Dare un tetto agli universitari è “il nostro pane quotidiano fin dall’insediamento” e adesso che la protesta delle tende contro il caro-affitti ha raggiunto le prime pagine dei giornali la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ci tiene a non farsi vedere impreparata. E assicura che oggi per il governo è “una necessità” trovare, e velocemente, “il maggior numero possibile di immobili disponibili, da qui al 30 giugno 2026”. Anche, sottolinea, con un “partenariato pubblico-privato, previsto dal Pnrr”: una scelta, questa di coinvolgere i privati, di cui “mi assumo la responsabilità”. Parole che però non convincono gli studenti: “Finché non vedremo qualcosa di concreto – fanno sapere i loro portavoce – non fermeremo la mobilitazione”.
Bernini parla nel corso della prima riunione del Tavolo tecnico convocato al Mur. Partecipano le Regioni, l’Anci, i rettori (c’è tra gli altri Antonella Polimeni della Sapienza). C’è il sindaco di Roma Roberto Gualtieri col suo assessore alla Casa Tobia Zevi, c’è la Regione Lazio con gli assessori agli Enti locali Luisa Regimenti e all’Università Giuseppe Schiboni, oltre al dirigente di Disco Lazio (l’ente per il diritto allo studio) Giuseppe Pontillo. E poi ci sono i protagonisti della protesta, i ragazzi del Consiglio nazionale degli studenti universitari. Che alzano la posta: per risolvere in modo strutturale una emergenza che nasce dai mancati investimenti degli ultimi anni la cifra che serve sono 3 miliardi di euro: “Servono più investimenti – spiega oggi l’Udu, il sindacato studentesco che in 17 città italiane ha promosso la protesta delle tende – La ministra ha detto più volte che con i fondi del Pnrr verranno creati più di 8mila posti letto nuovi ma, a leggere bene il provvedimento, non è così: quelli realmente creati da zero saranno circa 3mila, gli altri saranno quelli non ancora censiti dei privati. Chiediamo che venga fatta chiarezza e che si modifichi il Pnrr introducendo controlli stringenti del pubblico sulla gestione dei fondi dei privati”.
Gli enti locali, intanto, si organizzano per utilizzare tutti gli strumenti a loro disposizione per venire incontro alle esigenze dei ragazzi. La Regione Lazio, per esempio, che assegna annualmente bonus per gli affitti e alloggi negli studentati, ha abolito la figura degli ‘idonei non vincitori’. È chiaro, ha osservato al tavolo la rappresentante della giunta di Francesco Rocca, che la principale soluzione è usare i fondi del Pnrr per costruire alloggi, ma “serve tempo: dovremo puntare su altre misure più immediate, a partire dall’aumento della platea di beneficiari del buono alloggio, dalla rimodulazione del fondo di garanzia per gli affitti e dal reperimento di alloggi presso istituti religiosi”.
L’altro filone di intervento, con cui il governo ha coinvolto gli enti locali è l’avviso pubblicato dal Mur sul censimento degli immobili pubblici da riconvertire a residenze universitarie. “Non è un’idea di oggi – rimarca Bernini – non è legato alla protesta degli studenti, ci stavamo già lavorando a prescindere dalla mobilitazione”.
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