Rischia di vincere al primo turno evitando il ballottaggio il sindaco uscente di Pisa sostenuto dal centrodestra unito (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) più tre liste civiche. Michele Conti quando il lento scrutinio dei voti si attesta a 50 sezioni elettorali su 86 è largamente in vantaggio rispetto allo sfidante del centrosinistra e M5S, Paolo Martinelli. Ma il dato, politico più che aritmetico, è che Conti ora al 51,2% potrebbe ottenere la riconferma già al primo turno, perché il suo principale competitor (staccato di oltre 2300 voti) si ferma intorno al 40% e può solo sperare in un eventuale ballottaggio.
Nettamente più staccati gli altri quattro candidati: Ciccio Auletta per la sinistra radicale è al 6,3%, il terzo polo appena sopra l’1% e residuali gli altri due sfidanti. Quello che si profila dunque è un’attesa solo per sapere se il candidato del centrodestra riesce a conquistare la riconferma alla guida del Comune già al primo turno, ma se ciò non avvenisse partirebbe comunque largamente favorito nell’eventuale turno di ballottaggio distanziando di una decina di punti il rivale del centrosinistra. In attesa di conoscere, a tarda sera, l’esito del voto per il sindaco, Conti porta però a casa già un primo successo personale: non solo la tenuta della sua coalizione in una sfida che la stessa leader del Pd, Elly Schlein, venerdì scorso “aveva definito decisiva anche per il laboratorio politico costruito dal basso con un’intesa programmatica con il M5S”, ma anche perché la lista civica da lui stesso ispirata, Pisa al centro, fa il pieno di voti attestandosi intorno al 15% e piazzandosi come seconda forza della coalizione dietro a Fratelli d’Italia che veleggia intorno al 18%. Regge l’urto di un declino annunciato anche la Lega attualmente intorno al 10-11% dei consensi.
Dalla parte opposta tiene il Pd della Schlein, saldamente primo partito della città con il 23-24%, ma è una voce isolata nel suo campo, con le altre liste tutte nettamente più basse.
Naufraga invece il M5S che con quasi il 60% delle schede scrutinate non va oltre il 3%: alle amministrative del 2018 sfiorò il 10%. Evidentemente il “laboratorio politico” dell’intesa con il Pd non è piaciuto al suo elettorato, migrato altrove. Insomma, “la partita decisiva” evocata da Elly non ha dato i risultati sperati e, almeno in città, è stato respinto al mittente. Le prossime ore di scrutinio serviranno dunque solo a stabilire il divario tra i due candidati, ma Conti spera di centrare il traguardo già stasera.
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