(ANSA) – NAPOLI, 28 MAR – Da anni si batte per veder
riconosciuto lo ius scholae, ovvero il diritto di cittadinanza
ai tanti figli di stranieri extracomunitari che hanno compiuto
un intero percorso di studi in Italia, il più delle volte nati
qui e italiani di fatto per lingua, istruzione scolastica e
abitudini, ma non per legge. Di fronte alla convocazione nella
nazionale italiana di calcio dell’argentino oriundo Mateo
Retegui, l’avvocato napoletano di origini nigeriane Hilarry
Sedu, un’adolescenza trascorsa a Castel Volturno e un passato da
ex calciatore anche nella Salernitana, pubblica un post molto
critico, in cui senza mezzi termini parla di “assurdità” e
“discriminazione”.
“Ci riempiamo la bocca di integrazione ed inclusione sociale
– scrive Sedu – ci investiamo miliardi di euro dello Stato, e
poi assistiamo a delle assurdità come la convocazione in
nazionale del calciatore Mateo Retegui, un ragazzo nato in
Argentina, mai vissuto in Italia, non parla una virgola di
lingua italiana ed ovviamente non conosce l’Inno nazionale
italiano, ma ha un passaporto italiano grazie ad un bisnonno
immigrato in Argentina agli inizi del ‘900. I giornalisti
italiani hanno anche l’imbarazzo ad intervistare un giocatore
della nostra nazionale che non parla la nostra lingua. Invece la
cittadinanza italiana continua ad essere negata ai figli degli
immigrati che sono nati e cresciuti sul suolo della Repubblica.
Se questa non è una palese discriminazione, vi prego di farmi
esempi più limpidi”.
Sedu ha ottenuto la cittadinanza dopo i 18 anni, visto che la
legge attuale prescrive che uno straniero debba attendere la
maggiore età per poter avanzare la richiesta. (ANSA).
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