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Scontro sul 25 aprile, Mattarella invita a tener viva la memoria

Bisogna “tenere viva la memoria” delle atrocità nazi-fasciste ma soprattutto non dimenticare quanti lottarono e “permisero la liberazione dell’Italia dall’oppressione nazi-fascista”. Con questo semplice ragionamento il presidente della Repubblica anticipa le celebrazioni del 25 aprile che mai come quest’anno, con l’avvento di un governo dichiaratamente di “destra-centro”, disegnano un Paese spaccato da lacerazioni antiche, evidentemente non del tutto superate. La rappresentazione plastica di questa divisione tutta politica – che va ben al di là di una giornata segnata in rosso sul calendario come festa nazionale – si spalanca leggendo l’agenda delle due prime cariche dello Stato: il presidente della Repubblica sarà in Piemonte, con una tappa simbolica a Boves,teatro della prima strage compiuta in Italia dai nazisti (24 civili trucidati, 350 case date alle fiamme) eseguita il 19 settembre del 1943 per punire gli italiani traditori dell’8 settembre; il presidente del Senato, Ignazio La Russa, invece volerà oltreconfine, a Praga, per omaggiare la figura di Jan Palach, il giovane cecoslovacco diventato simbolo dell’anti-comunismo perché il 16 gennaio 1969 si suicidò dandosi fuoco per protestare contro l’invasione sovietica proprio in piazza san Venceslao dove il presidente del Senato depositerà una corona. Resta da segnalare che La Russa a Praga visiterà anche il campo di concentramento di Theresienstadt.

25 aprile, le partigiane ricordano le donne della Resistenza a Roma

 

In questa dicotomia non si inserisce palazzo Chigi: Giorgia Meloni si dovrebbe infatti limitare alla parte strettamente istituzionale del passaggio all’Altare della Patria insieme al capo dello Stato, lo stesso La Russa e al presidente della Camera Lorenzo Fontana. L’appello di Gianfranco Fini, uomo simbolo della svolta moderata di Fiuggi, a pronunciare con chiarezza la parola antifascismo non sembra al momento essere stato accolto. Come era prevedibile in questo clima si inserisce pesantemente l’Associazione Nazionale Partigiani (Anpi), da sempre memoria e motore delle celebrazioni della Liberazione, che attacca la seconda caria dello Stato per la sua scelta: “mi ha colpito che il presidente del Senato domani si recherà a Praga a rendere omaggio a Jan Palach che è sicuramente un eroe della libertà: ma ci sono altri 364 giorni all’anno per farlo. Sarebbe stato più logico portare un fiore dove c’è stato l’eccidio delle Fosse Ardeatine o l’eccidio di Marzabotto o di Sant’Anna di Stazzema”, ha polemizzato il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, In questo clima le città italiane si apprestano alla giornata che ricorda la liberazione dal nazi-fascismo: se l’opposizione conferma le tradizionali occasioni nelle città e nei punti della memoria, il centrodestra chiede di superare le divisioni ma al suo interno, a sua volta, emergono se non divisioni, approcci diversi. Il presidente della Camera Fontana si è smarcato con decisione spiegando di sentirsi “pienamente antifascista”. Salvini conferma solo che celebrerà il 25 aprile ma ribadisce che “sarebbe ora che alcune date importanti come il 25 aprile e l’1 maggio unissero e non fossero motivo di polemica, divisione”. Forza Italia resta in una linea ben più prudente e il ministro degli Esteri, a nome del governo, sarà alle Fosse ardeatine.

“Il 25 aprile è una data fondamentale nella storia della nostra Repubblica: segna la sconfitta della dittatura fascista, la fine della guerra, il ritorno alla libertà e alla democrazia”, scrive il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in un messaggio per il 25 aprile. 

La segretaria del Pd, Elly Schlein, parteciperà al tradizionale corteo di Milano e molti dell’opposizione saranno a Roma al corteo dell’Anpi dalle Fosse Ardeatine e a Porta San Paolo. Una delegazione di Italia Viva andrà in via Rasella, mentre il leader di M5S Giuseppe Conte sarà al museo storico della Liberazione di via Tasso. Infine ritorna in ballo anche Bella ciao, la canzone simbolo della Resistenza con una proposta che non pare destinata a pacificare gli animi: diventi la canzone da suonare ufficialmente in tutte le cerimonie del 25 aprile, chiede il Pd.

Valditara, condanniamo il fascismo, siamo per la libertà


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