Il commissario straordinario del governo alla ricostruzione dovrà essere “individuato tra soggetti dotati di professionalità specifica e competenza manageriale”. Lo prevede la bozza del disegno di legge quadro in materia di ricostruzione post calamità all’esame del Consiglio dei ministri. La bozza è di un ddl quadro, ovvero che riguarda ogni possibile calamità. Secondo quello che prevede la bozza, infatti, il commissario è nominato successivamente allo “stato di ricostruzione nazionale”, previsto dal testo e che deve essere deliberato dal Consiglio dei ministri.
In caso di ricostruzione post-calamità può essere nominata con Dpcm una cabina di coordinamento che affianchi il commissario. La cabina di coordinamento è presieduta dal commissario straordinario del governo alla ricostruzione e composta dal capo del Dipartimento Casa Italia della presidenza del Consiglio, dal capo del Dipartimento della Protezione civile, dai presidenti delle Regioni e delle Province autonome interessate, dal sindaco metropolitano ove presente, da un rappresentante delle Province interessate designato dall’Upi, da un rappresentante dei Comuni interessati designato dall’Anci.
Il pressing di Bonaccini sull’alluvione
Per nominare il commissario post-alluvione “bisogna fare presto, lo dicono gli imprenditori, le famiglie e i cittadini”. È questo il messaggio lanciato dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, all’incontro ‘Innovation Days – Fare rete per essere competitivi’ in corso alla Fondazione Golinelli a Bologna.
Quella per la ricostruzione post-sisma in Emilia-Romagna “è una filiera istituzionale che ha funzionato come mai si era visto in precedenza nel Paese. In 11 anni abbiamo ricostruito il 95% di scuole, case, imprese, capannoni che erano crollati. Abbiamo portato quella struscia di terra che produceva l’1,9% del Pil italiano a produrre il 2,4%”, ha ricordato Bonaccini, che è commissario per la ricostruzione post sisma. “Quella filiera istituzionale ha funzionato talmente bene – ha aggiunto – che abbandonarla sarebbe un errore clamoroso. Dopodiché il governo ha il diritto e il dovere di indicare una figura e la governance e di metterci le risorse a disposizione per poter ripartire”.
Bonaccini preferisce non sbilanciarsi sul nome del commissario, ma chiede all’esecutivo che venga nominato “qualcuno che conosca bene l’Emilia-Romagna, perché la prima cosa per fare bene è conoscere il territorio in cui sei. Avendo qui un’esperienza come quella del terremoto che ha dimostrato come quella filiera istituzionale ha fatto dire al presidente Mattarella, l’anno scorso a Medolla e Finale Emilia in occasione del decennale, che questa è una ricostruzione che è stata esemplare nella storia del nostro Paese, io prima di buttare via quel modello di ricostruzione ci penserei due volte”.
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