si parla di progetti per circa 330 milioni di euro. La Commissione Ue avrebbe garantito che “saranno consegnati nei prossimi giorni”.