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La Lega si smarca sul 25 aprile: festeggeremo la Liberazione

Si avvicina il 25 aprile e il governo cerca di raffreddare le polemiche aiutato in questo dalla Lega che sembra volersi smarcare da una querelle che di certo può infastidire la base più radicata del Carroccio, nata con un Umberto Bossi fieramente antifascista. La seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa anche oggi tenta di uscire dall’occhio del ciclone e lo fa a suo modo: da un lato precisando e dall’altro preannunciando querele. Mentre Palazzo Chigi osserva lo svilupparsi dello scontro, tocca al ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani garantire una certa ufficialità alle celebrazioni della Festa della Liberazione confermando che sarà lui a rappresentare l’esecutivo recandosi in un luogo simbolo degli orrori nazi-fascisti, le fosse Ardeatine. Un luogo dove il 24 marzo 1944 furono uccisi ben 335 civili e militari italiani dalle truppe di occupazione tedesche come rappresaglia per l’attentato partigiano di via Rasella, compiuto il giorno prima dai partigiani dei GAP. Le parole più chiare dal mondo della Lega sono venute dal governatore del Veneto Luca Zaia che ha apertamente riconosciuto l’importanza della celebrazione: “Siamo al 78esimo festeggiamento, non dimentichiamo mai – ha precisato – che dall’8 settembre 1943 in questo paese si è combattuta una guerra di Resistenza. Ed è fondante perché la liberazione dal nazifascismo è una cosa per cui non hanno combattuto soltanto coloro che erano in armi. Ma ha coinvolto donne, bambini, civili. E vanno ricordati gli ebrei sterminati e anche i non italiani che hanno partecipato”. Ben più prudente è stato Matteo Salvini che si è limitato a dire che “celebrerà il 25 aprile” ma lavorando. Lapidario invece il commento su La Russa che ha fatto sapere che sarà all’Altare della Patria (ma anche a Praga per ricordare Jan Palach, il giovane diventato simbolo dell’anticomunismo perché il 16 gennaio 1969 si suicidò dandosi fuoco con la benzina proprio in quella stessa piazza) insieme a Giorgia Meloni e al presidente Sergio Mattarella: “Cosa farà La Russa il 25 aprile che metterà d’accordo tutti? Io so quello che faccio io”, ha replicato secco ai giornalisti a Milano il leader leghista. La Russa intanto cerca di sfilarsi dal fuoco incrociato nato dopo le sue dichiarazioni dei giorni scorsi (“la parola antifascismo non c’è nella Costituzione”) e anche oggi puntualizza che si “riconosce nei valori della Resistenza che sono espressi in positivo nella prima parte della Costituzione”. Ma contemporaneamente attacca dicendosi “allibito di fronte allo stravolgimento della verità sulle sue parole” e ventilando azioni legali. Intanto l’Anpi conferma il tradizionale corteo antifascista di Roma per ribadire che “la Storia non può essere riscritta da chi nutre sentimenti di nostalgia per il suo periodo più buio”. Sul 25 aprile, ribadisce il segretario del Pd Elly Schlein “manteniamo la nostra vistone antifascista”. Martedì il presidente Mattarella è atteso a Cuneo e a Boves, anche qui ci fu un eccidio nazista: prevedibilmente il capo dello Stato farà un discorse forte, senza amnesie storiche.


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