Tra i 15mila in piazza Duomo per l’ultimo saluto a Silvio Berlusconi, senza essersi messe d’accordo due persone hanno espresso il loro dissenso sul lutto nazionale indossando entrambi una T-shirt con la scritta ‘Io non sono in lutto’.
E il rettore dell’università per stranieri di Siena Tomaso Montanari, sostenuto da una petizione con 100 mila firme, ha difeso appassionatamente la sua scelta di non ammainare le bandiere dell’ateneo in segno di lutto: “Non fare abbassare la bandiera del Risorgimento, della Resistenza, di Vittorio Veneto di fronte a una figura come quella di Berlusconi è un atto di patriottismo”.
Dissenso, nel giorno dei funerali e del lutto per Berlusconi. Una protesta che monta sui social e nel Paese, con alcuni allievi della Normale di Pisa che postano la foto della facciata dell’Ateneocoperta dallo striscione ‘Non il nosro lutto’. “ll lutto nazionale viene concesso molto raramente – spiega intanto Silvia in piazza Duomo a Milano, ostentando la sua T-shirt -, considero una scelta inopportuna quella di indirlo per Berlusconi, se consideriamo che persone simbolo come Falcone e Borsellino non hanno avuto questo onore. La maglietta mi è sembrata l’unico modo di esprimere il mio dissenso”. Silvia, in mano il libro ‘Io mi chiamo Giovanni’ di Luigi Garlando, dedicato a Falcone, è arrivata in piazza Duomo già alle 12, ore prima che iniziasse la funzione funebre.”La polizia subito mi ha chiesto i documenti, poi un esponente di Forza Italia che non conosco ha iniziato ad inveirmi contro, dando il via alla fiera dell’offesa, con decine di persone che hanno iniziato a insultarmi. Per fortuna la polizia mi ha difeso e ha allontanato chi mi offendeva”.
E’ andata peggio a un uomo che – indosso la maglietta con la scritta ‘Io non sono in lutto’, incorniciata dai colori della bandiera italiana – si è posizionato proprio sotto alla squadra equestre di Vittorio Emanuele, dove erano salite decine e decine di persone per vedere meglio la funzione sui maxischermi. L’uomo ha issato un cartello con la scritta ‘Vergogna di Stato’. A quel punto una donna con un ombrello rosa, aperto per ripararsi dal sole, ha iniziato a prenderlo a ombrellate, mentre altri gli strappavano il cartello dalle mani e dalla statua equestre si levava un coro di insulti. Prima difeso da alcune persone che erano in piazza, il contestatore è stato poi raggiunto da diversi poliziotti che lo hanno rapidamente fatto allontanare, impedendo che la situazione degenerasse.
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