“Io sono sempre stata consapevole di cosa fosse governare, non l’ho mai visto come un traguardo personale, sono stata consapevole pur dall’opposizione dei rischi e dei problemi che il governare comporta”: così la premier Giorgia Meloni nel corso di un’intervista a Quarta Repubblica in onda in serata su Rete4.
“Una cosa che non avevo considerato quando ero all’opposizione è che quando sei premier quasi tutto quello che accade nel mondo ti riguarda per cui la caratteristica più chiara oggi è che l’imprevisto, quando sei a capo del governo, è la previsione più accurata che puoi fare e per me che lavoro in modo schematico ha avuto un impatto molto forte. Tu rincorri l’emergenza e devi riuscire a temere la barra dritta”.
“Ma certo che ci parliamo!”. Così la premier Giorgia Meloni rispondendo a una domanda sui rapporti con il presidente francese Macron e in geneale i rapporti tra Italia e Francia, durante la registrazione della sua intervista a ‘Quarta repubblica’. E ha ribadito: “I rapporti tra Italia e Francia sono per forza di cosa solidi, come tra nazioni vicine”. Ha poi preso le distanze dalla “lettura che fanno certi osservatori sulla politica internazionale, come se fosse una roba da adolescenti, come se non ci si parla o non ci si saluta…”. Infine, sulle dichiarazioni del ministro degli Interni francesi, molto critiche verso l’Italia, ha chiarito: “E’ stato un errore significativo. E’ stata seccante ma bisogna avere la lucidità di distinguere la politica e i rapporti tra partiti e quelli tra i governi”.
“Penso di avere un vantaggio – ha detto la premier rispondendo a chi le chiedeva se si stesse ponendo una questione di consenso nelle sue scelte di governo -, che è il tempo: io sono a capo di una maggioranza solida, mi do 5 anni di orizzonte e non sto governando guardando al consenso immediato e posso permettermelo e quando si ha questa fortuna si possono fare scelte che magari nell’immediato comprimono il consenso ma che se ne sei convinto sai anche che nella lunga distanza verranno lette per quello che erano”. “Spero di poter lasciare in eredità a questa nazione – ha aggiunto – altri governi che hanno un orizzonte di legislatura, che è l’unico modo per prendere le decisioni giuste”. “Sono certa – ha concluso – che sulla media distanza i risultati del lavoro che stiamo facendo si vedranno”.
“Io non ho cambiato idea rispetto a quello che dissi qui due anni fa: se per privilegiare me stessa devo svendere me stessa o la nazione io non sono disposta a farlo. Poi certo devi cercare le soluzioni praticabili, ci sono cose che pensavi e poi studiando il dossier ti rendi contro che il quadro è diverso, ma ancora oggi che sono premier preferisco andare casa che diventare diversa”.
“La sinistra è molto in difficoltà – ha detto la premier Giorgia Meloni intervistata da Quarta Repubblica -. Non solo dice che c’è una deriva autoritaria se sulla Corte dei Conti proroghi le norme del governo Draghi. Sommessamente osservo che facciamo quello che ha fatto il precedente governo. Il problema è che c’è una deriva autoritaria se qualcuno che viene da destra e non da sinistra non avesse gli stessi diritti che hanno loro. Questo è un problema. Loro dicono che c’è una deriva autoritaria sulla Corte dei Conti che continua a fare i controlli, fa la relazione semestrale e nessuno le ha messo un bavaglio”.
“La sinistra dice che sei autoritario per qualsiasi cosa – ha detto ancora Meloni -. Sei autoritario se Fazio decide di lasciare la Rai, se alla parata del 2 giugno i militari alzano la mano per salutare la tribuna come gli altri anni, che sei autoritario se ti lamenti che qualcuno abbia impedito al ministro Roccella di presentare al Salone del Libro un libro sulla sua famiglia. Quello che mi ha colpito è che Elly Schlein abbia detto che abbiamo un problema col dissenso: se il segretario del Pd, del secondo partito italiano non distingue tra dissenso e censura allora abbiamo sì un problema”.
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